domenica 11 novembre 2012

Principessa ... Regina ... schiava ... puttana! (5° e ultima parte)




                                                                                                                   (foto: Jiri Ruzek)


Dormi
….
Cullandoti nei sogni delle sensazioni vissute, nel desiderio di riviverle, di scoprirne di nuove.
I tuoi sensi intorpiditi dal sonno si stiracchiano mollemente nell'ovatta del dormiveglia, lentamente riprendi coscienza di suoni, odori, profumi.
Una musica di sottofondo, un blues ritmato, ti lasci rapire da quei suoni, riconoscendoli, B.B.King in duetto con Eric Clapton, il pezzo che sai che io amo, ti lasci prendere da quella magica atmosfera, allontanando il momento del risveglio, cacciandolo quasi, poi un profumo accattivante solletica le tue narici, caffè, forte, nero, profumato, sorridi tra te al pensiero di come io amo prenderlo, doppio, forte, poco zucchero e solo una nuvola di latte.
Ti stupisci di quante piccole cose sai di me, quelle all'apparenza più insignificanti, eppure…..
L'aroma del caffè ti seduce lentamente, una luce filtra attraverso le palpebre, infastidendoti, stringi gli occhi e hai le certezza del mio sguardo su te.
Apri lentamente gli occhi, volgi lo sguardo nella suite, mi vedi, seduto non lontano da te, in una poltroncina, avvolto in un accappatoio, un vassoio con due tazze fumanti accanto a me, sorrido guardandoti.
Sfacciatamente lascio scivolare lo sguardo sul tuo corpo nudo, lo stendi, mostrandoti, esibendoti, donandoti a me.
Mi alzo lentamente, una tazza tra le mani, sedendomi sul letto, qualche goccia di caffè nel cucchiaino che poso sulle tue labbra, le bevi, guardandomi, felice.
Ti accorgi di avere una gran fame, da quanto non sentivi tanto appetito al mattino?
Da quanto non restavi a letto sfacciatamente nuda davanti ad un uomo, senza provare l'impulso a sollevare il lenzuolo per coprirti?
Ti sfioro le labbra con un bacio, prendendoti la mano e facendoti alzare, nuda, splendida.
Ti guido lentamente verso il bagno, la Jacuzzi spumeggiante di mille bolle ti invita, mi sorridi entrando e lasciandoti cullare dall'idromassaggio;
mi volto ed esco.
Hai una smorfietta di disappunto, speravi che entrassi con te, ma torno poco dopo, con un vassoio carico, ricco, invitante.
Croissants, caffè, marmellata, frutta, un trionfo di breakfast.
Lo poso accanto alla jacuzzi, slaccio lentamente l'accappatoio lasciandomi guardare, il corpo abbronzato, non la strafottente abbronzatura da lampada, ma quel dolce colore ambrato, che rende liscia e profumata la pelle; entro lentamente, i miei occhi nei tuoi, le gambe che si incuneano tra le tue, i getti che scivolano sui nostri corpi, massaggiandoli dolcemente, risvegliandoli dal torpore della notte.
Non lascio il tuo sguardo mentre avvicino alle tue labbra un pezzetto di croissant profumato e caldo.
Non lascio il tuo sguardo mentre sorseggi piano il caffè, lasciando che il suo aroma ti riempia il palato, solleticando ogni papilla.
Non lascio il tuo sguardo mentre sfacciatamente accarezzo il tuo seno e le mie gambe accarezzano, tra i mille getti, le tue; insistenti, intriganti, invitanti.
Risate argentine, liberatorie sgorgano dalla tua gola, i tuoi occhi risplendono di felicità abbandonandoti a quelle carezze dolci, sensuali, ammalianti; gustandoti quel rilassante massaggio, la testa vuota, senza pensieri, senza tensioni.
Lunghi momenti, vissuti con piccoli gesti apparentemente insignificanti, dolci e sfacciati insieme.
Poi un sorriso sul mio volto, quel sorriso che hai imparato ad amare e temere insieme, mentre lentamente mi alzo, uscendo dalla jacuzzi, infilando un accappatoio e lasciandoti sola, per lunghi attimi, preda dei tuoi pensieri, dei tuoi timori, dei tuoi desideri.
