giovedì 22 agosto 2013

The perfect Man!






Era felice, Gli occhi le brillavano guardandolo, il sorriso le accendeva il viso pensandolo.
Lui, l'Uomo che aveva sempre sognato, desiderato.
Perfetto... certo se non avesse avuto quel piccolo tic quando parlava,
“sarebbe bello non credi tesoro, perfetto... puoi farlo per me, lo so”.

Era felice, gli occhi le brillavano e il sorriso le illuminava il viso quando era con Lui, l'Uomo ideale, perfetto, quello desiderato da sempre, ora senza neppure più quel fastidioso tic... se solo avesse cambiato un poco il modo di vestirsi, un po' meno formale, più sportivo, allegro...
“sarebbe perfetto tesoro... ”.

Era felice camminando al Suo fianco, si sentiva Regina, Donna, Femmina, lo mangiava con gli occhi con quegli abiti sportivi, casual, dai colori allegri, splendido e adorabile... se solo avesse perso due o tre chiletti, giusto quel tanto per appiattir l'addome...
“è un piccolo sacrificio ma ne varrebbe la pena non credi? … ”


Lo guardava e... si chiedeva chi era quell'Uomo al suo fianco.

Certo con il ventre piatto, vestito in un casual elegante e ricercato, senza tic e dal parlare forbito, ma... gli occhi non brillavano più guardandolo, il sorriso sul viso era forzato, mentre si voltava a cercare ciò che non era più.

domenica 18 agosto 2013

The show must go on!






A piccoli passi, quasi in punta di piedi entrano in quel teatro vuoto da tempo, forse troppo.
Ancora un sentore di polvere spazzata, di stantio a cui si è dato aria.
Il sipario polveroso ancora chiuso, così com’è rimasto dopo quell’ultimo spettacolo, quell’ultimo applauso scrosciante.
Bisbiglii sommessi a rompere il silenzio, non le risate goliardiche delle precedenti rappresentazioni, quasi ci fosse una sorta di timore, quasi che l’attesa temesse di venir delusa, quasi la paura di aver troppe aspettative.
Pian piano si accomodano guardandosi attorno, nuovi stucchi alle pareti, nuovi colori e luci, una nuova sala.
Eppure il legame con il vecchio teatro è palpabile, lo si coglie in ogni cosa, gesto, sussurro.
L’ultimo trillo di campanello… lo spettacolo inizia, le luci si abbassano sfumando nel buio.
Il silenzio è totale, quasi un’apnea collettiva.
L’occhio di bue illumina il vecchio sipario, ultima vestigia di ciò che era, si muove, ondeggia, una mano lo scosta, si apre.
Un passo, un secondo meno incerto,
Eccolo.
Fermo su quelle tavole l’Attor Giovane si presenta, si offre al suo pubblico, si mette in gioco.
Molto ha da dare, molto da lui ci si aspetta e non deluderà.
Un primo timido applauso, via via più intenso, sentito.
Luci, Musica… che lo spettacolo ricominci!



(dedicato a Michele)

Il mattino ha l'oro in bocca! ... ma anche ...






