giovedì 29 maggio 2014

Attesa ...






Immobile ai piedi del letto, come devi, come ti è stato chiesto … ordinato …
Immobile in attesa di ciò che sarà, che cerchi d’immaginare, che sai sarà altro.
Immobile in ginocchio, composta.
Alle tue spalle la porta si apre, freni a fatica l’istinto di voltarti, guardare.
Non puoi, non devi; lenti passi si avvicinano, una mano leggera sfiora i tuoi capelli, il Suo profumo ti avvolge, lo respiri fino in fondo all’anima ma già quella mano ti abbandona, eppure “senti” la Sua presenza dietro te, lo strisciare di una poltrona sul pavimento, lo scatto secco di un accendino, l’aroma denso del sigaro, e finalmente la Sua voce a rompere quel silenzio; parole che son fantasie, suggerimenti, ordini … guida.
Dietro te, i Suoi occhi osservano, giudicano, mentre le tue mani si muovono leggere al ritmo della Sua voce, seguono le parole creando arabeschi sulla pelle, accendono brividi inattesi, strappano gemiti ingoiati.
Parole, parole che trasformano le tue mani nelle Sue. Non son più le tue dita a sfiorar la pelle, non più la tua mano a chiudersi sul seno, stringendo, a scendere tra le cosce schiudendole.
Le tue mani Sue, a schiuderti spudoratamente, a frugarti senza pudore, a masturbarti davanti a Lui, per Lui.
Imbarazzo, vergogna, sapendo, sentendo che i Suoi occhi non ti abbandonano, che spiano il tuo piacere rubato, che indovinano da un sospiro, un gemito, un sussulto il piacere che provi.
Si piacere, si cazzo non puoi negartelo ti piace, ti piace mostrarti a Lui, lasciare che veda il tuo corpo fremere al tuo tocco, alla Sua guida; ti piace seguirlo oltre il pudore, femmina fino in fondo, puttana, ma per Lui, solo per Lui, andando oltre ciò che credevi di poter fare, desiderando andar ancor più oltre.
Odore di desiderio, di sesso, mentre la voglia ti bagna le dita, mentre premi leggera il clitoride, lo sfidi quasi, girandoci piano attorno, poi all’improvviso  le dita impazziscono, cercano, vogliono, chiedono.
La schiena si arcua, la pelle lucida di sudore le labbra contratte a trattenere mugolii, gemiti, urla. Si urla, questo vorresti, urlare al mondo ciò che provi, che vuoi essere, che sei. Gridare il tuo piacere, implorare un orgasmo, gemere d’esse cagna in calore … Femmina.
Ma la Sua mano improvvisa afferra il tuo braccio, frena la tua mano.
No cazzo no, non ora non adesso, adesso hai bisogno del piacere, dell’orgasmo.
Sollevi gli occhi nei Suoi, ti ci perdi, abbassandoli, ingoiando desideri, voglia, rabbia mentre una benda nera ti ruba la vista.
Il buio …
ansia e sicurezza …
e ancora mani, le Sue, sul tuo capo; severe e decise.
Mani che stringono e davanti a te odore d’Uomo, sai, non serve vedere, la tua bocca si apre, si offre, si dona. Il Suo sapore scivola tra le labbra, sulla lingua, a pretender la tua gola, usarla, fotterla.
Ami tutto ciò e Lui lo sa. Colpi profondi mentre il corpo freme; saliva che cola mescolandosi a lacrime.
Lui detta il ritmo come tu ami, non tu protagonista ma Lui a fotterti la bocca, uscendo piano, aspettando che la tua lingua lo cerchi e di nuovo con un colpo profondo, a prenderti, fino in fondo. Lo senti  gonfio contro il palato, pulsare tra le labbra, fremere. Si fa più decisa la stretta delle Sue mani, più rapidi i Suoi colpi fino a regalarti il Suo piacere, a dissetarti con la Sua voglia. A lasciare che la tua lingua lo gusti, in ogni angolo.
