lunedì 25 giugno 2012

"Innocenza e Perversione"! - (1°parte)





La voglia di vivere i tuoi vent’anni abbandonandoti al dolce piacere della perversione.
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Valentina, vent’anni appena compiuti, da pochi mesi in stage presso un importante tour operator imparando a conoscere e seguire l’incoming in Italia.
Silvana, la tua diretta responsabile, ti chiama sorridendo, comunicandoti che dovrai accompagnarla a Parigi ad una importante fiera turistica.
Senti il cuore in gola dalla gioia, Parigi, la città mille volte sognata, ed in più la consapevolezza e l’orgoglio di essere stata prescelta.
A casa il panico ti assale, cosa portare, cosa indosserai, tutti i tuoi abiti ti sembrano inadeguati, ricordi le parole di Silvana “mi raccomando Valentina, abiti eleganti ma professionali ”
guardi il tuo armadio, scartando mentalmente i tuoi jeans, i fuseaux, i top attillati.
afferri il cellulare chiamando le tue amiche e faticosamente riesci a farti prestare qualche capo da una e qualcuno da un altra.
finalmente il giorno della partenza, i rumori dell’aeroporto, il viaggio, cercando di assorbire tutte quelle novità, spiando continuamente Silvana alla ricerca di un suo cenno di approvazione, temendo un suo gesto di disappunto.
E finalmente … Parigi
il taxi che vi accompagna dall’aeroporto ti mostra la città, ti lasci assorbire da quell’atmosfera, l’albergo, un Sofitel elegante e maestoso, vi accoglie stupendoti.
Entri seguendo Silvana, check in, la tua camera è al quarto piano, quella di Silvana al secondo
guardi con occhi luccicanti ogni angolo dell’Hotel sentendo distrattamente Silvana dirti che dovrai accontentarti per la tua camera, che si tratta di una piccola singola, ma in questo periodo l’agenzia deve contenere le spese.
Sorridi fra te, che ti importa, avresti dormito sotto i ponti pur di essere qui.
vi date appuntamento per la cena e corri in camera tua.
certo non gigantesca, ma curata, elegante, ricca di marmi e profumi.
una lunga doccia, poi disfi la valigia, guardi quegli abiti ed ancor più ti sembrano inadeguati, ma sono gli unici che sei riuscita a trovare che ti sembrassero adatti all’occasione.
alle 20 aspetti Silvana nella hall, guardandoti attorno, persone eleganti, che arrivano e partono, che discutono e ridono,
ti chiedi per l’ennesima volta se ciò che hai indossato andrà bene
un tailleur grigio con la gonna non troppo corta, un top bianco, sorridi pensando alle autoreggenti che indossi, consigliate dalla tua amica Paola
la voce di Silvana ti strappa ai tuoi pensieri “Valentina scusa il ritardo, sei pronta?”
ti alzi di scatto dicendole di non preoccuparsi, ammirandola elegante nell’abito semplice eppure così...di classe.
Uscite trovando il taxi ad aspettarvi, Silvana immersa in una lunga conversazione al cellulare, di cui rubi solo poche frasi, e finalmente eccovi al ristorante. Ti piace vederla così a suo agio e sicura di se, la invidi, cerchi di imitarla pur temendo di sembrare goffa.
All’interno del ristorante un lungo bancone dove un gruppo di persone sta chiacchierando e prendendo un aperitivo, Silvana si dirige da quella parte, accolta da saluti calorosi, resti in disparte, un po’ intimidita, non pensavi che fosse una cena con altre persone, che idiota che sei, era ovvio, quante volte hai sentito dire che gli affari migliori si concludono a tavola?
Silvana si volta verso te, “vieni valentina ti presento”, scambio di nomi, strette di mano, sorrisi, ti senti osservata e giudicata, e certo questo non ti aiuta a superare l’imbarazzo.
