martedì 13 agosto 2013

Mani di lei ... occhi di Lui!



(Grazie a Sun Rise per la splendida immagine)

                          
La tensione ti stringe lo stomaco come una morsa, fatichi a respirare agitandoti nervosamente nel letto di una notte insonne.
Finalmente mattina, finalmente quell’alba che aspetti, da tanto, da troppo.
Quelle parole che rimbombano chiare nella mente, ordini! Precisi, chiari.
Una lunga doccia a lavar via la tensione, gli ultimi ritocchi alla depilazione, uno sguardo soddisfatto a quel piccolo ciuffetto scuro a forma di cuore, ma già ben altri pensieri incendiano la mente. Oggi è il giorno
“quel giorno”, così ti ha sussurrato, promesso… senza meglio specificare, ma non importa.
Indumenti leggeri indossati senza intimo, scarpe coordinate … pronta.
Sai bene d’esser in anticipo di almeno un’ora ma non puoi fare a 
meno di pensare e ripensare se tutto è come deve essere.
Ti alzi, un lungo sguardo critico allo specchio, storci un poco il naso, sistemi un bottone, torni a sedere.
Un caffè …
no già troppo nervosa, un tè, o meglio del semplice latte?
Merda che ci pensi a fare tanto non riusciresti a mandar giù neppure un bicchier d’acqua.
Lo squillo del cellulare ti fa sobbalzare, eppure lo aspettavi da tanto, non serve guardare chi è, sai.
Poche parole, secche e sei già sulle scale, scendi, ecco l’auto che ti è stata indicata, ti avvicini, le gambe che tremano, le mani sudate,
merda quanto odii il sudore, ti fa sentire sporca, in disordine e non vuoi che Lui ti veda così.
La mano sulla maniglia della portiera, apri e …
Ma chi cazzo è quella? bionda, elegante, seduta al volante, lo sguardo fisso …
Stai per dire qualcosa, chiedere scusa per aver sbagliato auto, ma il cellulare squilla, la Sua voce, decisa, a dirti di salire.
Ti siedi nervosa, lanci sguardi taglienti mentre lei tranquillamente accende l’auto, parte.
Strade conosciute che lasciano presto spazio a percorsi ignoti, dopo un po’ perdi il senso d’orientamento, o forse è la tensione.
Case che si diradano, campagna, colline; la strada che s’inerpica, asfalto che cede il passo a sterrato; sobbalzi, buche, per fermarsi finalmente davanti ad una villa che quasi stona tra tanto verde e natura.
Senza una parola lei scende, apre la tua portiera e con un cenno ti invita a seguirla, avviandosi poi a passi decisi verso l’ingresso.
Ora sei intimidita
No cazzo ora hai un po’ di paura, sei forse stata imprudente, in fondo nessuno sa dove sei, pensi a Lui, al tuo Padrone, ormai è un anno che ti sei affidata a Lui, ci son stati momenti difficili, duri, ma hai avuto fiducia e sei stata ripagata, DEVI fidarti anche questa volta.
Le gambe tremano un poco ti fermi vorresti voltarti, scappare, il cuore quasi ti soffoca in gola.
Lei è ormai all’ingresso, si volta vedendoti titubante, per la prima volta il suo viso si concede un’espressione dolce, torna verso te, prendendoti la mano, sussurrandoti che va tutto bene, che sei “in buone mani”.
Stringi la sua mano con forza e la segui.
Pavimenti di marmo lucido oltre quella porta, che rimbombano sotto i vostri tacchi, un lungo corridoio, porte chiuse che si affacciano, lei con una dolcezza inattesa ti fa fermare, ti sfiora il braccio con una carezza, a rassicurarti, poi, passando dietro te, stringe sui tuoi occhi una benda nera.
Buio!
Brividi!
Nessun rumore, solo il pulsare sordo del tuo cuore che sembra rimbombare nelle orecchie.
Lunghi istanti infiniti, non importa che siano secondi od ore, sembrano eterni, poi una mano a stringere il tuo braccio, a guidarti, intuisci che è lei, ti affidi, la segui, ticchettii ritmati accompagnando i vostri passi, una porta si apre, si chiude alle tue spalle.
Ed è ancora silenzio!
Buio!
Un tocco leggero tra i capelli, una carezza che scende fino al collo, alla nuca, ed una voce all’orecchio, la Sua, a scaldarti il cuore. Lui è li, ora sai che nulla di male potrà accadere, non lo permetterebbe.