Per poi allontanarsi da te, Dio dov’è? Lo vuoi, ne hai bisogno, ti prego …
E ancora passi leggeri, ancora lo strisciare della poltrona, ancora denso fumo di sigaro ancora le Sue parole a guidare le tue mani, a riaccender la tua voglia, a farti perdere la mente … ancora attesa.


Copyright 29 maggio 2014

martedì 20 maggio 2014

Abbandonandoti … tra sogno e realtà …






Immagini, solo sogni, fantasie… o ricordi…..

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Carnevale!
Una festa che hai sempre odiato, quasi un obbligo al divertirsi che spesso, troppo spesso, lascia poi un senso di vuoto inutile.
Monica, la tua migliore amica ti ha convinta ad andare a quella festa in maschera, ed ora ne sei pentita, tentata di trovare una scusa per rinunciare, mentre guardi quel costume che lei ti ha affittato, steso sul letto, e sorridi tra te.
Una corta tunica semplice, bianca, una corda come cintura, sandali bassi con lunghi lacci di cuoio a circondare i polpacci e … null’altro se non una mascherina bianca ed un nastro a circondarti la fronte.
“schiava romana”
questo il nome che riporta l’etichetta del negozio di costumi
ricordi come hai scherzato con Monica su quello e lei che ti rispondeva che … sareste state una stupenda coppia di schiave.
Con gesti bruschi afferri quella tunica, indossandola, ormai non potresti più rinunciare, Monica non te lo perdonerebbe, non dopo aver avuto gli inviti per quella che lei ha definito “la festa più IN della zona”.
la stoffa candida copre il minuscolo perizoma bianco, stringi i lacci dei sandali e ... aspetti.
Puntuale alle 20 il campanello, Monica ti aspetta, scendi in fretta, infilandoti un cappotto sopra il costume e sali sulla sua auto.
Battute, scherzi, giochi sul vostro esser schiave, mentre vi avvicinate alla festa, mentre la tua timidezza ti fa chiedere come riuscirai a comportarti con naturalezza non conoscendo quasi nessuno, e Monica che ribatte, pronta, che … “tanto saranno tutti maschere di se stessi, celati dietro i loro costumi”.
La villa illuminata da torce vi accoglie, musica e cocktail, gente che ride e balla.
Pian piano ti lasci assorbire dall’atmosfera, grata di quei visi nascosti, dove tutti possono esser chiunque e tutti vogliono esser nessuno.
Quasi ti stupisci di come riesci ad esser tranquilla, te stessa,
complice forse qualche bicchiere di vino bianco ghiacciato.
Ti guardi attorno, mentre una maschera si avvicina, un banale costume da Milord, smoking nero sulla camicia candida, inamidata, i gemelli brillanti che illuminano i polsini, un papillon nero magistralmente allacciato e … una maschera bianca a coprire l’intero viso.
In silenzio, senza una parola, afferra la tua mano, dolcemente e con un gesto elegante ti guida verso il centro del salone, dove coppie ballano allacciate.
Le sue braccia intorno alla tua vita, mentre lasci che ti stringa a se, mentre senti il suo profumo, secco e morbido, mentre le tue mani si cingono al suo collo e lasci che la musica ed il suo corpo ti guidino.
Ti stupisci tu stessa, tu che non hai mai amato ballare, di come quei movimenti lenti ti prendano, di come il tuo corpo sappia muoversi col suo e col ritmo.
E quel suo silenzio, forse assurdo, che pure rende speciale tutto questo.
La sua mano lenta si muove sulla tua spalla nuda, sale lungo il braccio a cercare la tua mano dietro la sua nuca, stringendola piano, piegando dolcemente il tuo braccio dietro la tua schiena, con un gesto naturale, che, inaspettatamente, ti da un brivido.
La sua mano stringe la tua, allacciata dietro te, i vostri corpi più vicini ora, la musica che quasi si fa strada nella pelle e la sua stretta un po’ più forte.
