sabato 16 marzo 2013

Sogni, desideri, attese … Realtà!







L’attesa ed il piacere dell’inatteso…..
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Ancora davanti a Lui
La tensione dell’attesa che ti insegue da giorni
Immaginando
Desiderando
Aspettando questo incontro
Tu
Che lentamente apri la portiera della Sua auto
Sali
In silenzio
Aspettando un saluto
Un cenno
Ma …nulla
Il Suo sguardo fisso sulla strada
Mentre l’auto corre
Rallenta appena imboccando l’autostrada
Quel silenzio che ti pesa
Quella voglia che si fa quasi intollerabile
Mentre stringi nervosamente le mani raccolte in grembo
E già il solo lieve sfiorarti le cosce attraverso l’abitino leggero ti da brividi perversi
Aspettando…
la Sua mano che si muove
Nel silenzio
Sfiora il tuo collo
Mentre pieghi la testa lentamente per meglio gustare quel gesto
Scende ad accarezzarti la gola
E le tue mani, d’istinto, premono più forte sul ventre
Scende piano la Sua mano
A slacciare il primo bottone dell’abito
Il secondo
Il terzo
Lasciando il tuo seno libero di occhieggiare spudoratamente
Le dita si insinuano sotto la stoffa
Sfiorano la pelle
Senti i capezzoli rispondere a quel tocco, indurirsi , sensibili
E il tuo respiro crescere
Ad occhi chiusi
D’istinto il tuo bacino inizia una danza spudorata, ondeggiando piano sul sedile, premendo contro le tue mani chiuse a pugno
La tua bocca si schiude su soffi di voglia
E le Sue mani insistono
Cercano
Pretendono
Trovando la pelle calda delle tue cosce
Risalendo lente
Ancora su quell’abito
A slacciare l’ultimo bottone
Il penultimo
A scostare i lembi di tessuto
Liberando la tua pelle, mostrandola
E ora la danza spudorata del tuo bacino si fa frenetica
Il respiro ansante
le Sue dita accarezzano la pelle morbida all’interno delle cosce
Salgono lente
Lui sa quanto ami ed odi quella lentezza sfinente
La ami per i brividi e la tensione che fa crescere in te
La odi perché vorresti che quella mano si facesse dura
Decisa
Che prendesse con furia
Che ti usasse
E sai che accadrà…
Quando Lui deciderà
Ma vorresti che accadesse ora
Che quelle dita strappassero quello slip fradicio
Che prendessero la tua voglia
Che frugassero in te, come da troppo aspetti
Facendoti gemere e chiedere
…….
Il rumore sommesso dell’auto che corre
La Sua mano schiude le tue cosce
Il tuo odore di femmina ti avvolge
Mentre le Sue dita cercano e trovano il tuo slip
Lo sfiorano
Lo premono
E i primi gemiti sfuggono dalle tue labbra
Le Sue dita si bagnano del tuo odore, del tuo sapore
scostano quel tessuto umido
scivolano lente tra le labbra sensibili e umide
Mentre ti spingi in avanti sul sedile
A cercarle
A cercarLo
Le cosce spalancate
Il ventre che si solleva in piccoli scatti …
Ma sfuggono quelle dita
Si allontanano
Ti lasciano
Una smorfia di disappunto sul tuo viso…
Tornano quelle dita
Davanti al tuo viso
A farti sentire il tuo profumo di donna
A donare alle tue labbra il tuo sapore di femmina
Tornano quelle dita
Severe ora, finalmente
A scivolare sotto la stoffa dell’abito
A prendere il tuo seno
A stringere i tuoi capezzoli
Con forza
E … senza più alcun pudore
le tue mani premono con forza sul tuo sesso
In una lenta masturbazione
E la Sua voce ora che scoppia nella tua testa
