lunedì 29 novembre 2010

Puttana per una notte!







La razionalità che sfuma dalla tua mente, l’istinto che prende il sopravvento, vuole, chiede, VIVE, finalmente! …

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Serata tra amiche
Un dopocena rilassante in un locale simpatico, musica di sottofondo
Divanetti comodi
Chiacchiere e battute
Hai indossato un leggero abitino nero
Con sottili spalline, che disegna il tuo seno, piccolo ma ben fatto
Le gambe nude, abbronzate dal primo sole
E ti lasci prendere dai discorsi via via più intimi, dalle confidenze più sfacciate tra amiche, per una sera libere dalla compagnia di mariti e compagni.
Sollevi lo sguardo e lo vedi
Poco lontano da voi
In un gruppetto di persone
Affascinante come sempre
Enrico
Un amico tuo e di tuo marito
O meglio un po’ più di un conoscente ed un po’ meno di un amico
Ti sei ritrovata alcune volte, sola, in quei momenti in cui la mente vola e il corpo esige, a fantasticare su di lui, per poi ritrovarti imbarazzata a fissarlo in occasione di un incontro, ricordando quei pensieri, quasi lui potesse sapere.
Forse l’alcool
Forse i discorsi fatti con le amiche
Forse chissà …
Fanno emergere in te quell’istinto di sfida che ben conosci
Quel desiderio di sfidare mostrandoti per poi negare
Di superare la tua naturale timidezza, almeno per un attimo, per gioco
Lo fissi
Spudoratamente
Aspettando che il tuo sguardo lo porti a fissarti
E finalmente i suoi occhi incrociano i tuoi
Sfacciatamente lasci che … innocentemente la tua lingua ti accarezzi le labbra, quasi a raccogliere una immaginaria goccia del tuo cocktail
Piegando appena la testa di lato, mostrando il collo flessuoso
Ami quel gioco
Ami vedere lo sguardo di chi ti fissa farsi acceso
Sapendo che la mente vola, immagina
Cercando di indovinare i pensieri osceni che in quel momento passano nella mente di chi hai scelto come vittima
E stasera sarà lui la tua vittima
Sarà lui che immaginerà e desidererà il tuo corpo per poi vederti … freddamente distogliere lo sguardo tornando alle tue chiacchiere tra amiche ed allontanandoti poi lasciandolo con le sue fantasie e la sua eccitazione inappagata
La tua mano che … casualmente sfiora il tuo collo, la tua gola
Lente le tue dita sulla tua pelle
Ma … lui non ti guarda più
Il suo sguardo è altrove
Perché?
Sai di piacere
Sai di saper essere dolcemente puttana quando vuoi
Conosci le reazioni degli uomini quando inizi quel gioco
Li vedi fissarti con occhi spalancati ed acquosi
Che non sanno allontanarsi da te
Il loro respiro farsi più rapido
Inseguendo immagini oscene nella loro mente
Immagini con te protagonista
Sorridi tra te ai loro tentativi a volte goffi di ricambiare i tuoi movimenti con altrettante movenze che vorrebbero essere seducenti
Che forse lo sono, ma nel tuo gioco son solo ridicole
Sorridi quando li vedi sollevare il bicchiere in un silenzioso brindisi a te
Sorridi quando fissi i loro pantaloni improvvisamente gonfi dal desiderio
E quasi puoi leggere nelle loro menti quel “cosa ti farei, come ti farei…”
Quelle immagini fantasiose su come prenderebbero la tua bocca, la tua figa, il tuo culo
Perché ora lui no?
Perché non ti guarda?
Con fastidio distogli la mente da quel gioco
Torni a chiacchierare con le amiche
Ma quel pensiero, quel gioco ormai ti ha presa
E di sottecchi sbirci verso lui
Vuol giocare pensi
Finge di non guardarmi per fissarmi poi di nascosto
Ma ogni volta che guardi verso lui il suo sguardo è altrove
Forse l’alcool
Forse le chiacchiere un po’ troppo spinte tra amiche
Forse una sorda rabbia nel vederlo sfuggire al tuo gioco
Quasi una offesa alla tua femminilità
E lentamente ti sposti sul divanetto
Così che lui possa vedere il tuo corpo e le tue gambe
Ancora il tuo sguardo fisso su lui
Che finalmente torna a guardarti
Sorride
Si, non puoi sbagliare sorride a te
È tuo ormai… mentre lentamente lasci che le tue mani sfiorino le cosce attraverso l’abito leggero
Fissandolo
Ma … ancora i suoi occhi ti abbandonano
Lo vedi parlare con una ragazza seduta accanto a lui
Scherzare ridendo
Lei che si siede più vicina
Spudoratamente vicina, parlandogli all’orecchio
“PUTTANA”
Questo pensiero ti attraversa all’improvviso la mente
Oltre il razionale
Perché razionalmente sei tu la puttana che cerca di stuzzicarlo, eccitarlo, coinvolgerlo per poi … negarti
Ma i suoi occhi ora tornano
Nei tuoi
A fissarti
Diverso il suo sguardo ora
Più deciso
Mentre la sua mano sfiora il collo di lei
Le sue dita le accarezzano la gola
Come poco prima le tue dita sfioravano te
Ora sei tu a non riuscire a staccare lo sguardo da loro
Quasi a sentire quelle dita sulla tua pelle
Sulla gola
Ora sei tu a sentir brividi scorrere sulla pelle
Gli stessi che lei sente
E i suoi occhi non ti abbandonano
Mentre la sua mano scivola sulla schiena nuda di lei
La vedi tendere i muscoli a quella carezza
Che prosegue indecente lungo la sua schiena
Che disegna la curva morbida delle sue natiche che generosamente mostra premendosi contro lui
Ora è il tuo respiro a farsi rapido
Affrettato
Mentre lo vedi sfiorare le ginocchia di lei, le gambe, lasciate abbondantemente nude dalla gonna corta
“puttana”
torna ad urlarle la tua mente
e quasi non ti rendi conto che la tua mano sta seguendo quei movimenti
sfiorando piano le tue cosce
il chiacchiericcio delle amiche è solo un sottofondo ormai,
ormai sei presa dai suoi occhi
che non lasciano i tuoi neppure per un istante
ormai sai che il gioco si è ribaltato
che è il tuo ventre a pulsare
è la tua voglia a bagnare lo slip
sono i tuoi pensieri che oscenamente gridano, quasi lui potesse sentirli
“cosa vorrei farti ora, come vorrei mi facessi ora, sentire le tue mani, il tuo cazzo, succhiarlo, berlo, farmi fottere”
e il tuo viso improvvisamente diventa paonazzo perché proprio in quell’istante sul suo viso si disegna un sorriso strano
quasi lui potesse leggerti dentro
sapesse cosa pensi
cosa provi
cosa vorresti
tu, fedele a tuo marito
tu che solo con la mente lo hai tradito
tu che anche solo dopo quei tradimenti cerebrali ti fai prendere dai rimorsi
tu, che ora chiudi le tue mani a pugno premendole ritmicamente sul ventre
mentre vedi la sua lingua assaggiare il collo di lei
che si stringe a lui
che si dona a lui
“puttana”
puttana lei e stronzo lui
perché sa cosa ti sta facendo
e neppure per un istante ti sfiora il pensiero che è esattamente ciò che tu volevi fare a lui
ma ora vorresti esser tu contro di lui su quel divanetto
ora vorresti sentire tu le sue mani
ora vorresti esser tu a sussurrargli all’orecchio quanto sono fradici i tuoi slip
duri i tuoi capezzoli
ora vorresti
li
in quel locale in penombra
premere spudoratamente il tuo seno contro il suo petto per fargli sentire la tua voglia
tu contro lui, e vorresti fosse lei a fissarvi ..piena di desiderio represso ….
…………..
