domenica 14 novembre 2010

Sabrina ... scoprendoti slave!







Da poche settimane quelle vetrine ampie davanti al mio ufficio, una targa elegante: "Architetto ……., ristrutturazioni ed arredi", l'architetto compare raramente in ufficio, apparizioni fugaci con un cliente, qualche firma su documenti che le sue assistenti gli sottopongono, raccolte nell'elegante libro firma, poi di corsa a seguire lavori in qualche cantiere.
Le sue assistenti ….
Le incrocio al bar quasi ogni mattina, le vedo sorseggiare un cappuccino, mangiucchiare una brioches, chiacchiere tra colleghe più che amiche.
Laura, circa 30 anni, capelli corti, biondo cenere, fisico asciutto e nervoso.
Sabrina, intorno ai 25 anni, capelli lunghi, neri, occhi scuri, le curve del corpo che riempiono gli abiti aderenti, le gambe che si mostrano generosamente spuntando dalle corte minigonne.
Mattinata di umido novembre, guardo distrattamente dalla mia finestra bevendo un caffè, rubando sprazzi di vita in quell'ufficio; Laura impegnata tra faldoni di documenti, Sabrina che batte svogliatamente sulla tastiera di un PC.
Un sorriso tra me e me, una pazza idea che si forma nella mente, mi diverto ad inseguirla, rincorrerla, a dargli corpo.
Mi allontano da quella finestra, apro la mia mail, la mail di Master E.,
….. pochi gesti, copia … incolla… un indirizzo, …. c.a. Sabrina…… invio.
Lasciando volare l'immaginazione torno a quella finestra, mi immergo di nuovo, intruso insospettato, nella svogliata attività dello studio di architettura, facile trovare l'indirizzo e-mail, fa bella mostra di se sul cartellone che da un mese annuncia la nuova apertura dello studio; vedo Sabrina che continua a scrivere sul suo PC, forse una noiosa relazione tecnica, la mia mente interpreta a modo suo i gesti, inseguendo una fantasia; forse ora un segnale lampeggia sullo schermo "you have a new mail", forse ora lei apre la posta, un indirizzo sconosciuto, niente attach, l'antivirus da l'ok, apre la mail …. Un titolo, un racconto, piacevole diversivo in una giornata noiosa, legge distrattamente, via via la sua attenzione si fa maggiore…
Fantasia? Realtà?
Sabrina smette di digitare sulla tastiera, lo sguardo rivolto allo schermo, forse fantasia che si fa realtà.
Immagino la sua reazione, chiamare Laura, sorridere insieme leggendo quelle righe di un racconto erotico …. particolare… , scambiarsi battute divertite, …… elimina, cestina, vuota il cestino.
Ma a volte, forse, la realtà supera la fantasia.
Sabrina si guarda attorno, quasi temendo di essere vista, preme un tasto, si china sulla stampante, piega i fogli caldi di stampa, riponendoli in borsetta.
E …. Riprende a pigiare svogliatamente sui tasti.
Abbandono quella finestra, tornando al mio lavoro, ma la mente, spesso, torna a quell'ufficio, a quella reazione inaspettata, la mente vola, fantastica … , razionalizza; che sciocchezza, probabilmente non era la mia mail, forse aveva solo finito la sua noiosa relazione e l'ha stampata, forse non è neppure lei a leggere la posta dell'ufficio.
Pensieri che si accavallano, un tarlo sottile che insistente scava la mente, inutile scacciarlo, SO, so dove mi porterà.
Mi riavvicino a quella finestra, Laura sta osservando attentamente una planimetria aperta sulla sua scrivania, Sabrina scrive compunta al PC.
Ancora … apro la mail, copia, incolla, indirizzo, c.a. Sabrina, invia.
Ed ancora, dopo un breve lasso di tempo, le sue dita che si arrestano sulla tastiera, il suo sguardo che si solleva verso Laura, non certo a richiamare la sua attenzione, piuttosto a controllare che lei non guardi, non legga lo schermo, forse un lieve rossore sul suo volto, o forse solo la mia immaginazione.
Ed ancora, un tasto pigiato, ancora fogli freschi di stampa, ancora, quasi di nascosto, a raggiungere gli altri nella borsetta.
No, ora non può più essere un caso, non più una coincidenza……
La giornata passa lenta, un nuovo mattino, grigio e piovigginoso, solito bar, solito cappuccino, ma stavolta la mia attenzione verso Sabrina è maggiore; la osservo attentamente, bel viso, incorniciato dai capelli corvini, occhi scurissimi, lineamenti regolari, il cappotto slacciato che lascia intravedere un maglione dolcevita nero decisamente aderente, a segnare un seno non troppo grande ma che disegna piacevoli curve, pantaloni aderenti, molto aderenti, rigorosamente neri… quasi una dark lady, o forse, forse….
Chiacchiera con la collega, distrattamente, forse sente il mio sguardo su di se.
Ancora alla mia finestra, ancora intruso in quell'ufficio attraverso quella vetrina, la giornata grigia, le luci accese, mi permettono di essere quasi realmente li.
Sabrina accende il PC, gesti rapidi, nervosi forse? Scruta per un attimo il monitor, scorre parole e mail, si volta, delusa forse?
Apro la mia mail, copia, incolla, indirizzo, c.a. Sabrina, ma questa volta poche frasi prima dell'inizio del nuovo racconto
"buongiorno Sabrina, forse ciò che leggi risveglia in te fantasie segrete, forse ti riconosci, forse………", …….. invia.

"You have a new mail" il segnale lampeggia sul PC, quasi un urlo nella pigra mattinata dello studio, un sussulto, dita che ansiose digitano, la posta che si apre, quell'indirizzo e-mail che ormai stai imparando a conoscere, uno sguardo a Laura mentre il nuovo messaggio si compone lentamente sullo schermo ma, questa volta, non il solito inizio di un racconto, di una fantasia forse, ma un messaggio diretto, rivolto a te
"buongiorno Sabrina, forse ciò che leggi risveglia in te fantasie segrete, forse ti riconosci, forse………",
hai un fremito, d'istinto chiudi la casella di posta, razionalmente neghi ciò che quelle parole gridano, NO, no, riconoscersi,? No, solo un gioco, solo fantasie per scacciare la noia…..
ma sai che non è così…che menti a te stessa, che la scorsa notte mille e mille volte la tua mente si è inseguita tra quelle parole giunte ieri nella tua mail, vedendoti protagonista.
Sai che la scorsa notte quelle parole, ormai impresse nella tua mente, formavano immagini vivide, che il tuo corpo reagiva a quelle fantasie, che le tue mani sfioravano la tua pelle rubandoti sospiri, gemiti; sentendo spasmi incontrollabili nel ventre, placandoli con dita ansiose che si bagnavano in te, il corpo sussultante sotto le tue mani, preda di fantasmi perversi in cui ti ritrovavi, lasciandoti poi preda di vergognosi rimorsi per ciò che avevi immaginato, desiderato, ciò che volevi Sabrina, che vuoi.
Lentamente riapri la mail, lasci scorrere i tuoi occhi su parole, rubi sensazioni, annusi atmosfere, imparando a riconoscerle, ad amarle forse, a sentirle tue.
E quella firma che brucia in fondo al racconto "Master E."
Assurdo quasi come sia cambiato tutto nel volgere di poche ore, "master" fino a ieri ti faceva pensare a corsi post universitari, ad occhialuti uomini chini su testi noiosi.
Cosa ti ha spinto ieri sera, nella solitudine della tua camera a cercare nel web "master", a scoprire un mondo nuovo, inatteso, a temerlo rabbrividendone, eppure a sentirlo paradossalmente tuo?
I tuoi occhi che scrutano lo schermo, anche attraverso quella vetrata posso quasi leggere l'ansia su tuo volto, l'emozione che ti coglie, ti avvolge, inseguendo quelle fantasie, mentre inconsciamente la tua mano lenta si muove accarezzando le tue ginocchia, graffiando piano la stoffa che fascia le tue cosce, posso quasi vedere il tuo respiro trattenuto mentre ti sogni regina di quegli scritti, femmina tra le mani di un Padrone, complice stretta ad un complice.
"Master E."
ma questa volta a quella …firma… seguono parole, parole che rubano il tuo respiro, che fanno tendere i tuoi muscoli, che per un attimo ti fanno sentire impaurita, persa, smarrita….
