martedì 2 novembre 2010

Umidi Desideri!








Pigramente stesa sul tuo divano, la musica del tuo CD preferito a farti compagnia, in un afoso pomeriggio estivo.
La vestaglietta leggera appiccicata alla pelle, maliziosamente slacciata sulle cosce, a lasciar intravedere il tuo slip candido; gli occhi chiusi e la mente che vola.
Vola a ricordi lontani e recenti, vola a mani che sfioravano il tuo corpo, a labbra brucianti che lo mangiavano, a dita invadenti che lo frugavano, vola al ricordo di Lui.
Vivida la Sua immagine nella tua mente, mentre ti guida verso piaceri inattesi che non conoscevi, o che sognavi rifuggendoli, mentre il tuo corpo si risveglia, improvviso.
Le tue mani a sfiorare lente le cosce, salendo piano, sfuggendoti quasi ad impartirti la lenta tortura dell'attesa.
Le tue dita che ben ti conoscono, ora sono frementi tra le tue cosce, a muoversi ansiose su quello slip, a premerlo con forza, sul clitoride eccitato, a schiudere attraverso il tessuto le labbra umide, pulsanti, a farti strada oltre quel lembo di stoffa, sentendoti sotto le dita; calda, umida, fremente.
Lasci scivolare tra i polpastrelli quel bottoncino eccitato, lo sfuggi, lo rincorri, sfiorandolo appena, a prolungare l'eccitazione e l'attesa, mentre il corpo si vela di sudore eccitato che incolla alla pelle la vestaglietta, mentre il respiro scandisce il ritmo della tua voglia, mentre la tua mente urla il desiderio di esser presa e, sadicamente, rallenti ancor più i tuoi movimenti.
Poi d'un tratto le tue dita si fanno ansiose, si piegano, unite, spingendo in te, scivolando sui tuoi umori odorosi, entrando tra contrazioni violente del tuo sesso.
Immobili in te, per riprendere a muoversi al tuo ritmo.
Ora il respiro è muto, interrotto da apnee prolungate, la mente vuota a colmarsi di emozioni, il corpo fremente, mentre il piacere cresce, ti avvolge, ti prende.
Lo schiudersi improvviso di una porta, socchiudi gli occhi, incapace di arrestare la tua mano, un'ombra davanti a te, immobile, Lui.
L'istinto ti fa abbassare gli occhi, la tua mano abbandona il tuo corpo, lorda di te, il viso arrossato, come bimba colta in fallo, mentre il Suo silenzio è cattivo.
Immobile su quel divano, le gambe scompostamente aperte, lo slip scostato, il tuo sesso che urla la sua umida voglia.
Immobile davanti a Lui, solo quel leggero abitino a coprire il tuo corpo, senza riuscire a nasconderne le forme, incollato a te dalla tua eccitazione.
Immobile, spudoratamente esposta, mostrata, offerta, in attesa di una Sua parola, che non giunge, mentre lacrime di vergogna ed imbarazzo colmano i tuoi occhi.
Un passo, un secondo, Lui ora accanto a te.
Afferra i tuoi polsi, in silenzio, stringendoli tra le Sue mani, piegandoli con forza contro il tuo volto, l'odore acre dalle tue dita, a soffocarti la mente, risvegliando imbarazzante eccitazione.
Spinge le tue dita tra le tue labbra, a forzare la tua bocca, costringendoti ad assaggiarti, a frugarti la bocca, a spalancarla davanti a lui, colma delle tue dita fradice.
Spinge le tue dita in gola, a soffocarti, le ritrae lucide di umori e saliva, per muoverle sul tuo volto, quasi bambola di pezza inanimata tra le Sue mani.
Ma Sa, come tu sai, che sei ben altro che bambola inanimata, sei donna e femmina, piena di emozioni violente e contrastanti, di desiderio e vergogna, di umiliazione e fierezza, e da ognuna di queste emozioni sai trarre perverso piacere.
Afferra con forza i tuoi capelli, schiacciandoti il viso contro il Suo ventre, slacciando con gesto sicuro i Suoi pantaloni, muovendo sulle tue guance il Suo sesso turgido e teso. Senti la Sua voglia pulsare sulle guance, lo senti battere con forza sul tuo viso, lo senti sfiorare i tuoi occhi, accarezzare i tuoi capelli, tornare al tuo volto ad inondarti del Suo odore, a sfiorarti con il glande le labbra schiuse, ansimanti.
