Finalmente, finalmente, dopo mesi di contatti virtuali,
corsi sul filo della tecnologia, e-mail, chat, telefono, finalmente ci
incontreremo, ti vedrò, finalmente non più solo icona su una lucida immagine
fotografica, finalmente non più tremulo fantasma attraverso una web cam.
Finalmente mi vedrai, la mia voce che tanto ami non più
filtrata da circuiti e chip, finalmente i miei occhi direttamente nei tuoi, a
rubarti l'anima, carpirla e farla mia, come tu vuoi.
L'auto corre e ti porta verso me, verso le sponde del mio
lago, quel lago Maggiore che tanto ti ho decantato, in un afoso venerdì di
Giugno, il traffico sull'autostrada ti scorre accanto, persa nei tuoi pensieri,
nei tuoi desideri, nei tuoi timori e rimorsi.
Ripensi alla scusa trovata per lui, per fuggire da lui, per
…… vivere …finalmente, anche solo per una notte.
Una scusa banale, che sembra aver accettato senza dubbi,
un'improvvisa convention sul lago, credibile essendo luogo noto per eventi e
convegni, due giorni, una sola notte lontana da casa.
Il cuore in gola mentre prepari i bagagli, lui che si muove
per la casa, affacciandosi ogni tanto alla porta della camera, tu che,
vedendolo, ti affretti a gettare nella borsa quell'intimo troppo audace che hai
appena acquistato pensando a me. Per un attimo il desiderio di rinunciare,
mandare tutto all'aria, cedere alle paure ed ai rimorsi ed inventare un feroce
mal di testa dicendogli "in fondo è solo una convention, sarà per un'altra
volta" ed abbracciarlo forte, lasciando che si stupisca per quello slancio
affettuoso.
Ma è solo un attimo, la mia immagine, le mie parole,
risuonano nella tua mente, assurdamente ti provocano spasimi di desiderio, ti
mordi le labbra, chiudendo con un gesto deciso il borsone, afferrando la
ventiquattrore, piena d'inutili carte infilateci solo per avvalorare la tua
scusa, ed esci con un bacio frettoloso; "stai attenta", "si,
stai tranquillo, ti chiamo appena arrivo in hotel".
Poi l'autostrada, che corre veloce, la tua mente ancor più
veloce, verso me, con me.
Controlli macchinalmente il tuo cellulare, speri in una mia
chiamata, la mia voce, dio mio come la desideri ora, dolce e decisa, sensuale,
forte, che sembra accarezzarti, coprirti, avvolgerti, in un manto di sensualità
ed eccitazione, racchiuderti in un bozzolo dal quale liberare te stessa,
piccola crisalide pronta a sbocciare, meravigliosa farfalla pronta a spiccare
il volo.
La desideri per rinfrancarti, per fugare ogni senso di
colpa, per aumentare la tua determinazione, per ….. eccitare il tuo corpo e la
tua mente.
Nulla, nessuna chiamata.
Il casello, esci, ti dirigi verso Stresa, ecco l'hotel, sai
che ho prenotato una camera a tuo nome, entri, check in, documenti, sali in
camera.
Ti guardi attorno, la camera è un'ampia suite, arredata con
gusto, un balcone affacciato sul lago, davanti alle isole, il sole che ti bacia
e ti riscalda.
Una rosa profumata ti osserva, ti avvicini, sfiorandone i
petali serici con la punta delle dita, vedi un piccolo biglietto, lo apri con
frenesia, lo leggi: "Benvenuta, una gioia averti qui".
Una gioiosa stretta al cuore, mentre non riesci a staccare
gli occhi dal biglietto, gustando il delicato profumo di quel fiore.
Ecco, finalmente il trillo del tuo cellulare, non hai
bisogno di guardare il numero, sai che sono io, la tua voce un pò roca, le
gambe improvvisamente tremanti
Dimentica di tutto ora
"Ciao cucciola, ti aspettavo, ben arrivata"
sussurri un "grazie" dandoti della sciocca per le
mille cose che vorresti dirmi e ti si strozzano in gola.
"passo a prenderti alle 20, per una serata speciale, la
nostra serata, la nostra notte, finalmente"
solo un "..si" dalle tue labbra, dio mio come ti
senti stupida, una 14enne al primo appuntamento, eppure, come è eccitante tutto
ciò.
Il sordo click della comunicazione interrotta, resti per un
attimo a guardare il cellulare, quasi potesse animarsi, farmi apparire davanti
a te.