“paola …, paola va tutto bene?”
parole che sembrano giungere da un altro mondo
parole che a fatica colleghi alla voce di franca, la tua migliore amica
ti sforzi di distogliere lo sguardo da lui
con voce malferma sussurri “si, tutto bene, solo forse un cocktail di troppo”
e con un sorriso forzato ti alzi per andare in bagno
non gli darai questa soddisfazione a quello stronzo
non ti vedrà fissare le sue mani desiderandole
la sua bocca sognandola
sollevi il capo decisa
attraversando il locale
accidenti devi passare accanto a loro
fingi di non vederlo, non reggeresti ad un suo saluto
la testa alta
lo sguardo lontano
e mentre passi accanto a loro
lei che ridacchia querula sussurrandogli “sei un lurido porco” con un tono che sottintende ben altro..
finalmente la porta del bagno
la chiudi alle tue spalle
rabbia ora
rabbia folle in te
rabbia con te stessa
per aver iniziato quel gioco stupido
per avergli permesso di girarlo a suo favore
per aver concesso alla tua mente ed al tuo corpo di abbandonarsi
inghiotti con decisione due piccole lacrime che stanno bagnando i tuoi occhi
NO
Non gli regalerai anche le tue lacrime
Chiudi il coperchio della tazza WC e ti siedi
Per un attimo il tuo odore di femmina eccitata ti avvolge
Ti stordisce
“smettila paola”
cerchi di ritrovare il tuo equilibrio
te stessa
il click sommesso di un messaggio al tuo cellulare
sorridi immaginando il messaggio di buonanotte di tuo marito
così dolce
e tu così stronza ad aver pensato, desiderato… ad esser stata così … puttana,
si lo sai bene di esserti sentita così e ti è piaciuto da morire
ma ora basta
prendi il cellulare dalla borsa per rispondere
e l’aria ti manca
non è tuo marito
un numero che non hai memorizzato
il cuore che batte un colpo a vuoto
tentata di cancellarlo senza leggerlo
non essere sciocca
probabilmente è un errore
o chissà
leggi
arrossisci
ti arrabbi
ti ecciti
ti insulti
lo insulti
tutto contemporaneamente in un turbinio di pensieri scomposti
è lui
è Enrico
sapevi che aveva il tuo numero
come pure quello di tuo marito
tu non hai mai memorizzato il suo
leggi
rileggi quelle frasi
meccanicamente le cancelli dal cellulare
ma sai bene che non riuscirai a cancellarle dalla mente
sembrano rimbombarti in testa
colmarti il cervello
ripetersi ossessive
e mentalmente ti ripeti quelle frasi
ossessivamente
quasi a sentirle dette da una voce …
“sono qui paola, oltre la porta di questo piccolo bagno, solo questa porta ci separa
e io so cosa vorresti ora paola, so cosa senti ora paola, so cosa temi ora paola,
esattamente tra cinque minuti me ne andrò se non vedrò questa porta aprirsi ed allora ti resteranno solo rimpianti per ciò che poteva essere”
il tuo sguardo resta fisso sul cellulare che ancora stringi tra le mani
l’orologio che scandisce il tempo
vorresti urlargli “vaffanculo stronzo”
dirgli che non hai bisogno di lui per godere
che non sai che fartene di lui
ma la tua mente vola sola ormai
lo rivedi su quel divanetto
le sue mani accarezzare lei
ritrovi i brividi che gia sentivi
mentre la tua mano inseguendo quelle immagini è tra le tue cosce, premendo su quello slip fradicio
indecentemente zuppo di te
e il tuo odore di femmina eccitata colma l’aria e ti stordisce
e ti alzi
le tue mani tremano appena mentre aprono la porta
la schiudono piano mentre il cuore pare fermarsi ed il volto è acceso di imbarazzo e voglia
apri quella porta e …
nessuno..
non c’è nessuno in quell’antibagno
perché quel senso di vuoto e disperazione in te paola?
Dovresti esserne contenta, ha dimostrato più buon senso di te
Perché quel senso di vuoto? Dovresti essere furiosa, sta ancora giocando con te
Perché ti senti in colpa e guardi l’orologio pensando di aver lasciato trascorrere quei cinque minuti, mentre le lancette ti dicono di no?
Ti guardi allo specchio
Il tuo viso dice tutto, troppo …
Un velo di trucco a nascondere quei segni sotto gli occhi
Non gli darai la soddisfazione di capire
Cazzo non saprà che hai aperto quella porta
Lasci che il tempo scorra, mentre piano il tuo corpo si calma
E una freddezza glaciale ti prende
Non ancora, aspetterai ancora, deve esser sicuro che quei cinque minuti siano trascorsi lasciando chiusa quella porta.
Ora
Ora ti senti pronta
Il tuo viso si dipinge in una maschera di indifferenza mentre torni nel locale, dirigendoti con passo che speri fermo e sicuro, verso le amiche
Passando accanto a quel divanetto ….
… Vuoto …
Per un attimo le gambe ti cedono
STRONZO, MILLE VOLTE STRONZO
Non si è neppure degnato di aspettare e capire se avresti aperto quella porta
Ti ha fatto fare la figura della puttana in calore pronta ad aprire le cosce al primo stronzo che la fissa
Pronta a bagnarsi lo slip solo per uno sguardo
………………………..
Ma tu …. ERI … pronta ad aprire quella porta
E il tuo slip … E’ … fradicio per quegli sguardi
Mille pensieri nella mente
Le gambe malferme
Un senso di rabbia e frustrazione in te
Mentre sussurri a franca poche parole di scusa dicendo che preferisci tornare a casa
Rifiuti gentilmente la sua offerta di accompagnarti, la rassicuri sul tuo star bene
Solo stanchezza e troppo alcool
Una buona dormita sistemerà tutto
E finalmente esci
Aria
Hai bisogno d’aria ora
Per toglierti da dosso quell’esserti sentita sporca
Puttana
Cagna
Aria pulita che lavi i tuoi pensieri ora
Mentre attraversi il parcheggio verso la tua auto
Frugando nella borsa a cercare le chiavi
E finalmente ora puoi lasciare che lacrime segnino il tuo volto
Rabbia e delusione forse
Sfogo
Malinconia
Umiliazione
Mentre la tua mano è gia sulla portiera
“buonasera paola”
il sangue si fa ghiaccio nelle vene
la sua voce
lurido pezzo di merda
sapeva che saresti uscita
umiliata e delusa
sapeva che saresti uscita
e vuol godersi la sua vittoria fino in fondo
inghiotti le lacrime girandoti lentamente
indossando il tuo sguardo più duro
trovandotelo davanti
sicuro
sorridente
STRONZO!
Sussurri un “..buonasera”
Che ti fa odiare ancor più te stessa
Non puoi permettergli di farti incrinare la voce
Di farti comportare come una quindicenne al primo appuntamento
Le sue parole … inattese …
“sono felice che tu abbia aperto quella porta paola”
un tremito attraversa il tuo corpo
come lo sa? Come può saperlo
ti appoggi all’auto
il respiro ti manca
non sai cosa dire, come reagire
ma cazzo devi reagire
non puoi permettergli di …..
…………………….
la sua mano
a sfiorare i tuoi capelli
la sua mano
ad accarezzare la tua gola
la tua pelle
il tuo corpo che ti urla di non pensare
di abbandonarti
la tua mente che non sa più razionalizzare
lo fissi
a bocca schiusa
respirandogli in viso la tua voglia
il suo corpo contro il tuo, schiacciata contro la tua auto
e tu che premi contro lui
sfacciatamente ora.