Ricordi di un passato non troppo recente…

Come ogni mattina, il solito bar, quasi un rito, la colazione con tuo marito prima che lui vada in ufficio.
Come ogni mattina il solito cappuccino e brioche, anzi cornetto, come vezzosamente ti ostini a chiamarlo a dispetto di tutti, rigorosamente con crema.
Intorno a voi le solite facce, abitudinari come voi, volti conosciuti eppure anonimi, poi, tra loro, lui.
I vostri sguardi si incrociano e si parlano, il tuo corpo lo riconosce all’istante e te lo urla.
Un gioco sottile mentre lentamente porti alle labbra la tazza lasciando che la schiuma ti sbaffi il labbro superiore e, fissandolo, la lingua passa, lenta, a ripulirti.
Parole, quelle di tuo marito che pensa sia una conversazione mentre è ormai solo un monologo punteggiato da tuoi inutili si o no.
Il cornetto che si avvicina alla bocca, la schiudi piano, le labbra avvolgono quella pasta fragrante, si chiudono stringendo appena, i denti mordono lasciando che… sbadatamente… la crema coli dalle labbra per poi raccoglierla in punta di dita, succhiandole.
Puttana, si lo sai e ne sei conscia ti stai comportando da puttana e ti piace da morire.
Ma il vostro gioco è solo all’inizio, accavalli lentamente le gambe, fiera della tua abbronzatura da costa smeralda, lasci che la gonna leggera salga un po’ troppo, fissandolo.
Sai a cosa sta pensando, è un porco e per questo ti piace, passa le dita sulle labbra, indugia un poco, stronzo, basta un gesto per farti morire di voglia.
Lo vedi digitare un sms sul cellulare, una leggera vibrazione ti dice che è per te.
Cazzo non puoi leggerlo ora, non davanti a tuo marito, anche se è immerso nelle ultime notizie di sport.
Ti fa un cenno con il capo indicandoti il bagno.
Ti alzi, il cuore che batta forte, la figa che si contrae in spasmi involontari.
Cosa avrà scritto? Cosa ti vuol far fare? Hai sempre paura che chieda troppo, che il rischio sia troppo.
Finalmente chiudi alle spalle la porta del bagno, leggi freneticamente.
Un sorriso, che stronzo…
Ma già pensandolo stai facendo ciò che ti chiede, già leggendo senti il seno rispondere a quelle parole, i capezzoli inturgidirsi, la figa contrarsi.
Sollevi la gonna sfili lentamente lo slip, e non ti stupisce ritrovarlo umido, resti indecisa per un istante, poi, come ti ha chiesto, lo appoggi sul ripiano del lavello e… esci, con il cuore in gola nel timore che qualcuno stia aspettando, speri che lui sia già li fuori, pronto ad entrare.
Stronzo, eccolo là, beatamente appoggiato al bancone del bar, ti fissa, sai di avere il viso porpora, lo senti bruciare, ti osserva sedere al tavolo e finalmente si muove, si dirige verso il bagno, entra…
Ora respiri finalmente, ti accorgi solo ora di aver trattenuto il respiro.
Cerchi di far la disinvolta, presti attenzione a tuo marito, saluti un’amica e… eccolo
Esce
Torna al bancone senza smettere di osservarti.
E improvvisamente starnutisce, prende dalla tasca il fazzoletto
Cazzo!
Seminascosto dal fazzoletto c’è il tuo slip
Merda, possibile che solo tu te ne accorga? Che figlio di buona donna, allora lo starnuto era una finta, avvicina il fazzoletto, lo slip, al viso, lo annusa, sai bene cosa sente, e di nuovo arrossisci, e di nuovo la figa ti urla la sua voglia, accavalli le gambe, stringendole e sai che lui sa.
