venerdì 20 dicembre 2013

Nuda davanti allo specchio!







Il calore del tuo letto nel buio della stanza scalda il tuo corpo nudo,
leggeri movimenti rubano carezze, lenti pensieri affollano la tua mente,
via via più vividi, più definiti, accendendo il tuo desiderio.

Il respiro si fa corto mentre i muscoli si tendono, ora è il tuo corpo che emana calore, il calore del desiderio, che cresce sempre più, mentre una mano, timorosa quasi, sfiora lenta la tua pelle,
scivola leggera dalla gola al seno,
sente scorrere brividi sotto i polpastrelli.

I muscoli che si tendono, il bacino che si solleva di scatto, offrendosi ad un immaginario Signore, spalancando le cosce a rivelare il tuo sesso pulsante, umido di voglia.

Immagini, immagini nella mente, sempre più vere, ricordi ed emozioni vissute con Lui, che ora ti mancano lasciando in te un vuoto incolmabile, in attesa del prossimo incontro.

Di scatto allontani con rabbia le lenzuola, il tuo corpo nudo, abbronzato, spicca sul candore del letto sfatto.
Hai bisogno di occhi che ti scrutino, di mente che ti guidi, di mani che sfiorino accarezzando, o colpiscano punendo.
Emozioni, sensazioni, desideri, che aumentano la tua voglia, mentre le tue dita cercano di supplire a quell'assenza.

Ti alzi nervosa, gli occhi acquosi di eccitazione, il respiro già corto, scandito dal rapido sollevarsi del seno;
una luce lieve rompe il buio, vorresti scacciasse quei fantasmi erotici, ma sai che non sarà così.

Uno specchio rimanda la tua immagine, la tua vera immagine, quella donna, quella femmina che solo Lui conosce, che subito ha intuito in te, che anche tu hai imparato a conoscere ed accettare grazie a Lui.
Ti fissi sgranando gli occhi, ami quell'immagine, sai che Lui ti vede così, così vuoi essere, per Lui.

Davanti a quello specchio, lenti gesti a frugare un cassetto, afferrando un collare, sollevandolo.
L'odore del cuoio morbido ti riempie la mente, accentuando ricordi e desideri; le tue mani, quasi con devozione lo stringono intorno al tuo collo, fanno scattare il lucchetto lucente;
quella lieve stretta ti fa cedere per un attimo le ginocchia, la testa vuota, ovattata di emozioni violente; lasci che le dita piano scorrano su quella morbida pelle, deglutendo a fatica, tremando al sentirlo stringere la tua gola.

Occhi, occhi fissi nei tuoi, riflessi da quello specchio, i tuoi occhi come fossero i Suoi, a scrutare il tuo corpo nudo, che non sa celare la sua voglia.
Il guizzare dei muscoli, il seno gonfio, eretto, che sussulta ad ogni respiro, i capezzoli turgidi, che urlano la loro voglia di carezze, di strette severe, di dolore si, perché no, di dolore che sfuma nel piacere.

Senti il tuo dolce miele colare tra le cosce, il suo odore avvolgerti, eccitante odore di femmina, la femmina che l'immagine nella specchio ti rimanda, la femmina che urla in te la sua voglia di vivere, di vivere per Lui.
Lente le tue mani ora, scrutando attenta ogni movimento, abbandonano il collare scivolando nel solco tra i seni, circondando leggere la base, stringendo le coppe, sollevandole, offrendole a Lui, che immagini davanti a te, che sai davanti a te seppur lontano, con il suo sguardo severo e dolce insieme.
Le dita che scivolano sulla pelle scossa da brividi, stringono i capezzoli, più forte ora, e quel dolore fa contrarre il tuo ventre, sgorgare la voglia che imperla il tuo pube.

Vorresti spalancare le cosce, affondare le dita in te, prenderti come lui sa prenderti, violento e dolce insieme, bagnarti di te, per poi berti, gustando il tuo sapore; ma non ancora, lentamente, come Lui ti ha insegnato, sottostando alla sfinente attesa.

Porti le dita al volto, schiudi le labbra, cercandole, trovandole.
La tua lingua svetta per un attimo tra la chiostra candida dei denti, muovendosi sulle tue dita, a solleticarle, invitante, a chiamarle in te; serri un poco le labbra carnose a stringerle piano, avvolgendole mentre scivolano nella tua bocca coprendosi della tua saliva, densa d'eccitazione, scavando nella tua gola, fermandosi immobili in fondo a te, per poi riprendere a frugarti, impetuose.

Ti stupisci di come i tuoi movimenti, i tuoi tempi, inconsciamente rispecchino i Suoi, quelli che Lui ama importi e che hai imparato a gustare a fondo.
Alternanza sfinente di dolcezza e severità, attesa ed appagamento, che prelude a cocente privazione, ed ancora attesa…

Vedi il tuo corpo vibrare in quello specchio, mentre le tue dita, lucide di saliva, abbandonano la tua bocca per scorrere sulla pelle a disegnare scie umide, a dipingere il tuo desiderio che cresce, giù, sulle tue cosce, sadicamente evitando il ventre che si protende in avanti cercandoti, sfacciatamente provocante, perversamente impudico.

