mercoledì 7 novembre 2012

Principessa ... Regina ... schiava ... puttana! (4° parte)







Dormi
….
Accanto a me
Ed il tuo corpo rivive in sogno, le emozioni vissute in questa nostra notte
Sapendo che mai rinuncerai a ciò
Alla vera te stessa
Principessa..Regina..schiava..puttana
I tuoi sogni si rincorrono galleggiando sulle sensazioni provate
Vergogna
Umiliazione
Desiderio
Ansia
Paura
Piacere … piacere … piacere
Dormi
Accanto a me, stretta a me, i nostri corpi allacciati in questa lunga notte.
Ti osservo dormire
Il volto rilassato, una espressione serena, piccoli movimenti del volto, rapidi movimenti degli occhi sotto le palpebre chiuse, muti testimoni dei tuoi sogni.
Dormi …
Minuti, ore forse
La mia mano che lenta solleva il lenzuolo, scoprendo il tuo corpo nudo, rannicchiato contro me, la mia mano che dolcemente scivola sulla tua pelle, accarezzando le tue spalle, la schiena, i glutei
Un leggero soffio sulla tua pelle, che inconsciamente rabbrividisce, mentre stringi ancor più il tuo corpo contro il mio, a cercare calore, protezione forse
Le mie dita leggere che giocano sul tuo corpo
Quel corpo che ho imparato a conoscere
Quel corpo che mi hai donato completamente, assieme alla tua mente.
Le dita scorrono sulla pelle, che ancora reca tracce asciutte del mio e tuo piacere, lentamente seccatesi sulla pelle, compenetrandola, quasi fondendosi con essa.
Dita lievi, insistenti, intriganti, che accarezzano i tuoi capezzoli, solleticandoli,
che seguono il contorno dei tuoi fianchi, stringendoli,
che disegnano le tue gambe, graffiandole piano,
che eccitano il tuo sesso, facendolo inconsciamente inumidire nel sonno.
Tra veglia e realtà
Senza capire se è sogno o vita
Senza renderti conto se realmente le mie mani stanno sfiorandoti o se solo la tua mante le vede e le sente.
Eppure restando immobile per timore che tutto svanisca.
Mi piace vedere il tuo corpo nudo ed addormentato sotto le mie dita
Mi piace scorgere piccoli movimenti dei tuoi muscoli al passaggio ed al tocco lieve dei miei polpastrelli
Mi piace scorgere la svettante eccitazione dei tuoi capezzoli
Amo sentire il tuo umido desiderio al contatto con la mia mano
Sapere che il tuo corpo reagisce mentendo alla tua mente,
senza svelarle se è sogno o realtà
O forse è il tuo cervello che mente al tuo corpo,
senza svelargli se è sogno o realtà
Persa in un limbo
Sospesa nel vuoto
Apprezzando ogni sfumatura
Ogni odore
Ogni carezza
Come se venisse dal nulla, come fossero solo fantasmi della tua mente
O forse benefici geni perversi.
Le mie mani, le mie dita, che ora si fanno più insistenti, più sfacciate, scivolando tra le tue gambe, sfiorando i tuoi peli già umidi.