Una sola parola
Attesa e desiderata … forse …
“toccati”
e subito le tue mani si insinuano nello slip fradicio
si muovono sulla tua voglia
la inseguono
la sfidano
ancora quella voce
“guardami”
e i tuoi occhi si aprono
verso Lui, nei Suoi
i tuoi occhi velati di voglia
due leggere occhiaie scure a segnarli
mentre a bocca aperta
respiri al ritmo della tua mano
e l’auto rallenta
superando un autobus
rallenta ancora
alla stessa velocità di quell’autobus
e sai che chiunque
affacciandosi a quel finestrino … può vederti
capire
e a quel pensiero … la tua mano si fa perversamente frenetica
solo suoni gutturali smorzati sfuggono alle tue labbra
i tuoi occhi che non lasciano i Suoi mentre le tue dita masturbano
tra imbarazzo e piacere ….
E di colpo la Sua mano tra i tuoi capelli
Afferrandoli con forza
a piegarti sul Suo ventre
il Suo sesso ancora trattenuto dai pantaloni
gia gonfio di voglia
e quell’autobus … vicino
così vicino
…..
e l’auto rallenta ancora
ancora
ancora
mentre la Sua mano ti solleva
il viso acceso
di imbarazzo
vergogna
…voglia
e vedi una piazzola di sosta
pochi radi alberi
strisce di asfalto caldo
auto che passano o si fermano
l’auto si arresta, i Suoi occhi sempre nei tuoi
fissandoti
il rumore della zip che scende
la Sua mano che stringe il Suo sesso, turgido, gonfio di voglia pulsante
ora i tuoi occhi sono calamitati li
ora la tua lingua scivola a bagnare le tue labbra
quasi già potessi sentire il Suo sapore
ora… vorresti…
vorresti quel sapore sulle tue labbra
vorresti quel cazzo in fondo alla gola
vorresti poterlo chiedere
chiedere di soffocarti
scoparti
fotterti la gola
e ancora quella voce
ancora una sola parola, attesa … voluta …
“succhiami”
e la tua bocca lo avvolge, stringendolo piano tra le labbra
la saliva lo scalda
la lingua lo cerca
le Sue mani si fanno decise, possessive
stringendo il tuo capo
premendoti con forza contro di Lui
il Suo sesso possiede la tua gola
la prende
la fotte
muove la tua testa al ritmo che sceglie
e nulla più importa
non importa dove siete
non importa se auto passano lente accanto
non importa se il tuo seno ormai sfugge completamente da quell’abito slacciato
non importa se quello slip zuppo ormai è una dolce tortura tra le tue cosce
ora gusti quel sapore
ora lasci che ti scopi in gola
come ami, perversamente
più forte
più a fondo
ancor di più
sollevando il capo per un attimo
tra saliva e respiri ansimanti
e di nuovo in te
in fondo alla tua gola
e ancora sollevi il capo
e parole ti sfuggono in un sospiro
“scopami, ti prego scopami, ora, qui, subito”
stringe con forza i tuoi capelli
il tuo viso vicino al Suo cazzo, ma solo vicino
a farti inebriare dal Suo odore, a fartelo desiderare …ancora ….
cerca i tuoi occhi
lo sai
lo senti
li sollevi piano nei Suoi
ma già sai che quel tuo aver chiesto
non farà che …prolungare l’attesa
il desiderio
la voglia
con un gesto brusco ti spinge sul sedile
l’auto riparte
mordi le labbra
tra rabbia, delusione, frustrazione
mentre il tuo corpo urla la sua voglia
mentre un seno sfuggito dal tuo abito mostra la tua voglia
con quel capezzolo turgido
eccitato
sensibile
mentre l’odore del tuo essere femmina colma l’aria
e aggiunge voglia alla voglia
l’auto riparte