Come ogni mattina tuo marito ripone il giornale, è l’ora.
Lo vedi salire sull’auto un saluto distratto, la mente altrove.
Uno sguardo che ti brucia addosso e voltandoti lo vedi, ti sfiora passandoti accanto, uno sguardo tra voi mentre sale sull’auto.
A passi rapidi torni verso casa, prendi la tua auto, un saluto alla vicina, rispondi per cortesia
“si signora Rosa, vado al super a fare la spesa come ogni mattina, preferisco avere i prodotti freschi, soprattutto carne e pesce”
ti dai della stronza da sola mentre trattieni un sorrisetto, sali in auto, pochi chilometri e ti fermi. È un angolo appartato, parcheggi dietro quella siepe… eccolo!
Sali sulla sua auto in silenzio, non serve nulla, non un saluto, nulla, entrambi sapete bene cosa volete.
L’auto corre veloce, un boschetto appartato, un viottolo a fondo cieco, sembra di tornar diciottenni a far camporella in auto.
Senza una parola sfila da tasca il tuo slip, lo avvicina al tuo viso, lo strofina sul tuo volto, l’odore della tua voglia ti avvolge, la figa pulsa mentre scivoli in avanti sul sedile lasciando che la gonna salga.
Le sue mani sulle cosce, accarezzandoti con quel pezzo di stoffa, risalendo piano, facendoti schiudere le gambe senza trovar resistenza; di colpo chiudendo la mano sulla figa strappandoti un gemito, senti le sue dita muoversi, ti conoscono sanno cosa e come ti piace, sanno come risvegliare ogni voglia, anche la più perversa.
Le senti muoversi sul clitoride, premere, i polpastrelli che scivolano veloci, per poi rallentare, fermarsi, riprendere con lenti movimenti circolari.
Sollevi il bacino in scatti involontari, cerchi quelle mani, quelle dita, vorresti scopartici sopra,
no cazzo, vorresti esser scopata, fino in fondo.
Ti abbandonano le sue mani, e già ti afferrano testa, la piegano sul suo ventre, il cazzo teso, li davanti a te, sulle tue labbra, tra le tue labbra, il suo odore.
La lingua lo cerca, si muove avvolgendolo, lo sfiora, lo lecca, stringi le labbra succhiandolo per poi, piano sentirlo sfilarsi, e di colpo ancora in fondo alla gola, il suo sapore, fino in fondo.
Adori succhiarglielo e lui lo sa. Prende la tua mano e la guida tra le tue cosce.
Non serve altro, le dita si muovono, sfiorano le labbra, le senti fremere, schiudersi, spingi.
E il tuo gemito soffoca sul suo cazzo.
Ti detta il ritmo spingendo con la mano sul tuo capo. Prendi lo stesso ritmo fottendoti da sola.
Una cagna in calore, ma questo vuoi, volete.
Lo senti tra le labbra, senti il piacere che si espande, che freme, ma non ti basta vuoi altro.
Sollevi per un attimo il capo, guardandolo
“Scopami, scopami cazzo, fammi sentire puttana, fottimi fino in fondo”.
Lo guardi, la bocca umida di saliva e umori, lo sguardo velato di voglia, la mano nella figa a cercar di placare ciò che non può placare.
Scende dall’auto, lo segui. Neppure il tempo di capire e già sei piegata sul cofano caldo di motore.
Il respiro si fa affannoso, la gonna sollevata di colpo in vita, lui dietro te.
Le sue mani sui tuoi fianchi a stringere, il cazzo teso li, sulla figa, lo senti spingi spudoratamente cercandolo, spinge…entra
Fino in fondo per fermarsi li
Ti godi quella “presenza” lo senti li contrai i muscoli quasi a masturbarlo con la figa, e si muove, lento dapprima, uscendo un poco, tornando, uscendo ancora.
