giovedì 11 ottobre 2012

Principessa ... Regina ... schiava ... puttana! (2° parte)







SI, ora sai che la nostra notte è iniziata ………………..
Ora sai che le mille emozioni, le molteplici sfaccettature che aspettavi e bramavi si stanno realizzando, come sognavi, forse di più, facendoti sentire, di volta in volta, turbinosamente ……… Principessa…Regina…schiava, …………………puttana forse….……
un sommesso click, un ronzio e….. 
Il sottile divisorio che ci separa dall'autista scorre lentamente, richiudendosi nuovamente, riportandoci in quell'intimità che credevi essere la sola che permettesse ai tuoi sensi di liberarsi, di essere vivi.
Ancora soli nella limousine che corre silenziosa nella notte. 
Tu ancora accucciata ai miei piedi, il mio sapore ancora sulle labbra, il mio piacere che bagna la pelle del tuo viso, il tuo collo, che macchia il tuo abito; la mia mano sfiora il tuo volto, leggera, ti aiuta a sollevarti di nuovo sul sedile. 
Mille emozioni turbinano nella tua mente, fremono sotto la pelle: 
eccitazione folle per ciò che hai appena vissuto
vergogna al pensiero di ciò che l'autista abbia potuto vedere e cogliere
paura immaginando cosa potrei portarti a fare, 
soprattutto paura verso te stessa per la netta sensazione che ….… lo farai ….. provandone un piacere immenso 
Ti abbandoni sul sedile in pelle, chiudendo gli occhi per un istante; i polsi ancora stretti dietro la schiena, imprigionati da quel freddo acciaio, e … le palline ancora in te, che si muovono ad ogni tuo minimo spostamento, ad ogni contrazione, anche involontaria, dei tuoi muscoli, riaccendendo la tua eccitazione. 
Sollevo lentamente le tue gambe, posandole sulle mie, sfilo piano le tue scarpe, accarezzando i tuoi piedi velati da quelle calze che valorizzano così bene le tue gambe. Lascio che la mia mano scivoli lenta sulle tue gambe, leggera, accarezzandole. 
Senti, pur ad occhi chiusi, il mio sguardo su te, che non ti abbandona, sfacciato, indecente, mentre la mia carezza si fa più dolce ed insistente. 
Riapri gli occhi lasciando che i miei rubino i tuoi, che ne rubino le emozioni nascoste per entrare ancor più nella tua mente. 
Lasci che i muscoli si rilassino, apprezzando la lenta carezza, ma non potendo, nel contempo, frenare un tremito leggero. 
No, non è timore, è ansia, è attesa, è consapevolezza che la nostra notte continuerà e che tu sei pronta a seguirmi.
Le mie dita iniziano ad abbassare una calza, la senti scivolare sulla pelle, rabbrividendo, la vedi sfilarsi con gesto aggraziato dal piede; 
poi l'altra, 
le vedi nelle mie mani, le lascio cadere a terra davanti a me, dove poco prima tu, in ginocchio, mi davi piacere, prendevi piacere, MIA.
Quel pensiero ti da spasmi improvvisi al ventre, il desiderio si riaccende prepotente, la bocca si schiude, i muscoli si contraggono, pur conservando uno sguardo smarrito, da tenera cucciola che aspetta, con ansia, con gli occhi spalancati, ciò che avverrà; 
che vuole, con tutta se stessa che ciò accada, abbandonandosi alle mie mani. 
Le mie mani, le mie mani che lente si muovono sulla tua pelle, cogliendone i brividi, il desiderio, appropriandosi del tuo calore,
le mie mani che salgono indecenti, scivolando sotto l'abito, più su, verso quell'intimo acquistato apposta per questa serata, già zuppo del tuo piacere, salgono verso il tuo sesso che anela le mie dita, che vuole essere accarezzato da me, frugato, posseduto. 
Abbandonata sul sedile, la bocca aperta, ritmando il respiro con i fremiti del tuo corpo, gli occhi spalancati nei miei, fissi e vacui nel piacere, seguendo ansiosa ogni mia mossa, aspettandola, anticipando con la mente ogni mia carezza, quasi a gustarla appieno prima ancora di averla. 