in silenzio
e non osi guardarLo per non fargli leggere in te quella rabbia delusa
non osi sfiorarti, temendo che porterebbe ad altra attesa
o peggio…. Non riusciresti a non cedere al piacere
e le Sue mani tornano
lente e leggere
a sfiorare il seno ormai libero
a giocare piano tra le tue cosce
schiudendole
sollevando quell’abito
rivelando quello slip umido
…………
un autogrill
lentamente l’auto si dirige verso i distributori
trattieni il respiro
vedendoti con gli occhi della mente come altri ti vedrebbero
il seno mostrato dall’abito slacciato
le cosce schiuse su quello slip fradicio
il viso sconvolto dalla voglia ed umido di saliva ed umori
quella luce eccitata negli occhi cerchiati di voglia
trattieni il respiro
mentre quel distributore è più vicino ed il ragazzo già guarda verso voi
immagini cosa potrebbe pensare vedendoti
capendo
come potrebbe giudicarti forse
e perversamente la tua voglia aumenta ancora ..nel tuo imbarazzo
una accelerata lenta
…passando oltre
e senti, senza bisogno di guardarlo, quel sorriso sul Suo volto
e .. quell’esser fiero di te …
ma già la voglia torna, prepotente
accentuata da quella tensione appena passata
vorresti ancora il Suo sapore in bocca
vorresti ancora le Sue mani tra le cosce
vorresti …finalmente.. il Suo cazzo a scoparti
….
e l’auto si ferma finalmente
quasi inaspettatamente, mentre sei persa nei tuoi pensieri
quella porta
che si apre
che si chiude dietro voi
In quella stanza, il mondo chiuso fuori
Immobile davanti a Lui.
voi ed il mondo fuori
la Sua mano che torna a guidarti
il Suo sguardo che gia ti dice ciò che sai
e senza bisogno di nessuna parola sfili le scarpe
a piedi nudi su quel pavimento
la Sua mano decisa ti prende spingendoti contro la parete
ad occhi chiusi
e le Sue mani scivolano sul tuo corpo eccitato, sollevando brividi frenetici, terminano di slacciare quell’abitino
lasciandolo scivolare a terra
Solo quel minuscolo slip a coprirti
Già indecentemente umido della tua voglia
Le mani strette dietro la nuca
E la Sua voce, sussurrata e severa che chiede…
Ordina …
“in punta di piedi”
sollevi i talloni, i muscoli si contraggono, appoggiata alla parete
in attesa
mentre la tensione cresce in te
la tensione dell’attesa, sempre più violenta, nella tua mente
nel tuo corpo
minuti interminabili scorrono, lenti
rotti solo dal rumore del tuo respiro
sentendo il Suo sguardo su te
che accarezza, fruga, spia
e di nuovo quella voce chiede
ordina
di aprire i tuoi occhi
Lo vedi
seduto su una poltrona
impeccabile nell’abito scuro
la sigaretta che fuma lenta tra le dita
un bicchiere di cognac accanto
e i Suoi occhi
su te, in te
chiedendoti di avvicinarsi
parole sussurrate, eppure decise
che ti fanno fremere
pregustando e temendo
mentre lentamente muovi i primi passi
e ..
d’improvviso lo vedi alzare da quella poltrona
severi ora i Suoi occhi
duri
mentre si avvicino
ti fermi e la tua mente si vuota di colpo
chiedendoti … cosa hai sbagliato
perché ..
ma non hai il tempo di capire, turbinio di pensieri confusi in te
la Sua mano è già tra i tuoi capelli
severa
stringe
la Sua voce ti soffia in viso
“in punta di piedi”
e nel contempo ti guida ancora contro quella parete
la schiena appoggiata al muro
