lunedì 26 dicembre 2011

Intervista!

l'intervista fattami da Paola di My Secret Diary:




Le catene della mente

a cura di Paola Levi



     Nel suo blog Le catene della mente, scritto con parole in grigio chiaro su sfondo nero, Master E. si presenta dicendo solo che è "semplicemente Master E.". Quando gli chiedo qualche ulteriore dettaglio mi sorride e spiega che è difficile parlare di se stessi e quindi preferisce, attraverso i suoi racconti, lasciare che siano le sue parole a parlare raccontando chi è. Non vuole quindi essere identificabile, poi però racconta storie personalissime vissute in prima persona, rivelando anche emozioni e pensieri. "Di me", infatti afferma, "credo che questo blog dica molto". Qui si trovano infatti pezzi del suo passato che parlano di errori, amicizie vere e così via. Naturalmente Master E. preferisce svelarsi poco alla volta, a seconda di ciò che il momento gli riporta alla memoria o che le emozioni gli fanno sentire. Concordo e, come precisa Master E., questo è forse un modo per attirare ancora di più l’attenzione. "Del resto", mi dice, "credo che il sottotitolo tranches de vie dica tutto. Il blog racconta infatti pezzi della mia vita, a volte in ordine sparso".
     Master E. precisa comunque che questo blog, pur descrivendo un mondo affascinante e unico, non è però per tutti. Il motivo è semplice e illustrato dalla foto stessa dell’homepage di Le catene della Mente: una bella donna dal rossetto vivace ma elegantemente bendata e con catene che sembrano tenerla ferma.
     Quell’immagine, frutto di una ricerca elaborata, rappresenta la protagonista di quasi tutto ciò che Master E. scrive, con quel rossetto che in contrasto con il bianco e nero dona un fascino particolare e quelle catene che si stagliano sullo sfondo: catene che rappresentano ciò che viene banalmente definito come dominazione.
     Questo blog è quindi solo per chi si sente già un po' parte di questo mondo, pur magari dovendo ancora accettarlo. Infatti, coloro che amano questa sfera possono magari all’inizio avere logici timori, quasi spaventandosi di esser malati o anormali. Ma – come Master E. aggiunge sorridendo "E' giusto così, ci si passa, ci siamo passati tutti, tutto sta a comprendersi e accettarsi". L’importante è non aver mai paura di guardarsi dentro.
     Sotto il titolo Benvenuti, Master E. scrive: "Troverete parole, emozioni e sentimenti... Ciò che sono e ciò che vivo...". Ed è proprio questo il motivo per cui, nonostante ci siano tanti siti dove pubblicare racconti erotici, Master E. abbia deciso comunque di aprire il suo blog personale. Questo blog infatti non è un sito dove pubblicare i propri racconti erotici, ma un suo spazio personale in cui raccogliere tutto, non solo racconti passati o il suo presente, ma anche immagini, musica o pensieri.
     E in questo, Le catene della Mente è agevolato anche dalle etichette che servono a contraddistinguere diversi argomenti: Presentazione è per l'appunto una breve presentazione di Master E.; Racconti parla di storie vissute, esperienze del passato pian piano raccolte; Pensieri raccoglie semplicemente considerazioni, sensazioni e ricordi non necessariamente legati a questo mondo, a volte belli e a volte dolorosi, alcuni forse crudeli o dettati da un sentimento di rancore; infine Passo dopo Passo è il suo presente e ciò che sta vivendo.
     Tra le varie etichette, Master E. apprezza le mie domande proprio su alcuni scritti che fanno parte di Pensieri. Pensieri racconta infatti varie emozioni come ad esempio Oltre il velo, che parla di un sentire che sta pian piano nascendo e diventa più preciso nel tempo; Lacrime, che ricorda un pianto improvviso ma colmo di gioia; Avatar, che parla di un dolore diventato forse ingiustamente rancore e Milano da bere che racconta ricordi di gioventù molto personali e aggiunge riflessioni di adulta maturità.
     Appena dico a Master E. che apprezzo questa chiarezza delle etichette, lui aggiunge con un velo di tristezza sul viso:
"Ci sarebbe posto probabilmente per un'altra etichetta, per qualcosa che è sempre rimasto solo nel mio privato, che non ho mai voluto condividere, ma è giusto così e tale deve restare".
     Naturalmente condivido questa privacy in un blog che comunque racconta svariate emozioni, sulle quali Master E. invita ogni lettore a lasciare commenti. Ammette infatti che è bello avere un'interazione più diretta con chi legge, anche se si trattasse di critiche. E’ anche soddisfatto dal numero di lettori che, stando alle statistiche, sono in media circa un centinaio al giorno, con punte più elevate quando inserisce un nuovo post. Con i lettori fissi, alcuni dei quali sono amici reali, capita a Master E. non solo di scambiare email e chiacchiere ma anche a volte di incontrarsi davvero. Con altri lettori occasionali invece l’interazione è puramente online grazie a commenti o domande a cui Master E. cerca sempre di rispondere.
     Questo è infatti uno degli aspetti del blog che più gli piace. Master E. apprezza davvero conoscere altre persone, trovarne alcune che si sentono affini a lui, che vivono ciò che lui vive o che gli parlano dei timori nel viversi perché semplicemente non conoscono realmente questo mondo.