Un maitre avverte che il vostro tavolo è pronto e vi guida in una saletta riservata, una grande tavola reale, stupendamente imbandita, stringi tra le mani quel flute che ti hanno offerto, kir royale, gusto morbido, che scivola delicato sul palato, qualcuno ti prende dolcemente per il braccio “vieni valentina, accomodati”, ti volti, arrossendo, uno degli amici di Silvana, italiano, anche lui qui per la fiera; accidenti non ricordi il suo nome, con tutte quelle presentazioni. Ti lasci guidare verso la tavola, imbarazzata quando ti scosta la sedia, lieta di vederlo sedersi accanto a te, ancor più lieta di vedere Silvana seduta di fronte,
ti da un minimo di sicurezza poterla guardare, spiare, rubare i suoi atteggiamenti.
l’uomo che ti ha accompagnata al tavolo sussurra sorridendo al tuo orecchio, “non preoccuparti valentina, è tutta apparenza e ... non hai nulla da invidiare alle altre donne”, lo guardi arrossendo per quel complimento inatteso e lui, strizzandoti l’occhio ti dice, “so che con tutte quelle presentazioni non ricorderai neppure un nome, io sono Enrico”
la cena scorre tranquilla, cerchi di non perdere neppure un gesto, neppure una parola, grata a Silvana che con piccoli cenni ti da sicurezza, grata ad Enrico che non smette di coinvolgerti nei discorsi.
ti senti leggera, colpa dell’aperitivo, colpa dell’atmosfera, colpa forse del vino che Enrico ti versa.
l’ambiente è rilassato, come accade di solito dopo un po’ si passa a discorsi frivoli, a battute piccanti, ad aneddoti boccacceschi; la gamba di Enrico sfiora la tua, per un attimo, sussulti, guardandolo ma lo vedi impegnato a raccontare una barzelletta. Sciocca, è stato solo un caso, che pensavi....
ma...dopo un attimo, ancora il contatto caldo della sua coscia contro la tua, più deciso ora, premendo appena ma senza scostarsi.
trattieni il respiro, sentendo il volto arrossarsi, ma... non sposti la tua gamba
la mente in subbuglio, perché? perché non sposti la tua gamba? paura? timore di essere giudicata una sciocca ragazzina puritana?
no, non è così valentina, lo sai bene, ti piace quel contatto, ti piace sentire la sua gamba muoversi piano, premendo, scivolando un poco, ti accorgi di ricambiare quella pressione, di accompagnare i suoi movimenti, di cercarli quasi
l’atmosfera? il vino? Parigi?
no, semplicemente Enrico ti piace, ti ha corteggiata con estrema discrezione tutta la sera, lo sai bene, ed ora questo gioco tra voi
reso più intrigante dall’essere tra la gente, dal fingere disinteresse, dal cercare di non mostrare ciò che sentite
si, il tuo corpo reagisce improvvisamente a quel contatto, senti il tuo seno eccitato sotto il top, senti un dolce calore diffondersi dal ventre, invadendoti.
una mano, calda, morbida, sul tuo ginocchio ti fa sussultare, ti volti verso lui, sta guardando Silvana, ma le sue dita sono su  di te, si muovono leggere, suadenti
accarezzando il tuo ginocchio, sfiorando l’interno della tua gamba
la razionalità vorrebbe che tu spostassi quella mano, senza fare piazzate, senza mettere nessuno a disagio, semplicemente prendendo la sua mano e spostandola
ma...
non vuoi
vuoi continuare a sentire le sue dita, vuoi continuare a sentire il calore della sua pelle attraverso le calze leggere
quasi leggesse in te le sue dita si muovono più audaci ora, risalgono lente sulla seta della tua coscia, ridiscendono, per poi tornare a sfidarti, sfiorando l’orlo della gonna, scivolando all’interno delle tue cosce, stringendo appena
seduta rigidamente, terrorizzata dalla paura che altri vedano, capiscano,
ma... ancor più temendo ….  che le sue mani possano abbandonarti
respiri un po più rapidamente
e di accorgi che, inconsciamente, hai schiuso un poco le tue gambe
un invito sfacciato
una offerta impudica
che lui non può non notare
la sua mano si fa audace, decisa, salendo all’interno delle tue cosce
ti senti avvampare di desiderio e di imbarazzo
senti i capezzoli tendere quel top, quasi a mostrarsi, sfidando;
cerchi di celare ciò che stai provando, senti la sua voce che ti parla, ti volti verso lui, mentre le sua mani sfiorano il tuo perizoma scoprendolo umido, mentre lo premono spudoratamente, muovendolo sulla tua voglia, ti sorride complice, mentre anneghi nel suo sguardo, mentre spingi in avanti impercettibilmente il bacino cercando la sua mano, mentre vorresti urlargli in faccia il tuo desiderio, mentre devi fingere che nulla stia accadendo.