i muscoli che si contraggono per sollevare ancora i talloni
i tuoi occhi che si abbassano
ma la Sua voce che non ti da tregua
incalza
chiedendo se è forse così difficile obbedire
se è più semplice scegliere
o decidere tu
come avvicinarti
se
la fretta e la voglia d’essergli accanto è tale che ti fa scordare i Suoi ordini
se hai così fretta d’esser scopata come una cagna eccitata
o come una puttana che vuol librarsi di un cliente per passare all’altro
da scordare ciò che ti è stato ordinato …. “in punta di piedi” …
e non riesci che a scuotere il capo
negando, inghiottendo saliva
mentre le parole ti muoiono in gola
… si allontana da te
lasciandoti contro quella parete
sedendosi ancora in poltrona
fissandoti
ancora le mani dietro la nuca
in punta di piedi
contro quella parete
in attesa, rabbia e timore di averlo deluso
ancora le Sue parole che chiedono di avvicinarti
passi lenti.. esitanti in punta di piedi questa volta, in contrasto con l’urgenza di esser li davanti a Lui
imbarazzata dalle Sue parole di poco prima
e finalmente davanti a Lui
la Sua mano che scivola tra le tue cosce
che strappa di colpo quello slip
che sfiora il tuo ventre caldo, eccitato
che ti fa desiderare d’esser presa
la bocca schiusa su respiri sempre più ansanti
rapidi
l’urgenza del piacere
il bisogno del piacere
e sapere di dover attendere …ancora
spingendo spudoratamente in avanti il ventre
offrendogli la tua figa fradicia di voglia densa
sentendoti fieramente la Sua puttana
e finalmente quell’ordine: “in ginocchio”
scivoli a terra
la zip scende lenta
il Suo odore ti avvolge, ti inebria
lo gusti fino in fondo lasciandolo esplodere nel cervello
le Sue mani sul tuo capo
a stringerti con forza
mentre con occhi persi
lasci che il Suo cazzo scivoli sulla tua pelle
sul collo
sulla gola
sul seno eccitato
a ricoprire la tua pelle del Suo odore
sfiorando i capezzoli
la tua bocca schiusa che respira aria eccitata
mentre ti strusci su quel cazzo teso persa nell’estasi del desiderio
sentendolo battere severo sulle guance, sentendolo accarezzarti dolcemente il collo
e finalmente, ancora, il Suo sapore in te
sulle labbra, in fondo alla gola
ma… solo per un attimo
per ancora allontanarti
alzandosi in piedi
davanti a te
sai cosa vuole
le tue mani, tramanti dal desiderio lo spogliano lentamente
la tua lingua scivola sul Suo corpo, assaggiando la Sua pelle
gustandola
Lui davanti a te
Fissandoti mentre lecchi il Suo corpo
Lo cerchi
Con la bocca, con la mente, con il corpo
Le Sue mani
a sollevarti davanti a Lui
piegandoti in avanti
la Sua lingua lenta sulla tua schiena
scivolando sulle tue vertebre, contandole ad una ad una insieme ai tuoi brividi
Lui dietro te … prendendoti, di colpo, con forza
possedendoti
in fondo a te
con colpi lenti e profondi
ritmati
la voglia cresce
chiede
vorrebbe
quell’orgasmo troppo a lungo trattenuto ha bisogno di liberarsi
ma ancora non puoi
i colpi si fanno più rapidi
più decisi
mentre le mani stringono con forza i tuoi fianchi
a guidarti contro di Lui
vicino quel piacere
ancora più vicino
intollerabile quell’attesa
fino a sentire la tua voce
implorare il piacere
chiederlo in sussurri gementi
chiedere ancora al limite della resistenza
