Seduta
davanti a Lui, composta e tesa, una scacchiera tra voi, e l’ansia che cresce.
Lo guardi
mentre con cura dispone i pezzi, lentamente.
Le Sue
mani si chiudono su Re bianco e Re nero e ti mostra i pugni, con mano incerta
sfiori la mano destra, si apre … Re nero.
Lentamente
gira la scacchiera, alla Sua destra il timer pronto a scandire il tempo, alla
Sua sinistra un minuscolo telecomando, apparentemente innocente ma sai bene che
non è così.
Vedi la
Sua mano afferrare con sicurezza un pedone, muoverlo, “e4”, e arresta il timer
con decisione, quasi automaticamente rispondi “e5”, click
Ma come
se quel clik scatenasse altro una leggera pressione delle Sue dita su quel
telecomando ed è l’inferno in te, o il paradiso;
quell’ovetto
vibrante che ti ha ordinato di “indossare” inserendolo in te, sapevi che
sarebbe successo, sapevi cosa avrebbe scatenato, eppure, pur preparata, ora la
mente si vuota, il tuo corpo reagisce, le dita si contraggono il respiro cresce.
Con
sicurezza muove “Cf3” una banale mossa di cavallo, conosci la risposta
classica, i Suoi occhi su te, aspettando la tua mossa, stringi le gambe, il
ventre impazzito, il respiro che si mozza all’improvviso, riprende, si arresta
di nuovo.
Concentrati
cazzo, è un’apertura banale, concentrati.
Ma quei
pezzi sulla scacchiera sembrano danzare davanti ai tuoi occhi velati dal desiderio.
Sai che
DEVI muovere, è il vostro accordo, la vostra sfida, ti sei mostrata supponente
sostenendo di saper resistere, di esser in grado di concentrarti ed ora
Cazzo
concentrati
Muovi la
mano, la avvicini al cavallo, un attimo d’indecisione, e perfidamente quella
vibrazione cambia frequenza, ritmo, la senti ovunque, dal ventre al cervello,
muovi,
“pedone in
d6”,
e ti
abbandoni contro lo schienale della poltroncina lasciando che quel piacere ti
avvolga, gustandolo, chiedendo un momento di pace per te, ma non ti da tregua,
la Sua mossa era già pronta “Alfiere in c4”.
Ti chini
in avanti quasi a snebbiar la mente, ma così facendo quell’ovetto si fa ancora
più presente in te, lo senti sussultare, scovare angoli segreti, premere nei
punti più sensibili. Senti la voglia inzuppare lo slip, stringendo ancor più le
cosce.
Cretina
cosa diavolo ti è passato per il cervello di sfidarlo, o forse era proprio per
questo, sapendo in realtà che avresti perso, conoscendo la sua fantasiosa
perversione.
Concentrati,
muovi quell’accidenti di cavallo, avresti dovuto farlo da prima “Cc6”.
E ancora
ti lasci scivolare sulla poltroncina, le gambe allungate sotto il tavolino,
sfiori per un attimo le Sue, lo guardi, ti fissa, sa quanto ami quel contatto
fugace, anche se è ben altro che vorresti.
Non
guarda la scacchiera ora, ma te e quel telecomando è tra le Sue mani. Vorresti
chiedere di fermarlo, di rallentarlo, e nel contempo vorresti implorare di
accelerarlo, di farlo vibrare come tu ora fremi, di concederti l’orgasmo
urlandoglielo in faccia,
che ti
frega della partita, ora senti quel velo di sudore imperlarti il viso, le
labbra schiuse per cercar più aria, i tuoi occhi nei Suoi e sai che Lui ti
legge dentro.
Dirige il
telecomando verso te, preme un pulsante,
un
fremito, un sussulto, la mente impazzita, Dio come puoi resistere?