Parole che sono la continuazione dell'incipit di quest'ultima mail
"forse Sabrina….. o forse no, forse irritata cestinerai questa mail, come altre, rifiutando ciò che non senti tuo e …… come sono apparso sparirò, tua la scelta Sabrina, guardati in faccia e …….. cestina …. Oppure rispondimi dalla tua mail …… con un semplice …si"

D'improvviso vedo il tuo corpo tendersi, restare immobile, a lungo, un gesto secco e deciso a chiudere quella mail. So, so che quelle mie ultime parole gridano in te, so che la tua razionalità ti fa urlare NO, so che ti stai dicendo no, è solo un gioco, una fantasia, un passatempo, …… forse ….
…Attesa..
quanto è importante l'attesa, non il banale scorrere del tempo, ma aspettare l'accadere di una azione, il desiderarla, sognarla, non sapendo se si realizzerà o sfumerà in un sogno.
Mi impongo di non aprire la mia mail, di non guardare attraverso quella vetrata, di chiuderti fuori dal mio mondo, per oggi
E domani… domani…. Chissà.

Parole Sabrina, parole che rimbombano continuamente nella tua mente, che ti rubano al tuo lavoro, che, pur scacciandole, tornano insidiose, invadenti; immagini, immagini che ti rapiscono facendo urlare il tuo corpo, parole, "un semplice … SI", che ti fanno chiudere la mente, un tremito improvviso che ti coglie, forzandoti a chinarti sul tuo lavoro, ad ignorarle, ben sapendo che presto, troppo presto, quelle immagini torneranno e con esse quell'ultima frase "un semplice si…"
Parole Sabrina, che ti inseguono a casa, nella solitudine del tuo appartamento; che scacci, rifiutando di aprire il PC, immagini che vivide ti portano lontano, mentre il sonno non giunge, mentre scopri il tuo corpo reagire ancora a quei pensieri, il seno turgido, i capezzoli urlanti, un calore intenso tra le gambe, mentre le lenzuola si fanno pesanti, mentre ti muovi cercando di scacciare ciò che nasce in te; una mano inconsciamente si muove sul tuo corpo, la tua pelle freme a quel contatto, dita che sfiorano, accarezzano, stringono, immaginando altre mani, altre dita, mentre prona schiacci il tuo corpo contro il materasso, la bocca schiusa, il respiro ansante, il viso arrossato; per un attimo pensi di cercare quei fogli, rileggerli, immedesimarti, ma non serve Sabrina, le immagini si formano spontaneamente nella tua mente, inseguendo i tuoi desideri segreti, immagini che ti portano dove ora sai di voler andare, pur temendolo, mentre la tua mano leggera scivola tra corpo e lenzuolo, tra le gambe scoprendo il tuo umido desiderio, bagnandosi di te, il bacino che si solleva ritmicamente, ricadendo su quella mano, chiudendola tra te ed il materasso, cercandola, inseguendola, le gambe oscenamente schiuse, un velo di sudore che ricopre la tua pelle, il tuo odore di femmina nelle narici, nel cervello; la tua mano che ti schiude imperiosa premendo il clitoride sensibile, lo muove rapida mentre soffochi i tuoi gemiti nel cuscino; lo senti scorrere tra i polpastrelli, lampi di piacere che scorrono sotto la pelle, dita che scivolano sul tuo desiderio, prendendoti, spingendo in te quasi ad impossessarsi della tua anima segreta, roche parole indistinte dalla tua gola, suoni gorgoglianti nelle spire del piacere, sussulti incontrollati nel tuo corpo, scossa da un lungo orgasmo solitario che cola sulla tua mano, bagna le tue dita, lasciandoti vuota … per un attimo,
delusa ed insoddisfatta subito dopo,
non è questo che ora vuoi Sabrina, ora lo sai, vuoi donarti, appartenere, come le donne di cui hai letto in quelle mail, essere guidata, plasmata, sottomessa forse, ma per scelta tua, traendone piacere.
Scacci ogni razionalità, ti alzi di scatto nel buio della notte, accendi il PC, mentre l'odore del tuo piacere ti avvolge, mentre sulle dita resta il sapore del tuo appagamento momentaneo, apri la tua mail, digiti rapida quell'indirizzo che ancora brucia nella tua mente, incancellabile ormai
Indirizzo: … master_master_40@……………
Oggetto: …. Sabrina
Testo: …. si
Invia
Una calma assurda ti assale, conscia di aver fatto una scelta, che non sai dove potrà portarti, che non sai cosa ti rivelerà, ma conscia altresì che ORA questo vuoi, seguirlo.
Inaspettatamente il sonno ti coglie improvviso
E domani… domani .. chissà.

Un pallido sole asciuga la pioggia della notte, schiudi gli occhi e subito l'ansia ti assale pensando alla tua scelta, eppure, eppure corri ad accendere il PC.
Senti ancora quel solitario piacere rubato nella notte incollarti le cosce, senti ancora sulle tue dita l'odore della tua voglia appagata mentre impaziente aspetti che la tua mail si apra, le immagini si formino, cerchi i nuovi messaggi e….
Quasi dardeggiante vedi quell'indirizzo, la risposta alla tua mail della notte, per un attimo pensi di richiudere, di non leggere, di cancellare tutto, ma già le tue dita premono i tasti, il messaggio lentamente si forma
"Buongiorno Sabrina, se ti ho capita, se sto entrando nella tua mente, ti sei svegliata da poco, dopo una notte popolata da sogni che ti hanno dato piacevoli sensazioni, desideri; ed ora non sai se essere lieta od intimorita dalla mia risposta; aspettavo il tuo si Sabrina; si, so cosa senti ora in te, desiderio di guida, appartenenza, di superare i tuoi tabù e .. vivere.
Tra poco sarai nel tuo ufficio Sabrina, alle 12,30 in punto ti collegherai a…….77chat, il tuo nick sarà "chained",
…… incatenata…
Un lungo brivido scorre sotto la tua pelle leggendo quella parola, mentre la traduci mentalmente,
incatenata,
si, così ti senti ora, legata a quello sconosciuto entrato nella tua mente attraverso quegli scritti e scopri che stai imparando ad amare tutto ciò.
Ti prepari con un ansia nuova, quasi dovessi andare ad un appuntamento, gli abiti frusciano sulla tua pelle, brividi piacevoli, attesa sfinente;
Ti prepari con cura, con civetteria quasi, come se l’appuntamento con Lui non fosse solo virtuale, ma reale, non mediato da uno schermo fluorescente, ma acceso da contatto di pelle.
un perizoma impalpabile, autoreggenti che sfiorano la tua pelle, calzandole, una corta gonna frusciante, una camicetta aderente indossata sulla pelle nuda, il tempo invernale ti costringe a coprirla con un maglioncino, ma il saperti così pronta per Lui ti da brividi inattesi.
Non ascolti il cicaleccio di Laura davanti al solito cappuccino, non sai che il mio sguardo sta studiandoti, eppure lo senti sulla pelle, bruciante, che annoda lo stomaco, che fa urlare i tuoi sensi, nell’attesa.
Le ore della mattina sembrano essersi fermate, lo sguardo continuamente all'orologio, non sapendo se desiderare che corra o si arresti.
Le 12,20
Laura si prepara per la pausa pranzo, ti guarda interrogativamente, fingendo indifferenza le dici di andare pure, che non hai appetito e ne approfitti per finire un lavoro.
Le 12,25
Le tue dita digitano l'indirizzo di quella chat, scrivono il tuo nick, tramando
12,30
un altro nick lampeggia
Master E.
Frasi che si formano sulla tastiera, entrando in te, rubandoti la mente, ed assurdamente dandoti gioia nel sentirtela rubare.
Davanti alla mia finestra, digitando sul mio portatile ti osservo, associando espressioni a ciò che scrivi, imparandoti, conoscendoti.
Mentre tu sempre più senti di appartenermi, pronta a seguirmi per andare là dove tu vuoi essere condotta, ad appropriarti di ciò che ormai senti tuo.
Il tempo scorre rapido, vibrando sulle mille sensazioni che provi
Curiosità
Desiderio
Imbarazzo
Eccitazione
….sottomissione
senti un sottile filo virtuale tendersi fra voi, unirvi
mentre il tuo sesso pulsa, umido, mentre i tuoi seni si gonfiano ed i capezzoli tesi premono il tessuto
hai tolto quel golfino, slacciato un bottone della camicetta, lo immagini li, davanti a te, e vuoi essere pronta per Lui, mostrarti, fiera, per Lui, per me
mentre le parole si inseguono su quello schermo, creando fumi eccitanti, prendendoti per mano, guidandoti
mentre ti sembra di sentire il mi sguardo sfiorarti e giudicarti, ed inconsciamente abbassi gli occhi.
mentre la tua mente si fa sempre più mia e...provi fierezza e gioia in ciò.
mentre lenta la tua mano, seguendo le mie parole, sfiora lentamente la tua coscia, mentre brividi ti rubano il respiro, mentre la tensione cresce e il tuo corpo non è più tuo, scivola in un mondo nuovo, nel tuo mondo Sabrina
e.....