Ora non servono più parole
ora è il tuo corpo che parla al suo
che si offre al suo
cerchi il suo ventre con il tuo
premi il tuo bacino contro il suo
ondeggiando
mentre la sua mano stringe il tuo seno
e la sua lingua assaggia la tua pelle
ora le tue unghie lo stringono a te
lo vuoi, lo chiami, lo aspetti,
mentre la sua mano scivola tra le tue cosce a trovare quello slip fradicio
a muoverlo dolcemente
a premerlo severamente
ad eccitarti ancor più
per poi strapparlo con un gesto secco
e finalmente le sue dita in te
a spingere nel tuo ventre
a muoversi in te
per poi uscire
lorde della tua voglia
e strisciare sul tuo volto
a bagnarlo della tua stessa voglia
a farti assaggiare la tua voglia dalle sue dita
… le sue dita
ora severe
sui tuoi capelli
a spingerti a terra
davanti a lui
in ginocchio sull’asfalto di quel parcheggio buio
nascosta dalla tua auto agli sguardi di chi esce da locale
ma ora non ti importa nulla
ami quella mano dura sui tuoi capelli
ami quel dolore sordo alle tue ginocchia
quel pungolare dell’asfalto sulla tua pelle
ami soprattutto l’odore violento del suo sesso
li
davanti a te ora
li a sfiorare le tue labbra
a schiuderle per scivolare in te
ad uscire per battere duramente sulle tue guance
e tornare tra le tue labbra
in fondo alla tua bocca
a fotterti la gola
con forza
con colpi profondi e decisi
e ad ogni colpo il tuo capo batte contro la portiera chiusa della tua auto
ora ti senti puttana fino in fondo
ora vuoi esser puttana fino in fondo
li, scopata in bocca da un quasi sconosciuto in un parcheggio
li in ginocchio davanti a lui a sbavare sul suo cazzo
li a colare voglia indecente tra le cosce senza alcun pudore
la sua mano ti strappa da lui
piega il tuo capo verso il suo
sputa saliva sul tuo viso
e quasi un orgasmo ti travolge
mentre ti solleva
aprendo la portiera
mentre ti fa chinare in avanti, il viso schiacciato sul sedile
e lui, in piedi, dietro te
solleva sulle tue natiche nude il tuo abitino
lui dietro te
senza bisogno di dire nulla
spinge il suo sesso in te
scivolando sulla tua voglia
lui dietro te ti scopa come si scopa una cagna in calore
e godi nel sentirti fieramente tale
lui dietro te accarezza le tue natiche
le colpisce con forza con una sculacciata inattesa
una seconda
una terza
ritmicamente con i suoi colpi
lui dietro te che ti chiede .. ordina … di mostrargli come si masturba una puttana da strada mentre viene scopata in un parcheggio
e gia la tua mano è li
sul clitoride
gia le tue dita si muovono in ritmi che conosci ed ami
movimenti che accelerano quando le sue dita schiudono le tue natiche
quando forzano il tuo culo
preparandolo
quando lasciano il posto al suo cazzo
che prepotente ti prende
più veloce la tua mano
mentre soffochi, piegata su quel sedile, gemiti di dolore
che presto sfumano in piacere
mentre lo senti prepotente nelle tue viscere
mentre ti fai sbattere come mille volte hai sognato
e finalmente ritrovi la voce
soffiando in quel sedile parole mille volte pensate
troppo poco dette
finalmente urli il tuo piacere nel sentirti puttana
nel sentirti presa
usata quasi
nel sentirti femmina
ancora
ed ancora
fina a quell’orgasmo violento
che fa mancare il fiato
che fa piegare le gambe
che fa urlare la tua anima
che fa colare voglia sulle tue dita
che si amplifica quando ti senti trascinata fuori da quell’auto
spinta ancora a terra
ancora il suo sesso tra le labbra
ancora la tua testa tra le sue mani
ancora colpi decisi nella tua gola
sentendo quel cazzo teso
che sa di lui e di te
lo senti fremere
vibrare
esploderti in bocca
sulle labbra
sul viso
bevendo il suo piacere
per poi sentirti dolcemente sollevare
stringere contro lui
accarezzare piano i capelli mentre cerchi di tornare a connettere
riemergendo dal limbo del piacere
e lui che ti sorride
tu che sorridi a lui
senza imbarazzi ora
mentre galantemente ti bacia la mano sussurrandoti … “a presto”
e tu rispondi con un semplice “si”
e sei sulla tua auto
guidando verso casa
il suo piacere che si asciuga sul tuo viso
il tuo che ancora bagna le tue cosce
l’odore di sesso e piacere nella tua auto
sorridi
non hai sensi di colpa ora
stranamente non stavolta che non hai tradito con la mente ma con tutta te stessa
sorridi
pensando a quel saluto “si, … a presto”
e al tuo slip stracciato rimasto sull’asfalto di quel parcheggio.

venerdì 26 novembre 2010

Al Buio di quella Benda!






Immagini Lucrezia
Immagini durante un week end
Immagini che rivivi, risvegliando in te altre immagini
Sensazioni
Tu alle guida di un auto
Le tue gambe nervose a comandare i pedali
Ad ogni movimento il tuo sesso sussulta
Umido
Eccitato
Il fermarti in quel punto, da me indicato
Coprendo, mentre la mia voce ti guida, gli occhi,
il buio Lucrezia, in attesa
La mia mano che ti sfiora, i rumori più lievi accentuati da quel buio
Mentre a tentoni scendi dalla tua auto appoggiandoti al mio braccio
Mentre ti guido sulla mia
Al mio fianco
Al buio
E senti i miei occhi osservarti, scivolare sulle gambe nude
Quasi forare quella gonna leggera, vedendo il tuo sesso pulsare
Fissarsi sul tuo seno gonfio di desiderio, che preme libero quella camicetta semitrasparente, mostrando la scura areola eccitata
Respiri ansimando Lucrezia, mentre la mia auto corre, mentre le mie dita sfiorano le tue cosce, mentre ti scopri impudica schiudendole sfacciatamente, sentendo la gonna salire a mostrarti un pò di più.
La mia carezza lenta sulle tua pelle, leggera, insistente, sale lieve, mentre sollevi il bacino, cercandomi, mentre trattieni il respiro, aspettandomi
La mia mano che sfiora quella camicetta, scivola sulla tua pelle, sulla tua gola, stringendola appena
Sulle tue labbra schiuse al mio tocco
Le mie dita che scivolano nella tua bocca, per un attimo
E…
L'auto si arresta
Resti Immobile
Tesa
Mentre la mia portiera si apre
Sentendoti sola
Ancor più indifesa al buio di quella benda
Ancor più eccitata da questa attesa
Ancora il rumore di quella portiera
Ancora la mia presenza
E di nuovo l'auto che lentamente si muove
Pochi istanti e di nuovo si arresta
La mia mano ti guida
Scendi
Ora la mente è vuota
Ora non sai e non vuoi sapere
Non vuoi sapere dove
Chi
Come
Una chiave che scrocchia
Una porta
Pochi passi
Immobile
Il rumore di una poltrona schiacciata da un corpo che si adagia
Il silenzio
E tu immobile
Mentre il tuo corpo grida
Chiama
Implora
Istanti infiniti
In quell'attesa sfinente
Poi la mia voce
Secca
Severa
Decisa
"la tua camicetta Lucrezia, ORA"
quasi uno schiaffo la durezza di quella voce
mentre le mani già si muovono sui bottoni
mentre le dita sfiorano per un attimo la pelle facendola rabbrividire
mentre il tessuto scivola sulle tue spalle
cadendo con un fruscio,
immobile, in attesa
quasi senti il tempo battere i secondi nel tuo cervello
lunghi
estenuanti
eterni
senti il tuo sesso contrarsi al ritmo di quei battiti
bagnandosi della tua voglia
ed ancora quella voce
"la gonna, ORA"
aspettavi quell'ordine
desideravi quell'ordine
e già la gonna fruscia sulle gambe, facendoti rabbrividire
la senti ai tuoi piedi
un impulso improvviso, ricordando e…
con un gesto aggraziato sfili le tue scarpe
"sempre a piedi nudi davanti a me Lucrezia" ricordi quelle parole, dette e scritte tempo fa, che ora ti rimbombano nella mente e quasi puoi vedere il mio sorriso compiaciuto
e ne sei fiera.
Ora il tuo corpo è mio
Ora si mostra senza pudore
Solo il minuscolo perizoma lo vela, umido ed intriso di voglia, che spudoratamente mostri
Ansimi davanti a me Lucrezia, in attesa della mia guida
E di nuovo la mia voce
Ancora tagliente e severa
"Voltati! Chinati!"
senti le gambe cedere, il cuore che pulsa violento in gola, soffocandoti, mentre lentamente lasci che il mio sguardo si posi sulle tua schiena, scenda sulle tue natiche, separate da quel filo di tessuto che si nasconde in te, mentre lentamente ti chini in avanti, lasciando che il tuo sesso che preme nel perizoma fradicio si disegni attraverso la stoffa, quasi chiamando le mia mani, le mie labbra, la mia lingua,
e l'aria non ti basta più….
Un movimento dietro te, una lieve carezza sulla tua schiena,
ma… non è la mia mano, non sono le mie dita
Lieve scorre sui tuoi muscoli, scende verso i tuoi fianchi, spudorata si insinua tra le tue cosce, premendo
CAPISCI…
Un rametto di salice
Flessuoso, duttile, eccitante.
Promessa di….
Di ciò che sei
Lo senti premere sul tuo sesso, schiuderlo, solleticando il clitoride, muoverlo con dolce severità, strappandoti gemiti che soffochi mordendoti le labbra, lasciando che i tuoi umori sgorghino bagnandolo.