La mia mano finalmente s'impossessa del tuo perizoma fradicio, inizia lentamente a sfilarlo, fissandoti 
come a sfidarti a fermarmi, 
o ad invitarti a chiedere di più. 
In silenzio, senza neppure la forza di parlare, sollevi il bacino, lasciando che il perizoma scivoli, umido, sulla tua pelle, sulle gambe nude, lo sfilo lentamente ed anche lui cade frusciante davanti a me, accanto alle tue calze.
L'abito ormai sollevato in vita, le gambe dischiuse, il tuo sesso offerto, impudicamente, esibito dall'ondeggiare del tuo bacino; i tuoi occhi che urlano il desiderio, che implorano il piacere.
Vedo le grandi labbra gonfie di desiderio 
I peli riccioluti imperlati di umori, 
il clitoride teso, svettante, impertinente quasi.
Violente contrazioni di desiderio fanno vibrare il tuo sesso, che si schiude lentamente contornato dall'appiccicaticcio miele della tua voglia, per tornare a contrarsi, per poi schiudersi di nuovo, boccheggiante, ansimante, quasi bocca in attesa; non d'aria, non d'ossigeno, ma …di me. 
Lascio che le mie dita sfiorino il tuo umido e roseo fiore, sentendolo vibrare, sfidandoti con gli occhi a rimanere ferma, vedendoti cedere al mio sguardo, al tuo desiderio, al piacere. 
Ondeggiando ancor più il bacino, sollevandolo in una danza oscena, spudorata, cercando le mie mani mentre dalla tua gola sfuggono inarticolati suoni gutturali; premi con i piedi contro mie gambe, sdraiata sull'ampio sedile, inarcando la schiena, aprendoti senza pudore, felice ed eccitata nel mostrarti a me. 
Afferro il filo che unisce le palline, tirandolo lentamente a me, muovi le anche, stringi con forza i muscoli, quasi ad impedire che sfuggano da te seguendo inesorabilmente la mia mano. 
Ti senti dilatare leggermente, la pallina che spunta dal tuo sesso, lucida di umori, vorresti poterla spingere ancora in te, trattenerla, ma….le tue mani sono legate, il tuo corpo è mio. 
Stringi con forza le gambe imprigionando la mia mano, ti guardo severo, senza parlare; con un sussulto le riapri lentamente mentre con un sordo suono la prima pallina esce da te strappandoti un gemito di disappunto subito soffocato.
Continuo a tirare con inesorabile lentezza il sottile filo, ancora quel senso di lieve dilatazione, ancora la seconda pallina che si affaccia umida al tuo sesso, ti sfugge un "..nno, ti prego".
Sorrido, le mie dita lentamente la risospingono in te, muovendola contro le pareti grondanti del tuo sesso, facendola roteare, strappandoti convulsi mugolii, ansimi, gemiti; facendo contrarre i tuoi muscoli come spasmi tetanici, per poi rilassarli improvvisamente, ma solo per un attimo, solo fino alla nuova carezza indecente, violenta, possessiva. 
Ed ecco che…. 
Improvvisamente…. 
con un colpo deciso strappo da te anche la seconda pallina.
Un sussulto, un grido, un senso di vuoto, ma subito il desiderio si riaffaccia prepotente, spalanchi le gambe ora, sollevando il bacino, allargando le ginocchia piegate, "ti prego, ti prego, ti prego", sorrido dolcemente lasciando che le mie dita giochino con i tuoi peli ricoperti di piacere e desiderio, tirandoli leggermente, strappandoti piccoli gridolini, ed ecco, senza preavviso, le mie dita entrare in te, prepotenti, decise, sicure, eppure dolci insieme, spingono in te, allargandosi, per poi richiudersi e sfilarsi piano e di nuovo sprofondare in te, riaprendosi, ruotando, premendo fino a sfiorare il collo dell'utero, solleticandolo appena.