     Master E. crede comunque che non sia possibile descrivere il profilo del suo lettore tipo, perché - sebbene molti lettori arrivino qui per interesse nell’argomento trattato - altri giudicano questo mondo in base a stereotipi e in modo distorto. A questi Master E. si augura di riuscire a far comprendere che non è così.
     Non tutti infatti capiscono che la dominazione non parte mai dal corpo ma sempre e comunque dalla mente.
     La mente viene infatti imbrigliata in catene non per imprigionarla, ma al contrario per liberarne quella parte che molto spesso viene tenuta nascosta, a volte negata. Quelle catene sono in realtà catene volute perché solo così una donna può poi sentirsi libera di abbandonarsi, "libera di essere schiava". Purtroppo questo "non è facile da capire per chi non lo vive" ma, per chi invece vive questo mondo, "poi nulla è più come prima". Questo va naturalmente inteso in senso assolutamente positivo, sebbene purtroppo venga spesso frainteso.
     In questo mondo la benda, pur non essendo componente essenziale (proprio perché non ci sono regole predefinite), è tuttavia una componente importante. La benda non solo aiuta a dare sensazioni permettendo di cogliere odori, suoni, tocchi, sapori altrimenti spesso ignorati, ma contribuisce anche a vuotare la mente, aiutando così ad abbandonarsi e viversi.
     Nell’universo della dominazione, il tutto si gioca tra persone che si scelgono reciprocamente, instaurando poi un rapporto che va oltre il gioco di ruolo e arriva a comprendere e superare i propri limiti entrando così in una relazione molto personale, intima ed esclusiva. Quanto così si crea è "un rapporto profondo dove entrambi ci si svela, ci si confronta, si cresce". Pur se a prima vista l’impressione è quella che sia il Master a condurre "il gioco", lui precisa subito che "nella realtà non è così". Tutto infatti si basa su un comprendersi a vicenda crescendo. Questo implica sempre un forte coinvolgimento emotivo "per cui non credo esistano parole per definirlo".
Vogliamo definirlo amore? Quello più intenso e viscerale? "Non credo in questa parola, troppo facile leggerla sulle labbra altrui perché abbia ancora il senso vero. Nel web, nei social forum si legge continuamente di amore... no, non è amore questo tipo di rapporto". Ma, come conclude Master E., è sicuramente "totalizzante e non definibile a parole".
     Sicuramente questo rapporto richiede l’entrare in simbiosi con la partner, guidandola a scoprire "ciò che è lei". Quando quindi chiedo se il ruolo di Master è quasi quello terapeutico di un maestro che, grazie alla profonda comprensione della partner, riesce a farle scoprire quanto era nascosto in lei, Master E. annuisce e ammette che i commenti raccolti per esempio con il post Vacanza! sono stati per lui molto positivi, significando che non solo riusciva a cogliere le emozioni di chi gli era compagna in quel viaggio, ma anche a trasferirle in parole e trasmetterle.
     Questo è un percorso da compiere insieme, in cui l’erotismo puramente fisico è esaltato da un appagamento che è innanzitutto mentale, che nasce da ciò che si è.
     Del resto il post 16 ore dedicatogli da un'amica esprime come una donna possa sentirsi finalmente "libera tra corde e bende, mani che fermano il corpo ma non la mente". Una donna che si sente libera proprio nell’esser schiava, perché questo le permette di essere se stessa, esprimendo bene l’attesa, le tensioni, l’ansia, il desiderio e tutte le sfumature dell’erotismo.
     La dinamica Master/slave non può però esser racchiusa in ogni rapporto erotico, perché non tutti sono Master o slave. Può esserci un gioco, un gioco di ruoli, ma l’essenza della dominazione e della sottomissione possono esserci solo se entrambi nella coppia sentono in sé realmente tutto ciò. Se entrambi sentono proprio questo mondo, invece, tutto ciò può assolutamente tramutarsi in un rapporto duraturo, quello che solitamente si chiama amore vero.
     Del resto, come spiegato dal post Altro!, quest’andare oltre i limiti non è fonte di avventure banalmente carnali ma piuttosto di legami intimi e profondi. Che poi questi legami diventino davvero amore vero e durino nel tempo purtroppo dipende da mille variabili.
     Naturalmente condivido questa incognita e, comunque incuriosita dalle immagini che arricchiscono il blog, chiedo a Master E. con quale criterio scelga queste foto. Mi racconta che cerca di trovare immagini che in qualche modo riflettano sia le sue parole che le emozioni vissute. Alcune ci riescono e altre meno, altre ancora invece sono foto scattate e opportunamente rielaborate per questione di privacy, così come del resto anche i nomi e a volte i luoghi dei testi non sono quelli originali.
     Quando infine chiedo a Master E. quale colore sceglierebbe da associare all'erotismo, lui risponde il nero e subito aggiunge: "Non c’è un perché". Del resto mi aveva già spiegato che trova il nero elegante. Intuisco anche che il nero è proprio il colore che si vede con una benda sugli occhi, benda che "permette di percepire di più" e quindi, credo, di abbandonarsi e scoprire i più inconsueti toni dell’erotismo.