Via via il ritmo cresce e con il ritmo il tuo respiro, i tuoi gemiti.
Coli voglia e umori, spinge, più forte ora, più a fondo e ad ogni colpo l’orgasmo è li, pronto ad esplodere, parole sconnesse escono dalle tue labbra, puoi dire tutto ed il contrario di tutto, che importa.
Una sola parola rimbomba nel cervello, quasi una supplica che si fa mantra
Scopami scopami scopami scopami
Le sue mani sul tuo capo, quasi una carezza tra i capelli, poi sul viso facendolo voltare appena, gli occhi si incrociano, la sua mano che… spinge tra le tue labbra quello slip, che afferra i tuoi polsi, piegandoli dietro la schiena.
Un brivido, non paura, eccitazione, voglia, altro.
E in un istante capisci
Il cazzo lucido dei tuoi umori, bagnato della tua voglia che esce e si posa li, tra le natiche, saliva che cola a bagnare il tuo buco.
Ti irrigidisci, stronzo, sa che lo temi e desideri assieme, sa che è sempre difficile per te anche se poi ne godi.
Non ti da il tempo di pensare, spinge. I muscoli si contraggono, tentano una resistenza che sai inutile.
Spinge e quel dolore improvviso ti fa gemere mordendo quel pezzo di stoffa.
Spinge e lo senti invaderti, prenderti, fermarsi.
Lentamente respiri, il tuo corpo lo accetta, si muove.
Piano.
Via via più forte.
Ora lo cerchi.
Spinge!
Il dolore sfuma.
Il piacere cresce.
Inculata come una puttana sul cofano di un auto…
Un colpo dopo l’altro il ritmo cresce, accelera, spinge!
I muscoli si contraggono, lo senti, sta crescendo, è li…
Quell’orgasmo pronto ad esplodere e non sai se volerlo subito o prolungare questa sfinente appagante tortura.
Ancora.
Ancora, uscendo di colpo da te tenendo le natiche spalancate per poter ammirare quel buco oscenamente aperto, senza pudore.
E di colpo, ancora, in fondo a te, a fotterti l’anima e il culo.
Eccolo è lì, basta poco…
La sua mano scivola tra le cosce, sfiora le labbra, scova il clitoride
Preme e…
È un esplosione improvvisa,
le gambe cedono,
il respiro manca,
il corpo sussulta in tremori incontrollabili
Per lasciarti svuotata su quel cofano caldo.
Ma neppure il tempo di riprender coscienza, di riprenderti da quella piccola morte meravigliosa e ti ritrovi ai suoi piedi, strappa quello slip dalla tua bocca
Il cazzo ora pretende
Spingendo nella gola,
Uscendo per abbandonarsi alla tua lingua
Che ritrova sapori e odori tuoi,
Leccando,
Succhiando,
Facendoti fotter la gola!
Sentendolo fremere tra le labbra e, finalmente, esploderti in bocca
Guardandolo negli occhi,
E, a bocca aperta, deglutendo il suo piacere.
Un lungo sguardo tra voi, fatto di sesso appagante, di piacere appagato, di complicità.
Quel tuo slip ancora tra le sue mani, lentamente lo passa sul cazzo, ad asciugarlo di saliva ed umori e poi, con un sorriso perverso sussurra “indossalo”.
Cazzo, perché? Perché basta una parola, un gesto e ti ritrovi, ancora, un lago di voglia?
In silenzio infili quel pezzo di stoffa che sa di te, di lui, di voi.
Non servono altre parole.
Tornate alla tua auto e già la mente vola a quando, tra poco, in quel super, passerai tra scaffali e casalinghe indaffarate, con addosso odore di lui, con in bocca il suo sapore.
E ancora la mente già va oltre, con un sorriso perverso, a domattina, al solito bar, alla solita colazione, cappuccino e cornetto… come ogni mattina.