Per un attimo incroci lo sguardo di Monica, immobile al bordo della pista, sorseggiando una bibita e … sorridendoti.
Vuoti la mente lasciandoti cullare da lui e dalla musica. Segui i suoi passi come fossero i tuoi, ad occhi chiusi, gustando quelle sensazioni, come in una favola.
Questa notte vuoi che sia una favola, lasciando fuori da quella villa il mondo reale.
La musica si fa più smorzata, quasi più lontana, apri gli occhi, appoggiata alla sua spalla, e ti accorgi che i suoi passi ti hanno condotta in un'altra stanza, più piccola, vuota, con solo candele su un tavolo di legno grezzo ad illuminarla.
Per un attimo cerchi razionalità, ma il suo corpo chiede al tuo di seguirlo, la tua mente si chiude al razionale, lascia vivere l’istinto. Richiudi gli occhi, mentre lui, dolcemente, scioglie la tua mano dal suo collo, la unisce all’altra dietro la tua schiena, scostandosi da te, lentamente.
Ora i vostri corpi si sfiorano appena, lascia le tue mani, nulla vi unisce ora, se non un filo sottile che lega le vostre menti, ed i vostri corpi che piano si cercano, lentamente al ritmo della musica, eppure più uniti che mai.
Ed anche così segui i suoi passi, sai ciò che accadrà, sai ciò che chiederà, e lo vuoi …
Improvvisa la parete fredda dietro la tua schiena, a fermare i tuoi passi, improvviso il suo corpo più vicino al tuo, contro il tuo, improvviso il suo respiro, dietro quella maschera, tra i tuoi capelli.
Non apri gli occhi, sei nella tua favola e vuoi viverla.
Le sue mani ora sui tuoi polsi, sollevano le tue braccia, sopra il capo
Stringono i tuoi polsi, mentre il suo corpo cerca il tuo, si muove contro te, accende i tuoi pensieri e la tua voglia.
Voglia,
ti esplode nella mente quella parola.
Voglia, sì voglia, voglia di mani, di labbra, di tocchi e carezze, voglia di piacere.
Ora è il tuo respiro a rompere quel silenzio, mentre il tuo corpo si arcua cercando il suo, mentre il tuo bacino vuole premere contro lui, mostrandogli ed offrendogli il tuo desiderio.
Ma danzi nell’aria, non trovi il suo corpo, solo la sua mano stretta ai tuoi polsi ti dice che lui è lì, davanti a te
Per un attimo ti vergogni, imbarazzata da ciò che senti e mostri, gli occhi chiusi,
è in questa favola che vuoi vivere,
poi la sua mano lenta scende lungo il tuo braccio nudo, accarezza le tue spalle, lentamente ti fa voltare, il viso contro quella parete, mentre l’ansimare del tuo respiro quasi ti soffoca e la sua mano conosce e impara il tuo corpo attraverso quella tunica che quasi nulla cela.
La senti morbida avvolgere il tuo seno, la senti sicura sfiorare e stringere i capezzoli tesi, la senti stringere un po’ più forte, mentre le gambe cedono e lenta scendere sul tuo ventre, scivolare lungo i fianchi, accarezzare le natiche, stringendole, e tu premi contro quelle mani, vuoi, chiedi,
in silenzio,
ad occhi chiusi.
Lenta quella mano slaccia la cintura fatta di corda, lenta sfila quella tunica che scivola a terra in un fruscio, rivelando il tuo corpo
Lenta quella mano ora sulla tua pelle, che pare bruciare al suo tocco
E ancora sui tuoi polsi, ancora a stringerli, mentre le tue labbra si schiudono quasi a voler gridare il tuo volerti dare a lui.
Ma taci, ad occhi chiusi, è la tua favola e vuoi viverla.
Le sue mani sui tuoi polsi ti guidano, ancora segui i suoi passi, non al ritmo della musica ora, ma al ritmo del tuo desiderio.