Mentre senti imbarazzo e vergogna nel mostrarti così, nel sapere che lui sente sulle dita la tua umida eccitazione
Mentre senti ancor più desiderio, voglia perversa, nel mostrarti così a lui…
la sua voce, calda, sensuale, mentre finge di disinteressarsi a te parlando ad altri
ma le sue dita parlano a te
cogli brani di frasi mentre parla di paesi lontani, di posti da favola
una frase, improvvisa, apparentemente innocente, ma detta fissandoti ti fa arrossire ….
“adoro i posti caldi e umidi”, questo dice sorridendo, una frase banale per tutti, ma non per te, perché quella frase è accompagnata da un rapido movimento delle sue dita che scostano il tuo perizoma, che frugano il tuo sesso fradicio, la tua peluria umida ed appiccicaticcia
“posti caldi ed umidi”
lo odi per un momento,
getta in burla ciò che provi, ma le sua mani sono abili, ti fanno volare, abbandonare a lui, ti portano lontano
per un attimo cerchi di ricambiare il suo gioco, sfidandolo con lo sguardo
sorridendo
poi le sue dita vuotano la tua mente
a fatica cerchi di restare impassibile mentre senti la tua voglia bagnare la sua mano
mentre a fatica trattieni movimenti istintivi del tuo bacino
mentre vorresti esser sola con lui per donarti senza alcun pudore
il tuo quotidiano è lontano
Milano, il tuo fidanzato, il lavoro
Ora vorresti solo lui
Ora vorresti che le sue dita strappassero il tuo slip
Ora vorresti donargli la tua bocca
Assaggiarlo
Ora vorresti sentirlo prenderti
In te
….
“valentina andiamo”
ti riscuoti improvvisamente al suono della voce di Silvana che ti sta chiamando
come risvegliandoti da un sogno
la sua mano che ti abbandona
mentre tutti si alzano
senti il viso in fiamme
speri che gli altri diano la colpa al vino
al caldo
Enrico accanto a te
Con un gesto galante ti sistema il collo della giacca, fissandoti con un sorriso
E le sue dita che per un attimo ti sfiorano la gola dandoti mille brividi
I taxi vi aspettano all’uscita
I saluti di rito
Aspettando con un velo di rimpianto di salutare Enrico
Scoprendo, con timore e … sottile piacere che sale in taxi con voi dicendo che alloggia nel vostro stesso Hotel
Tu seduta tra lui e Silvana
Nella notte di Parigi
Con ancora la sensazione delle sue dita su te
Con il suo corpo che preme contro il tuo
Mentre scambia chiacchiere vuote con Silvana
E la sua gamba ancora si muove lenta contro la tua
Ancora risveglia il tuo corpo
Vedi l’insegna dell’Hotel con un misto di sollievo e disappunto
Il portiere che vi saluta con cortesia
L’ascensore
Silvana preme il pulsante del secondo piano
Tu guardi Enrico
Ti chiede a che piano
Perché quella domanda banale ti fa battere più forte il cuore?
Preme il pulsante del tuo piano
Il quarto
Per un lungo istante resta immobile
Poi … sorridendoti … preme il sesto
Le porte si aprono
Silvana vi augura la buonanotte ricordandoti l’orario per la mattina dopo
Bacia calorosamente Enrico sulle guance
Mentre tu già pensi che tra poco sarete soli su quell’ascensore
Cosa farete?
Cosa farai?
Cosa farà?
Poi … un gesto inatteso
Banale
…. Enrico lentamente sfiora le labbra di Silvana con la punta delle dita con la scusa di scostarle un capello
E ti senti morire
Quella mano
Quelle dita che sono state su te
In te
Quelle dita bagnate di te … sulle labbra di Silvana
La guardi
Ha sentito?
Ha capito?
Sa?