Un gesto rapido, un colpo secco, bruciante, colpisce il clitoride eccitato
Dolore
Piacere
Che urla
Chiamando altro piacere
Altro dolore
Scivola quel rametto
Sulle natiche
e quasi senti l'umido della tua voglia che lo impregna disegnare la tua pelle
Scivola ancora sulla schiena, su fino alla nuca, sul collo, sul viso
Scorre sul tuo volto passando tra le tue labbra, la tua lingua lo avvolge
Intuendo il tuo osceno sapore che lo ricopre
Torna ad accarezzare i muscoli tesi del tuo dorso
Flessi davanti a me
Si allontana, lasciandoti in attesa
E di colpo si abbatte sulla tenera carne delle natiche
A segnarle di strie cattive
A farti bruciare lacrime improvvise negli occhi
Ad irrigidire il corpo nel timore di un nuovo colpo
Ed assurdamente agognandolo
Ma ora, di nuovo, quel ramo flessibile sfiora ed accarezza
Quasi rincuora la pelle segnata
Ancora fruga tra le pieghe del tuo sesso, scostando il perizoma
Si insinua, scivolando sui tuoi umori
Bagnandosi in te
Piegandosi alle contrazioni violente del tuo ventre
Ed ancora, dolcemente, scivolando umido sulla tua pelle
Mentre la tensione blocca il tuo respiro
L'eccitazione piega le tue gambe
Il buio ti porta in dimensioni sconosciute
Perdendo l'equilibrio, scivolando goffamente a terra
Ritrovandoti malferma sulle ginocchia mentre le mani puntellano il tuo corpo
mentre la tua eccitazione cresce
mentre senti il segno di quel colpo pulsare sordo sulla tua natica
ed all'unisono il tuo sesso contrarsi in spasmi eccitati
Un tonfo attutito
Quel rametto lasciato cadere a terra, accanto a te
Ora dita a sfiorare la tua pelle
A stringere i tuoi capelli
A piegare il tuo capo verso l'alto
Ora un sordo gemito roco soffia tra le tue labbra
Ora sussurri ansimando il tuo "..ti prego…"
Ora senti la sua mano farsi più severa sollevando in brividi violenti la tua pelle
I capezzoli spudoratamente tesi
Calda voglia che cola tra le tue cosce
E … finalmente …
Il Suo odore
Il Suo sapore sulle labbra
Che schiudi
Accogliendolo
Che muovi lentamente, gustandolo
Che serri un po’ di più, fiera di donare piacere, prendendone
Mentre la sua mano ti guida
Mentre scava a fondo nella tua gola
Facendoti Sua
Ed ora… quei sogni sono realtà Lucrezia
SUA, iniziando la tua strada, stringendo la Sua mano.
Immagini Lucrezia
Mentre a quelle immagini il tuo corpo si accende
Mentre il respiro si mozza
Aspettandolo………

domenica 21 novembre 2010

Istinto Perverso!







Dedicato a chi ha vissuto, con me tutto ciò, a ciò che poteva essere, a ciò che non è stato, alla realtà, alla fantasia…

Grazie a chi vorrà mandarmi commenti; giudizi o … critiche
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Un sabato come tanti, cena tra amici, la solita compagnia chiassosa, poi un locale dove divertirsi, stordirsi forse, … non pensare.
Battute scherzose mentre la musica rimbomba nelle orecchie, l'alcool scalda il cuore, … aiuta a non pensare.
Le amiche che ridono accanto a te, tuo marito che gioca e scherza; ti alzi abbandonandoti alla musica, lasciando che il tuo corpo segua il ritmo,
… senza pensare, mescolata tra volti noti ed anonimi.
Ami ballare, lasciare che la musica prenda il tuo corpo, lo muova al suo ritmo, sensuale, dolce
Una sensazione strana, improvvisa, un senso d'agitazione, inquietudine, ti guardi attorno, …
Lui, il Suo sguardo su te, non ti abbandona, quasi a chiamarti, da lontano, in silenzio.
Lui, elegante, quasi distaccato dal resto della gente, un aria quasi di supponenza per chi non lo conosce, Lui un bicchiere di cognac tra le sue dita, girandolo lentamente, scaldandolo al calore delle mani, ad esaltarne l'aroma.
Distogli lo sguardo mentre il cuore batte più forte, mentre mille pensieri affollano la mente, mille ricordi, … desideri.
Ed il tuo sguardo torna a Lui, cerca il Suo, che non ti abbandona, le Sue dita strette sul bicchiere bombato da cognac, il Suo cognac, quel sapore morbido, che scivola nella gola lento, brucia per un attimo in gola, lascia il palato profumato; le Sue dita a circondarlo, dio come ricordi quelle dita, che sapevano sfiorare con dolcezza il tuo corpo, scivolare sulla pelle sollevando brividi, che improvvise si stringevano più decise sul tuo seno, racchiudendolo, come ora racchiudono il cristallo di quel bicchiere.
Scaldandolo come scaldavano il tuo corpo, esaltando l'aroma del liquore come sapevano risvegliare… te
Scherzi dell'immaginazione, ma… ti sembra che le sue nocche si sbianchino appena, come se anche Lui ricordasse, come se stringesse quel bicchiere sentendo sotto le dita il tuo seno.
Il tuo corpo reagisce, improvvisamente, il seno si gonfia, i capezzoli inturgidiscono, il tuo sesso pulsa violento tra le cosce. Devi fermarti, sederti, senti le gambe cedere.
Smettila stefy, è solo immaginazione, rimpianti forse, per il coraggio che non hai avuto, per i tuoi timori nascosti, per il tuo senso della famiglia forse.
Ti lasci cadere sulla poltroncina, come svuotata, ti impedisci di guardarlo, cerchi di cancellarlo dalla mente dandogli ostinatamene le spalle.
Ma non ti serve guardarlo per sentire sulla pelle il Suo sguardo, e la mente torna …
Torna a quelle lunghe mail scambiate, al tuo rivelargli parti di te che non credevi di poter dire; torna al primo incontro, all'imbarazzo che cercavi di nascondere ridendo, alle Sue dita che sfioravano i tuoi capelli, al sapore delle Sue labbra sulle tue.
Tornano a pomeriggi al telefono, giocando, scherzando, piangendo come una bimba quando Lui ti portava a parlare di cose dolorose che credevi chiuse in uno scrigno che mai più avresti aperto.
Torna al tuo riscoprirti 15enne in attesa di un sms con un semplice "buonanotte"
o… con pensieri audaci, perversi, immaginandolo accanto a te, mentre lasciavi che le tue mani si muovessero sul tuo corpo, desiderando e sognando le Sue, mentre la Sua voce ti guidava verso il piacere.
Torna a giornate vissute in stato di perenne eccitazione, scambiando messaggi infuocati, rubando attimi al quotidiano; parole sussurrate al telefono temendo che altri sentissero.
Torna ad un pomeriggio … una porta che si chiude alle vostre spalle, le Sue braccia attorno a te, le Sue labbra sulle tue, la Sua lingua a cercarti, frugarti, mentre gli abiti cadevano a terra, mentre conosceva la tua pelle e tu la Sua, mentre tornavi Donna e Femmina, liberando pudori, mentre lo imploravi sussurrando di toglierti quella benda dagli occhi, che ti riportava fantasmi dolorosi del passato, timori mai vinti.
Mentre finalmente ti donavi a Lui, sentendolo in te, uniti, il vostro sudore che si mescolava, i vostri odori che riempivano la stanza, momenti di dolcezza alternati improvvisamente a severità, a mani dure, decise.
Smettila stefy, è solo la tua immaginazione, hai fatto la cosa giusta, stava diventando qualcosa di particolare, non potevi, non dovevi.
Guardi tuo marito, gli sorridi, ma perché se hai fatto la cosa giusta questa sensazione strana? Questo disagio? Questa mancanza di Lui?
Cerchi di farti forza, scherzi ad alta voce con le amiche, battute sciocche, a volte un po’ sopra le righe, per non guardare, per non guardarLo … ma il Suo sguardo non ti abbandona, lo sai.
Lentamente ti volti verso Lui
Senti i Suoi occhi scivolare piano, sui tuoi capelli, sul viso, fermarsi sulle labbra, mentre piano la Sua lingua raccoglie dalle labbra una goccia di cognac.
La Sua lingua …. Che sapeva sfiorare così bene le tue labbra, assaggiare la tua pelle ….
Ti manca il respiro mentre impietoso ed eccitante il Suo sguardo scende a sfiorarti il collo, la gola; deglutisci sentendolo sul seno, quasi trapassasse la stoffa leggera del top, quasi vedesse e sentisse i tuoi capezzoli turgidi.