I tuoi muscoli contratti, la bocca aperta in una smorfia di piacere perverso, senza più respirare, lasciando che le spasmodiche sensazioni che partono dal tuo ventre si diffondano in te scoppiando nel tuo cervello, dipingendo sul tuo volto la maschera del piacere;
spingi con forza contro la mia mano, impossessandotene, pretendendola mentre dai tuoi occhi una muta preghiera mi chiede di non smettere, di concederti il piacere, di permetterti di raggiungere un nuovo orgasmo, fisico questa volta e non solo mentale come poco prima.
Sussulti del tuo corpo, movimenti delle mie mani, che si fondono, si accordano, crescono insieme, tutto si confonde e si annebbia alla tua vista, spii, tra spire di piacere che vela il tuo sguardo, ogni mio movimento, temendo che decida di negarti il piacere, muovi il tuo corpo, cercando di rubare il piacere, di impossessartene, più veloce, ancora più veloce ……
uno squassante orgasmo ti coglie improvviso, facendo sussultare tutto il tuo corpo in movimenti incontrollati, intuisci attraverso la nebbia del piacere la tua voce che urla, mentre contrazioni sempre più violente accompagnano il tuo orgasmo, quasi a prolungarlo indefinitamente, a spingerlo verso l'infinito, fino …. a lasciarti spossata, ricadendo sul sedile, le cosce bagnate di umori, odore di sesso nelle narici, sudore salato sulla tua pelle mentre ancora le mie mani, dolcemente ora, accarezzano il tuo sesso donandogli gli ultimi sussulti di piacere, apprezzando le violente contrazioni del tuo sesso che spremono le ultime gocce di piacere da te, riversandolo copioso sulle mie dita. 
Lentamente il tuo respiro rallenta, riprendi coscienza del tuo corpo, del battito del tuo cuore, dello scorrere del sangue nelle vene, pur sussultando ancora agli ultimi spasimi di piacere; sussulti improvvisi, che scuotono il tuo bacino con movimenti involontari ed incontrollabili, non abbandoni mai i miei occhi, donandomi, con uno sguardo, tutta te stessa; uno sguardo di gratitudine, di sottomissione, di fierezza, di perversione, mentre una calma rilassante si fa strada in te, dando pace al tuo corpo, gioia e serenità alla tua mente … per un attimo, solo per un attimo. 
un sommesso click, un ronzio e….. 
Il sottile divisorio che ci separa dall'autista scorre lentamente, riaprendosi.
Ti irrigidisci realizzando che sei sdraiata sul sedile, l'abito sollevato in vita, il sesso scoperto, nudo, mostrato indecentemente ed ancora pregno di te, le cosce umide di piacere e … quell'odore, quell'esaltante ed aspro odore di sesso che impregna l'aria.
Senti il tuo volto imporporarsi di vergognoso rossore, trattieni il respiro sfuggendo ogni sguardo, chiudi gli occhi, pur sentendo ancora in te quella lieve eccitazione che già ti ha colto nell'essere ….. 
mostrata,
esposta a possibili sguardi estranei, 
pur senza avere la certezza che quegli sguardi si siano posati su te. 
Mi chino in avanti verso l'autista, poche parole, "possiamo tornare, grazie" 
un sommesso click, un ronzio e….. 
Il divisorio si richiude. 
Volto il viso verso il finestrino, abbassandolo un poco, una fresca folata entra, accarezzando la tua pelle nuda, facendoti rabbrividire, ti ignoro ostentatamente, mentre tu vorresti stringerti a me, abbracciarmi, baciarmi; 
ed ancora l'ansia ed il timore dell'ignoto ti assalgono: quando libererò le tue mani? Vorresti chiedermi di abbassare il tuo abito, di aiutarti a ricomporti, ma la mia ostentata indifferenza ti chiude in gola le parole, ed improvvisamente ti senti gli occhi colmi di lacrime; lacrime di vergogna, di appagamento, di timore, di ansia, di paura, si di paura, non per ciò che potrà essere, ma assurdamente per il timore che io ti giudichi non all'altezza, che io sia rimasto deluso da te, che ti giudichi indegna di essere mia. 