Le tue gambe contro quel tavolo che hai intravisto, le sue braccia a sollevarti, stendendoti sul legno duro.
Ancora sui tuoi polsi, mentre ormai il tuo corpo urla la sua voglia, indecentemente, ed alle sue mani si unisce quella corda che ti era cintura, stringe, fissa, lega
E mille brividi ti scorrono addosso
E mille emozioni bruciano in te
Nessuna razionalità ormai, solo istinto, viscere, anima
È la tua favola e vuoi viverla
Ad occhi chiusi
In quel silenzio irreale
Aspetti
Il legno grezzo graffia la tua schiena, le tue cosce si muovono nervose, accavallandosi, sfregando tra loro, piegandosi
Senza pudore mostri ciò che chiedi
Piacere
Il tuo seno si solleva rapido
Il tuo respiro ansima
Sei femmina come non mai
Per lui
Sai che ti sta osservando, anche se non sai dove sia ora
Senti il suo sguardo accarezzarti il ventre, frugarlo
E lava eccitata bagna le tue cosce
E più rapido è il tuo respiro
E più difficile è il silenzio e l’attesa
più urgente è la voglia
lenta,
inattesa,
la carezza di una lingua sui tuoi piedi,
lenta sale sulle tue gambe, giocando con i lacci di cuoio, insinuandosi, sfuggendo, tornando
sale lenta e spalanchi le tue cosce in un invito eloquente e muto
sollevando il bacino
con scatti istintivi
ma lenta è quella lingua,
sfinente,
sale all’interno delle tue cosce
sale e sai che il tuo odore avvolge quel viso
sale
e per un attimo sfiora il tuo perizoma fradicio
lo muove, lo spinge, lo scosta
si allontana
torna
denti ora con quella lingua
ad afferrare quella stoffa bagnata di voglia
a farla scorrere lungo le gambe
a liberarti
offrendoti ancora a quella bocca
senza nulla a celarti ora
senza che niente nasconda la tua voglia
i tuoi umori che ti imperlano
e quella lingua sale
torna
lecca
bagna
assaggia
sale a cercare la tua peluria curata
si muove lenta, intorno al tuo sesso
alle pieghe dell’inguine
mentre muovi il tuo corpo in una danza ansiosa, convulsa, eccitata, cercandola
la vuoi lì, la vuoi tra le cosce
la vuoi ad aprirti
frugarti
prenderti
ma lenta è quella lingua
sfugge
torna
sfiora
e finalmente si fa dura
finalmente si insinua in te
finalmente unisce saliva ai tuoi umori, spingendo in te, muovendosi al ritmo dei tuoi gemiti
sguscia a cercare il tuo clitoride, lo serra tra le labbra, lo succhia colpendolo con piccoli tocchi di lingua
e ancora torna a prenderti
piccolo sesso di carne morbida
che si muove in te
ora gemi senza pudore
ora il tuo respiro si accorda con quei movimenti
ora immagini quel Milord senza maschera che beve la tua voglia
e ora
vuoi esser tu ad assaggiare il suo sapore
vuoi il suo sesso
lo vuoi tra le labbra
lo vuoi nella gola, lo vuoi nel ventre e nelle viscere
lo vuoi con tale intensità che quasi ti sembra di coglierne l’odore
acre ed eccitante davanti al volto rovesciato oltre quella tavola grezza
mentre la sua lingua non smette di darti piacere
e di colpo quell’illusione si fa realtà
senti il suo sesso sulle labbra
teso, duro
gusti il suo sapore
mentre spinge nella tua bocca
lo senti prenderti e frugarti
mentre lasci che il tuo capo, oltre il tavolo si faccia oggetto tra le sue mani
per il suo piacere
offrendogli la gola
per donarti a lui
avvolgendolo di calda saliva
per donarti a lui
a lui che si muove in te ora
che scopa la tua bocca ora
che spinge la lingua nel tuo sesso ora
razionalità …
che torna improvvisa
a cogliere qualcosa di imperfetto, sbagliato, strano
Razionalità
Il suo sesso nella tua gola e … il suo corpo accovacciato tra le tue cosce
razionalità
qualcosa di sbagliato e imperfetto tra i fumi del piacere che i avvolgono la mente
che fanno bruciare il tuo corpo
razionalità
Che ti spinge per una attimo ad aprire gli occhi, uscendo dalla tua favola
Vedendo il suo sesso lucido e teso muoversi tra le tue labbra
Spingere, prendere, possedere, frugare, pretendere
E
Una testa bionda tra le tue cosce
A berti, succhiarti, leccarti
Monica
Sai, capisci
Intuisci
Ti arrabbi
...