Il respiro accelera mentre sfiora il tuo ombelico nudo, inconsciamente contrai i muscoli, quasi sentissi la Sua lingua sfiorarlo, bagnarlo di saliva, farlo fremere.
Trattieni il fiato mentre lo senti scendere, impietoso, tra le tue cosce, strette in quei pantaloni aderenti, che nulla celano.
Non pensi più ora stefy, ora ti abbandoni a quello sguardo indecente, lo senti frugarti tra le cosce, le schiudi appena, sollevando in un piccolo scatto il bacino, ad offrirglielo, senti il tuo perizoma ormai fradicio, senti mille sensazioni che credevi di saper controllare scoppiarti dentro.
Lui avvicina il bicchiere alle labbra, sfiora il cristallo con la punta della lingua, ci gioca, fissandoti
Stringi i pugni con forza, a far sbiancare le nocche, mentre la gola è riarsa, le labbra schiuse.
Dio come ricordi quella lingua, che frugava tra la tua peluria umida, che ti schiudeva davanti a Lui, che scivolava in te, turgida, per poi, morbida, abbandonarsi sul clitoride impazzito, solleticandolo, premendolo, muovendolo, bevendoti, per poi baciarti improvvisamente, facendoti superare tabù ancestrali. Sentendo il tuo sapore sulle Sue labbra.
Basta stefy, non puoi, non devi, hai fatto la scelta giusta.
Ti volti verso una amica che ti sta parlando, cerchi di seguire il suo discorso, di non pensare… ma Lui è li, nella tua mente, nel tuo corpo, che Lo reclama.
Basta stefy, non puoi, non devi
Ti alzi di scatto, non Lo guarderai, non incontrerai più il Suo sguardo, basta stefy.
Ti dirigi verso la toilette, ti guardi allo specchio, una luce che ami negli occhi, il sentirti viva, te stessa.
E d'improvviso Lui alle tue spalle, il Suo sguardo che incrocia il tuo attraverso lo specchio, in silenzio
Le Sue dita tra i tuoi capelli, stringendo appena la tua gola, guidandoti dolcemente in un bagno, lo scrocchio della serratura alle vostre spalle, il cuore che batte forte in gola, ancora uno specchio davanti a te, il tuo viso, acceso, luminoso, mentre ora, realmente, le Sue dita ti stringono il seno attraverso il top, ora realmente sentono il turgore dei tuoi capezzoli
Ora, spudoratamente spingi il bacino contro il Suo ventre, danzando oscenamente contro di Lui
Non servono parole, ora i vostri corpi, le vostre anime si parlano
Il tuo respiro si fa affannoso, appannando lo specchio mentre le Sue dita sfiorano la tua pelle, stringono con forza i tuoi capelli premendoti il viso contro il vetro gelido
Respiri a bocca aperta, bagnando di saliva il vetro, mentre le Sue dita slacciano i tuoi pantaloni, li senti scivolare sulla pelle, schiudendo le gambe, mostrandoti a Lui, oscenamente eccitata, muovendo il bacino, chiamandolo
Le Sue dita finalmente, tra le tue cosce, premendo quel tessuto zuppo, spingendolo in te a colmarsi dei tuoi odori e sapori
Il tuo ansimare è più violento ora, trattenendo a stento gemiti rochi
Le Sue mani che ti abbandonano per un attimo, tornando poi a stringere con forza i tuoi polsi, dio mio come ti è mancata quella stretta, quella severità alternata a dolcezza, il sentire le Sue mani guidarti, dove Lui vuole, dove tu vuoi.
Con fermezza ti fa voltare verso Lui, ti spinge a terra, in ginocchio davanti a Lui.
Le tue mani spudoratamente frenetiche a slacciare i Suoi pantaloni, il Suo sesso turgido davanti a te, il Suo odore nelle narici, nel cervello
Il Suo sapore tra le labbra, TUO, ora è tuo
Lo lasci scivolare nella tua bocca, tra le labbra che dolcemente stringono, sulla lingua che si muove abile ad accarezzarlo, nella gola, per un lungo attimo trattenuta da Lui, a tagliarti il respiro
E di nuovo lo guardi uscire da te, lucido di saliva, asciugata dal tuo respiro ansante
Per risucchiarlo ancora tra le labbra, a rubargli l'anima
Lasciando che guidi il tuo capo, che scelga il Suo ritmo, che ti scopi in bocca
Sentendoti puttana forse, ma sapendo bene ciò che sei per Lui, ciò che prova per te.
Le sue braccia ti sollevano, ancora il viso premuto contro quello specchio, ancora ad appannarlo di ansimi
A bagnarlo di saliva ed umori che imperlano le tue labbra
Le gambe divaricate, i pantaloni arrotolati alle caviglie, il bacino che danza davanti a Lui, chiusa in un bagno, Femmina e puttana, ma tu, felice di vivere.
Le Sue dita strappano di colpo il tuo perizoma, le Sue mani a schiuderti, a frugarti con decisione scivolando sui tuoi umori, sentendo la tua voglia pulsare tra le dita
Il Suo sesso, ancora umido della tua saliva, a farsi strada in te, lentamente, avanzando piano, spingendo con decisione strappandoti un lamento di piacere
Il ritmo accelera, mentre si muove in te, mentre ora sei SUA, mentre colpi sempre più decisi fanno battere il tuo capo contro quello specchio ed i rumori del locale, oltre quella porta, aumentano l'eccitazione
Ancora più in te, mentre la tua lingua disegna oscene parole sullo specchio, mentre la Sua mano stringe lembi del tuo perizoma fradicio e lo preme sul tuo volto, lo muove sulle tue labbra, le schiudi, per un attimo lo lasci entrare in te, assaggiandoti
Ora sei tu a dettare il ritmo, a chiedere, ad implorare con il corpo, mentre la Sua mano si muove sul clitoride, aumentando il piacere, vuotando la mente
Scivola tra i Suoi polpastrelli,gonfio di voglia, sfugge, torna a cercare la Sua mano, la chiama
Più veloce, più a fondo, più Sua
Inarcando il busto, spingendo contro Lui, donandoti
Fino a morderti le labbra quando l'orgasmo ti avvolge, violento, annientante, le gambe cedono, stringi i pugni con forza, ti guardi in quello specchio e … ami ciò che vedi, sei tu, finalmente
Lui ancora in te
Lo senti muoversi, gonfio di desiderio, spingere in te, ancora ed ancora
E finalmente il Suo seme ti colma, mentre ti stringe a se
In silenzio lasciate che i vostri corpi si rilassino
Che il respiro si acquieti che la pelle si asciughi del sudore del piacere
In silenzio
Lentamente lo vedi afferrare i lembi stracciati del tuo perizoma, infilarli nel taschino, con un sorriso,
lo vedi immobile ascoltare per un lungo attimo i rumori oltre quella porta e….. uscire, senza una parola, sorridendoti e mandandoti un bacio a fior di labbra.
Sola stefy, davanti a quello specchio
Umida di te e di lui
I sensi di colpa che bruciano l'anima
Il piacere appena vissuto che li smorza.
Perversamente la tua mano scivola tra le cosce, raccogli con la punta delle dita i vostri umori, uniti
Fissandoti allo specchio porti le dita alle labbra, leccandole con perversione, osservandoti, bevendovi
Poi, ancora i tuoi pantaloni che scivolano sulla pelle, la strana sensazione di sentirli fasciarti le natiche ed il sesso senza null'altro tra essi e la pelle
Il top che copre il tuo seno, facendo ancora fremere i capezzoli sensibili
Ti sorridi allo specchio stefy
Ora sei tu.
E torni tra la folla
incroci ancora una volta il Suo sguardo, ancora quel bicchiere tra le dita…
Quasi a riemergere da un sogno, da una fantasia, quasi che nulla fosse stato vissuto, ma solo immaginato
Ma sfacciatamente lo vedi sfilare dal taschino quel lembo di perizoma odoroso di te, asciugarsi le labbra fissandoti, prima di riporlo, ed il tuo sorriso, mentre lo sfiori passandogli accanto … dice tutto di te, di voi.
Il tuo istinto, perverso forse, ti ha fatto vivere, una volta ancora, e … chissà….
Ma ami il tuo istinto, sei tu, siete voi

lunedì 15 novembre 2010

Violenta Complicità Perversa!







Passi verso quell’Hotel, il vostro Hotel, ora che antichi fantasmi sono svaniti dalla mente di Lui.