La porta del bagno si riapre, entro lentamente, avvicinandomi a te, scostando i tuoi capelli, sfiorando il tuo collo e .. improvvisamente .. cingendolo di un alto collare in cuoio, che stringe la tua gola.
Mille sensazioni ti assalgono, sempre più ti stupisci dell'improvviso contrasto tra la mia dolcezza e la mia determinazione, mentre fisso un guinzaglio al collare, costringendoti ad alzarti, ad uscire grondante d'acqua, rabbrividendo eccitata nell'attesa di ciò che sarà.
Basta un mio sguardo per farti scivolare a terra, per spingerti a seguirmi a quattro zampe, ingoiando la tua razionalità che ti spingerebbe a rifiutare tutto ciò; NO, non ora, non più, ora questo è esattamente ciò che vuoi; essere completamente MIA.
La camera da letto ci accoglie, ti faccio stendere sul letto, fissando con strette corde le tue gambe e le tue braccia, aperte, spalancate a me; una benda nera sui tuoi occhi, lasciandoti in spasmodica attesa.
Lunghi, lunghissimi attimi, poi il rumore di una porta che si apre e si richiude, la netta sensazione che qualcun altro sia entrato, la vergogna nel mostrarti così, il desiderio di parlare, di chiedere, di sapere, ma la consapevolezza di dover tacere.
Fruscio d'abiti, rumori ovattati che popolano la tua mente di mille fantasmi, poi, lenta, una mano che sfiora il tuo corpo, imparando la tua pelle, non la mia mano, sei certa di questo, quel contatto sconosciuto ti fa rabbrividire pur facendo reagire il tuo corpo. Intuisci in un lampo che si tratta di una mano femminile, hai un sussulto, NO, non questo, sapevo che era un tuo tabù, ne avevamo parlato; vorresti dirlo, urlarlo, muoverti, ma qualcosa frena il tuo impulso; non le corde che legano la tua carne, non la benda sul viso, la mia mente, che senti in te, nella tua, che sussurra dolci parole, "abbandonati, lasciati andare, ascolta il tuo corpo, cancella paure e tabù".
E lentamente ti rilassi, lentamente lasci che il tuo corpo segua le sensazioni che quelle dita gli danno, lasci che l'eccitazione rinasca in te, favorita dal buio nei tuoi occhi.

Quelle dita sfiorano il tuo seno, solleticano i capezzoli, facendoli inturgidire, seguono la curva dei fianchi, delle cosce, portandoti inconsciamente a sollevare un poco il bacino, ad offrirti, conscia dell'umido desiderio che ti sta bagnando, conscia soprattutto del mio sguardo su te, che sai, senza vederlo, pieno di approvazione.
Senti il tuo respiro accelerare, rauchi mugolii sfuggire dalla tua gola.
Tu, tu cha mai avresti immaginato di lasciarti accarezzare da una donna, tu che mai avresti pensato di provarne piacere, tu che ora vorresti urlarle "toccami, accarezzami, baciami, fammi tua"
Questi pensieri attraversano in un lampo la tua mente dandoti brividi di eccitazione, il tuo corpo che scompostamente si muove sotto le sue dita, cercando di guidarle, di portarle dove più desideri, dove il tuo desiderio è più forte, e scopri che quelle dita ti assecondano, seguono i tuoi desideri, capiscono il tuo corpo portandoti verso il piacere.
Un'altra mano sui tuoi capelli, la mia ora, non puoi sbagliare, la senti, dolce e decisa insieme, sfiorarti i capelli, scendere sul volto, accarezzare il collare che ti stringe.
Serri i pugni con forza, conficcando le unghie nel palmo, ed improvvisamente strappo la benda dal tuo volto.
Stringi per un attimo gli occhi, poi li apri, vedendo lei accanto a te, nuda, sinuosa, che con dolcezza muove su te la sua mano, tenendo gli occhi pudicamente abbassati, il capo un poco chino coperto da un lieve rossore;
giri lo sguardo, mi vedi, sorrido fiero, e la consapevolezza che io sia fiero di te ti riempie di gioia.
Mi segui con lo sguardo, già vacuo dal desiderio e dall'eccitazione, mentre afferro la sua mano, allontanandola da te, posandola sul suo corpo; segui la mia mano guidare le sue dita sul suo seno, scoprendolo gonfio, i piccoli capezzoli rosei turgidi ed eccitati; vedi le mie dita premere sulle sue stringendo insieme il suo capezzolo, dolcemente, e ben sapendo ciò che lei prova, ciò che tu ora vorresti provare.