Poi lo posi lentamente, apri il tuo borsone, sistemando con
cura l'abito da sera che hai portato.
Seducente, sexy, vuoi essere ammirata stasera, desiderata, e
sai che ti farò sentire speciale, sempre al centro dell'attenzione, io e te,
insieme. Che ti darò quelle emozioni che hai solo sognato, guidata dalla mia
voce, dalla mia fantasia, facendotele provare sulla pelle.
Si, Principessa … Regina … Schiava.
Un brivido, ti riscuoti, cerchi di sgombrare la mente.
Entri nel bagno, la grande vasca idromassaggio ti guarda
invitante, lasci scorrere l'acqua; su un piccolo tavolino in legno una ciotola
con tre candele galleggianti, le accendi, lasciando che il delicato aroma di
vaniglia riempia la stanza, ti immergi nell'acqua, i getti che ti accarezzano
il corpo, ti sfiorano la pelle, impetuosi eppure sensuali, ti muovi piano nella
vasca, offrendo il tuo corpo a quei getti, accompagnandoli sulla pelle,
cercandoli, lasciando che l'eccitazione che provocano cresca in te, lenta ed
inarrestabile. Osservi le lente volute di fumo levarsi dalle candele, salire e
perdersi, dissolversi come i tuoi pensieri che, confusamente, si librano,
cercando di immaginare, di vivere, la notte che ci aspetta; salgono in un
crescendo di eccitazione, di attesa, per poi svanire nella nuvola di
inconsapevolezza, di ignoto che sai preparerò per te, e tutto ciò fa volare il
tuo corpo, la tua mente.
Esci dalla vasca, il corpo gocciolante, osservandoti
lungamente allo specchio, ti vedi bella come non mai, gli occhi lucenti, la
pelle liscia, curata.
Il morbido accappatoio ti avvolge, come un caldo abbraccio,
poi lo lasci scivolare a terra, umido, osservandoti allo specchio, nuda.
Sollevi una gamba appoggiandola al bordo della vasca, lasci
scorrere la mano sulla pelle, accarezzando il collo del piede, il polpaccio,
spalmi con cura una crema idratante, profumata, dai piedi lentamente su, alla
coscia, al ventre, al seno, al collo, beandoti di quella carezza, gioendo
all'idea di prepararti per me; ami il tuo corpo, ed ancor più ami renderlo
affascinante per la nostra serata.
Ora quell'intimo che hai acquistato apposta, un leggerissimo
perizoma, quasi impalpabile, inconsistente, lo senti accarezzarti la pelle,
insinuarsi in te, tra le tue natiche, dandoti un brivido. Le calze ora,
sottili, velate, quasi una seconda pelle che esalta le tue gambe, le dita che
leggere le sistemano, i tuoi occhi che scrutano ogni minimo difetto. Perfetta,
così vuoi essere per me.
Ora l'abito, scelto con cura, elegante e seducente.
Circonda, alto e avvolgente, il tuo collo sinuoso, come un
morbido collare, lasciando le spalle e la schiena nude, modellando i tuoi seni.
Nero, di seta, lo senti scivolare sulla pelle, donandoti sensazioni inattese.
Scende sui fianchi, disegnandoli, per poi cadere morbido oltre il ginocchio,
frusciante, preludio di intime carezze, di emozioni.
Con cura spazzoli a lungo i capelli, raccogliendoli in una
lunga coda, sai che amo vedere l'ovale del tuo viso. Solo un velo di trucco,
come io ti ho chiesto e…sei pronta, ti ammiri allo specchio, con occhio
critico, ti piaci, sai di piacere.
Un occhiata all'orologio, le 20, lo squillo del telefono
della camera "La Signora è attesa nella hall", sorridi alla mia
puntualità "scendo subito, grazie", esci frettolosa, afferrando la
piccola pochette, l'ascensore, ed eccoti davanti a me, il mio sorriso, in cui
ti perdi, cercando di vincere l'imbarazzo; mi avvicino lentamente, prendendo la
tua mano, sfiorandola con un bacio a fior di labbra, che ti fa rabbrividire
"sei splendida, una Principessa". Arrossisci appena, inclinando la
testa con gesto vezzoso, si, così ti senti ora, una … Principessa.
Usciamo, davanti all'hotel una limousine nera in attesa,
l'autista tiene aperta la portiera, perso nei suoi pensieri, il cappello tra le
mani; lascio che tu salga, raggiungendoti.