Sporgi timidamente la lingua, lo assaggi con tocco lieve, sollevi lentamente lo sguardo a cercare la Sua approvazione, il Suo permesso.
Il Suo sguardo resta gelido e lontano, quasi non fosse li.
Rabbia in te, rabbia ed umiliazione, come se quel tuo gesto, quel tuo offrirti, quel tuo donargli la tua bocca non contasse nulla, non gli desse nulla.
Le tue labbra si fanno morbide, avvolgendolo, la tua saliva lo scalda, la tua lingua lo accarezza, e di nuovo cerchi il Suo sguardo, cerchi approvazione, cerchi di leggerci il Suo piacere, ma resta freddo, distante.
Lacrime ora colmano i tuoi occhi, di rabbia e frustrazione, lacrime di umiliazione, trattata come oggetto quasi, usata come sfogo sessuale cui non degnare neppure uno sguardo, considerata solo un foro da riempire, orifizi da usare.
Lacrime che ricordano altre lacrime, quando Lui ti apostrofava con voce ironica, chiedendoti se era questa tutta la tua abilità, se era tutto qui il piacere che sapevi dare ad un uomo.
E non sai se è peggio la freddezza distaccata di ora o quelle parole irridenti.
Tutta te stessa nella tua bocca ora, cercando di trasmettergli il tuo desiderio ed il tuo amore, la tua dedizione e la tua appartenenza.
Ma quegli occhi restano freddi, distanti.
La Sua mano d'improvviso tra i tuoi capelli, decisa a guidare il tuo capo, colmando ora con forza la tua bocca con il Suo sesso teso, a soffocarti, spingendo in fondo alla tua gola a rubarti il respiro per poi muoversi con ritmo lento, accelerando all'improvviso, e di nuovo più lentamente, in te.
Ora Sua, ora gli appartieni, donandoti.
Più rapido il Suo ritmo, più decisi i Suoi colpi, schiacciandoti contro quel divano, ormai avvolta da odori di sesso, ormai preda di ciò che sei.
Il Suo sesso in fondo alla tua gola, le Sue dita a stringere le tue narici, il respiro manca, il viso si fa di porpora, e altre lacrime ora colmano i tuoi occhi, finche ti abbandona di colpo, mentre cerchi affannosamente aria, mentre trattieni un conato violento, mentre, assurdamente, già ti manca il Suo sesso in fondo alla gola a soffocarti.
Il tuo bacino si solleva con scatti improvvisi, le cosce spalancate, mimando un rapporto immaginario, che vivi nella tua mente, mentre il Suo sesso ancora scopa la tua bocca.
Rivoli copiosi di densi umori colano tra le tue cosce, impudicamente, sentendoti sfrontata puttana, mentre la Sua mano forte stringe i tuoi capelli, mentre la tua saliva, densa di desiderio, Lo avvolge, mentre i tuoi gemiti soffocati dichiarano la tua voglia, il tuo essere cagna e puttana, donna e femmina, ma soprattutto Sua.
Con gesti decisi slaccia quella vestaglietta intrisa di voglia e sudore, libera il tuo seno turgido, i capezzoli tesi che gridano la loro voglia, le Sue mani li sfiorano, li accarezzano, li stringono, dolci e decise.
Esce da te, dalla tua bocca, lasciando scivolare il Suo sesso sulle tue guance, sfiorando con il glande turgido il tuo seno, solleticando i capezzoli che rabbrividiscono a quel tocco umido, a quel pene bagnato dalla tua saliva.
Trattieni il respiro, quasi non osando sperare ciò che desideri mentre lento si muove su di te, lasciando scivolare il Suo sesso sulla tua pelle, rigandola di saliva ed umori.
Ad occhi chiusi ti appropri di quel contatto, di Lui, lo senti vibrare sulla tua pelle, il tuo respiro muto, il capo rovesciato, i muscoli tesi, mentre lentamente il Suo sesso vela di umori eccitanti la tua pelle, scende sul tuo ventre, sussulti al suo tocco, spudoratamente sollevi il bacino verso Lui, cercandolo; sfugge, torna, tra le tue cosce spalancate a Lui, si bagna dei tuoi umori. Con gesto brusco strappa quel tuo slip fradicio di voglia, lo avvicina al tuo volto, annusi l'odore del tuo desiderio, perversamente lo lasci esplodere nella mente, la tua lingua, senza pudori, cerca i tuoi umori su quel tessuto, ti bevi, mentre le Sue dita spingono quella stoffa pregna di te tra le tue labbra, sui tuoi gemiti.