La tua porta si riapre, Laura torna, troppo rapide queste due ore sono fuggite.
Una scritta lampeggia sul tuo PC: "ora ti lascio al tuo lavoro Sabrina, ma….da ora in poi sarò io a prendermi cura di te, a …. Guidarti"
Click, quel nick scompare, chiudi frettolosamente la chat
"Prendermi cura di te?" quelle parole ti rimbombano nella mente, ma non ne hai paura, quasi avessi già afferrato la mia mano lasciandoti guidare verso un mondo che desideri, spasmodicamente.
Il pomeriggio scorre, a tratti apri la tua mail, nessun messaggio, un velo di tristezza.
Il lavoro che ti costringe a restare oltre il solito orario, creando ulteriore tensione in te, che ti accompagna mentre, uscendo, aspetti il metrò, lasci vagare la mente, perché quel senso di vuoto? Forse perché avresti voluto altri messaggi? Altra guida? Ordini forse? Forse perché sai che stanotte ancora una volta quelle fantasie ti cercheranno ed ancora saranno solo le tue mani a darti un piacere momentaneo ed inappagante?
Sali sulla carrozza semivuota, è tardi ormai, seduta, lo sguardo nel vuoto, improvvisi quei desideri nella tua mente, vividi, quasi reali, desiderio assoluto di guida, di ordini, di piacere nella sottomissione.
una voce decisa alle tue spalle, un sussurro che pure sembra un urlo,
"chained,
incatenata …..
….. a me, ……….oggi scrivevi che sei pronta a seguirmi, ora lo farai".
Un sussulto, i muscoli tesi, non riesci a muoverti, ipnotizzata da quella voce, da quelle parole; il respiro trattenuto mentre il tuo corpo urla, i tuoi seni sembrano gonfiarsi improvvisamente, i capezzoli tendersi, uno spasmo nel ventre che ti fa piegare un poco in avanti mentre schiudi la bocca cercando aria.
Ancora quella voce, suadente e decisa insieme.
"so che è questo che vuoi chained, è questo che vuoi Sabrina"
il tuo nome portato da quella voce ti da brividi intensi, vorresti voltarti, dare un volto a quei suoni, ma non puoi, sai che non devi.
Una mano, leggera sfiora il tuo collo, scostando i tuoi capelli, stringe appena la tua gola, mentre ti abbandoni contro il sedile bevendo i fremiti del tuo corpo.
Lui sa, sa esattamente cosa provi
Si sabrina, so esattamente cosa senti ora, desiderio di essere accarezzata, di sentire la tua volontà piegarsi, di umiliarti forse, scoprendone il piacere; e l'attesa…
"sfiora le tue gambe sabrina, mostrami le tue dita che si muovono su te, che graffiano la tua pelle attraverso gli abiti, che fanno crescere il tuo desiderio ….. come stanotte sabrina"
un improvviso rossore copre il tuo volto, io so, so cosa hai vissuto stanotte, cosa vivi ora, cosa vuoi
Imbarazzo violento che accende il tuo volto capendo che io so, so come le tue mani si muovevano su te stanotte, dandoti piacere, ben lontano da quello che ora sai di desiderare, ma piacere, solitario, ansimando sulle tue dita, lasciando che il tuo piacere le bagnasse mentre gemevi dentro il tuo cuscino;so quali erano i tuoi pensieri segreti, so cosa desideravi, cosa desideri ora.
Questo pensiero ti fa sentire nuda, annodandoti lo stomaco, come se avessi squarciato il velo di pudore che copriva la tua mente, come se ti fossi rivelata a me, mostrandoti per ciò che sei.
La mia voce ti guida, la tua mano lenta si muove sulle tue gambe, sguardi sfuggenti nella carrozza a controllare che nessuno ti veda, il collant scivola sotto le tue dita, premi più forte, disegnando la tua pelle, le gambe si schiudono in una trance estatica.
Ancora la mia voce a guidarti
Muovi le tue mani sabrina, seguendo la mia guida, posandole in grembo, strette a pugno tra le tue gambe, premendo sempre più decisamente, accompagnandole con i movimenti sussultanti del tuo bacino, sollevandolo da quel sedile con scatti repentini in un amplesso che solo tu stai vivendo con un immaginario amante, Padrone, ormai incurante se qualcuno ti vede, incurante di tutto, portata lontano da quella voce che finalmente ti fa vivere, trasportandoti in una trance perversamente eccitante.
Mordi le labbra per non gemere, mugolii soffocati nella tua gola mentre la mente si svuota, mentre il piacere puro la riempie, sussulti incontrollabile del tuo corpo mentre sfacciatamente le tua mani premono sul tuo sesso attraverso gli abiti che si riempiono di odori e sapori tuoi, avvolgendoti, il volto trasfigurato nel desiderio, coperto da un velo di sudore, il rosso acceso dell'eccitazione che ormai supera l'imbarazzo e finalmente il piacere ti sommerge, il tuo corpo si flette in scatti ravvicinati, susseguenti, singhiozzi di piacere incontrollabili, mentre i tuoi umori ti bagnano, mentre l'odore del tuo piacere ti circonda, mentre il nulla dell'appagamento prende il posto della tensione erotica ed i muscoli si rilassano, abbandonata contro quel sedile, le gambe ancora dischiuse, le mani ancora posate in grembo, gli ultimi sussulti del piacere che ti regalano stille di godimento,
e quella voce…….
....Improvvisamente una assenza
Non c'è più quella voce, ti senti sola, abbandonata, vuota
O forse è stato tutto il frutto dei tuoi desideri sabrina
Forse quella mano non ha mai stretto la tua gola
Forse quella voce non ha guidato il tuo orgasmo
Forse solo la tua mente ha creato tutto ciò.
Non sai se voltarti
Cercare un segnale di una presenza
Lunghi istanti passano
Poi lentamente ti volti
In fondo alla carrozza una coppia scherza guardandosi negli occhi
Un uomo legge il giornale chiacchierando con un vicino
Nessun altro
Rabbia e delusione in te
Vergogna per ciò che hai fatto
Ma il profumo del piacere che ora sai di voler vivere
Che ora sai è l'unico che potrà appagarti.
La tua fermata, scendi, sentendo il tuo piacere incollarti le cosce
Provando brividi leggeri allo sfregare del tuo slip fradicio
La tua via, nell'oscurità di questo novembre inoltrato
Apri il portoncino
e……
quella voce, alle tue spalle
"sei stata brava sabrina, ma non è che l'inizio, e tu lo sai bene, come io lo so; puoi continuare a seguirmi, vivere, o …accontentarti dei tuoi sogni e dei tuoi solitari orgasmi rubati, SCEGLI sabrina, ancora una volta basta … un semplice … si".
mille emozioni in te, mille sensazioni contrastanti, timore, desiderio, il ricordo di quella voce che poco fa ti guidava, no, non un sogno, ora lo sai, e, quasi inconsciamente senti la tua voce sussurrare quel "….sssi".
Mani, mani leggere che sfiorano i tuoi capelli, il collo, la gola, ancora il tuo corpo che reagisce, come non mai, un gemito prolungato ti sfugge, mentre senti nuovi umori sommarsi ad altri, mentre spasmi piacevoli stringono il tuo ventre, mentre il cuore serra la tua gola con battiti impazziti ed una folle gioia ti pervade, abbandonando la razionalità, seguendo il tuo istinto, ciò che sei, mentre la tua mente continua ad urlare con toni sempre più alti quel si Si SI.
Una mano sfiora le tue, un foulard di seta nera copre i tuoi occhi, eppure non hai paura, senza alcuna motivazione logica SAI che puoi fidarti, no, non è paura Sabrina, sono emozioni ben diverse, il respiro trattenuto mentre senti lla Sua mano guidarti, la portiera di un auto che si apre, sali abbandonandoti contro il sedile mentre il motore canta dolcemente.
Sua, ora sai di esserlo e volerlo sempre più.
la tua strada è iniziata, stringendo la Sua mano, affidandoti a Lui......... a Me
Hai scelto sabrina, hai seguito il tuo istinto, i tuoi sogni, i tuoi desideri, soffiandoli in quel "si".