Copyright 18 agosto 2013

mercoledì 14 agosto 2013

Spudoratamente Femmina, adorabilmente puttana!






Mani sicure a stringerti i polsi, piegandoli dietro la schiena.
Il cuore impazzito rimbomba nelle orecchie, pulsa nella figa già fradicia.
Schiacciata contro il muro corpi si fanno uno.
Danzi, scopandoti oltre il pudore contro la Mia coscia lucida di umori densi.
Mani Padrone a spingerti a terra sollevandoti il viso.
La lingua scivola sulla Mia pelle leccando voglia di Donna, ritrovando il tuo sapore.
Risale guidata da mani forti,
odore d’ Uomo ora, il cazzo preme sulle labbra, sulla lingua, spinge nella gola, a soffocare i respiri, rubare aria.
Lacrime dagli occhi, saliva che cola ...

spudoratamente Femmina, adorabilmente puttana.

martedì 13 agosto 2013

Mani di lei ... occhi di Lui!



(Grazie a Sun Rise per la splendida immagine)

                          
La tensione ti stringe lo stomaco come una morsa, fatichi a respirare agitandoti nervosamente nel letto di una notte insonne.
Finalmente mattina, finalmente quell’alba che aspetti, da tanto, da troppo.
Quelle parole che rimbombano chiare nella mente, ordini! Precisi, chiari.
Una lunga doccia a lavar via la tensione, gli ultimi ritocchi alla depilazione, uno sguardo soddisfatto a quel piccolo ciuffetto scuro a forma di cuore, ma già ben altri pensieri incendiano la mente. Oggi è il giorno
“quel giorno”, così ti ha sussurrato, promesso… senza meglio specificare, ma non importa.
Indumenti leggeri indossati senza intimo, scarpe coordinate … pronta.
Sai bene d’esser in anticipo di almeno un’ora ma non puoi fare a 
meno di pensare e ripensare se tutto è come deve essere.
Ti alzi, un lungo sguardo critico allo specchio, storci un poco il naso, sistemi un bottone, torni a sedere.
Un caffè …
no già troppo nervosa, un tè, o meglio del semplice latte?
Merda che ci pensi a fare tanto non riusciresti a mandar giù neppure un bicchier d’acqua.
Lo squillo del cellulare ti fa sobbalzare, eppure lo aspettavi da tanto, non serve guardare chi è, sai.
Poche parole, secche e sei già sulle scale, scendi, ecco l’auto che ti è stata indicata, ti avvicini, le gambe che tremano, le mani sudate,
merda quanto odii il sudore, ti fa sentire sporca, in disordine e non vuoi che Lui ti veda così.
La mano sulla maniglia della portiera, apri e …
Ma chi cazzo è quella? bionda, elegante, seduta al volante, lo sguardo fisso …
Stai per dire qualcosa, chiedere scusa per aver sbagliato auto, ma il cellulare squilla, la Sua voce, decisa, a dirti di salire.
Ti siedi nervosa, lanci sguardi taglienti mentre lei tranquillamente accende l’auto, parte.
Strade conosciute che lasciano presto spazio a percorsi ignoti, dopo un po’ perdi il senso d’orientamento, o forse è la tensione.
Case che si diradano, campagna, colline; la strada che s’inerpica, asfalto che cede il passo a sterrato; sobbalzi, buche, per fermarsi finalmente davanti ad una villa che quasi stona tra tanto verde e natura.
Senza una parola lei scende, apre la tua portiera e con un cenno ti invita a seguirla, avviandosi poi a passi decisi verso l’ingresso.
Ora sei intimidita
No cazzo ora hai un po’ di paura, sei forse stata imprudente, in fondo nessuno sa dove sei, pensi a Lui, al tuo Padrone, ormai è un anno che ti sei affidata a Lui, ci son stati momenti difficili, duri, ma hai avuto fiducia e sei stata ripagata, DEVI fidarti anche questa volta.
Le gambe tremano un poco ti fermi vorresti voltarti, scappare, il cuore quasi ti soffoca in gola.
Lei è ormai all’ingresso, si volta vedendoti titubante, per la prima volta il suo viso si concede un’espressione dolce, torna verso te, prendendoti la mano, sussurrandoti che va tutto bene, che sei “in buone mani”.
Stringi la sua mano con forza e la segui.
Pavimenti di marmo lucido oltre quella porta, che rimbombano sotto i vostri tacchi, un lungo corridoio, porte chiuse che si affacciano, lei con una dolcezza inattesa ti fa fermare, ti sfiora il braccio con una carezza, a rassicurarti, poi, passando dietro te, stringe sui tuoi occhi una benda nera.
