venerdì 11 marzo 2011

Segni!







Buio nella tua stanza in quella notte
Buio e lenzuola sulla pelle nuda
Così vuoi essere per sentire, ricordare, rivivere
Sentire quel tessuto che leggero vela il tuo corpo
Sentirlo posarsi sul seno ancora così sensibile
Eccitato da dolci carezze, strette severe, lingua sfacciata
E la mente vola e ricorda
Ricorda le Sue dita su quel seno ricorda come lievi lo avvolgevano mentre i Suoi occhi eran fissi nei tuoi
Ricorda saliva calda che colava a bagnarlo
Ricorda bocca avida a succhiare capezzoli turgidi, denti a morderli
E quelle dita che si facevan severe
Stringendo, mentre il busto si inarcava e gemiti di piacere perverso sfuggivano… donandoglieli
Buio e silenzio nella tua stanza ora
E lenzuola leggere sulla pelle nuda
Lenzuola che stringi portandole sulla gola
Quasi a forzarla
E la mente vola e ricorda
Ricorda mani dure
Attorno a quella gola
Dita che stringono e il respiro che manca
La bocca si schiude e i tuoi occhi persi nei Suoi a donargli l’anima
Deglutendo a vuoto
Buio nella tua stanza
E lenzuola leggere sulla pelle nuda
Lenzuola che lasci cadere e adagiarsi sul corpo
Mentre le mani sfioran le tue labbra
Seguendone i contorni
E la mente ricorda, ripensa, vola
E risenti quell’odore di Uomo, davanti a te
Inspiri aria cercandolo
La lingua che inumidisce le labbra, quasi a prepararle
Spalancandosi poi a donarsi, pronta ad accoglierlo
Deglutendo saliva, quella stessa saliva che lo rendeva lucido di te
Che lo scaldava mentre fotteva la tua gola e l’aria mancava
Buio e silenzio nella tua stanza
E lenzuola leggere sulla pelle nuda
Mentre mani ansiose non sanno fermarsi e scivolano tra le cosce spalancate
Sfiorano quel ciuffetto di peli curato
Dita leggere si muovono a prolungare quell’attesa
E poi…cedono…scivolando tra altre labbra, gonfie e pulsanti di voglia
E la mente vola, ricorda, rivive
Altre mani
Altre dita
Le Sue
Padrone a prenderti
Dolci a sfidarti
Sapendo esattamente dove, come, quanto
Per prolungare una eccitante agonia
Per strappare gemiti e implorazioni
Dita, le tue
Che ripercorrono quelle strade
Che premono e colpiscono
Che indecentemente si bagnano
Che si piegano spingendo…entrando…possedendo
In un lungo sospiro estatico
E restan li
Immobili
In te
Fradice di te e di ciò che sei
Buio e silenzio nella tua stanza ora
E lenzuola leggere sulla pelle nuda
Mentre dita lorde di voglia si avvicinano al volto
Annusano quel piacere e quel desiderio indecente
Lo assaggiano succhiandolo da quelle dita
E gli occhi si aprono
Guardano
Vedono
Quei segni sui polsi
Bracciali d’amore, d’appartenenza, di fiera sottomissione
E non è più buio nella tua stanza ora
Ora quei segni ti dicono chi sei
E di chi sei
E sorridi sfiorandoli piano
Sussurrando “grazie”
Spariranno certo, ma altri segni, nell’anima, non svaniranno
“slave”!

5 commenti:

  1. mi piace mio Signore si mi piace decisamente...
    la mia stanza il Suo profumo, i miei ricordi i Suoi segni... Sua...

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  2. Ecco...lei possiede i gioielli più preziosi... e che poche altre...potranno avere...

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  3. si Obscure è così, anche se qualcuno critica i miei ultimi scritti trovandoli...diversi e poco ... eccitanti, ma non importa...son sensazioni e momenti
    ;-)
    veri

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  4. bello, intenso...descrive emozioni e sensazioni che non possono essere capite da tutti...
    piccola

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  5. chi non vive questo mondo, o peggio chi lo vive come gioco, senza capirlo a fondo non potrà mai sentire tutti quei profumi e vedere tutti quei colori che sa dare

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