Le Sue parole sono carezze ed ordini, ti manca la voce ma chini il capo in un cenno d’assenso.
Ti penti subito, sai che non basta e già la Sua stretta sulla nuca te lo ricorda, la voce torna in un sussurro soffiato.
Ed è ancora silenzio!
Buio!
Attesa!
Rumori attutiti attorno a te, ancora ticchettii di tacchi. Sei confusa, cerchi di trasformare quei suoni in immagini.
E di nuovo mani, su te
Mani di Donna, leggere, le senti tra i capelli, a raccoglierli, avvolgerli in una coda ordinata.
Mani, di Donna a muoversi sui tuoi abiti
Lente a slacciare la camicetta, a farla scivolare sulla pelle nuda.
Mani, di Donna a far cadere a terra quella gonna, un moto d’imbarazzato pudore al pensiero che non indossi intimo, una mano d’istinto si sposta a cercar di coprirti e, per la prima volta senti la voce di lei dolce e decisa assieme, una semplice parola
“no”!
e di nuovo, ancora, ossessivamente …
è Attesa!
Silenzio!
Buio!
Senti sguardi sulla pelle, brucia, imbarazzo, attesa, voglia.
Non sai quanti occhi ti guardano
Non sai Chi ti sta osservando
Eppure il tuo corpo reagisce
Il seno si gonfia
I capezzoli inturgidiscono
Il ventre pulsa, imperlato di umida voglia.
Imbarazzo, vergogna al pensiero di occhi di Donna che vedono, sanno.
Altri suoni, un brivido improvviso quando un morbido guanto di spugna si posa sul tuo corpo, passa leggero a detergerlo.
Lento sulla gola, scende tra i seni, indugia un poco sui capezzoli, stringe appena, o forse è solo la tua immaginazione.
Ancora sulla pelle, a disegnare i muscoli della schiena che a quel tocco si inarca.
Cazzo sei eccitata, tu, tu che hai sempre detta “mai con una Donna”, e ora basta che una mano di Donna ti sfiori, lavandoti e ….
Quasi come se avesse colto quel pensiero, quella mano perversamente scende sulle tue natiche le accarezza, schiude le cosce, s’insinua, preme.
Merda, se continua così le godi in mano
Cerchi di pensare ad altro, di distogliere la mente, mordi le labbra
E finalmente quella mano si allontana … e non puoi trattenere una smorfia di disappunto che, ne sei certa, avrà colto, e quel pensiero ti fa arrossire.
Smettila datti un contegno, stai facendo la figura della cagnetta in calore.
Un respiro profondo in attesa … non importa di cosa.
Lasci che gli occhi della mente ti aiutino
Pensi, immagini, vuoi immaginare
Lui comodamente seduto davanti a te ad osservarti, a vederti sussultare a quei tocchi, a fremere sotto quelle mani di Donna.
A vederti eccitata, si cazzo sei eccitata non puoi negarlo, eccitata dalle carezze di quella mano, eccitata al pensiero che Lui vi guarda, eccitata al pensiero della Sua eccitazione.
Vorresti strappare quella benda, vederlo li, davanti a voi, inginocchiarti davanti a Lui, offrire la tua bocca, annusare il Suo odore d’Uomo, sentirlo soffocarti scopandoti la gola e ...
Mani che tornano, improvvise, pelle su pelle, il calore di quelle dita in contrasto con il freddo di crema profumata, che torna ad accarezzarti, spalmata sul seno, da mani dolci ed abili, a scendere sicure sul ventre, tra le cosce, su quella striscia di peluria curata, insistendo. Premendo, schiudendo …
Inarchi il busto, non sai trattenere un gemito, le gambe cedono appena e …
Una voce pronta a riprenderti
Severa, gelida, sicura, quasi glaciale, la Sua voce
“FERMA”!
sussulti
ti irrigidisci
il corpo assume, d’istinto, quella postura elegante che Lui pretende.
Il mento sollevato e fiero, le spalle diritte, le mani dietro la schiena ad afferrare i gomiti.
Ora sai, ora sei certa che Lui è li, ti osserva
Scruta
Controlla.
E tutto cambia, le sensazioni mutano
Ora ti senti la cortigiana preparata per offrirsi al proprio Sire
La puttana che la maitresse profuma per il cliente importante ed esigente
La Sua slave che è pronta a donarsi e la Sua Donna che sa vivere, con Lui, ciò che sono.