Ora, nel buio di quella benda mille immagini affollano la tua mente, mille brividi scuotono il tuo corpo; timore per la scelta che hai fatto, paura dell'ignoto, eccitazione, desiderio ..
Ti abbandoni contro il sedile, mentre l'auto si muove, cerchi di rilassare i muscoli, vuotare la mente, ma la mia presenza li, accanto a te, incombe.
Inaspettata la mia mano sul tuo collo, un brivido, un fremito, scosto piano i capelli dal tuo viso, quasi una carezza, che accogli con un sospiro, grata per quell'attimo di dolcezza di cui sentivi la necessità. La mia mano che lenta apre il tuo cappotto, istintivamente trattieni il respiro, stringi le gambe, quasi a proteggerti.
La mia mano ti abbandona, mentre l'auto corre, ma senti bruciante il mio sguardo seguire le tue forme
Scivolare dal collo al seno, coperto dal maglioncino, stretto nella camicetta, eppure così gonfio e teso che pare essere oscenamente nudo, il mio sguardo corre sulla corta gonna, che, seduta, scopre le tue cosce ben modellate, velate dalle autoreggenti, indugia sulle tue gambe, lo senti, violento come una mano che ti forza, invadente come dita che ti aprono, eccitante come lingua che ti fruga.
Eppure è solo uno sguardo, il Mio sguardo.
Contrazioni spasmodiche al tuo ventre, languore che ti avvolge, desiderio che ti infiamma.
Mentre la mia mano, sicura ora, sfiora le tue calze;
le tue gambe, obbedienti al mio tocco, si schiudono, il tuo odore di femmina eccitata sale da te, dallo slip pregno dei tuoi umori, di piacere rubato in quel metrò, sola, eppure guidata da me, umori che, copiosi sgorgano al tocco delle mie mani, che salgono, lente e decise, superano il bordo delle autoreggenti; trattieni il respiro sentendo le mie dita sulla tua pelle, spingendo un poco in avanti il bacino, offrendoti, come forse non ti sei mai offerta in vita tua, e felice nel farlo.
Le mie dita che ora sfiorano il tessuto umido, lo premono appena, poi più decise, strappandoti un sospiro, ancora di più, rubandoti un gemito.
Ora le tue gambe sono spalancate a me, senti il mio sguardo bruciare, violarti; le mie dita scostare lo slip, frugare la tua umida intimità sussultante in spasimi eccitanti, stringere appena il clitoride turgido, aprire le labbra, gonfie della tua voglia, bagnandomi le dita, mugolando il tuo desiderio, respirando affrettatamente, sempre più sabrina, sempre più.
L'auto corre, immagini di quotidianità per un attimo compaiono nella tua mente, attraverso i tuoi occhi resi ciechi dalla benda nera, viali alberati che attraversiamo, persone, sconosciuti, che forse gettano sguardi indiscreti attraverso il finestrino, vedendoti così offerta a me; questo pensiero ti fa sussultare, di imbarazzo certo, di vergogna, ma accresce la tua eccitazione, strappa un roco gemito alla tua gola.
Le mie dita che lente escono da te, tornano a prenderti, strette dai muscoli contratti della tua voglia, ancora ti abbandonano per scivolare sul tuo volto, bagnandolo dei tuoi umori, forzando la tua bocca, che si schiude invitandomi; ti lasci trasportare da sensazioni nuove o già note, il tuo sapore di donna, nuovo sulle mie dita, il tuo odore di femmina, violento ed eccitante, le mie dita che frugano la tua bocca, giocano con la tua lingua e …..
Ti abbandonano, improvvisamente.
Resti immobile contro quel sedile, la bocca schiusa, umida di saliva, fragrante del tuo sapore; le cosce spalancate a mostrare quello slip scompostamente scostato, umido di desiderio, odoroso di eccitazione, il tuo sesso che s'intravede, pulsante, voglioso, oscenamente disegnato dalla stoffa bagnata di te, mentre stingi i pugni, conficcando le unghie nel palmo delle mani, a soffocare le parole che vorrebbero urlare richieste di piacere, di carezze, di baci, di ….. estasi. Ma non devi, non puoi, e lo sai.
Mille immagini affollano la tua mente, al buio di quella benda, le insegui, le cerchi, le senti tue, mentre l'auto corre e, per un attimo, ti stupisci di come non ti importi di dove ti stia conducendo, di quanta tranquilla fiducia sia in te, di come ti senta assurdamente sicura.
L'auto si ferma, il motore tace, per un attimo un brivido in te, il respiro trattenuto, barlumi di paura per ciò che potrà essere, che sarà,
paura che subito lascia posto all'attesa;
il silenzio incombe su te, greve, opprimente quasi, prolungando l'attesa;
il tocco lieve della mia mano, sul tuo volto, una carezza dolce, il tuo corpo che si rilassa, sentendo, in quel tocco, che puoi abbandonarti a me.
La mia mano che percorre rapida il tuo corpo, ancora sulle tue gambe, dolce e leggera sul tuo slip, lo accarezza, lo sfiora, raggiunge il bordo sottile sfilandolo lentamente, mentre sollevi un poco il bacino, sentendo per un attimo la stoffa arrotolata graffiarti lievemente le natiche, per poi scivolare lungo le cosce, sui polpacci;
ora mille domande si affacciamo alla tua mente,
Dove siamo?
Qualcuno ci può vedere?
Cosa ti chiederò?
La logica ti dice che dovresti strappare quella benda, aprire la portiera, fuggire e tornare alla tua quotidianità.
Domande razionali, logiche, timori naturali, ma…
In un attimo le scacci la tua mente, ti abbandoni contro il sedile, la gonna sollevata, le cosce spalancate, velate in modo civettuolo dalle autoreggenti, il sesso pulsante nella sua eccitazione, umido di desiderio, percorso da spasimi continui.
Desiderio violento di una carezza, di un contatto, di uno schiaffo, qualsiasi cosa, ma hai bisogno di un contatto ora, subito, mugoli ingoiando la tua richiesta, aspetti, devi aspettare, lo sai
La mia portiera si apre, poi la tua, la mia mano sicura sul tuo braccio, ti guida facendoti scendere, deglutisci la tensione che cresce in te, aspetti, in silenzio.
Le mie dita sciolgono quella benda, stringi gli occhi, riaprendoli poi al mondo, mi senti dietro te, vorresti voltarti, guardarmi, darmi un volto, ma…devi attendere, lo sai.
La mia voce, improvvisa, bassa e sicura, "guardami sabrina"
Ti volti lentamente, gustando appieno quei lunghi attimi che precedono ciò che così intensamente desideri, il capo chino, gli occhi bassi, intravedi la mia figura, esiti
"GUARDAMI"
sollevi lentamente gli occhi, trovando i miei, per un lungo istante, prima di abbassarli ancora, dichiarandomi la tua sottomissione.
Una semplice parola "seguimi" mentre mi avvio per strade sconosciute, mi segui, camminando al mio fianco, sempre a capo chino, l'eccitante imbarazzo della tua nudità sotto la gonna, i tuoi umori che il vento asciuga sulle cosce, provocando nuovo desiderio, voglia, …. l'attesa…
Un pub elegante, entriamo e mi segui ad un tavolo d'angolo.
Musica di sottofondo, gente allegra, elegante, coppie che sussurrano, camerieri indaffarati.
Ordino stuzzichini, tu, di fronte a me, ancora non hai profferito verbo, rigidamente seduta, in attesa…scivolo sul divanetto, accanto a te, portando alle tue labbra una tartina, che addenti delicatamente, lo stomaco chiuso dalla tensione, un tremito leggero alle mani.
La mia voce dolce al tuo orecchio, "aspetta, ti tolgo le briciole"
Avvicino la mia mano al tuo volto, un odore acuto ed acre alle tue narici, il respiro che si blocca mentre il volto, paonazzo, si contrae in una smorfia di imbarazzata tensione….
Nella mia mano il tuo slip, pregno del tuo odore di femmina eccitata, lo avvicino alla tua bocca, passandolo delicatamente sulle labbra, vorresti alzare gli occhi, controllare se qualcuno ci guarda, se qualcuno sa e capisce,
la mia mano insiste sulle tue labbra, tergendole;
spingo per un attimo la stoffa nella tua bocca, assaggi il tuo sapore, ed il tuo corpo urla improvvisa la sua voglia, al di là di ogni ragione razionale.
