mercoledì 11 luglio 2012

"Innocenza e Perversione"! - (3° parte)







Tu al suo fianco, e la notte è ancora giovane
Tu al suo fianco a ripercorrere quelle strade poco illuminate, in una Parigi che vive e che vuoi vivere
Senti quel tuo fuseaux nero, indossato senza slip, umido di te, avvolgerti il ventre, insinuarsi in te
Muoversi ad ogni passo, perversamente eccitante, accarezzandoti, sfiorandoti,
Senti la voglia appena appagata riaccendersi
Senti ancora nella bocca il suo sapore e la luce si riaccende nei tuoi occhi al ricordo di ciò che perversamente hai appena vissuto.
Lo segui, attraverso quelle vie sconosciute, verso l’ingresso della metropolitana
Scendi con lui lungo quelle scale, in attesa lungo quei binari, con poca gente attorno a voi, chiedendoti cosa ancora ti porterà a vivere
Cosa ancora saprai vivere, vuoi vivere
Con un cenno ti indica di salire su una carrozza, assurdo quel silenzio tra voi da quando siete usciti da quel locale, assurdo eppure eccitante
Ti invita a sederti ma … non si siede accanto a te, resta in piedi, più lontano, pur fissandoti
Mentre la metro parte prende il suo cellulare, capisci che vuole che tu faccia altrettanto (per fortuna a Parigi le linee cablate permettono le comunicazioni anche nel metrò)
Squilla
Lo guardi
Lo ascolti mentre ti fissa da lontano
Mentre la sua voce calda risveglia il tuo corpo, mentre le sue parole ti guidano
Mentre il tuo viso si accende d’imbarazzo al sentire ciò che dice, chiede e … davanti a te uno sconosciuto, perso nei suoi pensieri
Ascolti le sue parole al cellulare
E sul filo di quelle parole lo segui
Accavalli le gambe, come lui ti chiede, al ritmo ossessivo delle sue parole contrai le cosce, rilassandole poi, ed ancora le contrai
Una carezza sfinente
Una lenta masturbazione nascosta
Sentendo il tessuto morbido dei tuoi pantaloni impregnarsi di te
Sentendo la tua voglia pulsare violenta nel ventre
Fissandolo e sentendo su te lo sguardo di quello sconosciuto
Che forse capisce, sospetta, pur se finge di nulla
Il ritmo delle parole di Enrico accelera e tu con lui aumenti i tuoi movimenti nascosti
Senti il tessuto teso sulle labbra gonfie di voglia, infilarsi tra loro, premere sul clitoride turgido e sensibile
Più rapide le sue parole, più veloci i tuoi movimenti segreti
Mentre schiudi le labbra respirando più in fretta
E lui ti chiede di slacciare quel giubbino, guardandoti con un perfido sorriso
Senza smettere quegli eccitanti movimenti slacci il giubbottino, lo apri un poco, sai cosa vuole
Vuole che mostri il tuo seno eccitato gonfiare quel top
Che mostri i tuoi capezzoli tenderlo e premere, testimoni della tua voglia
Ora lo sguardo dello sconosciuto è più attento
Ora non può sfuggirgli il tendersi e rilassarsi dei tuoi muscoli sotto quel tessuto leggero e aderente
Non può non capire dal tuo viso ciò che senti
E le parole di Enrico si susseguono, eccitanti, evocando sensazioni, ricordando ciò che hai vissuto
Promettendo ciò che vivrai
E tu persa nei suoi occhi, da lontano sei sua
Poi …
Una lunga pausa
Silenzio
Lo guardi interrogativa, da lontano
Rabbrividisci per un attimo sentendolo chiederti … scandendo bene le parole
Di …
Schiudere lentamente le tue cosce, ORA
Hai un attimo di esitazione
Sai che quel fuseaux così attillato, nero, non può celare quella macchia di umida voglia che traspare
Sai che lo sconosciuto la vedrà
Capirà
Trattieni il respiro, il viso di porpora, ma lentamente, fissando gli occhi di Enrico
Schiudi le gambe
Lasci che sia palese ciò che senti
Lasci che quella voglia che macchia i tuoi pantaloni si mostri
Mentre il tessuto bagnato avvolge il tuo sesso, lo stringe, ne disegna le forme, scava in te
E senti gli occhi dello sconosciuto su te
Quasi in te
Imbarazzo
Un po’ di timore
…eccitazione perversa
e ancora le parole di Enrico al cellulare
“alzati valentina, ora, raggiungimi”
ti alzi di scatto
ti avvicini a lui lungo la carrozza
seguita dallo sguardo lubrico di quello sconosciuto spettatore della tua voglia
il cuore in gola
il corpo teso
l’attesa
sei davanti a lui ora
sembra ignorarti
per mantenere l’equilibrio ti afferri alle maniglie, sollevando il braccio,
lui si sposta dietro te
lentamente senti il suo ventre premere sulle tue natiche