A questo pensiero non puoi trattenere un singhiozzo soffocatoti odi per come ti mostri, debole, indifesa quasi, 
tu che sei abituata da sempre a primeggiare;
si, un singhiozzo che odi ma che non puoi evitare; ti mordi le labbra, cercando di ingoiare le lacrime che scorrono sul tuo volto, lente e calde, quasi a scavare un solco sul tuo viso, mentre il tuo corpo sussulta in incontrollati singhiozzi.
Lentamente mi volto verso te, il mio sguardo cerca il tuo, 
dolce ora, consolatorio.
Sfioro il tuo viso, con dolcezza, abbasso il tuo abito sulle cosce, coprendole, e ti aiuto a rialzarti, stringendoti a me; 
assurdamente il tuo pianto aumenta, i tuoi singhiozzi scuotono il tuo corpo stretto al mio, un pianto di gioia ora, uno sfogo all'eccitante tensione accumulata, la certezza che la nostra notte continuerà. 
Un lieve sussulto e l'auto si ferma, hai un tremito, la portiera si apre e realizzi di avere ancora i polsi bloccati dietro te; mi guardi con sguardo implorante e sottomesso insieme, in silenzio prendo da dietro il sedile un'ampia mantella in seta e la drappeggio sulle tue spalle, celando alla vista altrui le tue braccia, i tuoi polsi, quei lucidi oggetti di sofferenza e piacere. 
Scendo lentamente poi allungo una mano prendendo dolcemente il tuo gomito per aiutarti a scendere; mi guardi smarrita lanciando uno sguardo alle tue scarpe che giacciono a terra assieme alle calze, assieme al tuo perizoma fradicio. 
Una stretta leggera al tuo braccio, "vieni" 
Il tuo sguardo corre ininterrottamente da me a quegli oggetti all'autista che, ritto e silenzioso attende. 
Mille pensieri nella mente, come potrai entrare così nell'Hotel?
A piedi nudi, il viso segnato da mille emozioni. 
Riuscirai a nascondere le tue braccia imprigionate? 
Cosa penserà di te l'autista trovando quegli oggetti nella sua auto?
Ma nonostante tutto chini un poco il capo e scivoli fuori dall'auto, il ruvido asfalto del parcheggio dell'hotel sotto i tuoi piedi nudi, la portiera che si richiude, imprigionando sensazioni vissute con una intensità impensata. 
Ti avvii al mio fianco, cerchi di assumere un'andatura normale, disinvolta, di celare la posizione costretta delle braccia. 
Senti il viso paonazzo per l'imbarazzo, sai di essere molto poco presentabile, il volto sfatto dal piacere, il trucco colato dalle lacrime, il mio piacere ormai asciugato sulla pelle, invisibile e che pure senti presente come un marchio di fuoco sul viso, il colletto dell'abito macchiato dal mio seme e quei piedi nudi, senza neppure le calze, che ora sfiorano tremanti il pavimento di marmo della hall. 
Un assonnato portiere aspetta, guardandoti, fissandoti tra lo stupito ed il libidinoso. 
Gli leggi in viso il suo silenzioso giudizio, …  avvampi ancor più; sussurro al tuo orecchio "chiedi la chiave cucciola" con voce tremante mormori "la 427 grazie", il portiere accenna ad un sorriso professionale ma non può nascondere i commenti che gli si formano nella mente e gli si dipingono sul volto; 
ti porge la chiave, protendo la mano afferrandola, "grazie, buonanotte" e ci avviamo verso l'ascensore, stretti l'uno all'altra.
Senti il suo sguardo sulle tue natiche, quasi sapesse della tua nudità, quasi vedesse le tue cosce su cui sta asciugando il tuo orgasmo, quasi sentisse l'acuto odore di femmina che si leva dal tuo ventre appagato eppure nuovamente eccitato da tutto ciò. 
Hai un sussulto violento, quasi un nuovo orgasmo mentale a questi pensieri, 
mai avresti pensato di vivere una situazione simile,
mai e poi mai vorresti averci rinunciato, 
mai e poi mai potresti rinnegarla.