Allontano la mano mentre la mia voce sussurra al tuo orecchio, gradualmente aumentando di tono
"finalmente sabrina mi appartieni, finalmente modellerò e plasmerò la tua anima, finalmente il tuo corpo e la tua mente conosceranno la sottomissione, non saranno più solo immagini della mente, che insegui nella notte, masturbandoti, ma realtà….. è questo che vuoi sabrina? SEI PRONTA A SEGUIRMI?"
l'ultima frase detta a voce alta, qualcuno ha certo sentito, forse compreso, ma non importa, ora nulla più importa
abbassi ancor più il capo, sussurrando un semplice "s..si"
aspettavo quel si, volevo quel si
la mia mano scivola sulle tue gambe, schiude imperiosa le tue cosce, sale lenta sui tuoi umori asciugati sulla pelle, scivolando sulla seta delle calze
preme decisa il clitoride già turgido ed urlante
muovendolo rapido, facendolo scivolare tra i polpastrelli, mentre il tuo corpo sussulta in spasimi incontrollati
mentre ti mordi le labbra per trattenere urla di piacere
mentre il chiacchiericcio intorno a te sfuma in una nuvola di desiderio violento
scompare quasi, ora siamo solo io e te
e vorresti, vuoi, aspetti che io stringa la tua mano guidandoti oltre
non importa dove, ma sempre più in là
abbattendo barriere di pudori e tabù
lasciando vivere la femmina, la puttana che urla in te
mentre vorresti sentire le mie mani sul tuo capo, che piegano il tuo busto, che docilmente si fletta su me,
mentre vorresti schiudere le labbra annusando il mio odore
spalancare la bocca gustando il mio sapore
e provare assurdamente fierezza nel mostrare al mondo il tuo saper essere femmina e puttana con dignità e piacere.
Ma le mie mani continuano solo, dolcemente ora, a sfiorare il tuo sesso coperto dalla rugiada della tua voglia,
a strapparti brividi nascosti, mentre ti abbandoni su quel divanetto,
mentre ti abbandoni a me.
Poi, d'improvviso sei sola, apri gli occhi, temendo che, nuovamente, io sia scomparso,
sono li, accanto a te, ma le mie mani ti hanno abbandonata,
guardi per un attimo il mio viso, un sorriso strano, uno sguardo gelido
"sabrina, alzati, seguimi"
mi avvio deciso senza neppure guardarti, so che mi seguirai,
e tu, risvegliandoti dal torpore del piacere, ti affretti dietro me
non è più tempo di domande ora, è tempo di vivere ciò che sei.
Apro la porta dei bagni, tu ormai al mio fianco, afferro il tuo braccio conducendoti nella toilette degli uomini, ti sfugge un sospiro di sollievo al vedere l'ampio antibagno vuoto,
ti sospingo con dolce fermezza in un bagno, ampio e lucido di marmi, un grande specchio sopra il lavabo che riflette il tuo viso stravolto dal desiderio
ecco, ora finalmente le mie mani sul tuo capo, severe
ora i tuoi capelli tra le mie dita
ora piego il tuo busto in avanti, il tuo viso contro quello specchio
ora costringo i tuoi occhi a guardare i tuoi occhi in quello specchio
a guardarti l'anima, fino in fondo
ed ami ciò che vedi
mentre, chinandoti in avanti, la gonna si solleva, mostrando spicchi delle tue natiche
la mia mano la solleva, rivelandoti a me
le mie dita scivolano sulla tua pelle, risvegliando brividi sui brividi
schiudo il tuo solco, lo percorro con dita sapienti, imparando ogni angolo del tuo corpo, insegnandoti angoli di piacere che ancora ignoravi
le mie dita dolci e delicate, improvvisamente severe sul tuo sesso grondante voglia
e di nuovo dolci, accarezzando lentamente le grandi labbra pulsanti
schiudendole piano, mentre spingi il bacino verso me, cercandomi, ed il tuo respiro ansimante appanna lo specchio
ancora rudi mentre penetrano in te, frugandoti quasi con rabbia, scivolando sulla tua viscida voglia, uscendo lucide di te, e di nuovo spingendo a fondo, colmandoti di me
il tuo viso ormai schiacciato contro quello specchio
la lingua che, tra rantoli di piacere, scorre a cercare la tua immagine, coprendola di saliva
il vederti così, come mai ti sei vista, come troppo spesso hai sognato, accende ancor più il tuo corpo
senza fermare la mia mano sfilo il maglioncino, aiutato dai tuoi movimenti frenetici
slaccio la camicetta liberando finalmente il tuo seno
ti accasci in un lungo gemito di piacere quando finalmente senti le mie dita sui capezzoli, stringerli
quando la mia mano, uscendo da te per un attimo, spalma il tuo piacere sul tuo viso, disegnando strie di umori sullo specchio che subito la tua lingua raccoglie
non importa dove siamo
non importa chi possa sentirci, capire
ora nulla più importa
mani severe stringono le tue spalle
fanno piegare le tue ginocchia
accucciata ai miei piedi
sai cosa ti chiederò
sai che ora voglio la tua bocca, mentre lentamente il mio sesso si mostra a te
turgido nella sua eccitazione
quasi puoi sentire il sangue pulsare nel glande
gonfiandolo di desiderio
ora puoi stordirti del mio odore di maschio
avvicini le mani
ma un gesto deciso te lo impedisce
"solo la bocca sabrina, così voglio io"
schiudi le labbra, assaggiandomi, lasciandoti sopraffare dal mio odore e dal mio sapore, avvolgendomi di calda saliva, che mi ricopre come guanto
stringendo morbidamente le labbra al mio passaggio
schiudendole un poco di più mentre lentamente esco da te
per stringerle ancora, aspirandomi, mentre la tua lingua impazzisce su me
stupendoti tu stessa di come sia naturale tutto ciò
e di come, altre volte tu lo abbia fatto solo per una sorta di dovere muliebre
non questa volta
ora senti il piacere di sentirmi scorrere in te
di sentirmi gonfio di voglia contro il tuo palato
spingere nella tua gola tagliando per un attimo il tuo respiro
accovacciata davanti a me senti il tuo sesso nudo schiudersi
quasi respirare chiamandomi, implorandomi
senti rivoli di desiderio colare
e aspetti con ansia che io decida di farti completamente mia
la voglia avvolge la tua mente
odori, sapori, situazioni eccitanti ti fanno abbattere ogni muro di pudore
d'istinto la tua mano scivola tra le tue gambe, masturbandoti furiosamente al ritmo con cui la tua bocca mi da piacere, al ritmo in cui la mia mano guida il tuo capo.
Lunghi istanti poi, ferocemente ti allontano da me, quasi a ripudiarti, sollevandoti in piedi
Senti la mia rabbia
Un tremito di paura
Paura di avermi deluso
Di aver sbagliato
Paura che tutto possa finire
Piego la tua testa fissandoti con occhi di ghiaccio e sibilando
"chi ti ha dato il permesso di masturbarti sabrina?"
"forse io? O forse puoi decidere tu, scegliere tu se e come darti il piacere?"
inghiotti a vuoto, lo stomaco stretto da una morsa gelida, le parole che non riescono a salire alle labbra, mentre la mente è affollata da mille sensazioni contrastanti
ti incalzo con le mie domande, senza mai abbandonare i tuoi occhi
"è dunque solo questo che volevi sabrina? Una scopata in un cesso? Null'altro che questo?"
riesci a malapena a fare un cenno di diniego con il capo, mentre gli occhi si colmano di lacrime salate, che rigano il tuo volto, scendendo alle labbra, mescolandosi al mio sapore che ancora regna nella tua gola, ma che sa di amaro ora.
Tremi, tremi non per paura, non per timore di una punizione
Ma assurdamente tremi per il timore che una punizione possa non venire, che la mia delusione sia tanta da abbandonarti a te stessa, rinnegando ciò che credevo di vedere in te, e questo non sai se potresti sopportarlo, questo sarebbe peggio di mille punizioni.
Le tue mani tremanti stringono il bordo della camicetta, stropicciandolo nervosamente
Lunghi silenzi, mentre il tuo corpo è scosso da tremori, mentre trattieni i singhiozzi in gola senza riuscire a parlare
E parlare per dire cosa poi? Hai sbagliato, non dovevi e lo sai bene.