Ora non ti serve vedere, sai che è come nella tua fantasia immaginavi, Lui davanti a te, Lui che assiste, con quel mezzo sorriso che be conosci, alla tua preparazione, Lui che aspetta che la Sua slave sia pronta.
E di nuovo 
È Attesa!
Silenzio!
Buio!
Ma ora sai, senti quasi il Suo respiro, senti i Suoi occhi accarezzarti e giudicare.
Una parola secca rompe il silenzio
“ORA”!
non comprendi, ma è un attimo, la benda strappata, la luce che ferisce gli occhi all’improvviso
li socchiudi, bruciano quasi, un momento ancora, metti a fuoco. Ecco!
Lo vedi
La camicia candida, i gemelli d’oro, il sigaro che fuma tra le dita e un ballon di liquore nell’altra mano.
Non ti guarda, guarda dietro te, quasi che il Suo sguardo ti trapassasse.
Un cenno e di nuovo, alle tue spalle, quel ticchettio, lei che dolcemente ti guida, verso Lui, davanti a Lui.
Cazzo! che ci fa ancora qui questa stronza, vuoi restare con Lui, servirlo, obbedire, umiliarti, esser ciò che lui vuole ma tu, tu e Lui.
Quasi ti leggesse nella mente Lo vedi fare un altro cenno e ancora quella mano di Donna, decisa ora, sul tuo collo, a spingerti a terra, le ginocchia sul pavimento duro, freddo.
Puttana, ma chi cazzo crede d’essere.
Raddrizzi ancor più le spalle, la schiena diritta, le braccia ben strette dietro la schiena
Ecco, guarda come si comporta una slave perfetta.
Rabbia dentro te, rabbia verso lei che sembra godere delle Sue attenzioni,
Rabbia verso te stessa per come il tuo corpo ha reagito al tocco di quella mano di Donna, e ancora, al solo pensarci, il ventre si contrae, il clitoride si gonfia,
Rabbia verso Lui, non era questo che aspettavi,
doveva essere un “giorno speciale” ma non questo cazzo!
Cerchi di trattenere una lacrima, la senti spuntare al bordo dell’occhio,
NO, non adesso, non davanti a lei, mordi le labbra, ti fai forza, lasci che gli occhi inghiottano quella lacrima.
Non le darai questa soddisfazione.
Per un attimo lasci che il tuo sguardo cerchi quello del tuo Signore, lo incroci, un lampo, ma basta a leggerci apprezzamento e fierezza.
Si alza
Si avvicina
Il Suo profumo, quel Paco Rabanne mescolato ad aroma di fumo e cognac
Dio quanto ti mancava, lasci che ti riempia il cervello, chiudi gli occhi.
Ora non importa null’altro, ciò che ti chiederà, che pretenderà, che esigerà, non importa, sei pronta, come non mai, sei Sua, come non mai, vorresti chinarti, abbracciargli le gambe, urlargli ciò che senti, che provi, quel tuo esser Sua in modo così totale che l’Amore cantato dai poeti è nulla in confronto.
Un sussurro al tuo orecchio
“tieni gli occhi chiusi”
obbedisci, trattieni il respiro
non sai cosa ne come ne quando, non importa, che sia dolore o carezza, non importa, che sia un bacio o il tocco cattivo di una cinghia, non importa, purché Suo.
Attimi infiniti, apnea che pare non finire poi, qualcosa a sfiorarti la gola, a stringerla
Un brivido, la paura di illuderti
Stringe un poco di più
Non puoi sbagliarti, è quello
È così
Il corpo scosso da tremori incontrollabili
Ancora la Sua voce all’orecchio
“guarda”
apri gli occhi, con un po’ di timore
lui davanti a te a reggere uno specchio e in quello specchio
… tu … e un meraviglioso collare ad adornarti la gola.
E ora nulla può frenare le tue lacrime
Vorresti ringraziarlo, vorresti baciarlo, vorresti … tutto
Ma sai che non serve
Lui sa, sa bene cosa significhi per te per Lui per voi quel collare.
Ti prende la mano, ti aiuta a rialzarti, asciuga con un fazzoletto candido le tue lacrime.
Siete voi, soli.
E quel che segue è un'altra storia.
Vostra.

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