Hai gli occhi lucenti, il cuore in gola, il viso arrossato
dall'emozione. Solo ora ti accorgi di non aver ancora detto neppure una parola.
L'auto si avvia lenta, il silenzio tra noi, senti i miei
occhi su te, il mio sorriso sfidarti quasi, volgi piano il viso verso me,
accorgendoti di trattenere il respiro, la mia mano che sfiora il tuo volto, le
tue labbra e lentamente ti avvicina a me, i volti vicini ora, molto vicini,
troppo
Un lieve bacio, timido quasi, ma che basta ad accendere
mille desideri, il tuo sapore in me, il mio in te, staccandoci per poi cercarci
di nuovo, sempre dolcemente, lasciandoci illanguidire da questo inizio di
serata.
L'auto si ferma, l'autista apre la portiera, scendiamo, in
riva al lago, un motoscafo ci attende; prendo la tua mano mentre avanzi
titubante sui tacchi a spillo, cercando di ritrovare l'equilibrio in armonia
con il lento ondeggiare della barca.
Il motore si accende, la riva si allontana mentre un isola,
piccolo gioiello incastonato nelle acque del lago, si avvicina rapida, le luci
tremule riflesse nell'acqua, che si dissolvono al passare dell'imbarcazione, un
pontile, un ristorante, entriamo.
Luci soffuse, una musica ovattata e piccole salette
caratteristiche, intime, rischiarate dalla calda luce giallognola di candele
che disegnano ombre sulle pareti.
Ci accompagnano al nostro tavolo, scosto la tua sedia,
mentre ti siedi la mia mano sfiora la tua schiena nuda dandoti brividi
inattesi, mi siedo di fronte a te, osservandoti.
Ti dai della sciocca per non aver ancora detto neppure una
parola, ma ora sono davanti a te, lasci che il tuo sguardo si perda nel mio, le
nostre dita si sfiorano, e lentamente il ghiaccio si scioglie, le parole
fluiscono più rapide ora, parliamo di tutto, di te, di me, di noi soprattutto.
Un cameriere si avvicina servendo due flute di champagne ed
attendendo le nostre ordinazioni;
Provi un attimo di allegro imbarazzo quando, con voce seria,
dico, guardandoti negli occhi: "forse come antipasto gradiresti una
julienne di carote non condita"?
Trattieni a stento una sussulto di risata ricordando un
nostro vecchio gioco che il cameriere non può capire, mormorando un "no
grazie" soffocato dal riso, ma sentendo un violento rossore imporporarti
il viso e, improvvisa, l'eccitazione coglierti al ricordo di quella prova
superata con fierezza; l'inizio della nostra avventura, del nostro percorso.
Ordino la cena, perdendomi nei tuoi occhi
Rapidi e discreti camerieri ci servono, quasi non ti accorgi
di ciò che mangi, tali sono le emozioni che stai vivendo. Si, una … Regina,
così ti senti ora.
Una gioia immensa, una felicità da bambina, quasi un estasi.
La cena finisce, ancora il pontile, ancora il motoscafo, di
nuovo verso riva, in silenzio.
I tuoi pensieri turbinano
Sei stupita della dolcezza della serata, del fatto che
nessuna parola, nessun gesto abbia neppur lontanamente accennato ai giochi
tante volte sognati insieme, tu tra le mie mani, lasciandoti plasmare, guidare,
sottomettere forse. Desideri che avevi sempre negato, che hai accettato con me,
con gioia.
Ma fino ad ora solo tanta tanta dolcezza, e tutto ciò ti fa
volare forse ancor più, vorresti abbracciarmi, restare stretta a me, in
silenzio.
Sbarchiamo, l'auto ci aspetta, saliamo. Hai un brivido di
freddo nell'aria della notte. Sorrido stringendoti a me. Rabbrividisci ancora,
non è il freddo ora, ma le mie braccia attorno a te.
Le nostre mani ci sfiorano, i nostri visi si cercano, le
nostre labbra si trovano, impetuose ora, come un torrente che travolge
improvvisamente un argine troppo debole per trattenerlo, senza più ostacoli, le
lingue frenetiche che si scambiano emozioni, frugando in noi, respiri sui
respiri, ansimi negli ansimi.
Il tuo corpo che reagisce ai miei baci, alle mie carezze, il
busto si inarca, i seni si protendono, quasi a chiedere, urlando, attenzioni
troppo desiderate, gonfiando la seta, tendendola a modellare il tuo corpo.
