venerdì 25 gennaio 2013

Sex Sade!







Nebbia sulla città, la nebbia milanese, quella fitta, densa, umida, così diversa dal clima che conosci, da quel ponentino romano che accarezza la pelle scaldandola, ma non importa, non ora non adesso che sei con Lui, non ora che è accanto a te camminando per strade che non conosci lasciando che la nebbia ti si ghiacci in viso felice di avere una scusa per stringerti ancor più a Lui.
Giorni vostri, da vivere fino in fondo, da mattino a sera, giorni pieni in cui il tempo scappa e sembra non bastare mai, giorni in cui ridere e scherzare, in cui guardarsi semplicemente, in cui far l’amore quando far l’amore è sesso, sesso animale, sudato, graffiato, annusato.
Ti guardi attorno, palazzi e larghi viali che piegano poi in viuzze più strette, annusi il Suo profumo camminando, non importa dove andrete; insegne e vetrine sfilano davanti ai tuoi occhi e quasi non le noti, poi si ferma, sollevi gli occhi e un sorriso ti accende il viso; quanto ne avete parlato, a volte scherzando, altre seriamente ed ora… siete li, davanti a quella vetrina illuminata, accattivante e per nulla volgare.
Apre la porta, ti fa cenno di entrare, imbarazzo ora, ma non solo, lo sai, lo sa.
Un piccolo desk, una bellissima Donna che vi saluta, se non te ne avesse parlato forse non capiresti che è una trans.
Ti guardi attorno con lo sguardo acceso da bimba in una fabbrica di giocattoli, come Charlie accompagnato da Willy Wonka nella fabbrica di cioccolato.
Ti prende per mano e salite assieme una scaletta, non smetti di osservare ogni cosa, ogni oggetto; la curiosità è tale che confonde la mente, vorresti chiedere, scoprire, capire tutto.
Frustini e fruste ben allineate contro la parete ti danno un brivido perverso, Lo vedi afferrare quel “cane” in legno naturale, accarezzarlo piano, fletterlo lentamente e già lo immagini sfiorar la tua pelle, quasi lo senti scivolare lungo la schiena, soffermarsi sulle natiche e inconsciamente trattieni il respiro, come se realmente fossi in attesa di un colpo.
I Suoi occhi incontrano i tuoi, sai bene ciò che ci legge e non vuoi nasconderlo, sfiora la tua guancia con la punta del “cane” sussurrando … c’è molto altro da vedere piccolina.
La voglia ti brucia dentro, senti il seno teso, la figa pulsare, ti senti Femmina … e un poco puttana. Un sorrisetto sfacciato sul tuo viso mentre fai un passo indietro appoggiandoti alla parete, vuoi eccitarlo, vuoi farti desiderare, vuoi che ti voglia come non mai, anche se sai bene che pagherai per questo.
Lasci scorrere la mano su quegli oggetti esposti, fissandolo negli occhi, le dita accarezzano l’acciaio di manette lucide, le afferri avvicinandole al viso, la lingua sporge appena, le tocca; i Suoi occhi non ti abbandonano; posi quel metallo afferrando un frustino, corto, flessibile, da cavallerizza, lo fai scorrere lentamente nella mano in un evidente sfacciato doppio senso, dal manico fino alla punta di cuoio lucido, poi, la schiena appoggiata alla parete, il ventre spinto in avanti, le gambe un poco aperte, lasci che quel frustino ti accarezzi le cosce coperte da leggings che ti disegnan il corpo, lo fai risalire all’orlo della gonna, ancora più su, sollevandola, schiudendo la bocca, in un sospiro che sa di voglia, colpendo con colpetti leggeri il tuo sesso oscenamente fradicio.
Di colpo il Suo sguardo cambia, conosci quello sguardo, quel mutare improvviso, un brivido … forse hai osato troppo … Si avvicina a passi lenti, senza distogliere lo sguardo dal tuo, ma stavolta non lo sostieni, abbassi gli occhi, la sua mano sul tuo collo, sulla nuca, stringe appena mentre la Sua voce sussurra gelida … “sei stata brava … vedremo se saprai esserlo ancor più”.