mentre come in un mantra crudele la Sua voce ripete
…. “non ancora… non puoi… non devi…”
e guida la tua mano a cercare il clitoride turgido
a muovere le tue dita a torturarlo dolcemente
a far crescere ancor più desiderio e voglia
mordi le labbra stringi i pugni
il tuo corpo protesta per quell’attesa
ma non vuoi cedere
attendi … al limite … oltre il limite
i Suoi colpi rallentano
si fanno lenti
ma non per questo meno eccitanti
esce piano da te
immagini quel sesso lucido di voglia
lo senti sfiorare le natiche
tornare a prenderti
uscire ancora
lasciandoti immobile in quella posizione oscena
china in avanti
il tuo sesso esposto
mostrato
pulsante e caldo
in attesa
movimenti e rumori dietro te
un tappo di champagne che salta
la gelida carezza della bottiglia sulla tua schiena
brividi violenti…
gocce di vino sulla tua pelle che scivolano sulle natiche
la Sua lingua a raccoglierle
e ancora la lenta carezza di quella bottiglia ghiacciata sulla pelle
che contrasta col calore del tuo corpo
che scende
dalla schiena
sulle natiche
tra le natiche
facendoti sussultare nell’attesa
scende ancora
ad accarezzare le labbra gonfie ed umide di voglia
il collo di quella bottiglia ….
spinge
apre
schiude
..entra…
di colpo inizia una danza frenetica in te
a fondo
con forza
rapida
ancor più rapida
verso il tuo limite
oltre il tuo limite
e…. quel vino spumeggiante…. Esplode in te
con violenza il suo getto colpisce il tuo utero
con forza eccitante
ti riempie
ti colma
cola
a scuoterti in qualcosa di inarrestabile
e tra la nebbia del piacere finalmente la Sua voce che sussurra
“ora piccolina, ora puoi”
e urli il tuo piacere
che cola tra le cosce
unito a quello champagne
ancora
piacere attraverso il piacere
ancora
orgasmo attraverso l’orgasmo
ancora oltre
verso piaceri mai raggiunti
la Sua bocca ti beve, ti succhia, ti lecca
colpendo quel clitoride eccitato
con colpi rapidi
decisi
che sollevano brividi e spasimi
nell’apnea del piacere
tra i suoni gutturali che sfuggono alla tua gola
in un orgasmo infinito
ma … non basta
Lui dietro te
il Suo sesso ora ..pretende altro
ora si insinua tra le tue natiche
ora si posa su quel buchino
ora spinge
forza
vuole
pretende
prende
oltre quell’attimo di dolore
oltre quel breve fastidio
oltre ..
in te
nelle tue viscere fino in fondo
tu, stupita del piacere che rinasce
della voglia che credevi appagata ed invece torna
violenta
che ancora chiede
e la tua voce che urla “inculami, fottimi, prendimi”
i colpi sono più decisi ora
più profondi nelle tue viscere
fino ad accompagnarti ad un nuovo inatteso orgasmo
che ti prende
violento
infinito
più profondi ancora quei colpi..
fino a strapparti da Lui
afferrando i tuoi capelli
costringendo il tuo viso contro il Suo ventre
la tua bocca si apre
si offre
si dona
gusti insieme il Suo sapore ed il tuo
nella tua bocca
che succhia vorace
che ora vuole mostrare come sai dare piacere
guidata dalle Sue mani
ancora
ancora
ancora
la tua bocca che si spalanca per accoglierLo completamente in te
a fotterti la gola, a toglierti l’aria
le tue labbra che si chiudono ad accarezzare e stringere
a succhiare
….
e finalmente il sapore del Suo piacere in te
tra le tue labbra
nella tua gola
sul tuo viso
ancora
ed ancora