Le dita sulle cosce, leggere, le unghie e graffiare la pelle, leggere, segnandola di diafane strie rossastre, che sbiadiscono rapide, per riformarsi ad una nuova carezza; l'ansimare violento ormai, mentre inarchi la schiena schiudendo un poco le gambe, protendendo il bacino verso quello specchio, più avanti ancora, spingendolo a baciarsi nella sua immagine, ad inumidire il vetro di umori odorosi, sfregandolo con movimenti rapidi, per poi allontanarti, osservandoti.
Il viso arrossato, i capelli scomposti, il fiato corto, ed il tuo sesso che ormai ansima con te il suo invito, la sua voglia, la sua urgenza di piacere.

Ed ancora, rallentando ancor più i movimenti, lasci salire la tua mano, sfiori la morbida pelle all'interno delle cosce, sali ancora a sfiorare i primi peli umidi,
la allontani per un attimo, a fatica, ed ancora torni, aprendoti, lasciando che le tue dita affoghino in te, scomparendo tra le grandi labbra pulsanti, gonfie di voglia perversa, correndo sul clitoride turgido, sensibile; frenetiche ora, decise ora, come sanno essere le Sue.

Ora spalanchi oscenamente le cosce a te stessa, a Lui che sai davanti a te, ora ti mostri per ciò che ami essere, femmina e puttana che sa di avere diritto a vivere ciò che è, che vuole vivere ciò che sa di essere.
Ora davanti a quello specchio, osservandoti, le tue dita si piegano un poco, scivolano sugli umori densi di voglia, spingono in te, entrando piano, mentre sussulti ansimando, accogliendoti, spingono ancor di più, fermandosi, muovendosi piano in te, per uscire lente mentre i tuoi muscoli si contraggono a trattenerle, e di nuovo spingere a fondo, mentre altre dita muovono rapide il clitoride, lo solleticano, lo premono, lo battono piano schiaffeggiandolo ed il tuo corpo preme ora contro quella fredda superficie, ti schiacci contro te stessa, contro la tua immagine riflessa, contro quella femmina che sai di essere.

La tua lingua cerca la tua lingua nello specchio, la bacia coprendola di saliva,
appannando il vetro di ansimi e gemiti, mentre ora frenetiche le dita ti possiedono.
Il tuo ventre struscia contro il vetro freddo, coprendolo di umori e voglia
I tuoi seni premono cercando ristoro e pace e trovando solo nuova voglia, altro desiderio.
Le gambe cedono all'improvviso nella morsa del piacere; scivoli a terra, senza smettere di inseguire il piacere, senza smettere di fissarti, a terra, come Lui a volte ti fissa dopo avertici gettata, umiliandoti, ed insegnandoti il piacere nell'umiliazione.
Ancora, ancora di più, ancora e  non ti basta.
Quell’immagine dallo specchio ti urla ciò che sei
Quelle cosce spalancate a mostrare il tuo sesso oscenamente preso dalle tue dita gridano ciò che vuoi
Quel sussultare del tuo bacino sotto la tua mano ti dice ciò che aspetti, che brami, di cui hai bisogno.
………. Il piacere, l’orgasmo, l’appagamento
lo senti nascere dal ventre
lo senti scorrere sotto la pelle
lo senti stringere nel petto
lo senti gorgogliare nella gola
prima di esplodere nella mente e nelle viscere
ma nella mente esplode il ricordo della Sua voce
quel NO appena sussurrato, eppure pare gridato
a negarti ciò che ora, sola, insegui pensando a Lui
ritrovi quelle emozioni
rabbia
dolore quasi
con gli occhi che si colmano di lacrime di frustrazione
e allontani la tua mano
mordi le labbra per fermare il piacere
distogli per un attimo lo sguardo da quello specchio perché sai che potrebbe bastare quell’immagine di te
così oscena, così puttana, così offerta per cedere al piacere
e non puoi, non devi
….. lentamente il respiro rallenta
lentamente i brividi del tuo corpo scemano
lentamente ti sollevi da quel pavimento
guardandoti ora, ancora una volta
fiera di ciò che sei
e le tue dita, ancora bagnate di te, premono nervose i tasti del cellulare digitando un sms
“sono Tua Padrone, e tua resto, in attesa del tuo si”
lasciandoti scivolare sulle lenzuola, avvolta dall’odore della tua voglia inappagata
sfiorando piano quel collare di cuoio che ti stringe la gola … aspettando!


Copyright 25 giugno 2007

3 commenti:

  1. Le tue parole hanno avuto il compito di spalancare di nuovo la mia porta. Non smettere mai di scrivere.

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  2. Grazie Estrella
    E no Anonimo/a non smetterò e se la tua porta si è spalancata di nuovo significa che non si era mai chiusa del tutto

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