Buio!
Brividi!
Nessun rumore, solo il pulsare sordo del tuo cuore che sembra rimbombare nelle orecchie.
Lunghi istanti infiniti, non importa che siano secondi od ore, sembrano eterni, poi una mano a stringere il tuo braccio, a guidarti, intuisci che è lei, ti affidi, la segui, ticchettii ritmati accompagnando i vostri passi, una porta si apre, si chiude alle tue spalle.
Ed è ancora silenzio!
Buio!
Un tocco leggero tra i capelli, una carezza che scende fino al collo, alla nuca, ed una voce all’orecchio, la Sua, a scaldarti il cuore. Lui è li, ora sai che nulla di male potrà accadere, non lo permetterebbe.
Le Sue parole sono carezze ed ordini, ti manca la voce ma chini il capo in un cenno d’assenso.
Ti penti subito, sai che non basta e già la Sua stretta sulla nuca te lo ricorda, la voce torna in un sussurro soffiato.
Ed è ancora silenzio!
Buio!
Attesa!
Rumori attutiti attorno a te, ancora ticchettii di tacchi. Sei confusa, cerchi di trasformare quei suoni in immagini.
E di nuovo mani, su te
Mani di Donna, leggere, le senti tra i capelli, a raccoglierli, avvolgerli in una coda ordinata.
Mani, di Donna a muoversi sui tuoi abiti
Lente a slacciare la camicetta, a farla scivolare sulla pelle nuda.
Mani, di Donna a far cadere a terra quella gonna, un moto d’imbarazzato pudore al pensiero che non indossi intimo, una mano d’istinto si sposta a cercar di coprirti e, per la prima volta senti la voce di lei dolce e decisa assieme, una semplice parola
“no”!
e di nuovo, ancora, ossessivamente …
è Attesa!
Silenzio!
Buio!
Senti sguardi sulla pelle, brucia, imbarazzo, attesa, voglia.
Non sai quanti occhi ti guardano
Non sai Chi ti sta osservando
Eppure il tuo corpo reagisce
Il seno si gonfia
I capezzoli inturgidiscono
Il ventre pulsa, imperlato di umida voglia.
Imbarazzo, vergogna al pensiero di occhi di Donna che vedono, sanno.
Altri suoni, un brivido improvviso quando un morbido guanto di spugna si posa sul tuo corpo, passa leggero a detergerlo.
Lento sulla gola, scende tra i seni, indugia un poco sui capezzoli, stringe appena, o forse è solo la tua immaginazione.
Ancora sulla pelle, a disegnare i muscoli della schiena che a quel tocco si inarca.
Cazzo sei eccitata, tu, tu che hai sempre detta “mai con una Donna”, e ora basta che una mano di Donna ti sfiori, lavandoti e ….
Quasi come se avesse colto quel pensiero, quella mano perversamente scende sulle tue natiche le accarezza, schiude le cosce, s’insinua, preme.
Merda, se continua così le godi in mano
Cerchi di pensare ad altro, di distogliere la mente, mordi le labbra
E finalmente quella mano si allontana … e non puoi trattenere una smorfia di disappunto che, ne sei certa, avrà colto, e quel pensiero ti fa arrossire.
Smettila datti un contegno, stai facendo la figura della cagnetta in calore.
Un respiro profondo in attesa … non importa di cosa.
Lasci che gli occhi della mente ti aiutino
Pensi, immagini, vuoi immaginare
Lui comodamente seduto davanti a te ad osservarti, a vederti sussultare a quei tocchi, a fremere sotto quelle mani di Donna.
A vederti eccitata, si cazzo sei eccitata non puoi negarlo, eccitata dalle carezze di quella mano, eccitata al pensiero che Lui vi guarda, eccitata al pensiero della Sua eccitazione.
Vorresti strappare quella benda, vederlo li, davanti a voi, inginocchiarti davanti a Lui, offrire la tua bocca, annusare il Suo odore d’Uomo, sentirlo soffocarti scopandoti la gola e ...
Mani che tornano, improvvise, pelle su pelle, il calore di quelle dita in contrasto con il freddo di crema profumata, che torna ad accarezzarti, spalmata sul seno, da mani dolci ed abili, a scendere sicure sul ventre, tra le cosce, su quella striscia di peluria curata, insistendo. Premendo, schiudendo …
Inarchi il busto, non sai trattenere un gemito, le gambe cedono appena e …
Una voce pronta a riprenderti
Severa, gelida, sicura, quasi glaciale, la Sua voce
“FERMA”!
sussulti
ti irrigidisci
il corpo assume, d’istinto, quella postura elegante che Lui pretende.