Finalmente la mia voce
"Dovrai faticare per meritarti ancora la mia fiducia sabrina, la strada sarà un po’ più dura ora, sempre che …. Questo sia ancora ciò che tu vuoi…"
un lungo sospiro ti sfugge, "spalanchi gli occhi, vorresti gridare alto il tuo SI, ma abbassi gli occhi dicendo "si, si, si la prego si"
lentamente allaccio alcuni bottoni della tua camicetta mentre la mia voce calma e sicura ti parla
"esci di qui sabrina, lascia sul tuo viso le tracce di quelle lacrime, i segni della saliva e dei miei umori, trattieni il mio sapore, così, come ora sei,esci ed attendimi al nostro tavolo"
non hai esitazioni, ti volti, mentre la mia mano abbassa la tua gonna a coprire pudicamente le tue natiche, a celare appena il tuo sesso ancora assurdamente pulsante,
esci con la camicetta che appena copre il tuo seno ancora eccitato
esci tenendo tra le mani il maglioncino che nervosamente stropicci
esci vedendo il tuo volto nello specchio recare inconfondibili le tracce di ciò che hai vissuto
ed ancor più le tracce del desiderio di ciò che avresti voluto vivere e ti ho negato
esci e…….., resti di ghiaccio per un attimo nell'incrociare lo sguardo di uno sconosciuto il suo viso riflesso nello specchio dell'antibagno mentre l'acqua scorre sulle sue mani
il suo restare immobile guardandoti
senti il suo sguardo, leggi i suoi pensieri
sai che non può non capire, non vedere sul tuo viso, nei tuoi occhi ciò che provi, che senti.
Abbassi gli occhi, il viso paonazzo dall'imbarazzo e dalla vergogna
Come lettere infuocate le parole che sai lui sta pensando bruciano nella tua mente
"una piccola squeldrina che si fa scopare in un cesso, guarda che belle tettine, e il rossetto tutto sbafato, certo la sua bocca…….."
Tremi dall'umiliazione, dalla vergogna, ma….
Solo per un attimo
Poi, improvvisa Scoppia in te la fierezza di ciò che sei
Nessuno può giudicarti, e non ti importa il giudizio di nessuno
Sei la mia slave e l'unica cosa che conti per te è ..seguirmi.
Sai cosa mi aspetto da te
Sollevi il capo, fiera
Guardando lo sconosciuto negli occhi
Esci da quell'antibagno, passando quasi altera tra le gente
E con un gesto elegante, ti siedi al nostro tavolo aspettandomi
Non serve che mi guardi
Sai che ti sto osservando e sai che questa volta sono orgoglioso di te
Stai imparando sabrina
Il tuo cammino è iniziato
E la notte è ancora giovane……
La notte è ancora giovane ed il tuo desiderio di abbandono, di guida è pari solo alla voglia che urla nel tuo corpo, stringendo il tuo ventre in una morsa di desiderio
Bagnando le tue cosce di odorosi rivoli di perversa eccitazione.
Hai provato, stai provando un desiderio che non credevi possibile
Hai provato, stai provando la rinuncia al piacere, all'orgasmo;
chiesta con una semplice parola, eppure imposta con più forza di mille ordini urlati
E questa attesa, questa umiliazione questo imbarazzo… è tuo, profondamente tuo e sai, ora sai che è ciò che da sempre sogni e desideri.
Mi siedo accanto a te, in silenzio, i rumori del pub affollato sembrano solo lontani echi che non ci appartengono; ora siamo Noi.
guardo il tuo volto che reca i segni di ciò che hai appena vissuto, i desideri di ciò che vuoi vivere;
il leggero trucco agli occhi sfumato dalle lacrime che hanno rigato il tuo volto,
il rossetto delicato divorato dalla furia dei sensi,
il rossore che imporpora le tue guance, testimone di imbarazzo e desiderio
so, senza bisogno di vederlo, che il mio odore brucia sulla tua pelle
il mio sapore incendia il tuo palato e la tua mente.
Ad occhi bassi, le mani compostamente posate in grembo, … aspetti.
Lentamente la mia mano si posa sul tuo volto, sfiora la tua guancia, il mio palmo aperto ti trasmette il mio calore.
Premi il viso contro la mia mano, abbandonandoti, sentendo la dolcezza del mio tocco, cogliendo in quella carezza lieve la fierezza che provo per come stai iniziando a seguirmi, per come stai iniziando a percorrere la tua strada.
Sentendoti a tua volta fiera e felice perché … sei tu, completamente tu, libera da vincoli e pudori, libera di essere ciò che sei, libera di vivere.
La mia mano abbandona il tuo volto, mi alzo, in silenzio; non servono parole, ti alzi seguendomi; usciamo,
la mia auto, il cicaleccio dell'allarme disinserito che urla nella notte,
apro galantemente la portiera invitandoti con un gesto a salire, sorridi appena mentre ti lasci accogliere da quel sedile da cui hai iniziato la tua strada, ti senti assurdamente "a casa", in pace con te stessa.
Mi siedo accanto a te, l'auto si avvia lenta, nessun suono tra noi, neppure uno sguardo, finchè … la mia voce rompe il silenzio,
una sola parola:
"mostrati"
Hai un sussulto, un brivido mentre le mani tremano, mentre un lieve timore stringe il tuo petto, timore di non aver ben compreso la mia richiesta, il mio ordine; paura di sbagliare, ancora una volta, sapendo che, forse, non verresti perdonata e tutto svanirebbe.
Lentamente, a capo chino, spiandomi di sottecchi per prevenire una mia reazione, slacci un bottone della camicetta, poi un secondo, lasciando che si apra sul tuo seno. I tuoi capezzoli tendono con alterigia la stoffa, erti e sensibili, fieri dell'eccitazione che mostrano, giocherelli con le dita con un terzo bottone, poi lasci scivolare le mani sul ventre, lentamente, sfiori le pieghe della gonna, lisci con delicatezza il tessuto, il palmo aperto che preme sulle tue cosce attraverso la stoffa; chiudi gli occhi, abbandonandoti contro lo schienale, gustando appieno queste emozioni.
Con lentezza esasperante lasci che le tue mani aperte facciano scivolare la gonna sulle tue gambe, scoprendole, mostrando le autoreggenti civettuole,
più su, a liberare la pelle candida delle tue cosce;
fermandoti, cercando di controllare il respiro, poi, lasciando sfuggire un gemito, il tuo bacino scivola in avanti sul sedile, lasciando che la gonna, trattenuta dalle tue mani, ti scopra completamente, accarezzandoti con quella stoffa ruvida che lenta sale liberando il tuo sesso da un inutile paravento, mostrandolo nudo e fremente, mostrando il tuo desiderio, fiera di sconfiggere i tuoi pudori.
Senti il mio sguardo scrutarti, scivolare lento sulla tua pelle, accarezzare il tuo seno che prorompe della camicetta, quasi implorando un tocco, sentendo la sericità delle tue calze, i brividi della tua pelle, mentre schiudi le labbra lasciando che il tuo respiro testimoni la tua voglia, la tua eccitazione.
Ma non basta ancora, e lo sai; vincendo gli ultimi pudori lasci che il tuo ventre scivoli ancor più in avanti, le natiche appena appoggiate al bordo del sedile, e schiudi le gambe, le apri a me, le spalanchi offrendoti, e non puoi impedire che il tuo sesso abbia un spasimo, che il tuo bacino si sollevi in uno scatto violento, per poi ricadere, grondante umori e voglia.
Ad occhi chiusi ti vedi come io ti vedo
Abbandonata sul sedile, il capo leggermente reclinato, gli occhi chiusi, le labbra appena aperte a lasciar filtrare sospiri appena trattenuti;
la camicetta semiaperta che mostra il tuo seno gonfio ed eccitato sollevarsi al ritmo del tuo respiro sempre più frequente sempre più eccitato, lasciando occhieggiare, spudoratamente, i tuoi capezzoli turgidi;
la gonna arrotolata in vita, le cosce impudicamente spalancate a mostrare il tuo sesso pulsante, i tuoi riccioli pubici grondanti umori e desiderio, le labbra gonfie di voglia che sembrano schiudersi, quasi parlare in una muta invocazione.
Immobile godi del mio sguardo, mentre l'auto corre nella notte, e non ti importa se sconosciuti possono rubare sprazzi di te, della tua perversione, del tuo essere femmina.
La mia mano sulla tua, la afferra severa, la trattiene per un lungo attimo e poi…
La posa sulla tua gola, le tue dita, strette dalle mie, serrano il tuo collo, stringi di scatto le gambe cercando piacere fisico in un contatto, che possa unirsi al piacere cerebrale che stai provando, per poi spalancarle ancora, sollevando di scatto il bacino in un lungo gemito roco.