Le mie mani sulle tue, afferrando i tuoi polsi, con
decisione ora, portandoli dietro la tua schiena, facendoti sentire mia, ancor
più mia, chiudi gli occhi, abbandonandoti e, improvviso, un rumore metallico,
secco, una gelida stretta ai tuoi polsi, la rabbrividente sensazione di non
poterli muovere. Mia
Un brivido di paura ora, un gemito non di piacere, mentre
spalanchi gli occhi, vorresti chiedermi spiegazioni, capire, ma…
I miei occhi nei tuoi, profondi, sicuri, decisi, ti fanno
morire in gola le parole, ora non hai più paura, ora sai di non aver nulla di
cui temere, ora inizi ad apprezzare quella forzata immobilità decisa da me,
voluta da me.
Mi scosto appena da te, ammirandoti.
Le braccia che scompaiono dietro la schiena, premute tra te
e l'accogliente sedile in pelle, le braccia nude, le gambe graziosamente unite,
il seno incredibilmente eccitato che mi chiama, ed i tuoi occhi, i tuoi occhi
che ora assumono quella torbida espressione che hai scoperto in te, guardandoti
allo specchio mentre la tua mente volava con me, quella espressione che hai
imparato ad amare, a desiderare, quella espressione che rivela la vera te
stessa.
Dischiudi la bocca rovesciando mollemente il capo contro lo
schienale, abbandonandoti a me, senza smettere di guardarmi, respirando a
labbra dischiuse.
Lasci che il mio sguardo ti accarezzi dolcemente, sfiorando
il tuo collo, la gola, i seni eccitati, soffermandosi impudicamente sui
capezzoli tesi, evidenti, sfacciati.
Ti stupisci di quanto possa eccitarti il mio lento sguardo
sul tuo corpo.
Le mie dita scivolano su te ora, sui fianchi, sulle cosce,
mentre gemi sommessamente. Scostano l'orlo della tua gonna, accarezzando le tue
gambe, sollevano il tuo bacino scivolando sotto te, che ti sollevi,
invitandomi, con i gesti del corpo, a proseguire. L'abito scivola sotto di te,
cogli la piacevole sensazione della pelle del sedile sulla tua pelle, il
pulsare ormai frenetico del tuo sesso contro quella pelle, sulla mia mano. Si
la mia mano che ti sfiora, ti fruga, a tratti gentile a tratti decisa.
Il sottile filo del tuo perizoma, lo scosto lentamente dal
tuo solco, facendolo scivolare sulle tue natiche. Lo senti muoversi su te, in
te, scoprire il tuo sesso ormai umido di piacere, di desiderio. E le mie dita,
le mie dita che accarezzano le grandi labbra, gonfie, sensibili, frementi.
Il corpo rilassato, abbandonato a me, muovendo il bacino,
cercando le mie mani.
Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e…..
Il sottile divisorio che ci separa dall'autista scorre
lentamente, aprendosi, ti irrigidisci, vorresti chiedermi di chiuderlo, ma non
osi;
non sai cosa, ma qualcosa ti spinge a tacere, mentre un
violento rossore imporpora il tuo volto.
Il tuo corpo ora è teso, quasi un cerbiatto ferito che
aspetta tremando rannicchiato tra i cespugli. Tesa, sai che, alla fioca luce
interna dell'auto, l'autista potrebbe vederci dallo specchietto retrovisore,
cogliere la tua voglia, il tuo abbandono, capire che le tue mani sono legate
dietro la tua schiena ed intuire quanto ciò ti ecciti.
Ma ora le mie mani si fanno più decise, ora aprono il tuo
sesso umido, ora inconsciamente schiudi un poco le gambe, favorendo i miei
movimenti.
Non importa se lui può vedere, capire, non importa, ora vuoi
me, e soprattutto vuoi essere mia.
No, non mentire a te stessa, ti piace, ti eccita l'idea che
lui ….. forse ……. possa rubare attimi del tuo piacere, che lui possa
fantasticare con torbidi pensieri su di te, che la sua mente vada oltre ciò che
può vedere ……. forse ……..., o forse lui, assorto nella guida, professionale,
assente, non degna di uno sguardo quei passeggeri che trasporta, badando solo
al traffico, alla strada.
…… forse …… anche questa incertezza ti fa fremere.