La sua mano, guidata dalla mia, scivola ora sul suo corpo, li, accanto a te, senza che nulla possa sfuggire ai tuoi sensi, alla tua vista, al tuo olfatto.
La sua eccitazione è palpabile, gliela leggi negli occhi, sulla pelle, nel velo di sudore che la copre, nel suo odore, nel suo respiro; la sua eccitazione assurdamente aumenta la tua, mentre vedi che porto le nostre mani tra le sue gambe, sul suo sesso, mentre la vedi aprirsi a se stessa ed a me, cogliendo improvviso l'odore del suo desiderio, vedendo le sue grandi labbra gonfie e frementi sfiorate dalle nostre dita, il suo clitoride ergersi, rosso e teso, urlante di desiderio.
Mentre vedi i suoi muscoli guizzare sotto la pelle, contrarsi mentre inarca il busto protendendo il bacino verso noi.
"stronzo, bastardo, porco" queste parole ti trafiggono la mente, ma sono parole dettate dal desiderio, dalla voglia, dall'umiliazione, e subito si trasformano, in implorazioni non dette, solo pensate, in richieste espresse solo con gli occhi, con i movimenti del tuo corpo, con ansimi soffocati del tuo respiro. Spingo lentamente il suo capo, portandola a chinarsi verso te, spalanchi la bocca in un muto urlo di desiderio, di attesa, mentre le sue labbra sfiorano il tuo seno, solo per un attimo, prima che la mia mano la sollevi un poco dal tuo corpo
Resta li, vicina a te, il suo respiro sul tuo seno, facendo fremere i tuoi capezzoli. Cerchi di inarcarti, ti raggiungere quella bocca; non importa ora che sia la bocca di una donna, non importa più nulla, solo ciò che senti in te e ciò che sai io voglio.
Resta li, vicinissima a te, eppure sembra irraggiungibile.
La sua mano continua a muoversi tra le sue gambe, sola ora, spinta dal suo desiderio, i suoi ansimi si trasmettono a te attraverso il suo respiro, mentre muovo il suo capo lungo il tuo corpo, sul collo, di nuovo sul seno, sempre più eccitato, sul tuo ventre che sussulta di spasimi incontrollati, sempre lì sempre vicina, sempre irraggiungibile.
Per un attimo ancora le sue labbra sfiorano la tua pelle, quasi una scossa elettrica che ti porta vicina ad un orgasmo, per un attimo la sua lingua spunta frugando il tuo ombelico, bagnandolo di saliva, solo per un attimo, prima che la mia stretta decisa la allontani di nuovo.
Ed ancora il suo respiro sul tuo corpo, ancora i suoi ansimi, i suoi gemiti, il suo avvicinarsi al piacere, lei stessa eccitata da tutto ciò.
Ora il suo viso sul tuo sesso, ora il suo respiro sul tuo clitoride, un soffio di calda eccitazione che ti fa mordere le labbra, sollevare scompostamente il bacino, sapendo che lei si sta inebriando del tuo odore, cogliendo dalle sue apnee seguite da respiri violenti il suo avvicinarsi al piacere.
Un brusco gesto la allontana da te, ti sfugge un "nnnoooo", subito soffocato da ansimi eccitati, rivolgendomi uno sguardo impaurito.
Afferro la sua mano, grondante di umori, la tengo stretta tra la mia, ignorando i sussulti del suo corpo per aver interrotto il suo piacere.
Ora è la sua mano che si avvicina al tuo corpo, che sfiora il tuo volto, il palmo aperto, viscido di bianco desiderio, ora è il suo odore che, inebriante, ti scoppia nel cervello, sporgi la lingua, cercando il suo sapore, lo cogli, lascio che la tua lingua scorra sulle sue dita, rubando il suo piacere, poi, di nuovo, muovo la sua mano, il palmo aperto, pronto ad una carezza, ma anche stavolta vicina, molto vicina ma ….. solo la sua ombra sfiora la tua pelle.
Disegna lentamente il tuo corpo, segue le tue curve, il tuo corpo solo un fascio di desiderio.