Istintivamente porti le mani al ventre, strette tra loro, chiuse a pugno,
premendo con forza, reclinando il capo all’indietro, ansimando ormai a bocca
spalancata, preda del piacere. Schiudi le cosce per meglio sentire la pressione
della mano, per trovare i punti più sensibili, le nocche si muovono sul
clitoride, sgranandosi come un rosario, il bacino si solleva a scatti, ancora,
ancora, e …
il Suo
sguardo su te, ti senti splendida ed oscena, femmina e puttana.
Ancora,
ancora, mentre il respiro si mozza, suoni inarticolati dalla gola, il ventre
impazzito
e di
colpo tutto si ferma, raddrizzi il capo, lo guardi e vedi solo uno sguardo
freddo
STRONZO!
Sai cosa
significa quello sguardo, cerchi di rallentare il respiro, di calmare il tuo
corpo, la mente, senza distogliere lo sguardo da Lui mentre con attenzione fa
la Sua mossa
“Cavallo
in c3”.
Ma che ti
frega della mossa, basta non resisti più, ora abbatterai il tuo Re nero dichiarandoti
sconfitta e scivolerai in ginocchio davanti a Lui implorandolo di darti
piacere, offrendogli la tua bocca golosa del Suo sapore, fissandolo mentre lo
assaggi e lasciando che ti fotta la gola. Gli sussurrerai che sei la Sua slave
e sei pronta a tutto per Lui ma che, per favore, ti conceda il piacere.
Questi e
mille altri pensieri nella tua mente, ma sai che non lo farai, non te lo
perdonerebbe.
Cerchi di
approfittare di quell’attimo di tregua per ritrovare lucidità e concentrazione,
difficile,
dio quanto è difficile, anche con quell’ovetto immobile e spento il tuo ventre
si contrae continuamente in spasmi involontari, piacevoli, eccitanti.
Accavalli
le gambe, le stringi, smettila, così è peggio.
Concentrati!
La mano
si sposta verso quei pezzi, indecisa, Alfiere? Cavallo? Cerchi di trovare
un’alternativa, troppo banale così. E riecco quella vibrazione, violenta,
improvvisa, quasi una stilettata nella figa, che non da dolore, ma piacere,
violento, intenso.
Voglia,
voglia, voglia, solo questo nella mente, bisogno di abbandonarti, lasciarti
prendere da quel piacere, con gesto frettoloso fai la tua mossa, “Alfiere in g4”.
E di
nuovo ti lasci andare, ad occhi chiusi, gustando il piacere che cresce, sale,
lo senti in ogni fibra, in ogni muscolo. La tua mano sul collo, sulla gola,
accarezza e stringe, sfiora il seno attraverso la camicetta leggera, lasci che
le dita si insinuino tra i bottoni.
Guardami cazzo,
sono eccitata, sono calda, sono pronta, prendimi, usami, fottimi.
Il clik
sommesso del timer ti dice che Lui ha mosso. Riapri a fatica gli occhi cerchi
di cogliere la Sua mossa, guardi quella scacchiera mentre la vibrazione
rallenta, quasi a concederti una pausa, ma non vuoi una pausa, vuoi godere,
ormai solo quello hai nella mente.
Concentrati,
ecco la Sua mossa “Cavallo x e5”, nulla di grave, un pedone è sacrificabile.
Non difenderti ora, attacca, hai voluto mostrarti sicura? Hai sfidato sapendo
che la prova sarebbe stata difficile, ora dimostrati all’altezza.
Lo guardi
negli occhi, cerchi un atteggiamento sicuro, respiri a fondo tornando a
studiare la prossima mossa
Cazzo,
no, così no, vibrazioni alternate ora, rapide e di nuovo lente e ancora rapide,
ti svuotano il cervello, gemi spudoratamente ondeggiando sulla poltroncina pur
di rubare un minimo di piacere.
Le mani
si stringono con forza sui braccioli, il bacino sussulta impazzito, il piacere
e la voglia ti velano gli occhi. Non vuoi pensare, non sai pensare, piacere,
sesso, orgasmo, parole che danzano nella mente evocando immagini.
Ancora i
Suoi occhi, il timer che corre, la sfida.
Attacca,
“Alfiere
x d1”, con un sorriso di sfida la Sua Regina è tua ora.