Il mento sollevato e fiero, le spalle diritte, le mani dietro la schiena ad afferrare i gomiti.
Ora sai, ora sei certa che Lui è li, ti osserva
Scruta
Controlla.
E tutto cambia, le sensazioni mutano
Ora ti senti la cortigiana preparata per offrirsi al proprio Sire
La puttana che la maitresse profuma per il cliente importante ed esigente
La Sua slave che è pronta a donarsi e la Sua Donna che sa vivere, con Lui, ciò che sono.
Ora non ti serve vedere, sai che è come nella tua fantasia immaginavi, Lui davanti a te, Lui che assiste, con quel mezzo sorriso che be conosci, alla tua preparazione, Lui che aspetta che la Sua slave sia pronta.
E di nuovo 
È Attesa!
Silenzio!
Buio!
Ma ora sai, senti quasi il Suo respiro, senti i Suoi occhi accarezzarti e giudicare.
Una parola secca rompe il silenzio
“ORA”!
non comprendi, ma è un attimo, la benda strappata, la luce che ferisce gli occhi all’improvviso
li socchiudi, bruciano quasi, un momento ancora, metti a fuoco. Ecco!
Lo vedi
La camicia candida, i gemelli d’oro, il sigaro che fuma tra le dita e un ballon di liquore nell’altra mano.
Non ti guarda, guarda dietro te, quasi che il Suo sguardo ti trapassasse.
Un cenno e di nuovo, alle tue spalle, quel ticchettio, lei che dolcemente ti guida, verso Lui, davanti a Lui.
Cazzo! che ci fa ancora qui questa stronza, vuoi restare con Lui, servirlo, obbedire, umiliarti, esser ciò che lui vuole ma tu, tu e Lui.
Quasi ti leggesse nella mente Lo vedi fare un altro cenno e ancora quella mano di Donna, decisa ora, sul tuo collo, a spingerti a terra, le ginocchia sul pavimento duro, freddo.
Puttana, ma chi cazzo crede d’essere.
Raddrizzi ancor più le spalle, la schiena diritta, le braccia ben strette dietro la schiena
Ecco, guarda come si comporta una slave perfetta.
Rabbia dentro te, rabbia verso lei che sembra godere delle Sue attenzioni,
Rabbia verso te stessa per come il tuo corpo ha reagito al tocco di quella mano di Donna, e ancora, al solo pensarci, il ventre si contrae, il clitoride si gonfia,
Rabbia verso Lui, non era questo che aspettavi,
doveva essere un “giorno speciale” ma non questo cazzo!
Cerchi di trattenere una lacrima, la senti spuntare al bordo dell’occhio,
NO, non adesso, non davanti a lei, mordi le labbra, ti fai forza, lasci che gli occhi inghiottano quella lacrima.
Non le darai questa soddisfazione.
Per un attimo lasci che il tuo sguardo cerchi quello del tuo Signore, lo incroci, un lampo, ma basta a leggerci apprezzamento e fierezza.
Si alza
Si avvicina
Il Suo profumo, quel Paco Rabanne mescolato ad aroma di fumo e cognac
Dio quanto ti mancava, lasci che ti riempia il cervello, chiudi gli occhi.
Ora non importa null’altro, ciò che ti chiederà, che pretenderà, che esigerà, non importa, sei pronta, come non mai, sei Sua, come non mai, vorresti chinarti, abbracciargli le gambe, urlargli ciò che senti, che provi, quel tuo esser Sua in modo così totale che l’Amore cantato dai poeti è nulla in confronto.
Un sussurro al tuo orecchio
“tieni gli occhi chiusi”
obbedisci, trattieni il respiro
non sai cosa ne come ne quando, non importa, che sia dolore o carezza, non importa, che sia un bacio o il tocco cattivo di una cinghia, non importa, purché Suo.
Attimi infiniti, apnea che pare non finire poi, qualcosa a sfiorarti la gola, a stringerla
Un brivido, la paura di illuderti
Stringe un poco di più
Non puoi sbagliarti, è quello
È così
Il corpo scosso da tremori incontrollabili
Ancora la Sua voce all’orecchio
“guarda”
apri gli occhi, con un po’ di timore
lui davanti a te a reggere uno specchio e in quello specchio
… tu … e un meraviglioso collare ad adornarti la gola.
E ora nulla può frenare le tue lacrime
Vorresti ringraziarlo, vorresti baciarlo, vorresti … tutto
Ma sai che non serve
Lui sa, sa bene cosa significhi per te per Lui per voi quel collare.
Ti prende la mano, ti aiuta a rialzarti, asciuga con un fazzoletto candido le tue lacrime.
Siete voi, soli.
E quel che segue è un'altra storia.
Vostra.

Copyright agosto 2013