domenica 1 giugno 2014

L'Attesa.






Un racconto regalatomi da un’amica che … dice … di non sentir suo e non saper vivere questo mondo ;-)
Grazie Sun
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Immobile. Seduta sui talloni. La schiena perfettamente eretta. La testa dritta, col mento leggermente rivolto verso l’alto, dinanzi a quel letto. Il vostro letto.
Lo sguardo fiero, verso quelle lenzuola stropicciate che odorano di rabbia, di sesso, di orgasmi… di lunghe attese tra un incontro e l’altro.
Immobile.
Nella penombra della stanza appena illuminata dall’abat-jour accanto al letto, si staglia il tuo corpo.
Ti concedi l’abbandono delle braccia. Le mani appoggiate sulle cosce coi palmi rivolti verso l’alto, le dita che si incrociano formando una coppa a racchiudere il ventre.
Un paio di ore prima erano piegate dietro la schiena coi polsi incrociati e legati da morbide e tese corde di canapa rossa.
Avverti un brivido. Un brivido che presto si trasforma in una sensazione di calore in mezzo alle cosce.
É talmente vivo il ricordo che ti sembra di sentire la corda tendersi, la Sua voce che ti ordina di alzarti senza voltarti.
Tu sai giá quello che devi fare… attendere.
Riesci persino a sentire il rumore del frustino che sta per colpirti. Il calore si trasforma in un caldo liquido pieno di piacere.
Senza nemmeno accorgetene ti ritrovi a contare.
Uno… il primo colpo arriva improvviso… due… non sai mai dove ti colpirá ma sai che arriverá e ti troverá pronta… tre…
Un ricordo interrompe la conta, le labbra si increspano in un sorriso appena accennato. La mente va al vostro primo incontro e al primo colpo di frusta.
Non eri preparata ed il dolore ti aveva fatto alzare di scatto la testa, inarcando la schiena all’indietro.
Ritorni con la mente al presente pensando che ora, ad ogni frustata, rimani immobile come Lui ti ha insegnato.
Quattro… cinque… sei… Non vi é punto che non si stato toccato. Non vi é colpo che non abbia procurato piacere.
Otto… nove… dieci… sei persa in un lago di voglie che bramano a trasformarsi in orgasmo ma sai che Lui non te lo concederá, non subito.
Senti i Suoi passi allontanarsi per andare a posare il frustino.
Lo senti sedersi sulla poltrana di pelle, versarsi due dita di brandy, accendersi un sigaro.
L’odore acre ti punge le narici, mentre sai che ti sta guardando. E tu sempre in piedi, immobile, eretta.
Ti sta lasciando il tempo di controllare il piacere, mentre Lui prova piacere nel vederti e saperti controllata. Un piacere, il tuo, che si fa sempre piú impellente.
Si alza per tornare a liberarti i polsi, ma prima di farlo cela la tua vista con una benda di seta nera.
Con estrema calma ed un eleganza innata, l’adagia sui tuoi occhi per poi stringerla deciso e annodarla dietro la nuca.
Ad ogni nodo di corda che si disfa, uno spasmo ti fa fremere e contrarre le cosce per non raggiungere l’orgasmo. Sai che se dovesse succedere, Lui ti punirebbe andandosene e tu non vuoi che se ne vada.
Ad ogni passaggio di corda che si sfila senti il Suo respiro caldo sul collo, le Sue dita sfiorarti le braccia, i polsi.
Altre onde di piacere ti travolgono. Sei un fiume in piena ma non é ancora giunto il momento di gettarsi in mare.
Il buio acuisce gli altri sensi. Il respiro si fa corto. Ora sei libera, senti le sue dita scorrere sui solchi che la corda ha lasciato.
Lentamente ti accompagna alla testiera del letto e ti fa appoggiare con gli avambracci ad essa.
Arriva alla giusta altezza affinchè tu possa metterti nella posizione che Lui vuole che tu assuma.
Il busto piegato in avanti, le gambe ritte e la testa reclinata all’indietro, quel tanto che ti permetta di guardare davanti a te.
Decisa arriva la Sua mano a colpire le natiche. Il volto ti si arrossa. Appena il tempo di riprendere il respiro, che arriva la seconda e poi la terza e così via fino ad arrivare a dieci e a sentire gli occhi bruciare di piacere, le guance bollenti ed un incendio in mezzo alle gambe.
Mentre ti lascia riprendere fiato, senti i suoi eleganti gemelli d’oro, posarsi sul comodino.
Si sta spogliando, sa che vorresti farlo tu ma il suo sadismo prevale e continua da solo.
Finalmente, lo senti vicino a te, a sfilarti lentamente la benda e a ordinarti di metterti in ginocchio dinanzi a Lui, di supplicarlo a scoparti la bocca. Bocca che avvolge il Suo piacere turgido strappandogli gemiti soffocati.
Ti lasci guidare dalla Sua mano che ti afferra la testa con prepotenza guidandoti nei movimenti.
Senti tutto il Suo piacere pulsarti fino in fondo alla gola per poi strattonarti all’indietro privandotene e poi di nuovo in avanti, a spingertelo dentro.
Il desiderio è insopportabile ed il Suo segnale ad alzarti ti fa capire che è ora di appagare la voglia di entrambi.
Ti butti sul letto ridendo, lo sai che gli piace, anche se finge di essere arrabbiato ma poi, finalmente, è dentro di te.
Tutto intorno scompare, ci siete solo voi. Un Uomo ed una Donna che si amano.
Un dolore alle gambe ti desta e ti riporta alla realtà.
Tu, sola in quella stanza, in attesa di un nuovo incontro.

(Sun)