L’ascensore riparte
Silenzio
Odioso
Cupo
Sfuggi il suo sguardo appoggiata alla parete
Stronzo, mille volte stronzo
La porta si apre
Esci quasi di corsa
Voltandoti per la buonanotte
Ma ..
La sua mano sul tuo braccio
Il suo viso verso il tuo
Stronzo! Stronzo! ti ripete la mente
Ma il suo viso è vicino
Più vicino
Socchiudi gli occhi
Ma solo due casti baci sulle guance
Una buonanotte sussurrata
E l’ascensore riparte
Che cretina
Ma che ti credevi
Che immaginavi
Ha voluto solo giocare con te
E ti sei comportata come una idiota
Peggio
Come una puttana
Pronta ad aprire le cosce al primo stronzo che ti sfiora il ginocchio
Solo perché è stato carino e gentile
Un … vaffanculo … gridato nella mente
Mentre ti chiudi alle spalle la porta della camera
Odiandoti per quelle lacrime di rabbia che spuntano nei tuoi occhi
E urlandogli ancora, nella mente … vaffanculo! Vaffanculo! vaffanculo!
Quasi con rabbia ti spogli
Con cattiveria getti a terra quel perizoma ancora umido della tua voglia
E quella parola ancora nella mente, urlata in silenzio
Stronzo
Stronzo
Stronzo
Il getto caldo della doccia
Sui capelli
Sulla pelle
Lava via odori, lacrime sensazioni
Il morbido accappatoio che ti avvolge
E, con un ritardato rimorso afferri il cellulare scrivendo un sms al tuo ragazzo
Cercando di essere allegra e spensierata
Il tempo di inviarlo e il cellulare trilla
La voce familiare del tuo compagno ti accarezza la mente
Ti rincuora
Ti fa sentire stronza
Cerchi di non far trasparire nulla
Di parlare di ciò che hai visto
Di non far capire quanto ti senti sporca e puttana ora nei suoi confronti
Un saluto dolce, il sorriso ritrovato
Mentre stesa sul letto, ancora in quell’accappatoio, cerchi di non pensare
….
Il suono gracchiante del telefono dell’hotel ti riporta alla realtà
Afferri la cornetta pensando a Silvana e ad una variazione del programma di domani
“buonasera valentina, dormivi?”
..Enrico…
le parole ti muoiono in gola
mille sensazioni contrastanti
come ha saputo il numero della tua camera?
perché ti chiama?
cosa dirai?
Cosa farai?
La sua voce è calda
Le sue parole dolci
Quello “stronzo” nella tua mente si affievolisce sempre più
Mentre evoca con parole vivide ricordi di quei momenti al ristorante
Mentre parla della tua pelle
Del calore delle tue gambe
Del tuo corpo contro il suo su quel taxi
Mentre sussurra che sente ancora sulle sue dita il tuo odore di femmina
Dicendoti che la sua bocca sta assaggiando il sapore della tua voglia
E inconsciamente le sue parole ti portano a lui
Ad occhi chiusi
Come se fosse li con te
Quasi inconsciamente la tua mano si muove sul tuo collo
Accarezzandolo
Scivola tra le pieghe dell’accappatoio cercando il tuo seno
Sfiorandolo
Stringendolo
Trova i tuoi capezzoli eccitati
Chiudendoli tra le dita
Scende lungo il tuo corpo
Mentre la sua voce ti guida
Non più ricordi ora
Ma guida
Sono le sue parole  muovere la tua mano
A guidare le tue dita
Lui a dettare i ritmi e le cadenze
Mentre schiudi le gambe
Offrendoti a lui con la mente
Lui a dettare i tuoi gesti
Mentre frughi tra le tue cosce seguendo le sue parole
Mentre le tue mani accarezzano
Frugano
Sfiorano
Toccano
prendono
Le tue dita aprono spingendo
E non puoi più trattenere l’ansimare del tuo respiro
Non puoi più negare i gemiti soffocati
Lui sa
Sa che lo stai seguendo
Sa che ti stai donando a lui
Sa che sei sua
Ma non importa non ora
Ora siete voi
Tu e lui
E la su voce ti porta lontano
Più lontano
un bussare alla tua porta
il cuore si ferma mentre la sua voce al telefono continua a evocare immagini e desideri
sussurri delle scuse affrettate al telefono
la rabbia per un momento speciale interrotto
mentre richiudendo l’accappatoio ti alzi
apri la porta
..Lui ..