Ti guida in quel soppalco colmo di scaffali pieni di oggetti ammiccanti, ma quasi non riesci a guardarli, ora la tua mente è persa, persa tra voglia e timore, persa tra desiderio e ansia … e quelle parole ti rimbombano nella mente
 “vedremo se saprai esserlo ancor di più”.
Parole apparentemente innocenti, ma che suonano come una sfida, una promessa … altro …
Senti la Sua mano sulla nuca, leggera ora, eppure presente, decisa.
La balconata si affaccia sull’ingresso, la splendida “Donna” al desk solleva lo sguardo, sorridendoti. Avvampi in viso pensando a come ti sei comportata poco prima, ora hai mille domande nella mente, domande che non ti eri posta, che non importavano…
“ti ha vista? Ha visto mentre ti offrivi a Lui come una puttana in calore? Mentre senza pudore mostravi la tua eccitazione risvegliando la Sua? Quell’eccitazione che ancora ti fa colare di voglia inzuppando quei leggings indossati a pelle?”
Una stretta appena più forte della Sua mano pretende attenzione
“GUARDA”!
Una vetrinetta, mille oggettini, ma subito uno di quelli richiama la tua attenzione … sembra un piccolo gioiello, con quella pietra incastonata, non riesci a staccar lo sguardo, ne segui la forma, quel piccolo cono lucido … mentalmente ne valuti le dimensioni …un brivido … non certo di paura …
La Sua mano ti abbandona per un attimo, Lo vedi dirigersi verso la balconata richiamando l’attenzione della “Donna”, ma la tua attenzione resta magneticamente rubata da quell’oggetto. Quasi non ti accorgi che lei è già accanto a voi, apre la vetrinetta, gli porge quel gioiellino, lo vedi tra le Sue mani, soppesarlo, porgertelo chiedendoti … “cosa ne pensi”?
Hai la gola secca, le parole non vengono, senti su te i loro occhi.
Ora si rivolge a “Lei”
“credo possa andar bene, mi sembra un ottimo … inizio”,
senti improvvisa una vampata di calore al viso, che stronzo, “un ottimo inizio” quasi a rimarcare che devi esser preparata, che quel piccolo plug travestito da gioiello dovrà impossessarsi di te, si stronzo, che bisogno c’era di dirlo?
Lo senti parlottare ancora con lei, avviarsi verso la scala quasi ignorandoti, per poi voltarsi verso te con un secco “andiamo”.
Scendi quelle scale, con mille pensieri, il tuo sguardo accarezza quegli oggetti appesi con cui poco prima giocavi, ma ora è ad altro che pensi …
“vedremo se saprai esserlo ancora di più”!
Davanti a quel desk, e solo ora realizzi che oltre a quel piccolo plug Lui ha scelto anche altro, cerchi di capire di che si tratti, curiosa e, si ammettilo, eccitata nell’attesa, desiderosa di provare, vivere, godere.
Lo osservi mentre rigira quegli oggetti tra le mani, oltre al plug un piccolo oggettino di forma ovale, poi altro che non comprendi bene.
Vorresti digli fai in fretta, andiamo, usciamo, viviamoci, no, vorresti dirgli di più, vorresti urlargli “scopami, fottimi come una cagna, inculami con forza, fammi sentire Femmina e puttana”.
Ecco, acquistati quegli oggetti, ora finalmente andremo, ma … di colpo le Sue parole ti gelano, mentre con un sorriso perfido parla a lei …
“mi scusi, ma sono certo che in questo splendido negozio ci sia un angolo discreto dove la mia piccola possa … indossare … alcuni di questi meravigliosi oggettini”
il cuore in gola, no, no questo no, non può esser vero, non davanti a lei, il viso in fiamme, il respiro corto, eppure … non puoi mentire a te stessa, non puoi negarti quegli spasmi indecenti che fanno contrarre la figa, che la fano colare voglia.