Spalanchi la bocca trattenendo a stento un gemito mentre le
mie dita entrano prepotenti in te, scivolando sul tuo piacere, ansimi cercando
aria, la testa rovesciata sul sedile, le gambe che sempre più si aprono, il
ventre che si solleva e si abbassa, cercandomi, Volendomi, disperatamente,
mentre sotto di te la mia mano si muove abile, invadente, eccitante.
Poi ti abbandona,
per un attimo,
mi guardi, cercando di rallentare i battiti del tuo cuore,
ma ecco che ancora senti le mie dita scivolare sotto di te, sollevi il bacino,
ancora le mie mani sulle tue natiche, sul tuo sesso pulsante.
Una nuova sensazione sulla tua pelle, qualcosa di liscio,
freddo, un lampo nella tua mente, … le palline … , quelle palline cinesi di cui
tanto abbiamo parlato.
Hai appena il tempo di realizzare, di capire, che … le senti
scivolare in te, forzare il tuo sesso accogliente, entrare, riempiendoti, prima
una, poi la seconda.
Invadendo la tua intimità, colmandola, eccitandola.
Ora hai gli occhi sbarrati, persi nel nulla del desiderio,
li chiudi un attimo, per poi spalancarli nuovamente, guardando in viso l'estasi
che vuoi raggiungere, cogliere, fare tua. Il respiro mozzato dall'improvviso
piacere che stai provando, ti sembra, per un attimo, di cogliere lo sguardo
dell'autista nel retrovisore, arrossisci ancor più, il viso in fiamme, calore
improvviso sulla pelle, ma la sensazione di essere osservata accentua il tuo
desiderio, la tua voglia, mentre squassanti spasmi contraggono il tuo ventre.
Ti muovi sulla mia mano, che sapientemente fa ondeggiare le
palline in te, segui i miei movimenti, accordandoti con me; tolgo la mano, ma
il tuo bacino continua la sua danza oscena, imparando a dosare i movimenti per
trarre il maggior piacere, avvicino la mano al tuo volto, la mia mano pregna di
te, del tuo odore, del tuo sapore, la poso sulle tue labbra, fissandomi la tua
lingua la lecca, avida del tuo sapore, il tuo sguardo mi parla di desiderio, di
perversione, di abbandono; mi avvicino a te, la mia bocca sulla tua, la mia
mano tra le nostre bocche, assaporando lo stesso sapore, incuranti degli
sguardi furtivi dell'autista.
Ora, ora la tua mente è mia, ora il tuo abbandono è totale,
spalanchi le gambe, gemendo tra le labbra socchiuse, la tua lingua inventa
vortici estasianti sulle mie dita, tra le mie labbra; la tua bocca aspira la
mia saliva, il mio desiderio, me.
Lingue, dita, labbra, bocche; unite, cercate, desiderate,
assaporate.
Lasci scivolare il bacino in avanti, sul sedile, la gonna
scorre su te, scoprendo le tue gambe, l'intimo, il tuo sesso palpitante; le
apri ancor più, in un invito spudorato.
Ti sembra quasi di sentire lo sguardo dell'autista tra le
cosce, le palline che ti riempiono, il corpo abbandonato che trema in preda a
sensazioni impensate.
La mia mano, invadente accarezza lentamente l'interno delle
tue cosce senza più nessun impedimento, il tuo sguardo fisso sulle mie dita che
scivolano sulla tua pelle, quasi ad attirarle là dove vorresti; le vedi salire
lente, apri ancor più le gambe, sai che un'occhiata al retrovisore
permetterebbe all'autista di vedere il tuo sesso fremente ed umido, il perizoma
scostato, forse anche il sottile filo che unisce le palline …. Questo pensiero
ti provoca uno spasmo violento, che fa sussultare il tuo bacino, sollevandolo
di scatto verso l'alto, per poi ricadere, spossato, accompagnato da un grido
gutturale, estendendo il capo, i muscoli del collo tesi, il desiderio che
aumenta ancora, e la mia mano, la mia mano che maleficamente evita di sfiorarti
lì, lì dove più brami.
Si avvicina, lenta, accarezza le pieghe dell'inguine,
ridiscende, per risalire ancora, toccare per un attimo i tuoi peli riccioluti
ed umidi, e di nuovo si allontana.