ti abbandoni
ormai nulla potrebbe fermare la tua favola
ormai vuoi viverla fino in fondo
ormai nulla potrebbe rubarti a quel piacere perverso e intenso
a ciò che stai vivendo e vuoi
è tua, la tua favola di carnevale
e lasci che lingua e sesso
ti prendano
ad occhi aperti ora
cercando e trovando lo sguardo di Monica
vedendo il suo sorriso
sentendola scivolare sul tuo corpo
nuda
pelle su pelle
il suo viso davanti al tuo
a contenderti giocosamente quel membro turgido
a mescolare saliva alla tua saliva
mentre le sua mani ti stringono e ti frugano
mentre le sue dita entrano in te
mentre
dolcemente
sfila dalla tua bocca quel sesso lucido
per chiuderlo tra le labbra
per far scorrere lenta la lingua che sa di te lungo quell’asta
per invitarti con uno sguardo ad unire la tua lingua alla sua
a lasciarti fottere ancora in fondo alla gola
sentirti presa
usata
mentre per lunghi attimi trattieni il respiro
gustando quel sapore
immobile in te
che improvviso riprende a muoversi furioso tra le tue labbra
guidato da quelle mani di donna
di amica
che, sorridendo sadica, ti priva di quel sesso
sfilandolo dalla tua bocca
lo guida tra le tue gambe
lascia che si muova contro te
che scovi ed ecciti il clitoride
scivolandoci sopra
battendolo piano
tormentandolo
che schiuda lento le labbra gonfie di voglia
per poi entrare
in te
che ti colmi
che ti prenda
e il tuo seno è suo
la sua bocca sa come baciarlo
succhiarlo
e le sue labbra sono sulle tue
e la sua lingua nella tua gola
e …
Tu ora
Cerchi di vincere quelle corde
Flettendo le braccia, arcuando il corpo verso lei
Per trovare il suo seno
I suoi capezzoli
Tu ora la inviti con lo sguardo
A donarti il suo sesso
A farti assaggiare il suo sapore
Tu ora, persa nella tua favola
Lecchi ansimando quel sapore di donna eccitata, lo lasci colare sulle tue labbra
Lasci che ti avvolga la gola
Mentre quel Milord sconosciuto
Ti prende
Legata a quel tavolo grezzo
Verso il piacere
Oltre il piacere
In un orgasmo urlato
Che chiama l’orgasmo di lei sul tuo viso
Monica nella tua bocca
Mentre il tuo ventre non smette d’esser frugato
Più a fondo
Più in fretta
Piacere sul piacere mentre i tuoi muscoli si stringono
Mentre gli spasmi si susseguono, mentre l’orgasmo pare non finire
E …
Quel sesso gonfio di voglia
Ora è tra i vostri visi
Ora il suo seme li bagna
Ora le vostre lingue lo cercano
Scambiandolo
Appagati
E la mente si ferma
Quasi non sente mani che sciolgono quelle corde
Quasi non sente fruscio di stoffa che torna a coprire il tuo corpo
Quasi non sente tornare quella musica dolce
E quel corpo contro il tuo lasciandoti guidare dai suoi passi
Più forte la musica ora
Apri gli occhi
In quel grande salone
Danzando tra altre coppie
… la tua favola.

Copyright aprile 2006