La mia mano guida la tua, scendendo sul tuo petto, sfiora il solco tra i seni, mentre arcui la schiena, protendendoli, mentre muovi il busto cercando di sfiorare la tua mano, le nostre mani, con i capezzoli dolenti dal desiderio.
La mia mano guida la tua alla base del seno, seguendone la curva morbida, sentendo i brividi scorrere sulla pelle.
La mia mano guida la tua, finalmente, ad accarezzare i tuoi capezzoli;
con furia ora, stringendo le tue dita che li imprigionano, rilasciandole per sfiorarli piano, stringendoli ancora mentre fletti il busto portando repentinamente le tue dita tra le labbra, a bagnarsi di saliva e di nuovo sul seno, a lordarlo della tua umida voglia, a bagnare i capezzoli, rendendoli ancor più sensibili, abbandonandoli mentre le insegui con movimenti del corpo, tornando a torturarli dolcemente, ricominciando a sfiorarli in modo sfinente.
La mia mano guida le tue, con un gesto deciso, sulle tue gambe, muovendo le tue dita sulle calze, portandole a sfiorare l'interno delle cosce, con movimenti quasi impercettibili.
Le tue gambe si muovono in scatti incontrollati, seguendo le sensazioni che vivi, cerchi di protendere il ventre in avanti, sollevandolo, implorando una carezza impudica, ma le tue dita restano, imprigionate dalle mie, a sfinire di carezze le tue cosce, superando il bordo delle calze, scaldando la tua pelle, rubandoti brividi…
E finalmente porto i tuoi polpastrelli ad accarezzare i tuoi peli umidi di desiderio, a sfiorare le tue labbra gonfie di voglia.
Ora non puoi più trattenere gemiti violenti, mugolii sussurrati, parole senza senso.
Mordi le labbra con abbandono, tendi i muscoli del corpo, quasi a cogliere ogni minimo contatto, ogni emozione.
La mia mano abbandona la tua ora ma la mia voce ti guida con una semplice parola
"toccati"
frenetiche ora le tue dita esplorano la tua voglia
impetuosi i tuoi movimenti cercano il piacere
il tuo respiro violento tra gemiti e sospiri
le dita ansiose schiudono di colpo le grandi labbra
indice ed anulare a divaricarle, premendole,
il medio che scivola sugli umori copiosi, lento ora, poi rapido, salendo lungo la fessura, a trovare il clitoride, a sfiorarlo con piccoli tocchi lievi, a bagnarlo del tuo desiderio, a premerlo violentemente, e di nuovo, lentamente, a lasciargli scorrere attorno il polpastrello, mentre l'altra mano si impossessa del tuo seno, lo stringe con forza, bagna le dita nella bocca spalancata al piacere e torna a stringere il capezzolo umido di saliva.
Il bacino sussulta alla tua carezza oscena e perversa
Il mio sguardo brucia sulla tua pelle, eccitante e violento
Le tue dita si fanno frenetiche ora, le muovi quasi con rabbia, unite a premere il clitoride, a sentirlo scivolare sui polpastrelli, alla ricerca di quel piacere troppo a lungo negato, mentre la tua mente è accecata da immagini eccitanti.
Le tue dita che conoscono il tuo corpo, che sfiorano e, di colpo severe, stringono, dolore e piacere.
Pieghi le dita e sollevando di scatto il bacino .. entri in te, spingendo le dita a fondo, le nocche piegate che premono sulle labbra gonfie di voglia perversa.
Senti i tuoi umori colare sulle mani, bagnarti le cosce, il tuo odore che riempie l'aria intorno a te.
Ora entrambe le mani tra le tue gambe spalancate, dita che ti frugano, dita che premono e solleticano il clitoride, dita che ancora stringono mescolando piacere e dolore, mentre senti l'orgasmo avvicinarsi, avvolgere la tua mente in nebbia calda, soffocare il tuo respiro trattenendo gemiti.
Sussulti sul sedile, mimando l'amplesso violento che stai vivendo nella mente, e non importa se altri ti vedono, non importa se ti mostri a me come una cagna infoiata, non importa se sono solo le tue dita a darti l'agognato piacere.
Spingi con rabbia le dita in te, scopandoti davanti a me, premendole contro l'utero, restando immobile per lunghi istanti, uscendo piano lucida di umori mentre i tuoi muscoli ti imprigionano, e di nuovo, con rabbia, in te.
Accovacciata sul sedile, senza smettere di accarezzare il tuo corpo, di
.. masturbarti ..
questa parola brucia in te, mentre rossore d'imbarazzo vela il tuo volto, subito coperta da violenta porpora di desiderio.
Ora, ora la nebbia del piacere si fa densa, palpabile, ora i sussulti del tuo ventre si fanno continui, ora gli spasimi del tuo sesso si susseguono come onde di marea cattiva,
ora, ora stai per urlare al mondo il tuo piacere
il tuo sentirti femmina e puttana
ora stai per inondare la tua mano di umori densi e odorosi, e ….
"FERMATI"
quella parola, così temuta, fora come maglio la nebbia che ti avvolge, fingi di non sentire, forse hai capito male, non può essere, non puoi fermarti ora, non ora, i tuoi movimenti sincopati si fanno frenetici, quasi a rubare l'orgasmo prima di ..
"FERMATI SABRINA, ORA"
"no, no .. non posso, no" urli il tuo no, ma nell'istante in cui senti la tua voce gridarlo ….. il tuo corpo trema, la tua mano si allontana di scatto da te, lacrime improvvise rigano il tuo volto
frustrazione e rabbia certo, ma anche e soprattutto timore, timore di avermi deluso, di avermi perso forse ……
il silenzio tra noi
rotto solo dal tuo respiro ancora ansante, rannicchiata su quel sedile, aspettando che il tuo corpo riesca a scacciare la rabbia del piacere negato, a disperdere la voglia che ancora urla imperiosa, aspettando che la mente riacquisti lucidità …
negando l'assurda razionalità che ti grida di ignorare le mie parole, di lasciarti portare dove il tuo corpo vuole andare
ma ora non è più la razionalità che conta, ora è l'istinto, ora è ciò che sei, ora è la vera te stessa che ti fa restare immobile, in silenzio, impaurita dal poter perdere ciò che appena stai imparando a conoscere ed amare.
aspettando una mia parola, un mio gesto …
lentamente realizzi che l'auto è ferma, timidamente ti guardi attorno, un parcheggio, poche auto, l'insegna di un motel
non riesci a frenare i tremori del tuo corpo, frustrazione e timore, desiderio e rabbia
e quel silenzio ormai insopportabile
preferiresti mille volte urla feroci gridate sul tuo viso
preferiresti strappi violenti ai tuoi capelli
insulti, schiaffi, sculacciate, una punizione severa
ma quel silenzio, quel distacco, ti stringe il petto come una morsa
ma in fondo quale punizione può essere più dura di questa mia assenza?
Finalmente la mia voce, il suo tono basso, lontano ti fa vibrare come foglia al vento
"peccato sabrina, peccato, non sei ciò che pensavo e forse tu speravi, peccato"
rubi dal fondo della tua anima un filo di voce "…nno, nno la prego no, sto imparando, voglio imparare, amo tutto ciò, sono tutto ciò, non posso perderlo".
Vedo le lacrime imperlare il tuo volto, vedo la tua apnea piena di attesa
Lunghi istanti scorrono lenti
Poi, in silenzio, scendo
Apro la tua portiera
D'istinto, in un sussulto di pudore abbassi la gonna a coprirti, stringi la camicetta sul seno, poi, allontani le mani di scatto, temendo un altro errore,
"scendi"
ti affretti al mio fianco, la gonna scompostamente ti copre, spiegazzata, la camicetta semiaperta lascia intravedere il tuo seno assurdamente ancora eccitato
ti sfioro per un attimo, allacciandoti un solo bottone, mentre rabbrividisci nel freddo della notte, o forse al tocco delle mie dita
poi, in silenzio, mi avvio verso l'ingresso del motel, solo un attimo di esitazione, poi mi segui
sfidi a capo chino lo sguardo del portiere mentre attendo la chiave, i suoi pensieri lubrichi, i commenti che la sua mente formula su te, ciò che legge sul tuo volto sconvolto e segnato.
mi segui, ad occhi bassi verso l'ascensore, rannicchiata in un angolo
mi segui lungo il corridoio in penombra
lo scrocchio della chiave ti fa sussultare
apro la porta
"entra"
mi precedi lentamente, una camera elegante, accogliente, un salottino arredato con gusto.