Muovi scompostamente il bacino, sempre più rapidamente,
spingendolo verso … il vuoto, quasi a mimare un coito immaginario che solo la
tua mente sta vivendo, gustando … per ora;
spingi sulle punte dei piedi, sollevando i talloni,
alzandole ginocchia piegate, completamente divaricate, come a trovare la
posizione più consona ad essere penetrata in profondità, quasi ad appropriarti,
con la mente, del mio sesso agognato, o almeno delle mie dita sfuggenti, il tuo
capo che si muove scompostamente, a destra e sinistra, la tua coda che
ondeggia, mormorii, grida, ansimi.
Suoni inarticolati dalle tue labbra, sempre più alti, sempre
più rochi.
Ormai anche volendo sarebbe impossibile per l'autista non
comprendere ciò che provi, ciò che desideri ardentemente, ciò che VUOI.
Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e…..
Il sottile divisorio che ci separa dall'autista scorre
lentamente, richiudendosi.
La mia mano sul tuo capo ora, lo guida con decisione,
facendoti chinare su di me, i polsi sempre imprigionati dietro la schiena, la
tua bocca contro il mio ventre, la mia mano che libera il mio sesso, posandolo
sulla tua guancia, sulle tue labbra.
La mia pressione sul tuo capo aumenta leggermente ….. ma non
serve, la tua bocca è già aperta, accogliente, bramosa, scivolo in te, sulla
tua lingua, circondato dal caldo abbraccio della tua saliva, scivolo in te,
fino in fondo, fino a solleticare la tua gola, sollevando poi appena il tuo
capo, per subito spingerlo di nuovo contro me, fino in fondo.
Le mie mani ti guidano, mentre scomodamente rannicchiata sul
sedile, cerchi di controllare il tuo desiderio, di frenare gli spasimi del tuo
ventre, di addomesticare le palline che sembrano esplodere in te squassandoti.
Torturi le mani tra quelle manette che ti serrano i polsi,
vorresti farle scorrere sul mio corpo, tra le tue gambe forse, ma sai bene che
anche questa forzato immobilità ti eccita ancor più.
Più veloce ora, più veloce, mentre la saliva scivola dalle
tue labbra
Più veloce, mentre il mio sesso pulsa nella tua bocca, più
veloce, mentre lacrime colmano i tuoi occhi, lacrime di desiderio
Di piacere
Di umiliazione forse,
quell'umiliazione complice che hai desiderato e sognato da
sempre,
non imposta ma condivisa, voluta.
Più veloce, ancora più veloce, stringendo le labbra,
aspirando il mio sapore, cogliendo sulle tue labbra i battiti del mio cuore
attraverso il mio sesso gonfio e pulsante, cercando di succhiarmi l'anima, con
l'orgoglio di dimostrarti abile, esperta, di dimostrarti femmina, fino in
fondo.
Femmina con tutto ciò che di positivo comporta questo
termine.
Nella foga dell'estasi scivoli dal sedile, rannicchiata ai
miei piedi ora, i polsi che dolgono leggermente, le braccia intorpidite dalla
posizione costretta, il corpo che freme portato lontano dal solo piacere di
avermi nella tua bocca, di sentirti presa da me.
Il trovarti così, quasi per caso, ai miei piedi ti da
sensazioni violente, sempre più forti, le palline ora, con il corpo quasi
piegato in due, premono con forza in te, riempiendoti, la tua bocca inventa
sublimi arabeschi per rubarmi il piacere, coglierlo, berlo, farlo tuo.
Più veloce, più veloce ancora, ormai senza più respirare, a
che serve l'aria, l'ossigeno, la vita, se hai me tra le labbra, se puoi
respirarmi?
Più veloce ancora, i miei colpi ormai sembrano penetrarti
l'anima
Più a fondo, colpi decisi, le mie dita che stringono i tuoi
capelli, con forza, facendoti sentire che sei mia, completamente mia
Ed ecco, uno scatto deciso del mio corpo, arrestandomi di
colpo in te, poi colpi rapidi, in successione, tenendo con forza il tuo capo
tra le mani, e un fiume caldo che riempie la tua bocca, scivola sulla tua
lingua, in gola; cola dalle tue labbra, sul mento, sulla gola, bagnando l'alto
colletto del tuo abito.
Un violento orgasmo ti esplode nel cervello, inatteso forse,
un orgasmo della mente più che del corpo, ma non per questo meno intenso ed
appagante, anzi, forse più appagante di molti altri.