Passi fieri questa volta,
stavolta non hai commesso errori, sei come Lui ti vuole, e vuoi che sia fiero di te
L’insegna in fondo al viale, pochi passi ancora; resti lievemente stupita nel non vederlo attenderti come al solito davanti al’hotel,
le porte scorrevoli, entri e….
Ti manca per un attimo il respiro vedendolo comodamente seduto nella hall accanto a … lei …
Un sorriso sul volto di lei, quasi a rincuorarti, farti forza, mentre ti avvicini lentamente, imbarazzata nell’essere con quegli abiti da lavoro, sentendo il sudore appiccicarti la camicetta alla pelle per aver quasi corso per raggiungerlo, sudore accentuato dalla tensione improvvisa per quella presenza inattesa, seppure desiderata.
Ti siedi accanto a loro, i tuoi occhi negli occhi di Lui, attenta ad ogni parola, e non importa se parla di nulla
Guardi lei per un attimo e le leggi dentro la tua stessa tensione, attesa forse, desiderio e timore.
Poi la vedi alzarsi, prenderti la mano invitandoti in silenzio a seguirla verso quell’ascensore, vorresti dire mille cose, mostrarti spigliata, rilassata, ma non riesci; la gola secca, il respiro affannoso, le porte dell’ascensore che si aprono, pochi passi, lo scrocchio della serratura elettronica e siete in quella stanza. Tensione e silenzio tra voi, senti gli occhi di lei osservarti, la sua voce, leggermente forzata tradisce tensione,
si avvicina e lentamente inizia a spogliarti.
La testa colma di mille sensazioni mentre senti le sue dita muoversi su te, imbarazzo non sentendoti “in ordine”, eccitazione improvvisa al tocco di quelle dita di donna, mille domande nella testa mentre l’ultimo capo scivola a terra e resti in intimo.
La sua voce che ti dice semplicemente “sistemali, sai che Lui ama l’ordine” e già stai raccogliendo i tuoi abiti sentendo quegli occhi non abbandonarti mai.
Ancora davanti a lei ancora le sue dita a togliere quegli ultimi indumenti, a prenderti per mano, nuda al suo fianco, verso il bagno, aprendo la doccia, lasciando che acqua tiepida lavi quel sudore e quella tensione, avvolgendoti in un caldo asciugamano e dolcemente asciugandoti, porgendoti quelle coulotte in pizzo nero ed invitandoti ad indossarle di nuovo per poi riprenderti per mano e tornare verso la camera.
Ti blocchi di colpo vedendoLo, seduto sulla poltroncina, osservarvi uscire dal bagno, il cuore manca un battito, il respiro si fa apnea.
D’istinto abbassi il capo e ti copri il seno, ma è un attimo, solo un attimo e già raddrizzi le spalle e sollevi il mento
Sei la Sua slave, fiera d’esserlo
Fa un cenno e lei che prende quella fascia di seta nera, te la stringe sugli occhi
Buio ora
Ma ora i loro occhi su te
A frugarti
Li senti dentro, quasi trapassarti l’anima, e li vuoi, li gusti, li ami, oltre ogni imbarazzo.
Silenzio intorno a voi ora, poi lo stridere di una sedia strisciata, i Suoi passi che riconosceresti ovunque, il fruscio di altra seta, intuendo che ora anche lei è al buio.
Attendi, attendete
Le Sue mani sulle tue
A guidarle attraverso il buio, a scoprire lei, i suoi abiti, a muovere le tue dita sui bottoni che lentamente slacci, sentendoti goffa, ancora le tua mani, guidate dalle Sue a far scivolare quella camicetta sforandole la pelle sentendola calda, cogliendo il ritmo più rapido del suo respiro
Si muovono piano le tue dita ora, sulla sua pelle, imparandola, il gancio del reggiseno che cede alle tue dita
Quel seno generoso tra le tue mani che lo avvolgono, cogliendo l’inturgidirsi dei capezzoli, il rabbrividire dei suoi sensi.
Ancora le Sue mani sulle tue, a guidarle a far loro compiere gesti pretesi, anche se vorresti perderti sulla seta di quella pelle di Donna. Gesti lenti ma decisi che lentamente la spogliano lasciando su lei solo quel minuscolo slip elegante a velarla
Davanti a te
Immobile
Le braccia lungo il corpo, abbandonata a pensieri e desideri
E improvvise le sue mani su te, mani di Donna, sognate e desiderate, le senti sfiorarti, accarezzarti, toccarti per un attimo cogli anche il tocco di Lui, che guida le sue; è così che volevi, che sognavi, davanti a lei, tra le sue mani, ma guidate da Lui.
Cercano quelle mani
Toccano quelle mani
Scivolano indecenti sulla pelle fino alle cosce
Risalgono appena, premono
Sentono
Lo sai, sai che sentono quella voglia indecente infradiciarti l’intimo, sai che il tuo odore e sapore sono sulle sue dita
Le senti muoversi abili, su te, non serve più la Sua guida ora lei sa cosa le è stato chiesto
Ed ecco Lui torna a prendersi cura di te, della tua mano, torna a muoverla su lei, sai, capisci, vuoi…
E già la tua mano è tra le sue cosce, già le tue dita son sporche di lei e lei di te; rubi i movimenti, li segui e li assecondi, la bocca si schiude e un gemito ti sfugge
Davanti a Lui
Questo è il punto di tutto, non voi a godervi, ma voi a donarvi a Lui, ognuna di voi estensione delle Sue mani per possedere e Guidare l’altra.
Vi abbandonate alle vostre mani, vi cercate, vi prendete, vi offrite
Ma la Sua mano severa è tra i tuoi capelli, stringe, ti allontana da lei, ti guida attraverso la stanza verso una poltroncina su cui ti lasci cadere
Ancora ansante per le emozioni provate, ancor più eccitata per ciò che sarà, e non importa cosa sarà.
Mani, le Sue, decise e severe, che strappano quasi quelle coulotte,
mani che stringono i tuoi polsi e le caviglie in corde severe, bloccandoli a quella poltroncina
Le cosce spalancate, il busto eretto, la bocca spalancata che a fatica cerca aria
E ti senti splendida ed oscena
Passi, davanti a te
Mani che si appoggiano alle tue, bloccate su quella sedia, un respiro lievemente ansimante davanti al tuo volto e il profumo di Donna che ti fa capire che lei è li, davanti a te, china su te, a respirare la sua voglia sul tuo volto.
Non serve vedere per sapere che sono le Sue mani a guidarla verso te, che è Lui a scegliere come e quando, a farla avvicinare ancora quasi a sfiorarti per poi allontanarla, Lo senti sussurrare qualcosa e la lingua di lei sfiora le tue labbra, si allontana, torna a sfiorarti e ancora si allontana, mentre cerchi di arcuare il corpo per seguirla, cercarla, trovarla, ma sai che non dipende da te, ne da lei.
Ancora sussurri mentre il desiderio quasi ti fa lacrimare sotto quella benda e vorresti urlare la tua voglia, chiedere di baciarti, di toccarti, di leccarti, di fotterti
Ma non puoi, non devi, non vuoi
Ancora quel viso davanti a te, lo senti, schiudi la bocca aspettando ancora il tocco di quella lingua, ma… solo saliva scivola dalle sue labbra nella tua bocca, sul tuo viso, rabbrividisci e il tuo ventre pulsa impazzito, Dio come ami sentirti così,
sporca, perversa, fradicia e puttana.
Tenti di avvicinare il tuo viso al suo, la senti li, vicina, per un attimo le vostre labbra si sfiorano ma Lui bruscamente la allontana da te e questa volta non sai trattenere un “no, vi prego no” di cui subito ti penti, ma è troppo tardi. Uno schiaffo improvviso ti segna la guancia e subito dopo quella gag ball forza le tue labbra, stringe dietro la nuca, ti ruba la parola.
E tutto si ferma. Immobile. Persa in quel buio e in quel silenzio.
Lunghi minuti poi la Sua voce, che parla a lei … di te, le dice di guardarti, di guardare come sei, lorda di saliva e fradicia di voglia
Di guardare come danzi con il bacino su quella sedia, per quando le corde te lo permettono, di come i tuoi umori colano indecenti a impregnare quella sedia e di come i tuoi muscoli si tendono quasi a spezzare quelle corde sperando e desiderando di poterti toccare, prendere, oltre pudori e limiti
E le sue parole non fanno che accenderti sempre più, segui quelle parole e quasi fossero ordini il tuo bacino danza, i tuoi muscoli si tendono i tuoi denti mordono quella gag ormai fradicia della tua saliva, ancor più eccitata dall’aver capito che ora la benda non è più sugli occhi di lei, ma ti vede, e…. ami mostrarti a lei, a Lui, così.