Ma perché
anche Lui sorride?
concentrati,
perché
sorride? conosci quel sorrisetto soddisfatto, lo temi, lo ami.
Non
smette di fissarti mentre con lentezza esagerata muove il Suo “Alfiere in f7”.
Scacco.
Cazzo
Lo
sapevi, sei stata stupida a proporre quella sfida, era evidente che non potevi
farcela e stai facendo la figura della cretina, e anche un po’ della puttana,
si perché ora saresti pronta ad implorarlo di permetterti di spalancare le
cosce, di lasciare che le tue dita si infilino dentro il tuo slip, ti frughino,
si bagnino di te, pur di trovare il piacere. Ne hai bisogno ora, ancora i tuoi
pugni stretti sul ventre, premono mentre il bacino ondeggia, più forte, più
deciso.
Scopando
l’aria
Scopandoti
la mano
Eccolo,
più vicino ora.
La Sua
voce fredda e secca
“che fai?”.
È come
uno schiaffo, cerchi di riprenderti, sei stordita dal desiderio, ti sembra che
l’odore della tua voglia ti avvolga completamente.
“smettila
di comportarti come una cagna in calore e muovi”.
STRONZO!
ma è solo nella tua mente quella parola.
Fissi la
scacchiera
Ora la
vibrazione ha raggiunto toni irresistibili, chiudi gli occhi, li riapri, quei
pezzi sulla scacchiera altro non sono che pezzi d’onice senza significato.
Più
profonda quella vibrazione, più vicino l’orgasmo, lo senti, il ventre si
contrae, il seno è teso, i capezzoli turgidi e dolenti.
Non
resisti, lo chiedi, lo implori, una lacrima ti sfugge e come tutta risposta hai
solo un “muovi”, con tono freddo, distaccato.
Meccanicamente
fai la tua mossa, ormai lo sai, anche in quella nebbia di desiderio, è finita,
hai una sola mossa, “Re in e7”.
Immediata
la Sua risposta “Cavallo in d5”,
MATTO!
E tutto
di colpo si ferma, il vuoto nella mente e nelle viscere.
No, no no
no per favore no non ora, non così non adesso devo godere ho bisogno di godere.
Sai che
le tue parole non serviranno, erano chiari i termini della sfida.
Si alza
lentamente avvicinandosi a te, accarezza piano i tuoi capelli, il viso, annusi
l’odore della Sua pelle dalle dita, le senti sfiorare le labbra.
Lo vedi
afferrare il tuo Re ormai abbattuto, avvicinartelo al viso, fartelo scivolare
in bocca, umiliata ma non resisti, lo succhi, lo lecchi, come fosse il Suo
cazzo, come se stessi preparandolo per farti prendere, possedere, fino in
fondo.
Lo
guardi, sorride, quel sorriso, lo conosci, lo odi, lo adori.
Ti fa alzare
in piedi.
Ancora
uno sguardo distratto alla scacchiera, ora lo riconosci, il banalissimo “Matto
di Lègal”. Che cretina.
Ma non
c’è tempo per altro
Le Sue
mani sono su te ora, sollevano in vita la gonna, arrossisci vedendo quella
macchia umida sporcarla, ti fa chinare in avanti, il viso tra i pezzi degli
scacchi, il tuo Re nero tra le labbra.
Un gesto
brusco abbassa lo slip fradicio sulle cosce, la mano leggera accarezza le tue
natiche, e basta quello a riaccendere la tua voglia.
Afferri
con forza i bordi del tavolino, sai cosa ti aspetta, forse, in fondo, lo
desideravi.
Ma è solo
il pensiero di un attimo, perché quell’ovetto riprende a vibrare, dolcemente
dapprima, via via più rapido, modificando il ritmo e, ecco, il bacio violento
del frustino ad accarezzarti le natiche, a segnarle, a punirle.
Contrai i
muscoli e così facendo quel maledetto ovetto si fa sentire ancora di più.
Trenta
colpi, questa era la punizione.
Li conti
mentalmente, lasciando che lacrime ti righino il viso.