senti il suo sesso teso, gonfio di voglia, premere, invitare, eccitare
le sue mani sfiorano i tuoi capelli, accarezzano le tue spalle
ti stringono contro lui
facendoti voltare verso di se
senti il suo ventre premere il tuo accompagnato dai sussulti del treno in corsa
lo senti muoversi sfacciatamente, quasi a scoparti nella notte di quel metrò
lasci che l’istinto ti accenda
accompagni i suoi movimenti
lo inviti, lo cerchi
lo vuoi
e non bastano certo pochi strati di tessuto a frenare la tua voglia, la vostra voglia
il metrò si ferma
ti prende per mano
scendete
la stazione semivuota
ti guida lungo scale mobili
corridoi
in silenzio
verso… un bagno
entrate, quasi di corsa, in quel bagno deserto
non ti importa che sia pulito
non ti importano odori che schiaffeggiano le tue narici
ora vuoi lui
non importa dove o come
la porta di uno stretto bagno si chiude alla vostre spalle, le tue mani appoggiate alla parete di fronte
le gambe aperte, le natiche protese verso lui
la sua mano decisa
su quel fuseaux, tra le tue cosce
a stringere
frugare
eccitare ancor più
mentre un roco gemito sfugge dalle tue labbra
con un gesto deciso abbassa i tuoi pantaloni
il rumore della sua zip
il turgore del suo sesso sulle tue natiche
tra le tue natiche
più giù, a bagnarsi della tua voglia, a scivolare sul tuo sesso fradicio
ad occhi chiusi la tua mente ti vede come sei
china contro quella parete
i pantaloni abbassati a metà coscia
le gambe aperte e il suo sesso a frugarti
le sue mani afferrano i tuoi fianchi
lo senti spingere
ti senti aprire
piano
lentamente
ti mordi le labbra mentre la mente è annebbiata dalla voglia perversa di sentirlo in te
spingi verso lui
ma perversamente ti sfugge
solo la punta del suo sesso in te
quasi a farti illudere e … aspettare
volti il capo verso lui
fissandolo
quel sorriso che ormai conosci sul suo volto,
le tue labbra si schiudono
parole sgorgano dalla gola
chiedendo
“scopami, ti prego scopami, voglio il tuo cazzo, voglio godere come una cagna, scopami”
non ti importa se oltre la porta di quel piccola bagno altri possono sentire, giudicare
non ti importa di nulla
solo di … sentirti colmare, prendere fino in fondo
sentirti scopata nel cervello oltre che nella figa fradicia
ma i suoi movimenti sono sempre lenti, misurati
guardando i tuoi occhi, sfidandoti quasi
senti lacrime bagnarti gli occhi
rabbia e desiderio violento
mentre ancora spingi le tue natiche contro lui, cercandolo
e ancora le sue mani strette ai tuoi fianchi ti frenano, ancora sfugge
e la sua voce ora
che odi ed ami
la sua voce incalza
chiedendoti cosa vuoi, chiedendoti cosa sei
chiedendo …
il tuo cervello ormai avvolto dalla nebbia calda dell’eccitazione
il corpo scosso da sussulti di desiderio che vogliono essere appagati
oltre ogni vergogna ed imbarazzo ora
chiedi, ancora
chiedi di essere fottuta come una cagna
urli quasi il tuo piacere di sentirti puttana tra le sue mani
e ad ogni parola uno spasmo più forte nel ventre
voglia che cola tra le cosce, bagnandole, e lui un po’ più in te
…  le tue parole ora, senza nessun imbarazzo
anzi con il sottile perfido piacere di dire ciò che altre volte avresti voluto dire, ma il timore di esser giudicata ti faceva rimangiare
e ancora ad ogni parola lui un pò più in te
e finalmente un colpo deciso
finalmente sentirlo sbattere contro l’utero
finalmente le sue mani forti serrare i fianchi e guidarti
contro lui
più veloce
più in fondo
e …
di colpo esce da te
trattieni il fiato, aspettando di sentirlo ancora in te
di sentire ancora aprirti e prenderti
ma..
inatteso il rumore di una zip
inatteso lo scrocchio di una serratura
ti volti mentre lui apre la porta di quel piccolo bagno ed esce, rimanendo fuori, immobile, la porta aperta a guardarti
ancora china, appoggiata a quella parete
ancora con i pantaloni abbassati
e il ventre che pulsa umido
gli occhi pieni di lacrime di rabbia vera ora
e il viso rosso di imbarazzo temendo che qualcuno passi e veda
con gesti bruschi, senza guardarlo, sollevi i pantaloni
ti odi quando il tessuto, stringendo il tuo sesso bagnato di voglia, ti procura un inatteso brivido di piacere
ti volti verso lui passandogli davanti senza guardarlo
a ancora quella parole che con lui spesso ha urlato nella tua mente
STRONZO! STRONZO, VAFFANCULO!