Ancora parole sussurrate, poi mani di Donna a sciogliere quelle corde, a liberarti polsi e caviglie, ma non ti muovi, resti così, offerta, spalancata, oscena
E un brivido ti scuote quando capelli leggeri accarezzano il tuo seno, giocano sui tuoi capezzoli, quasi dolenti dal desiderio, scendono lungo il tuo corpo; il respiro di lei sul tuo ventre, la sua lingua a giocare tra le pieghe della tua pelle, le sue dita a schiuderti e al buio di quella benda immagini ciò che lei vede
Il tuo sesso aperto, fradicio di voglia ed umori, pulsante di desiderio, il clitoride che spunta e si offre, desidera, chiede, rabbrividendo a quel soffio, aspettando.
Un attimo di imbarazzo pensando a quella depilazione a rasoio, non perfetta come vorresti, ma subito ti perdi nell’eccitazione della mente.
E la voce severa di Lui che ordina “non muoverti”
Contrai i muscoli, trattieni il respiro e quasi obbedendo anche lei ad un ordine muto la sua lingua inizia ad impazzire sulla tua figa, a scivolare lenta tra quelle lebbra gonfie di voglia, a risalire piano verso il clitoride, a premerlo dolcemente, a muoversi con lenti movimenti circolari, a stringerlo tra le labbra succhiandolo
Ti manca l’aria, la mente si vuota, suoni incomprensibili sfuggono da quella gag ball intrisa di saliva che cola copiosa sul tuo mento, sulla gola e la Sua mano la spande sul tuo volto mentre lei non cessa di sfidarti, cercarti volerti
La lingua ora si contrae, scende, preme, spinge, entra in te… a fotterti, e sai che esce da te piena del tuo sapore, la immagini mentre inghiotte golosa le tua voglia, e subito torna a giocare su quel clitoride ormai teso e sensibile come non mai.
Cerchi di arcuare il busto, di spingere lentamente in avanti il bacino di sentire ancor più la sua bocca
La sua bocca, dio come la ricordi bene, quelle labbra che ti hanno affascinata dalla prima volta che l’hai vista, e che ora sai piene di te,
come vorresti baciarle, leccarle ritrovandoci il tuo sapore, come vorresti affondare il viso tra le sue cosce e poi lasciare che lei ritrovi il suo sapore sulla tua bocca
Spinge quella lingua, fruga, cerca, sfida, è abile e sa cosa vuole e cosa vuoi
Inaspettatamente le Sue mani sciolgono quella gag ball e nel contempo ti ordina “zitta”
E tutto è più difficile, ora, ora che la bocca si spalanca e vorrebbe urlare, ora che vorresti chiedere e dirti, ora che lei unisce dita alla lingua, frugandoti sotto gli occhi di Lui
ma… di colpo si allontana, strappata da te
e non sai trattenere un
“no, no vi prego no”
mentre serri di colpo le cosce nel tentativo vano di imprigionare il suo capo contro te
….
E subito realizzi il tuo errore
Che si perde nel silenzio teso
Rotto solo dall’ansimare lento di lei, che testimonia la sua eccitazione
E sentendo, senza vederli, gli occhi di Lui farsi gelidi su di te
Abbassi il capo, schiudi le cosce, le spalanchi
Ma è troppo tardi e lo sai
E in quel silenzio la Sua mano sui tuoi capelli ti fa alzare, ti spinge carponi
Immobile
In silenzio
E Lo senti rivolgersi a lei
Chiedendole quanti colpi meriti come punizione
Speri che lei sia clemente, o forse no, non lo sai, la mente è un turbinio di sensazioni che si sovrappongono, si accumulano, si capovolgono
Paura, desiderio, umiliazione, eccitazione
E la senti sussurrare con voce incerta e interrogante …
“Dieci colpi di cinghia” !?
Un lungo silenzio, mentre tremi al pensiero di quei colpi, conosci la Sua cinghia, quei dolore, ma quel pensiero fa fremere il tuo ventre in spasmi eccitati
E Lui risponde, con voce inaspettatamente glaciale
“dieci colpi sono oggettivamente una punizione eccessiva per questo errore ma poiché questa è stata la tua decisione… contribuirai alla punizione”
ancora confusione nella mente
“contribuirai?” che significa? Che lei colpirà? Che sarà lei a punirti?
Senti il sibilo della cinghia che si sfila
E le mani di lei su tuo volto
Capisci che è accoccolata davanti a te, ti tiene il volto tra le mani, quasi a consolarti, a darti forza, a scusarsi per quella punizione scelta da lei, forse troppo cattiva e…
Il primo colpo brucia le tue natiche, violento, cattivo
Sai che quelle strie rosse che poi ami guardare allo specchio iniziano a segnarti
E mormori “grazie Signore”
Ma già il secondo colpisce
Inarchi la schiena soffocando un urlo che non ti è concesso e la stretta dolce delle braccia di lei si fa più protettiva
Il terzo, il quarto, il quinto colpo, in rapida successione, segnando entrambe le natiche, e le lacrime bagnano quella fascia e lei accosta il suo viso al tuo, ti bacia dolcemente le guance, per un attimo cogli una sua lacrima che le bagna la guancia e la cerchi con le labbra mentre lei ti sussurra “scusami” stringendoti più forte a se
Lunghi attimi
Infinita attesa
Poi ancora colpi
Sei, sette, cadenzati
E ancora attesa mentre cerchi di riprendere fiato
Mentre appoggi il capo tra le sue braccia, mentre in silenzio la ringrazi d’esserci e non provi nessuna rabbia per lei.
Silenzio
Ancora silenzio
Ancora attese
Sai che mancano tre colpi
… passi …
la senti strappare da te, sciogliendoti dal suo abbraccio, senti movimenti affrettati e…l’odore della paura, della tensione, dell’eccitazione. Ritrovandoti inaspettatamente il suo viso ancora contro il tuo, ma non ti abbraccia ora, non può, capisci che anche lei è carponi come te, viso contro viso e ti tornano alla mente quelle parole
“contribuirai alla punizione”
e capisci, come sai lei ha già intuito, spingi il viso contro il suo, vuoi che ti senta vicina come tu sentivi lei
e la senti inarcarsi sotto il primo colpo soffiando aria e le sussurri all’orecchio “ringrazia” baciandole la guancia mentre sussurra “grazie Signore”
il secondo colpo, sai che è sempre il più cattivo e le strappa un lungo gemito e una apnea prolungata, sfreghi la guancia contro la sua, vuoi che ti senta vicina, che senta le tue lacrime per il dolore di lei mentre ancora ringrazia, parole che le vengono troncate in gola dal terzo colpo, che la fa vacillare, le braccia le cedono, il viso si appoggia a terra e tu sei pronta a chinarti a tua volta per rincuorarla, mentre il respiro rallenta e sai ciò che prova;
l’estasi del dolore che sfuma lasciando spazio a perversa voglia, ai come si sente, come ti senti tu.
Ancora fruscio di seta che ti dice come, di nuovo, anche lei sia ora a buio
Parole severe, ora, rivolte a lei, ordinandole di mettersi in ginocchio, seduta sui talloni
poi a te lo stesso ordine, chiedendoti ne contempo di avanzare un poco, ti guida stringendo i tuoi lunghi capelli, ti ferma.
Immobili, sapete d’esser l’una di fronte all’altra, riprendendo fiato, gustando il piacere perverso di quel bruciore alle natiche, finché le Sue mani tra i vostri capelli, vi costringono a sollevarvi dai talloni, raddrizzare la schiena fino a… sfiorare l’una il seno dell’altra, sfiorarlo appena e restare li, come Lui vi vuole, in una sfinente eccitazione appena accennata, fatta del solo movimento del respiro.
La pelle che sfiora la pelle, cercandovi, attente a non premere troppo l’una contro l’altra per non esser subito riprese da Lui.
Sfinente ed eccitante quell’attesa fatta di nulla, i capezzoli che si toccano, li dove vorreste mani e bocche, ma solo la pelle dell’altra tocca, sfiora, eccita.
I respiri si uniscono, crescono all’unisono, il ventre pulsa indecente, le labbra schiuse, splendide puttane eccitate.
E all’improvviso la mente si perde cogliendo, insieme, l’odore di maschio, di Uomo, di Lui.