Li conti
e il dolore già sfuma in piacere e si fa tutt’uno con quelle vibrazioni.
Non son
gemiti di dolore quelli che ora trattieni, ma sfacciati rochi suoni di piacere.
Quel
piacere che senti colare tra le cosce, sempre più copioso mentre i colpi si
sommano ai colpi, per poi arrestarsi e solo allora ti rendi conto che la
punizione è conclusa.
No, non
ti basta, no per favore no, ora ancor più la voglia urla.
La Sua
mano sfiora le natiche, scende in quel solco che si contrae, accarezza le
labbra lucide di umori, afferra quella cordicella e…tira, con decisione, urli,
di dolore forse, ma anche di dispetto e disperazione.
Quel
vuoto in te ora è insopportabile.
Volti
piano il capo e lo vedi, è li al tuo fianco.
Il Suo
sesso davanti al tuo viso ora,
ora finalmente
il Suo odore d’Uomo,
ora il
Suo sapore tra le tue labbra, che succhiano, bagnano, lecchi saliva ed umori,
lasci che si gonfi contro il palato, che scopi la tua gola soffocandoti,
mugolando un sordo ringraziamento quando le Sue dita ti aprono, si fanno
strada, si muovono in te.
Giochi su
quelle dita, ti muovi, le scopi senza pudore.
Il Suo
cazzo struscia sul tuo viso, ad impregnarti del Suo odore
E le mani
ora, ti abbandonano e, con dolcezza sfinente, disegnano il contorno del tuo
sesso, si avvicinano, piano, troppo piano, premono leggermente il clitoride
strappando un mugolio roco, poi improvvise battono, colpi leggeri e ritmati,
sul clitoride, mentre oltre il pudore apri ancor più le cosce, spingi in alto
il bacino, offrendoti.
Più rapidi
quei colpi ora, non è dolore, è una sensazione diversa, incredibile, che non
sapresti definire. Ti serra la gola, ti ruba l’aria, ti vuota la mente mentre
solo parole smozzicate sfuggono dalla tua bocca “ti prego, ti prego, ti prego”
Un colpo
più forte segna le tue natiche
Pausa
Silenzio
Il tuo respiro
che cerca un ritmo più normale, il corpo che non riesce a frenare tremori, il
ventre che reclama piacere e, finalmente, Lui dietro te, le Sue mani forti ad
afferrarti i fianchi, il Suo sesso a spingersi in te, con un colpo deciso, fino
in fondo, a farti sussultare colpo dopo colpo, mentre saliva cola tra le
natiche, dita frugano quel buchino che si contrae al primo tocco, che piano si
rilassa, accoglie, chiede.
Lo senti
prenderti ovunque mentre ora parole senza pudore gridano ciò che sei, che vuoi,
che vuoi essere; chiedono piacere, lo implorano, non importa se umiliandoti,
lasci che le tue mani scendano a torturare il clitoride, a sfidarlo, vuoi
piacere ovunque.
Il nulla
nella mente e i muscoli che non rispondono più a nessun impulso, si muovono
autonomamente ormai, tremano, sussultano, si contraggono;
il bacino
spinge e si solleva contro lui, le mani stringono il bordo del tavolino poi si
spalancano di colpo, la tua lingua ha bisogno di sapori e si accontenta di
leccar la tua spalla, la tua pelle.
Ancora ti
prego ancora, non fermarti, non ora.
Ecco, lo
sento ci sono, ti prego ti prego, dimmi si ti prego
Non sai
se pronunci quelle parole o son solo nella mente, che importa, nulla importa
ora, cazzo DEVI poter godere;
le fitte
nel ventre son quasi dolorose
ora, ora
ti prego ora
si fa più
forte la Sua stretta sui fianchi,
le tue
gambe cedono all’improvviso mentre stringi le cosce per resistere a
quell’urgenza di piacere, per poi spalancarle di nuovo, spingerti ancora contro
Lui
ancora,
ti prego, ora, ora, ora
i Suoi
colpi si fermano in te
e quella
parola temuta ti esplode nel cervello
“NO”
il tuo
corpo si affloscia come svuotato e solo le Sue mani forti ti sorreggono.