per poi sollevarti piano
dolcemente stretta tra le Sue braccia
a Lui
i visi felici e fieri riflessi in quello specchio
Voi…...

Copyright maggio 2007

lunedì 4 marzo 2013

Violento desiderio d’appartenenza!







Una porta che si chiude alle tue spalle, ancora una volta, ed ancora una volta Voi, il vostro mondo.
Senza una parola sfili le scarpe,
“a piedi nudi davanti a me, sempre”!
ricordi bene quelle parole dette ormai tanto tempo fa ancora così ben impresse nella mente.
Immobile, in quella sfinente attesa di … non sai cosa e non importa cosa.
Senti i Suoi passi senza sollevare lo sguardo, lo scattare sordo dell’accendino, quel vago aroma di fumo.
Non ti serve guardarlo per sapere che è comodamente seduto su quella poltroncina, fissandoti.
Dio come senti i Suoi occhi su te, li senti scavarti dentro, frugare la tua ansia.
Poi improvvise quelle parole attese,
“spogliati”
gesti lenti, che devi controllare perché sai che Lui vuole così; il tuo corpo che si svela piano, la pelle che si mostra.
Gesti lenti che malamente nascondono ciò che provi.
Devi forzarti per ripiegare con cura gli abiti e di nuovo immobile, davanti a Lui, solo quel minuscolo slip nero a coprirti, le mani dietro la schiena, il busto eretto, come Lui ti vuole, fiera.
Lo sfrigolio della sigaretta che annega nel bicchiere, quasi un segnale, l’inizio.
Un tremito leggero, che non sai controllare, non freddo, non certo paura, un misto di eccitazione, di attesa, di non sapere e desiderare.
Torturi le mani dietro la schiena, un velo di sudore t’inumidisce la pelle, Lui davanti a te, lo senti, il Suo profumo, “quel” profumo, che ormai, non puoi che associare a Lui, ad occhi bassi vedi la Sua camicia candida, i gemelli ai polsi, le Sue mani; quanto le vorresti ora quelle mani, ad accarezzarti il viso, a sfiorare il collo, a stringer la gola o, decise, a forzare le tue cosce per chiudersi severe sul tuo sesso che pulsa, quasi un secondo cuore vivo.
Si avvicinano quelle mani, sfiorano appena il volto, quasi una carezza mentre annusi l’odore della Sua pelle, di Lui; poi decise si stringono sulla nuca, un respiro profondo e odore di cuoio che si mescola al Suo, il collare che accarezza la pelle, stringe la gola. Sua.
Con gesti decisi stringe sui tuoi occhi la benda, il buio,
lo ami e lo odii assieme.
Il gelo della catena che si aggancia, lo strattone severo, a guidarti.
Passi insicuri nel buio, le ginocchia che urtano un ostacolo,
cazzo cos’è questo? cerchi di evitarlo ma ti trattiene.
Senza una parola di guida ad inginocchiarti su quella sedia e subito corde sfiorano la tua pelle, segnano le caviglie, i polsi.
Ora sei totalmente nelle Sue mani.
Ti vedi con gli occhi della mente, come sai che Lui ti vede,
il viso appoggiato alla spalliera della sedia, la curva morbida della schiena che scende verso le natiche, le cosce schiuse bloccate da quelle corde.
Il solo pensiero ti eccita, anche se un brivido di sordo timore ti scuote.
Nelle Sue mani, totalmente.
Una carezza leggera sui tuoi capelli, quasi a rincuorarti, e subito tutto cambia, come sempre,
tutto ed il contrario di tutto.
Gesti bruschi ad aprirti la bocca,
il sapore stopposo di una corda annodata tra le labbra, a stringersi dietro la nuca, a soffocare gemiti, mugolii, parole.
E di nuovo silenzio
Di nuovo lo scatto dell’accendino
Di nuovo quel sentore di fumo
Ti guarda, ti osserva
Ti giudica
Lo sai
Senti i Suoi occhi accarezzarti, seguire la curva della schiena, disegnare la rotondità dei tuoi glutei, soffermarsi tra le cosce, dove lo slip ormai è fradicio.
Mordi con forza quel nodo di corda tra le labbra per soffocar parole che non ti son concesse, vorresti poter dire, chiedere, implorare.
Vorresti urlargli di strapparti quello slip e fotterti come una cagna eccitata.
Vorresti dirgli che vuoi sentire le Sue mani, le Sue dita, la Sua lingua, il Suo cazzo prenderti ovunque, ma prenderti cazzo, ora, subito, adesso.
Ma non puoi, non devi, e mordi più forte quella corda intrisa di saliva.
Passi, ancora, passi che si avvicinano,
si, ti prego, più vicino, ti prego, toccami, accarezzami, colpiscimi, ma fammi sentire te.
Leggera la Sua mano, scende lenta, quasi a contar vertebra per vertebra, inarchi la schiena per sentirla meglio.