Con passi decisi esci da quel bagno
Cercando di ingoiare lacrime di rabbia
Senza pensare
Guardando i binari vuoti della metrò
E fulminando con uno sguardo i pochissimi passeggeri che aspettano un treno
Cazzo non sai neppure che treno prendere
Improvvisa senti la sua presenza dietro te
La sua mano a sfiorarti i capelli
Le sue dita ad accarezzare il collo
E la sua voce ora un sussurro
“va tutto bene piccolina, vieni, seguimi, la nostra notte non è fiinita”
non ti volti
cerchi di ignorarlo
balle, sai che se ti voltassi, se lo guardassi negli occhi la tua rabbia sfumerebbe
e, con rabbia ulteriore devi ammettere a te stessa che quella situazione ti ha dato … perverso ed inatteso piacere
le sue dita non smettono di muoversi sul tuo viso
le sue parole di evocare immagini,
il calore del suo corpo contro il tuo
le sue dita che ora scivolano sotto quel giubbetto, incuranti di sguardi curiosi o di bigotta disapprovazione
le senti sul seno, attraverso quel top
le senti stringere i capezzoli
e il tuo corpo si abbandona contro il suo
lasci che la voglia inappagata ti riprenda
la sua mano afferra la tua, ti guida ancora, su altre scale
uscendo nella notte di Parigi
un taxi
l’indirizzo dell’Hotel
lui seduto al tuo fianco
la sua mano che sfiora le tue cosce
mentre ti abbandoni ad occhi chiusi su sedile
la sua mano che si fa audace
scivolando sotto te
accarezzandoti attraverso quei pantaloni ormai fradici
mentre stringi le cosce per prolungare ed amplificare quel piacere
…l’Hotel
l’ascensore
passando a testa alta davanti allo sguardo curioso del portiere che con l’esperienza di anni legge sui volti dei clienti
la sua camera
prima ancora di aprire la porta le sue labbra sono sulle tue
la sua lingua ti fruga la bocca
il suo corpo grida che ti vuole come tu vuoi lui
mani a cercarvi, accarezzarvi, eccitarvi
poi, ancora, odiosamente … il suo allontanarsi da te
i suoi occhi ancora nei tuoi mentre ti guida verso una poltroncina nel salottino della camera,
ti fa sedere, schiude le tue gambe, guida la tua mano sul tuo sesso che senti pulsare attraverso quel fuseaux fradicio
muove le tue dita, una lenta masturbazione che prende vita
mentre lui si siede davanti a te
rilassi il tuo corpo, lasci che la voglia prenda il sopravvento nell’imbarazzo
balle valentina, godi al mostrarti così, sfacciatamente
a mostrare come il tuo sesso tende quel tessuto
a mostrare come i tuoi umori lo inzuppano
a mostrare come il tuo corpo reagisce
si alza lentamente
si avvicina
spinge la tua mano dentro i tuoi pantaloni
poi lento li sfila
in piedi davanti a te
avvicinandoli al tuo viso
facendoti vedere il segno umido della tua voglia, facendoti sentire il tuo odore di femmina eccitata
mentre la tua mano non smette quella masturbazione ormai furiosa
accompagnata da gemiti rotti, da respiro trattenuto
dal viso acceso
verso il piacere ormai troppo atteso
ti fa alzare
i vostri corpi allacciati
gli abiti che cadono a terra
cercando la tua pelle
e donandoti la sua
pelle su pelle
odore di corpi eccitati
odore di voglia e di sesso
istintivo
viscerale
voglia di sapori
mentre la tua bocca scivola sul suo corpo
e le tue labbra lo avvolgono
mentre la sua lingua bagna la tua pelle fino a solleticare, eccitante il tuo clitoride
mescolando saliva e sapori
per poi perdervi in un lungo bacio
mentre vi lasciate cadere sul letto
mentre scivoli sopra lui
mentre ti sollevi appena per sentire il suo sesso sfiorarti tra le cosce
poi, guardandovi…
ti lasci cadere sopra lui
quasi ad impalarti su di lui
sentendolo entrare nel ventre
ti sollevi appena per poi ancora lasciarti ricadere sul suo cazzo gonfio
e lui che sorridendo perversamente ti dice
“si valentina, scopami ora, mostrami come sai scoparmi, fammi vedere come sai essere brava nel dar piacere ad un uomo”
e il tuo ventre danza su di lui
i tuoi muscoli si contraggono per dargli piacere
e per prenderne
piu veloce mentre le sue dita si stringono sul tuo seno
lo serrano cattive
dolore e piacere che ti invade
e ti pervade
sudore che cola e si mescola
sesso urlato
sesso di viscere
sesso d’istinto
ciò che vuoi valentina
ciò che sei
fino al piacere urlato in faccia
insieme
fino a ripulire affamata il suo sesso bagnato di lui e di te
fino a fissarlo a labbra schiuse
e .. sentirti baciare
mescolando i vostri sapori
e perderti in quel bacio
appagati
a malincuore sai che devi tornare nella tua camera, è quasi l’alba ormai e Silvana ti chiamerà tra poco
ma mentre esci il suo sorriso dolce, le sue parole
“abbiamo atro da vivere valentina”
e il tuo cuore batte più forte a quella promessa
e la tua voce sussurra un altro “…si”

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