Il Suo sesso tra i vostri visi, a sfiorarli, a muoversi sulle guance, ad impregnarle di se, a concedersi per un breve attimo alle labbra dell’una o dell’altra, solo per un attimo, accendendovi ancor più, poi un inconfondibile suono ti fa stringere le labbra, sai, capisci che Lui ora si concede alla sua bocca, la sta usando, prendendo, scopandole la gola, sai ciò che prova, puoi vedere, senza vederla, la sua saliva sporcarla, senti quei suoni che sfuggono mentre soffoca sul Suo cazzo.
Invidia per un attimo, gelosia forse, ma è un attimo, perché quei suoni ti cullano, ti coccolano, ti eccitano … smettono all’improvviso e subito labbra di Donna son sulle tue, finalmente, finalmente le vostre lingua si incontrano, si conoscono, si imparano, nella sua bocca il tuo sapore mescolato al Suo. Frughi quella bocca, lasci che la sua lingua frughi la tua, mentre vorresti abbracciarla, stringerla, ma compostamente, come sai Lui pretende, le tue mani, come sei certa le sue, restano strette dietro la schiena.
Un lungo bacio che vi unisce sempre più, poi ancora la Sua mano a dividervi e finalmente il Suo cazzo a pretendere la tua bocca, a fotterti la gola, a farti soffocare e sai che ora lei vive e prova ciò che tu provavi.
Ti perdi in Lui, alle Sue mani, Alle Sue dita, al Suo cazzo.
La benda si scioglie, luce, occhi, corpi, davanti a te
Il tuo sguardo passa da Lui a lei, lei con quell’espressione eccitata, ancora la buio di quella fascia, la bocca schiusa, la mani compostamente allacciate dietro la schiena, sentendola vicina come non mai, vedendo sul suo viso mille emozioni sfumare l’una nell’altra e le sue mani sciogliersi da dietro la schiena, scivolare tra le sue cosce, cercarsi, muovendo dita ansiose su quel sesso che pretende.
E vorresti dirle “no” non farlo, non puoi
Ma è troppo tardi, Lui esce dalla tua gola e già la Sua mano severa afferra i suoi capelli, li stringe sollevandole il viso, apostrofandola con quel tono che ben conosci, chiedendole se è così cagna da non saper resistere alla sua voglia, così puttana da masturbarsi davanti a voi al solo sentire i suoni della tua gola fottuta dal cazzo.
La vedi rabbrividire
La benda viene strappata dai suoi occhi e si perde nei tuoi, quasi cercando aiuto, che non puoi darle, sai ciò che la aspetta e lo sa anche lei.
Lunghi istanti mentre vi fissate poi la Sua voce che ti chiede … “quale punizione le spetta”?
Sapevi che ti sarebbe stato chiesto, e lo temevi, la mente si confonde, non vorresti rispondere, ma DEVI, e memore di quanto accaduto poco prima sollevi lo sguardo nel Suo e sussurri “tre colpi”.
Vedi un sorriso strano sul Suo volto, un sorriso che conosci e subito le Sue parole te lo confermano chiedendoti se quei tre colpi son dettati da pietà per lei o dal timore di dover condividere quella punizione.
Non rispondi, non sapresti che rispondere mentre inghiotti a vuoto
Lo vedi aprire quella Sua borsa e… estrarre quella bacchetta che ben conosci.
Guardi lei, quasi chiedendole scusa, ma la voce del tuo Padrone ti fa subito rabbrividire quando dice con gelida calma che oggettivamente tre colpi sono pochi e che ne merita almeno sette e quindi gli altri quattro spetteranno a te.
Trattieni il respiro, sai bene cosa significhino quattro colpi di quella bacchetta, e inaspettatamente è lei a venirti in soccorso dicendo che l’errore è suo ed è pronta a ricevere lei quei sette colpi.
La guardi ringraziandola, ma anche con un misto di tristezza, sai che non sarà quello ad evitarti quei colpi, e lo imparerà anche lei, come subito la Sua voce conferma annunciando che per non far torto a nessuna saranno cinque i colpi… a testa.
Chine carponi, una di fianco all’altra, le natiche sollevate, offerte, il capo a terra stretto tra le braccia, vicine quasi a darvi conforto l’un l’altra; e il primo colpo ti segna la pelle, cattivo, severo, non lo ricordavi così duro, gli occhi si colmano di lacrime mentre sussurri il tuo grazie, e già il secondo, sembra meno cattivo, poi il terzo, e il dolore ti strappa un lungo gemito, mentre le mani di lei cercano le tue par confortarti, e gli ultimi due colpi, ti tolgono il respiro, mordi le labbra, inarchi la schiena, e già il tuo pensiero corre a lei che dovrà subire la stessa punizione.
Senti fischiare quella bacchetta, colpire, un suono gutturale le sfugge e stringi più forte la sua mano
Una pausa
Il secondo, cattivo, lo intuisci dal suono sulla pelle, e le sfugge un gemito, la schiena si raddrizza, tenta di sollevare le gambe, quasi a sfuggire, ma subito torna composta; gli ultimi tre in rapida successione la fanno accasciare accanto a te, le accarezzi il viso, senti le sue lacrime ma subito sei strappata da lei, guidata dietro lei, il tuo viso spinto contro le sue natiche arrossate; non serve che ti venga detto nulla, le baci, le sfiori, le lecchi sperando di alleviarle il dolore e la Sua mano ti guida, spinge il tuo viso tra le natiche, la tua lingua scova quel buchino, lo lecca, con perverso piacere, la senti reagire a quel tocco, ancora Lui a guidarti a portarti sul suo sesso, a spingerti a darle piacere, a sentire l’eccitazione che nasce dal dolore e dall’umiliazione.
Finalmente il suo sapore sulle tue labbra, nella tua bocca, vuoi darle piacere, vuoi che senta la tua eccitazione, frughi tra quelle labbra gonfie di voglia, ecciti il clitoride turgido, senti il suo piacere crescere, l’orgasmo avvicinarsi, passi leggeri e di sfuggita vedi Lui davanti a lei, afferrarle il viso, muovere il Suo cazzo su quel volto rigato di lacrime sporco di saliva e trucco colato e di colpo fotterle la gola.
La senti tendersi nell’eccitazione, senti sotto la tua bocca e tra le tue dita gli spasmi incontrollabili del piacere che vuole esplodere, dentro di te preghi che lei sappia, capisca; ti ripeti nella mente “chiedilo, chiedilo, chiedilo” e quasi inatteso senti la Sua voce sicura dire quella parola amata e odiata
“SI”
la tua lingua impazzisce, mentre la senti sussultare sotto i Suoi colpi in gola, più decisi, profondi, succhi il clitoride mentre spingi le dita in lei, le muovi, la scopi seguendo il Suo ritmo e d’istinto la lingua torna  a leccare quel buchino… e l’orgasmo esplode, violento, totale, inarrestabile, sembra non finire mai sussultando sotto le tue dita e Lui che ti incalza, “ancora, non smettere, di più”, finche la vedi accasciarsi a terra, appagata, e ancora persa in sussulti incontrollabili, mormorando un grazie sussurrato.
Ma è solo un attimo e già la Sua mano l’afferra, la spinge tra le tue cosce, la sua lingua impastata dall’orgasmo si muove abile, basta poco, così poco, sollevi lo sguardo negli occhi di Lui, implorando in silenzio, si china,la Sua mano sul tuo ventre, le Sue dita a premere, conosci bene quella sensazione mentre le ordina di fotterti con le dita, di incurvarle, di spingere fino ad incontrare le Sue attraverso la pelle.
La tua mente si perde nel piacere, la bocca si schiude, le parole sfuggono implorando, chiedendo, supplicando
Più forte quella pressione, più invadenti le sue dita e la Sua voce, che sembra giungere da lontano che ordina, “spingi, vuota la mente, ora cagna, come sai, come voglio” e sfuma quella voce nel tuo urlo, sfuma nell’orgasmo che ti annebbia la mente, sfuma tra i sussulti del tuo bacino che spinge contro bocca e dita, sfuma … in quel getto inatteso che le inonda il viso, ma il piacere così violento supera ogni imbarazzo, così come, ancora sussultando in quell’orgasmo infinito, non c’è imbarazzo quando ti chini sul volto di lei leccando golosa quell’orgasmo sputatole addosso …
Mormori il tuo grazie, stretta a lei, guardandoLo e…. sapete che è solo l’inizio…