Ancora il Suo sesso disegna il tuo corpo, ancora scende tra le tue cosce spalancate a Lui, e lentamente, spinge in te, lo senti aprirti, schiuderti con dolce decisione, colmarti mentre spasimi selvaggi del tuo sesso eccitato lo stringono, quasi a trattenerlo.
Le Sue mani sui tuoi polsi, stringendoli, costringendoli dietro il tuo capo, il tuo respiro ansimante e roco, implorando piacere, parole che vorresti urlare, suppliche che vorresti piangere davanti a Lui, ma sai che non puoi, non devi.
Stringi con forza tra le labbra il tuo slip, assapori i tuoi umori, sentendoli scendere acri nella gola, ti perdi nella Sua danza in te, Sua.
I Suoi movimenti più profondi in te ora, lo senti uscire da te lentamente, mentre inarchi il busto, inseguendolo, tornare in te prepotentemente, restando immobile.
Il Suo viso davanti al tuo, il Suo respiro a confondersi con il tuo, sollevi piano gli occhi, timidamente verso i suoi, mentre il Suo bacino impazzisce contro te, colmandoti di piacere violento, vedi il Suo sguardo, finalmente quello sguardo che ami, fierezza, desiderio, severità e dolcezza.
Schiudi le labbra ansimando al ritmo dei Suoi colpi, più frequenti ora, più decisi, portandoti verso il piacere assoluto.
Più severa la stretta delle Sue mani sui tuoi polsi, e la Sua voce, finalmente, decisa, "guardami".
Sollevi lo sguardo nel Suo, ti perdi in Lui, accompagnando con gemiti rochi il Suo possederti, il tuo abbandonarti e donarti a Lui, vedi il tuo volto riflesso nei Suoi occhi, arrossato, le narici frementi, gli occhi lucidi di desiderio, lo slip che oscenamente ti pende dalle labbra schiude. Non c'è vergogna né imbarazzo in te, o meglio trai piacere anche da vergogna ed imbarazzo, Sua.
I tuoi occhi acquosi, persi nel nulla della tua voglia.
Il Suo viso davanti al tuo, le tue labbra schiuse, ansanti, e … un rivolo di saliva calda che dalle Sue labbra cade a bagnare il tuo volto, la tua bocca, lo senti, caldo rigare la tua pelle, la Sua mano, abbandonando per un attimo i tuoi polsi, spande la Sua saliva sul tuo volto.
Ora frenetici e profondi sono i Suoi colpi, ora la mente è vuota, ora i muscoli tesi tagliano il respiro, ora il tuo desiderio umido ed odoroso lo bagna, mentre duramente entra in te.
Sua.
Strappa dalle tue labbra quello slip, i tuoi gemiti colmano l'aria.
Sua
Lo urli con forza, lo gridi con la voce ed il corpo, lo sussurri tra gemiti ed ansimi, mentre l'orgasmo ti avvolge e ti ruba la mente, vuota nel nulla del piacere, per lunghi istanti il nulla intorno a te.
Poi .. lentamente, la realtà torna.
Tu stesa sul tuo divano
…. Sola ….
La vestaglietta incollata alla pelle dal sudore dell'orgasmo
Il tuo odore violento intorno a te
Il tuo slip stracciato ed umido accanto al volto
Il tuo sapore sulle labbra
E … le tue dita ancora spinte a fondo, nel tuo sesso fradicio di orgasmo, tra le cosce scompostamente spalancate.
La realtà torna, violenta e dolorosa.
La tua mente, solo la tua mente ti ha fatto vedere Lui li con te
Le tue mani, solo le tue mani ti hanno portata al piacere inseguendo quelle immagini
Delusione che stringe lo stomaco al non trovarLo li.
Lentamente sollevi la tua mano fradicia di te, la avvicini al viso, ti annusi, la tua lingua saetta ad assaggiare i tuo piacere, a succhiarlo avidamente.
Poi, lentamente, accendi il tuo PC, apri la tua casella mail, Lui è lontano, ma deve sapere, sapere che ti sei abbandonata a Lui, che sei stata Sua, e, se vorrà, potrà punirti per questo, o premiarti.
Sua, ancora una volta Sua.

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