Ti fermi, immobile, mentre passo accanto a te, sfiorandoti appena, sedendomi comodamente nella poltrona davanti a te.
Torturi nervosamente le mani, cerchi affannosamente aria che non trovi, il petto chiuso in una morsa di tensione.
"sabrina, scegli, puoi voltarti, uscire da quella porta, ti riaccompagnerò a casa e … tutto resterà un sogno appena iniziato, oppure ….. "
non mi lasci terminare la frase, senti le gambe cedere, i tremori scuotere il tuo corpo, la tua voce sussurrare: "la prego, la prego, voglio vivere tutto ciò, io sono tutto ciò".
Mi alzo lentamente, davanti a te, sfiorando piano le tue guance
Le mie dita leggere sfiorano le tue labbra, il collo, che si piega dolcemente offrendosi al mio tocco, i miei polpastrelli scivolano sui brividi della tua pelle aprendo con gesti misurati la tua camicetta, rivelando il tuo seno eccitato, che si solleva ansioso al ritmo del tuo respiro; torno ad accarezzarti la gola, in punta di dita, mentre cerchi di rubare quanto più possibile del mio calore, mentre schiudi le labbra assaporando il sapore delle mie mani, ma nessun suono potrebbe uscire, mentre stringi con forza i pugni per non urlare la tua richiesta, la tua implorazione.
La camicetta scivola sulla tua pelle, accarezzandola, rivelando il tuo corpo, le mie dita sfiorano la tua pelle, conoscendo i fianchi, le spalle, accarezzando delicatamente la schiena, e .. fiumi di desiderio colano tra le tue cosce, ti senti puttana, ti senti femmina come mai avresti sperato di poter essere, eppure bimba tremante davanti a me.
Io dietro te ora, le mie dita sul tuo collo, scostando i tuoi capelli, dita improvvisamente severe che ti fanno chinare in avanti, con severa decisione, verso quella poltrona da cui mi sono alzato; con durezza ora.
Il viso oltre lo schienale, le mani appoggiate ai braccioli, china in avanti, le gambe tese, appena divaricate, i muscoli che urlano nello sforzo di quella posizione innaturale.
Cerchi di frenare i tuoi tremori, mentre le tue mani stringono la stoffa della poltrona, cercando equilibrio, aspettando un gesto.
La mia mano, di nuovo dolce e leggera, che impudicamente solleva la tua gonna, le tue natiche offerte spudoratamente a me, la curva della tua schiena che, arcuata e tesa, invita carezze severe, il tuo ciuffo di peluria umida che spunta tra le cosce, rivelando ciò che provi in spasimi che non puoi celare.
Lascio scorrere le dita sulla tua schiena, solcando la curva leggera dei muscoli tesi, sfiorando il collo, e di nuovo lungo la schiena, richiamando brividi di desiderio, mentre inconsciamente spingi il bacino verso me, spudoratamente invitandomi, ondeggiandolo mentre divarichi ancor più le gambe, mostrandoti, offrendoti.
Un sibilo sconosciuto, una gelida morsa allo stomaco, paura, ora si, e se ti fossi lasciata prendere in un gioco troppo grande per te? E se non fosse ciò che sogni?
Lunghi attimi d'attesa, poi…. qualcosa accarezza la tua schiena, scivola lungo la spina dorsale, risale verso il collo, leggera, eppure nessuna dolcezza ti trasmette, ma severità, durezza.
La mia mano tra i tuoi capelli, costringendoti a voltare il capo, a guardare quell'oggetto, a riconoscere, con un sussulto, la mia cintura; sentirla posarsi sulle tue labbra, forzarle, bagnarsi nella tua saliva, mentre il tuo volto impallidisce
Torna ad accarezzare la schiena, lasciando scie umide, sfiora le natiche, scivolando nel solco, solleticando i tuoi peli umidi e, inaspettatamente, risvegliando ancor più il tuo desiderio.
Batte delicatamente sulle natiche candide, piccoli colpetti leggeri, che fanno tendere il tuo corpo, bloccano il tuo respiro.
La mia voce "sei certa della tua strada sabrina?"
Rispondi con voce tremante, non d'incertezza o di dubbi, ma d'eccitazione e d'attesa
"si, si, assolutamente si"
violento severo il primo colpo di cinghia si abbatte sulle tue natiche, lo senti bruciare improvviso, senti le lacrime spuntare nei tuoi occhi, i pugni che si serrano, i denti che mordono le labbra, ed un pensiero improvviso nella tua mente
"non ce la farò, non riuscirò a sopportare altri colpi"
ma prima che il pensiero si concluda un secondo colpo segna la tua carne, la riga di rosse strie
ed un terzo, un quarto
ora sei abbandonata contro quella poltrona, le braccia cedono sotto il peso del corpo spossato, il capo si appoggia a quello schienale, perso nel vuoto
e .. il nulla
silenzio ed immobilità, attesa
ed assurdamente comprendi di aspettare un altro colpo, realizzi quanta eccitazione e desiderio abbiano risvegliato in te, lo temi certo, sai che sarà doloroso, ma … lo vuoi, lo vuoi come null'altro al mondo e ..
eccolo
il sibilo che lo precede, i muscoli che si contraggono d'istinto, il violento bruciore che sfuma in spasimi nel ventre, in desiderio, voglia, eccitazione.
Passi, passi lievi dietro te
Io davanti a te ora, davanti al tuo volto rigato di lacrime, il mio sesso teso ed eccitato tra le mie mani, davanti al tuo volto, batte con durezza sulle tue guance, le sfiora perversamente, accarezza le tue labbra, forzandole mentre stringo i tuoi capelli
Io in te ora, ancora il mio sapore tra le labbra, nella gola, a spingere contro il tuo palato, a violare la tua bocca, soffocandoti, a muovermi con colpi rapidi in te, scopandoti in bocca
Voglia, voglia inaudita che esplode nel tuo corpo, nella tua mente, stringi i pugni per impedire alle tue mani di accarezzarti, vedo il tuo bacino ondeggiare nel nulla, inseguendo un sesso che brami ma che per ora non puoi avere
Stringo il tuo capo con forza tra le mani, mi approprio della tua bocca, come padrone assoluto, la uso, e quell'usarla, quel sentirti usata, quell'appartenere è ciò che vuoi.
Esco da te, di colpo
Senso di vuoto, mancanza improvvisa e bruciante di me
Ma eccomi, dietro te
Ecco il mio sesso sfiorare le tue natiche martoriate, eccolo accarezzare con il glande i tuoi peli pregni di te, eccolo farsi strada tra le grandi labbra sussultanti e frementi, battere sul clitoride impazzito, e, lentamente, scivolare in te, accompagnato da un lungo gemito
Accarezzato dalla stretta dei tuoi muscoli, invitato dai movimenti del tuo bacino
In te, fino in fondo, restando immobile, lasciandoti gustare l'essere piena di me
Uscendo piano, solo un poco, tornando in te con un colpo deciso, muovendomi, dettando il mio ritmo
Sempre più rapido
Sempre più frenetico
Mentre le mie dita stringono le tue natiche in una morsa cattiva
Mentre guidano il tuo bacino sussultante, mentre scavo in te, avvolto nella tua umida voglia
Ancora ed ancora
Un sussurro, mescolato a gemiti
"la prego.. posso? Posso? Ora posso?"
il mio "SI" ti esplode nella mente, spingi con forza contro il mio ventre, mordi con rabbia lo schienale della poltrona
la mia mano schiaffeggia le tue natiche già segnate
dolore e piacere
si piacere
piacere che finalmente non più negato esplode in un lungo urlo
in spasimi del tuo sesso che stringono il mio
in inattese apnee del tuo respiro, che preludono ad altri spasmi, a nuovi orgasmi ad ogni mio movimento in te
continuo a prenderti, mia fino alla fine, fino all'ultima goccia del tuo orgasmo
fino allo sfinimento da piacere
fino ad accasciarti su quella poltrona, respirando con affano, …… paga
ed allora, solo allora esco da te
davanti a te
il mio sesso ancora forza le tue labbra, con rabbia
ancora scopo la tua bocca
ormai al limite del mio piacere
che esplode sul tuo viso
tra le tue labbra
sui tuoi capelli
e la mia mano lo spande sulla tua pelle
ricoprendola di odori eccitanti
sollevandoti in piedi
stringendoti dolcemente a me
sussurrando
"questa è la tua strada sabrina"
e tu, ad occhi chiusi, stretta a me, rispondi in un sussurro "si Padrone".

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