Sorridi voltandoti verso me, avvicinando la bocca al mio collo, posando il capo sulla mia spalla e sussurrando
"… grazie".
Ti guardo sorridendo,
una coppia non più giovane aspetta l'ascensore, senti la mia mano scivolare sulle tue natiche, accarezzandone la rotondità, apprezzando la nudità sottostante, muovendo il leggero tessuto sulla tua pelle; sfioro le tue dita, le tue mani, i tuoi polsi ….
Uno scatto silenzioso e ….. 
ti ritrovi le mani libere.
Assurdamente non le muovi, quasi a prolungare quell'immobilità forzata, mentre la mia carezza si fa più indecente, più intima, sfidando con uno sguardo sorridente l'ignara coppia accanto a noi. 
L'ascensore arriva, si apre, lascio passare la coppia, 
poi te, con un accenno di inchino e ti seguo. 
Ti appoggi alla parete mentre premo il pulsante del 4 piano e chiedo alla coppia dove deve andare, "al 4° anche noi grazie" rispondono.
Sorrido lasciando che la mia mano s'insinui tra te e la parete, scivolando sulla tua schiena nuda, fissandoti con desiderio, spudoratamente, senza cercare di nascondere ciò che desidero. 
Sei imbarazzata, tremante, eccitata, tesa. 
Senti lo sguardo di disapprovazione della coppia, 
disapprovazione per l'eccitazione e l'appagamento che leggono sul tuo volto
per il tuo trucco sfatto
per i tuoi piedi nudi e quell'abito macchiato
sai che tra poco, soli, commenteranno acidamente la tua immoralità, eppure non ti importa, nulla importa,
nulla 
Solo la mia mano che sfiora la tua pelle 
Che ora scende sulle natiche, 
che senti sfiorare l'orlo del vestito 
e…. 
un toc sordo sul pavimento 
chini la testa 
tutti gli sguardi seguono il tuo 
e vedi…… 
le … palline …. a terra … tra i tuoi piedi 
quasi fossero scivolate da te 
vorresti piangere dall'imbarazzo 
urlare 
graffiarmi, forse coprendomi di insulti 
ancor più quando con voce soave dico 
"tesoro guarda cosa ti è scivolato, le tue palline del piacere" 
aggiungendo con voce improvvisamente dura "RACCOGLILE" 
trattieni un singulto, senti le lacrime riempirti gli occhi 
ma  ti chini con gesto aggraziato, le raccogli e ti sollevi, porgendomele, a capo chino. 
Vorresti che l'ascensore aumentasse la sua corsa
Che fosse gia arrivato 
Che tutto ciò fosse finito
Che fosse già il passato
NO
Non puoi mentirti
Vorresti
Vuoi
che tutto ciò continui
Che l'eccitazione che tutto ciò ti da aumenti
Che l'umiliazione e l'imbarazzo a cui sei portata ora si trasformi in quell'esaltante piacere che ormai conosci bene.
Sollevi piano lo sguardo verso me, con un gesto di complicità, prendi le palline dalle mie mani, le avvicini al volto annusandole con desiderio ed uno sguardo estatico, poi, fissando spudoratamente la coppia, lasci che la tua lingua rubi le memorie del tuo sapore che ancora le ricoprono.
L'ascensore si arresta con un lieve sussulto, la porta si apre e la coppia esce in fretta, quasi fuggisse dai demoni dei loro tabù, sussurrando a denti stretti "puttana".
Prendo il tuo viso tra le mani, guardandoti con sguardo pieno d'orgoglio
"brava, si, hanno ragione loro, stasera, stanotte, con me, per me e solo per me sei la mia puttana, la mia schiava, ma anche la mia Regina, la mia Principessa"
infilo la chiave nella porta della nostra stanza, la apro, entriamo abbracciati e sorridenti richiudendola alle nostre spalle.
Tremi di felicità, ……. La nostra notte continua, ancora ed ancora ed ancora…..

Copyright febbraio 2004

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