Il ventre
insensibile a quel no continua a contrarsi cercando ciò che desidera.
Lacrime ora,
di rabbia, di frustrazione, di attesa, di voglia.
Bruciano
quei colpi di frustino che hanno segnato le natiche, ora ogni sensazione si fa
più nitida, ora il tuo corpo e la tua mente esaltano il tutto.
Vorresti
chiedere, forse chiedi, ma sai bene che non muterà la Sua risposta.
Esce da
te, la Sua mano tra i tuoi capelli ti fa sollevare il viso, pretende la tua
bocca, la tua gola, la prende senza riguardo, usandola, come Lui ama, come tu
ami.
Fino a
bere il Suo piacere, guardandolo.
La Sua
mano si muove sul tuo viso, sporco di saliva, umori, sperma, in una carezza
indecente, poi sorridendo si china su te porgendoti ancora quell’ovetto e sussurrandoti
“giochiamo
a scacchi”!
Ti
risiedi su quella poltroncina, senza neppure sistemarti, il cuore in gola per
quell’orgasmo negato, il viso sudicio di sperma e sudore, la gonna macchiata
dei tuoi umori sollevata in vita, quello slip a metà coscia a stringere. Eppure
ti senti splendida nella tua impudicizia.
Fissandolo
negli occhi fai scivolare di nuovo in te quell’ovetto, una breve vibrazione ti
fa sussultare strappandoti un gemito.
Una
scacchiera tra voi, e l’ansia che cresce.
Lo guardi
mentre con cura dispone i pezzi, lentamente.
Le Sue
mani si chiudono su Re bianco e Re nero, ti mostra i pugni, con mano incerta sfiori
la mano destra, si apre … Re nero.
Lentamente
gira la scacchiera, alla Sua destra il timer pronto a scandire il tempo, alla
Sua sinistra il minuscolo telecomando.
La Sua
mano si avvicina ad un pedone, lo muove: “e4 …
Copyright
4 giugno 2012
Trenta colpi di frustino !!! ...
RispondiEliminaBisogna pensarci bene prima di scommettere con te a questo gioco peccando di arroganza... però non è fair- play svantaggiare l'altro con metodi sornioni ;-)
Carina, mi è piaciuta.
E' assolutamente mancanza di Fair play, ma si parlava d'altro, non di Fair play ;-)
RispondiEliminauhmm carina .. non ti sprecare mi raccomando (scherzo)
Di scacchi non capisco un tubo non sono nelle mie corde non riesco a vedere più in là di una mossa. Comunque funziona con ogni tipo di gioco e mi stupisce scoprire come il pretendere attenzione usando mezzi per deconcentrarti sia comune.
RispondiEliminaLe sensazioni dalla parte femminile sono sempre esatte.
Lo sai che ti odio quando scrivi così?
Non scopri mai cosa succede dall'altro lato e per me è quello il mistero più grande. Il territorio da esplorare..
Non saprei dire se comune o meno ma certo è uno stimolo mentale importante (per entrambi).
RispondiEliminaSapere da te che le sensazioni dalla parte femminile sono sempre esatte è un bellissimo complimento; l'altro lato ... se lo scoprissi e mostrassi forse perderebbe un poco di quella ...atmosfera e di quell'autorevolezza, non perché sarebbe sminuito, ma perché come in ogni cosa, le cose che non si comprendono a fondo hanno maggior fascino, quel fascino che ti spinge ad esplorarle.
e...lo so che mi odi, e io odio te per come scrivi ;-)
sai scrivere la mia parte altrettando bene.
RispondiEliminaIo spero ancora di vederti un giorno palesare un pò delle sensazione opposte
Chissà ...
RispondiEliminaso aspettare
RispondiEliminaServirà pure a qualcosa l'esserwe slave..
Naima
Esser slave è ben altro, e credo tu lo sappia molto bene ;-)
RispondiElimina