Sfiora l’orlo dello slip. Lo afferra, lo tende, lo tira, con forza strappandoti un lungo gemito soffocato.
Ancora ti prego ancora, di più, qualsiasi cosa ma ancora.
Sai bene che non serve che quei pensieri si faccian parole, sai bene che Lui capisce, sente, sa.
Abbassa piano lo slip, facendolo scivolare sulle cosce,
stronzo, strappalo cazzo, sai cosa aspetto, sai cosa voglio, adesso ti prego adesso ….
Ma sai che lo fa apposta.
Il tuo sesso offerto, mostrato, lucido di voglia
E finalmente la Sua mano, le Sue dita
Sfiorano, toccano, premono, frugano
Spingi indietro il bacino,
di più ti prego di più
saliva calda cola dalle Sue labbra, bagna il solco tra le natiche.
Il freddo del metallo, la pressione, più forte, quel lieve dolore che ben conosci e…quel gioiellino a violarti le viscere.
Lo senti in te ora
Invadente
Ricordi quella foto in cui, oscenamente e senza pudore ti mostri a Lui con quella gemma che brilla tra le natiche, arrossisci appena, ma l’imbarazzo diventa subito eccitazione.
Ma non basta
Già le Sue mani pretendono altro
Frugano bagnandosi in te
Premono
Si allontanano
E …
Tornano
Non sole
Le palline, le ami, sono tue
Le senti premere, schiudere, forzare, invadere, prenderti
Mordi più forte quella corda mentre il piacere si fa violento, quasi insostenibile
E contrai i muscoli per meglio sentire.
I muscoli tesi, la schiena inarcata a tender le corde che serrano polsi e caviglie.
Sai che si sta gustando la tua eccitazione, la tua attesa.
Sai che vede quanto il tuo corpo pretende, ormai al limite.
Vorresti rallentare, far finta di nulla, rilassarti
Adesso, respira piano, lentamente, fai scemare la voglia, frena il tuo corpo.
Se ti vede rilassata forse tornerà a toccarti, a sfiorarti, a prenderti.
Sorridi per un attimo tra te e te, in fondo stai cercando di ingannarlo, di fargli credere ciò che non è, che ancora non sei eccitata come Lui vuole.
Respira, respira piano, lentamente, rilassa i muscoli, così brava …
Il colpo sulle natiche è improvviso, inatteso, bruciante.
D’istinto cerchi di scostarti ma non puoi, maledette corde, adorate corde …
E già il secondo colpo segna la pelle, e un terzo, cattivo,
e ancora silenzio e la carezza della Sua mano su quei segni;
ha capito, sa cosa stavi facendo, quei colpi son la tua punizione, il tuo insegnamento, la tua istruzione.
Ora ti abbandoni a quella carezza, ora la gusti, ora non potresti più far finta di nulla, ora la voglia grida e la Sua mano gioca con le palline, le preme, le tira, le muove
Dio no, non così, così non resisto, mordi più forte la corda, gemiti soffocati dalla bocca assieme a saliva che cola.
Improvvisa ancora la Sua cinghia a morderti la pelle, ancora ed ancora;
ora non più punizione, ora piacere e dolore, come tu ami, come sei, come vuoi.
Sussulti ai colpi, ansimi, lacrime rigan le guance, ma sei pronta a chiedere ancora ed ancora.
Ancora le Sue mani, ancora ad eccitare, toccare, a muoversi abili sul clitoride, a premerlo, muoverlo.
Ancora le Sue mani a giocare con quel gioiellino … preparandoti …
Muovendolo, premendolo, tirandolo … fino a … sfilarlo.
E subito il Suo cazzo è li, tra le natiche, preme, pretende;
le mani serrano sicure i tuoi fianchi, una spinta decisa,
dolore,
cazzo, fa male.
Non si ferma
Di più …
Il dolore sfuma
Piacere
Cosa è l’uno e cosa l’altro?
Che importa
In te, nelle tue viscere, con colpi ritmati, profondi
Che accompagni con gemiti ravvicinati
Lo senti, è li,
sale,
dalle viscere al cervello
Sta per esplodere
Un tremore incontrollabile ti scuote
Per favore non posso resistere oltre, ho bisogno dell’orgasmo, ora, ora per favore, per favore …
Mugoli parole soffiate su quella corda
Chiedi il permesso di godere
Implori il tuo orgasmo
Aspetti un si
E la voglia è tale che altre lacrime ti rigano il volto.
Ancora, colpi più profondi, le palline che esaltano il piacere
Ti prego
Ti prego
Ora non son più pensieri
Ora son parole,
e il Suo si, appena sussurrato, è il premio
mordi con forza la corda, stringi i pugni, la schiena si inarca assecondandolo fino ad esplodere in un orgasmo violento, appagante, che ti lascia sfinita, abbandonata su quella sedia, Lui ancora in te.
E sai che è solo l’inizio …