li davanti a te
il cellulare tra le mani
sorridendoti
resti immobile
non sai che dire
fare
un passo verso te
le sue braccia intorno a te
sospingendoti dolcemente nella camera
il suo viso davanti al tuo
ma non sono casti baci sulle guance stavolta
stavolta hai la sua bocca
la sua lingua
che fruga la tua
che mescola saliva e voglia
mentre le sua mani accarezzano i capelli
il collo
la gola
slacciano quell’accappatoio che scivola a terra lasciandoti nuda
accarezzano le tua pelle
calde
sicure
abili
mentre ti stringi a lui
il corpo contro il suo
a rubargli il calore
affamata della sua bocca
incurante di apparire assatanata
ti lasci stringere
accarezzare
eccitare
adori quelle dita che sanno come muoversi sulla pelle
che sanno essere dolci e decise
le tue dita slacciano la sua camicia senza smettere di lasciarti frugare la bocca
le tue dita sul suo petto  graffiandolo piano
slacciando la sua cintura
scivolando ai suoi piedi per spogliarlo
il suo sesso
la sua voglia
il pavimento vi accoglie in un abbraccio confuso, eccitato,
corpi, pelli, odori, mescolati nel desiderio; sesso, ora vuoi sesso e non ti importa di apparir puttana
cazzo, ora vuoi il suo cazzo nella tua figa fradicia, si cazzo, figa, non eufemismi nella tua mente, ma voglia, voglia di averlo senza mentire a te stessa
voglia di dirgli, come non hai mai osato fare con il tuo ragazzo, che vuoi sentirti fottere da lui fino in fondo all’anima, che vuoi sentirlo muoversi in te fino a sbatterti contro l’utero
e lo dici, tra gemiti e sospiri, aggrappata a lui che non smette di scoparti
mentre l’orgasmo ti travolge improvviso
mentre il suo muoversi riaccende altra voglia, altro orgasmo
e lo guardi perché vuoi che legga in te il tuo piacere
si muove in te
sapendo esattamente cosa vuoi
con la giusta decisione, durezza quasi, che ti fa sentir femmina fino in fondo
che ti fa sentir sua
ancor più sua quando, carponi davanti a lui, lo senti schiudere le tue natiche, lasciar colare saliva nel solco, bagnarti e … prenderti
con dolce fermezza
apparentemente incurante del tuo trattenere il respiro contraendo i muscoli al primo dolore
sapendo che NON vuoi che si fermi
spingendo più deciso
il piacere ti avvolge
mentre quasi con fierezza lasci che la tua gola sussurri
“inculami, ti prego inculami ancora”
e lo senti nelle viscere
e lo senti in te
mentre altro piacere cresce, diverso ma non meno intenso
mentre altro orgasmo vuota la tua mente
mentre lo senti muoversi più forte in te
e, con una spudoratezza che ti sorprende piacevolmente, guardandolo gli dici
“fatti bere da me”
accogliendolo tra le labbra
sentendolo in fondo alla gola
gustando il suo sapore mescolato ai tuoi
sentendo il getto del suo seme nella gola, fissandolo mentre, fiera, lo inghiotti
per poi lasciare che la tua lingua, lenta, si muova su lui, a ripulirlo
per lasciarti poi abbracciare
con dolcezza infinita
addormentandoti accanto a lui, su quel pavimento.
….
Mattino
Luce che ferisce le palpebre chiuse, costringendoti ad aprirle
Ritrovandoti su quel pavimento
Nuda
sola
ma felice e sorpresa scorgi sul tavolino un mazzo di rose, un bigliettino
poche righe
“stupendamente innocente, perversamente puttana, magnificamente Donna”
sorridi felice mentre il cellulare manda il segnale di un sms
sensi di colpa improvvisi pensando ad un messaggio del tuo ragazzo
subito scordati vedendo un numero sconosciuto
leggendo poche parole, lui … Enrico
“ancora valentina ….. per andare oltre”
rispondi in fretta … “si”!


copyright maggio 2006

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