martedì 6 dicembre 2011

"Pioggia"!







Hai mai camminato sotto la pioggia?
Non correndo quasi a cercar di evitare le gocce,
… camminando …
a passi lenti, incurante dell’acqua che ti bagna il viso e infradicia gli abiti,
piano piano, un passo dopo l’altro
sentendo le gocce scivolare sul volto e lasciandoti cullare dai pensieri
Ti sei mai seduto sui gradini di un palazzo, incurante di bagnarti gli abiti, osservando umanità passarti accanto, con sguardi indifferenti o irridenti e sorrider tra te inseguendo sogni?
Hai mai visto Firenze da Boboli quasi sfumata dalla pioggia che la scherma ai tuoi occhi, appoggiando il mento sulle mani e guardando nel vuoto, mentre l’acqua ti lava il viso?
Hai mai percorso strade bagnate di pioggia su una moto, il vento tra i capelli umidi, il viso rigato di gocce, che possono e sanno nascondere lacrime, sentendo l’asfalto farsi insidioso, ad ogni curva, quasi sfidarti e… accettare quella sfida, piegando un po’ di più, cercando un limite, forse, inconsciamente cercando di superarlo, per poi flettere il polso, sentire il rombo del motore tra le cosce vibrare più forte e docile la moto raddrizzarsi… nel canto gioioso delle marce che salgono, con un sorriso sul viso, quasi la vittoria ad una sfida che per un attimo, solo per un attimo cancella quelle lacrime; una sfida che sai si ripeterà alla prossima curva senza sapere chi vincerà? E non importarti chi vincerà?
Hai mai fatto l’amore sotto un diluvio? Quando gli abiti sembrano incollati alla pelle e pare voglian resistere al desiderio che brucia? Quando pioggia sudore ed umori si mescolano, quando spalancando la bocca gridando un orgasmo lasci che quelle gocce colino in gola, quando ogni carezza scivola sulla pelle bagnata, quando ogni stretta sembra più viva e vera?
Hai mai sentito le sue gambe strette intorno ai tuoi fianchi, sentendoli fradici di pioggia e quasi nel timore di perder la presa sentirla stringer più forte entrando più profondamente in lei?
Sei mai rimasto steso su un prato bagnato, abbracciato a lei, dopo l’amore, tenendola stretta mescolando i respiri che rallentano, scostandole riccioli fradici dal viso per guardare i suoi occhi e sorriderle dolcemente?
Hai mai baciato le sue labbra sentendo assieme sapore di pioggia e lacrime e provare contemporaneamente tristezza e gioia?
Sei mai tornato, da solo, su quello stesso prato, sotto altra pioggia…ricordando?
Ti sei mai fermato davanti ad una cappelletta su una strada di campagna, fissando immagini Sacre, così in contrasto con la tua Fede troppo spesso “addomesticata” secondo le convenienze e lasciar scorrere lacrime sul viso, come gocce di pioggia, ricordando una Amica che non c’è più?
Mi volto indietro trovando in me tutto questo, in flashback e istantanee lontane tra loro nel tempo, sorrido… “ho vissuto”.