Non osi sollevare lo sguardo, vorresti sentirle dire che no, non c’è nessun posto, che certe cose “ve le fate in privato” che … che …
E quando la senti sussurrare, con voce appena roca “bè ci sarebbe il camerino, penso possa andare” … vorresti morire.
Lui si avvicina a te, sfiora il tuo viso con le labbra, sussurrandoti
“vedremo se saprai esserlo ancora di più”
e ti porge quel plug impreziosito da quella pietra e quell’ovetto strano.
Cambia il tono di voce, deciso ora, severo “indossali”!
Lei ti indica il camerino, cammini quasi in trance, senza ben renderti conto, che stai facendo, come puoi, ma dentro di te la vera te stessa urla si, cazzo si lo voglio, mi piace, mi eccita da morire.
Tiri la tendina, rigiri quegli oggettini tra le mani, sfili la gonna, abbassi i leggings, li vedi indecentemente macchiati della tua voglia, fuoco liquido tra le cosce, guardi quell’ovetto, lo posi tra le gambe, bagnandolo di umori densi e lasciandolo scivolare in te; una sensazione strana, non puoi dire piacevole, neppure spiacevole, quasi un corpo estraneo appena ingombrante, nulla di più.
Ma ora hai quel gioiellino tra le mani, lo rigiri, quasi ti manca l’aria, lenta la tua mano scende tra le natiche, sfiora quel buco contratto, non ce la farai mai, lo sai. Cazzo.
La tendina si scosta appena. Ti volti di scatto, i leggings abbassati, “chi cazzo è” … Lui, un sorriso perverso sul viso, tu porge un tubetto “tieni, credo possa aiutarti ad … esserlo ancora di più”.
Abbassi gli occhi mentre la tenda si richiude
Stronzo vaffanculo, hai quasi le lacrime agli occhi dalla rabbia, rabbia forse più verso te stessa, hai voluto giocare con Lui, stuzzicarlo, eccitarlo, sapevi che l’avresti pagata, ed ora …
Guardi quel tubetto, “crema lubrificante”, lo apri, piano lasci che quella crema ammorbidisca il tuo buco, lo prepari con le dita;
Oddio ma sei proprio tu, tu nel camerino di uno sexy shop, per quanto bello ed elegante, tu con i leggings calati a prepararti il culo con un ovetto infilato nella figa?
Sorridi, quasi stupendoti tu stessa, si sembra una cosa squallida, sporca, stupida…eppure… dio quanto ti eccita, quanto ti piace, saperlo la fuori, assieme a quella “Donna”, entrambi consci di ciò che stai per fare.
Cullata da questi pensieri appoggi quel piccolo plug, spingi piano, lo senti aprirti, un lieve dolore, spingi ancora, sembra quasi venga risucchiato in te. Ecco. Ora riprendi a respirare.
Ti rivesti con cura, ora uscirai da li, con la testa alta, lo sguardo fiero, mostrando che si … puoi esserlo ancora di più …
Scosti la tenda e eccolo, li, davanti ad attenderti, da solo, cerchi il suo sguardo, lo fissi, ti senti legger dentro mentre ti sfiora la guancia, “andiamo”
Al Suo fianco, camini piano; ora li senti in te quegli oggettini, presenza ingombrante, ma, scopri, anche eccitante.
Vi fermate un attimo a salutare la titolare, poche parole e …
Cristo, ma che succede? Stronzo ha acceso la vibrazione dell’ovetto, lo senti frugarti, sfidarti, prenderti, dio è pazzesco e lei ti guarda e sa bene, mentre Lui finge indifferenza continuando a chiacchierare. Basta! non puoi pensare di uscire così, non ce la faresti, senti il piacere dilagare, la voglia urlare,
e di colpo tutto si ferma, fai un lungo respiro, cerchi di darti un contegno mentre vi dirigete all’uscita e le parole di lei ti giungono appena …
“buon divertimento”.




Copyright gennaio 2013