Le dita audaci premono sulle grandi labbra gonfie di voglia, movimenti leggeri, senza destarti completamente, lievi movimenti circolari che rubano fremiti sussultanti, un insinuarsi sornione tra quei due carnosi fiori di voluttà, scoprendo il tuo umido desiderio, accentuandolo, sapendo che, nell'irrealtà tra veglia e sonno tutte le sensazioni, pur sfumate, vengono esaltate.
Il tuo clitoride, teso, eccitato, sensibile, ancor più sensibile dopo le carezze e gli orgasmi vissuti, si lascia accarezzare, titillare, circuire sfacciatamente, mentre il tuo corpo, nelle nebbie dell'irrealtà, si muove pigramente sul letto, completamente aperto a me.
Sfinenti carezze sul tuo clitoride, premendolo a lungo per poi negarmi appena, e riprendere ad accarezzarlo lievemente, alternando pressioni a lente evoluzioni delle dita attorno a lui, sentendo il tuo piacere scorrere copioso.
Il mio viso che sprofonda tra le tue gambe, inalando voluttuosamente il tuo odore di femmina, la lingua impertinente che ruba il posto alle dita, che si impossessa del clitoride, muovendosi lenta lo ricopre di densa saliva, con tocchi leggeri e via via più rapidi e decisi, per ritornare a lenti, umidi passaggi.
Spio il tuo volto, gli occhi chiusi, i muscoli distesi nel dormiveglia, eppure contrazioni improvvise rivelano i tuoi spasimi di piacere, accompagnano i miei movimenti, guidandoli quasi, con smorfie di disappunto quando i miei tocchi si negano o si fanno troppo leggeri, con espressioni estatiche, quasi preda di un sogno perverso, quando rapidi colpi di lingua, dolci e decise carezze aumentano il tuo piacere.
Lenta la mia lingua scorre sul tuo corpo semiaddormentato; non vuoi risvegliarti completamente, vuoi rimanere in quel limbo fatto di nulla, di sole sensazioni.
Cogli con nitida lucidità piccoli particolari a cui normalmente non presteresti attenzione, il lieve soffio dalle mie labbra sulla tua pelle bagnata dalla saliva, il leggero graffiare della barba che sta iniziando a ricoprire il mio volto, brividi incontrollabili che corrono sulla pelle, il leggero aroma del mio profumo, il fruscio delle lenzuola al contatto con i corpi.
Lascio che il mio viso, coperto dallo spuntare della prima barba mattutina, ruvida, dura, accarezzi i tuoi capezzoli, quasi carta vetrata che, muovendosi dolcemente, riesce a renderli incredibilmente sensibili, li irrita un poco per poi farli fremere al soffio del mio respiro, pronti a ricevere la carezza delle mie dita, della mia lingua.
Ti sfugge, nel semisonno, un lungo gemito a labbra chiuse, vedo la tua pelle rabbrividire, tremare, mentre lentamente ti faccio coricare su un fianco, incuneandomi dietro te, entrambi in posizione fetale, i sessi stretti l'uno all'altro, umido antro in attesa il tuo, sfacciato maglio eretto il mio.
Lenti movimenti del mio corpo verso te, il sogno che continua, la realtà che lo supera, una pressione costante che sfida il tuo inconscio, che ti apre, umida ed accogliente, scivolando in te, lentamente, molto lentamente, sprofondando dentro te e lentamente ritirandosi, per poi prenderti ancora.
Sogno e realtà si fondono
Movimenti dolci, lenti, eppure infinitamente eccitanti.
Così diversi dal tuo essere mia poco prima, niente impeto violento ora, niente selvaggio abbandono, ma un lento risucchiarmi in te per poi lasciarmi sfuggire, ben sapendo che in te tornerò.
Lento, come una marea, come la risacca che con moto perpetuo scivola a rubare granelli di sabbia per poi riportarli in mutevoli forme, ecco cosa provi ora, un senso di vuoto momentaneo al mio abbandono e subito il ritrovarmi in te, con emozioni sfaccettate, multiformi, mutevoli, ma sempre eccitanti.
Il respiro che ansima appena nel torpore del quasi risveglio, i muscoli che iniziano a guizzare scompostamente sotto la pelle, il piacere che cogli, stupendoti dell'intensità con cui cresce in te, così sproporzionato alla dolcezza del rapporto, eppure, forse per questo così violento, appagante, tranquillo ed accecante insieme.
I movimenti ritmati dei nostri corpi come in sogno, i respiri mai così violentemente ansanti come poco prima, ma che si rincorrono in un crescendo estatico, sospesi nel nulla, come in una bolla di sapone dove tutto è colore dalle mille sfaccettature, cangiante al mutare della luce;
la luce, sempre più intensa nelle nostre menti, più vivida, cresce con noi, esalta le sensazioni, accarezza le menti, blandisce ed eccita i corpi, fino ad esplodere in un bagliore accecante che vuota la mente trascinandoci nel nulla del piacere.
Un orgasmo sublimato dallo stato di limbo tra sonno e veglia, un orgasmo che ci coglie abbracciati e sussultanti riuscendo ad apprezzare ogni minima sfumatura del piacere e rendendolo così più intenso ed appagante.
Il mio seme su di te, ancora sospesa tra sonno e veglia, a godere fino in fondo di questa sensazione di appartenenza ed abbandono, a godere della mia dolcezza verso te, a godere delle attenzioni dedicate al tuo corpo, senza cercare di capire se è sogno, realtà o entrambi, ma limitandoti a gustarlo; lasciandoti poi scivolare lentamente ancora nel sonno più profondo, stretta tra le mie braccia, tu che da sempre hai odiato essere svegliata, sentire il tuo sonno disturbato, eppure che ora vorresti che ancora ed ancora venisse interrotto, vorresti sentirti ancora desiderata, coccolata, adorata, come poco fa, molto più Principessa e Regina che non schiava e puttana.
Ma sai che la nostra notte continuerà, ancora ed ancora, che ancora ed ancora tornerai ad essere Principessa .. Regina .. schiava .. puttana, con questo ultimo dolce pensiero, che dipinge un estatico sorriso sul tuo volto, sprofondi nel sonno, non senza cogliere, acuto, l'odore della nostra estasi che aleggia leggero nella stanza, non senza avvertire i nostri umidi piaceri unito che lentamente asciugano sulla tua pelle, muti testimoni non di un sogno ma di stupenda realtà.

Copyright febbraio 2004

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