Copyright marzo 2013

venerdì 1 marzo 2013

Micro Racconti 6







COMUNQUE TU!

Guardo il tuo sorriso stupito da bimba mentre fissi branchi di minuscoli pesci che lenti si muovono attorno al molo, quasi un’ittica Ka’ba
Il tuo sorriso divertito che si fa risata cristallina davanti ad improbabili tovaglie rosa e ad una musica sonnolenta quanto il cameriere.
Il tuo sguardo complice ad un pensiero perverso che attraversa improvviso la mente d’entrambi per un doppio senso sottinteso.
La tua bocca spalancata in muti gemiti quando pelle, odori, sapori e sudore si fanno uno nell’estasi dell’abbandono e del piacere.
I tuoi occhi vacui e persi mentre corde stringono polsi e caviglie, colpi severi segnano d’appartenenza il corpo e un filo di voce chiede, supplica quasi di poterti perdere nell’orgasmo.
Guardo te … e sei tu, comunque tu.




VUOTO

La testa vuota di mille pensieri che insieme la colmano, mille domande e perché a cui non so rispondere o forse le cui risposte fanno male.
Occhi improvvisamente lucidi, senza un apparente motivo, e quell’assenza che brucia e fa male.
Chiudo fuori il mondo per cercarmi, dentro di me, con le mie debolezze e le mie assurde certezze, per esser ciò che sono e non ciò che il mondo vuol vedere o forse mostro.
E come tarli parole risuonan nella mente, crude e crudeli a farmi ammetter la loro verità, cercando, in quel caotico marasma, ciò che solo può ridare, nella sofferenza della sua assenza, un po di pace: il suo volto, i suoi occhi, il suo sorriso.


PELLE E MATERIA

Pelle
sudata di voglia
odorosa di desiderio
preda di mani e bocche che dicon di sesso e amore
La tua pelle e la mia
E il sogno si fa materia viva




IL MIO “PENSIERO FELICE”!
Come una giostra, quelle vecchie dall'aria un poco agè, con i cavalli che girano in tondo sollevandosi e scendendo. Quelle giostre che quando ci sei sopra sanno portarti in alto per permetterti di raggiungere ciò che ti renderà felice. E afferrandolo sorridi fiero. Come una giostra però si abbassa, proprio all'ultimo istante, quando già stringevi il pugno, sicuro, e resti deluso a fissarlo. Vuoto! Come una giostra ti illudi possa portarti ovunque tu voglia, ma ti ritrovi a girare in tondo e tornar sempre al punto di partenza. Come una giostra è la vita, ma a volte qualcosa può cambiarla. Chiudo gli occhi e trovo il mio “pensiero felice” che trasforma i sogni in realtà, dove tutto è possibile, e quel pugno non sarà più vuoto.


UN SEMPLICE ZABAIONE … ?
CON MANO DELICATA versa 2 tuorli aggiungendo 60 gr di zucchero.
Ora LAVORALO” CON GESTI INSIEME MORBIDI E DECISI DELLA MANO E DEL POLSO,
BAGNALO DELICATAMENTE con un pò di marsala AD INUMIDIRLO.
FALLO “CUOCERE” a bagnomaria A FUOCO LENTO.
CRESCE DI VOLUME, ma NON TI FERMARE, NON STANCARTI , ALTERNA COLPI DECISI AD ALTRI DELICATI, QUASI LIEVI.
“SPIALO” PER COGLIERE IL MOMENTO GIUSTO, non deve bollire;
SPORGI APPENA LA LINGUA, PORTALO ALLA BOCCA per assaggiarlo, attenta a non scottarti, è pronto,
ORA! LASCIALA COLARE in un bicchierino DENSA E MORBIDA CREMA DA GUSTARE!




RICORDO E SO
Conosco ogni angolo del tuo corpo … della tua mente. Ricordo i brividi della tua pelle quando il mio sguardo l'accarezza, gli ansimi del tuo respiro quando la sfioro. So della fame vorace con cui “mangi” il mio bacio e del piacere perverso mentre la mia lingua ti fruga. Della tua mente confusa, desiderando tutto ed il suo contrario; di quelle parole nella mente e che ancora non sai dire.
Io so, so del pulsare della tua figa quando oscenamente spalanchi le cosce, offrendoti come cagna eccitata; del danzare incontrollato del tuo bacino sul mio sesso che ti scopa, Donna e Femmina.
Io so, so di quelle parole finalmente urlate senza ritegno, del tuo dirti “puttana” mentre unghie graffian pelle e denti voraci mordono.
Ad occhi chiusi ricordo, aspetto, so, io so!



APPUNTAMENTO CON SE STESSO!
Andò all'appuntamento, all'appuntamento con se stesso.
Lui uomo normale come tanti che solo il caso unito all'ego innato in ognuno aveva fatto assurgere ad esempio, quasi ad icona, o forse solo lui si riteneva tale.
Poi una frase banale, una parola, magari detta con il sorriso, e ci si ritrova faccia a faccia con la propria normalità; a quell'appuntamento con se stessi, guardandosi dentro, riconoscendosi per “uomo normale”, ed esserne comunque fieri, perchè non è facile esser neppure quello.




NEVICA!

Bianchi cristalli scendono lenti, a volte radi, altre folti e arruffati a coprir tutto di bianco e silenzio.
E resto qui in questo letto ... troppo vuoto di te