Ancora sul seno, ancora sul ventre, ancora li, sopra il tuo sesso, vicinissima eppure irraggiungibile. Resta immobile, tra le tue gambe spalancate, sopra il tuo sesso grondante, sul tuo clitoride eccitato, incurante dei tuoi gemiti, dei tuoi sospiri, dei sussulti del tuo corpo. Li, immobile, solo lievi movimenti delle dita sfiorano per qualche attimo i tuoi peli fradici, accentuando il tuo desiderio, portandolo più vicino al piacere, tu persa nella mia mente, agognando il tocco di mano femminile.
Un gesto deciso porta il suo capo tra le tue gambe, schiacciando la sua mano tra voi, liberando desideri troppo a lungo repressi.
Lei, come liberata dal mio gesto, lascia che le sue dita ti scoprano, ti frughino, aprendoti, divaricando le labbra grondanti, lei, lascia che la sua bocca si impadronisca del tuo clitoride, succhiandolo mentre la sua lingua lo vellica abilmente, lei, liberata dal mio gesto, lascia scivolare in te le sue dita affusolate, muovendosi in te, appropriandosi del tuo corpo, facendolo suo, NO, MIO, sai bene che tutto ciò è guidato e voluto da me, sai bene che neppure per un attimo ho smesso di rubare le vostre menti, di farle mie.
Ti abbandoni a quella bocca, a quelle dita a quel respiro, gli occhi dilatati, un gemito continuo dalle labbra, vedi il suo corpo accovacciato accanto a te, a darti piacere, vedi le sue natiche sussultare alla disperata ricerca, all'implorazione di un tocco, di una carezza; vorresti strappare quelle corde che ti legano, non per essere libera, ma per toccare quel corpo, per accarezzarlo, per restituirle in parte in piacere che ti sta donando.
Mi vedi avvicinare a lei, aprendo l'accappatoio, vedi il mio corpo nudo, il mio sesso teso, vicino alla sua pelle, un moto di gelosia, "NO, io lo voglio, non lei, non è giusto" ma la sua abile lingua, i suoi tocchi sensuali ti portano ad abbandonarti ancora, a lasciarti trasportare pur senza smettere di guardarmi.
Mi vedi giocare con il mio sesso sulle sue natiche, aprirle con le mani, frugandola tra le cosce con il mio membro, lasciandolo scivolare sui suoi umori.
Senti attraverso i suoi movimenti ed il suo respiro la sua eccitazione crescere, trasferirsi a te, unirvi.
Un sussulto violento del suo corpo ti dice che è mia; la sua bocca affonda nel tuo sesso
I movimenti della sua lingua si fanno più ritmati, sincroni con i miei, come se il mio sesso, attraverso lei, giungesse alla sua bocca, penetrandoti.
Non importa ora chi ti bacia, chi ti prende, chi ti da fisicamente piacere, sai bene che sono IO, sempre io.
Spalanchi gli occhi nei miei, vitrei di desiderio, la bocca aperta, riarsa, senza più voce, sussultando, tre corpi uniti, UNO.
Il piacere avvolge la tua mente come una nube, cancella tutto, solo sensazioni, emozioni, piacere.
Senti il mio corpo attraverso il suo, i nostri piaceri fondersi, aumentare, sublimarsi, fino …..
All'esplosione comune di urla e piacere, senti il suo corpo contrarsi e restare immobile, contemporaneamente al tuo, le grida di entrambe mozzate dello stesso orgasmo, una sensazione di pienezza, quasi che il mio seme, attraverso lei, riempisse anche il tuo corpo.
Lunghi attimi immobili, rifiutando quasi di riprendere coscienza, di tornare alla realtà, che piano si fa strada in noi.
Un movimento lento della mia mano su lei, una guida, un ordine silenzioso.
Scivola con il suo corpo su te, la sua pelle sulla tua, il suo sesso davanti al tuo viso, contro la tua bocca, odoroso di lei e di me, e lentamente le sue mani lo aprono, lasciano che il mio seme scivoli da lei, unito al suo piacere, sulle tue labbra, sulla tua lingua che avidamente lo lecca, assaporandolo. MIA
La nostra notte continua, pur dopo l'alba, verso il superamento di vecchi tabù, con gioia, con fierezza, MIA.

Copyright febbraio 2004

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