I muscoli del tuo viso improvvisamente contratti, quasi a
fissare l'estasi sul tuo volto, il collo teso, il corpo scosso da spasmi simili
a singulti incontrollabili, che muovono scompostamente le tue membra, le unghie
conficcate nel palmo delle mani, il respiro che si blocca per lunghi istanti,
per poi fluire impetuoso ed incontrollato, portando con se gemiti convulsi,
suoni inarticolati, soffiando dalle narici dilatate, e dalla bocca che ancora
avvolge il mio sesso, per poi di nuovo bloccarsi, quasi ad imporre un silenzio
che meglio ti faccia essere partecipe delle sensazioni provate, quasi un
sospendere tutti i tuoi sensi nel limbo del piacere, enfatizzarli, quasi
estraniandosi da tutto, sublimandosi nel piacere, e di nuovo esplodere,
soffiare, violento, impetuoso, dalle tue labbra sul mio sesso.
Un orgasmo dovuto alla gioia ed alla fierezza di avermi
portato al piacere, di esserti dimostrata abile, di esserti donata a me senza
tabù
Un orgasmo dovuto all'eccitazione che da troppo cresceva in
te.
Un orgasmo dovuto alla situazione, al realizzarsi di
fantasie troppo spesso negate e temute.
I muscoli che si rilassano, il respiro che si acquieta, il
viso finalmente disteso mentre ancora hai me tra le labbra, bevendomi, gustando
il mio sapore, il mio piacere, con calma ora, con consapevolezza di ciò che
stai facendo; aspirando lentamente, sentendo l'acre sapore, leggermente salato,
scivolare in te, lasciando che il mio piacere scivoli lentamente dalle tue
labbra, per poi, con gesto aggraziato e impudico, raccoglierlo con la lingua,
guardandomi, sfrontata, impudica.
Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e…..
Il sottile divisorio che ci separa dall'autista scorre
lentamente, aprendosi ancora.
Hai un sussulto
Sei lì, accucciata ai miei piedi, le mani ammanettate dietro
la schiena, il mio sesso tra le labbra, il mio seme sulle pelle, il mio sapore
in te, l'odore dei nostri corpi, del nostro piacere che impregna l'abitacolo, e
l'autista che non può non vederti.
Ma questa volta non te ne curi, lasci, indecentemente, che
la tua lingua continui a cercarmi, a detergere il mio piacere dalla pelle, a
lasciarlo scivolare in gola, il viso sollevato verso me, la gola morbida
mostrata, esibita, i muscoli che sussultano mentre inghiotti, saliva, piacere,
sesso.
E tutto ciò ti fa fremere, vibrare, eccitare nuovamente.
Lì, ai miei piedi schiava, si così ti senti ora: … schiava,
ma senza timori, senza costrizione; consapevole e consenziente parte di un
gioco che abbiamo creato assieme, condividendolo, e che ci porterà lontano,
insieme.
Sollevi lentamente lo sguardo verso me, i nostri occhi
s'incontrano, sorrido, dolcemente, mi sorridi, dolcemente.
Ora sai che la nostra notte è iniziata ………………..
Ora sai che le mille emozioni, le molteplici sfaccettature
che aspettavi e bramavi si stanno realizzando, come sognavi, forse di più,
facendoti sentire, di volta in volta, turbinosamente ………
Principessa…Regina…schiava; forse…puttana.
Copyright febbraio 2004
da brivido! stupendo nei dettagli. al tempo in cui è stato scritto non avrei immaginato fosse possibile. oggi si, ma questo non toglie niente al cuore in gola e al piacere che mi ha dato la lettura.
RispondiEliminaComplimenti!
blucats
Si Giulia, stupendo, non tanto nei dettagli ma nel viverlo. e se hai la fortuna di farlo credo tu lo sappia bene
RispondiEliminagià, viverlo è qualcosa che "segna" e ti cambia la vita.
RispondiEliminadopo non sei più la stessa.
I dettagli nel contesto del tuo scrivere sono serviti a dare immagine e spessore per chi legge.
Anche se sono stata "aiutata" dal mio vissuto, questo non toglie il piacere della lettura e di certo il piacere di chi ha realmente vissuto quei momenti.
Grazie di leggere qualcosa che in pochi comprendono. I più si perdono in dinamiche fini a se stesse, così scarne e vuote che ci rimbomba dentro la voce..
cats
Bè lieto di esser tra quei "pochi" che sanno vivere in questo modo questo mondo e felice che tu lo sappia cogliere
RispondiElimina