martedì 6 dicembre 2011

"Pioggia"!







Hai mai camminato sotto la pioggia?
Non correndo quasi a cercar di evitare le gocce,
… camminando …
a passi lenti, incurante dell’acqua che ti bagna il viso e infradicia gli abiti,
piano piano, un passo dopo l’altro
sentendo le gocce scivolare sul volto e lasciandoti cullare dai pensieri
Ti sei mai seduto sui gradini di un palazzo, incurante di bagnarti gli abiti, osservando umanità passarti accanto, con sguardi indifferenti o irridenti e sorrider tra te inseguendo sogni?
Hai mai visto Firenze da Boboli quasi sfumata dalla pioggia che la scherma ai tuoi occhi, appoggiando il mento sulle mani e guardando nel vuoto, mentre l’acqua ti lava il viso?
Hai mai percorso strade bagnate di pioggia su una moto, il vento tra i capelli umidi, il viso rigato di gocce, che possono e sanno nascondere lacrime, sentendo l’asfalto farsi insidioso, ad ogni curva, quasi sfidarti e… accettare quella sfida, piegando un po’ di più, cercando un limite, forse, inconsciamente cercando di superarlo, per poi flettere il polso, sentire il rombo del motore tra le cosce vibrare più forte e docile la moto raddrizzarsi… nel canto gioioso delle marce che salgono, con un sorriso sul viso, quasi la vittoria ad una sfida che per un attimo, solo per un attimo cancella quelle lacrime; una sfida che sai si ripeterà alla prossima curva senza sapere chi vincerà? E non importarti chi vincerà?
Hai mai fatto l’amore sotto un diluvio? Quando gli abiti sembrano incollati alla pelle e pare voglian resistere al desiderio che brucia? Quando pioggia sudore ed umori si mescolano, quando spalancando la bocca gridando un orgasmo lasci che quelle gocce colino in gola, quando ogni carezza scivola sulla pelle bagnata, quando ogni stretta sembra più viva e vera?
Hai mai sentito le sue gambe strette intorno ai tuoi fianchi, sentendoli fradici di pioggia e quasi nel timore di perder la presa sentirla stringer più forte entrando più profondamente in lei?
Sei mai rimasto steso su un prato bagnato, abbracciato a lei, dopo l’amore, tenendola stretta mescolando i respiri che rallentano, scostandole riccioli fradici dal viso per guardare i suoi occhi e sorriderle dolcemente?
Hai mai baciato le sue labbra sentendo assieme sapore di pioggia e lacrime e provare contemporaneamente tristezza e gioia?
Sei mai tornato, da solo, su quello stesso prato, sotto altra pioggia…ricordando?
Ti sei mai fermato davanti ad una cappelletta su una strada di campagna, fissando immagini Sacre, così in contrasto con la tua Fede troppo spesso “addomesticata” secondo le convenienze e lasciar scorrere lacrime sul viso, come gocce di pioggia, ricordando una Amica che non c’è più?
Mi volto indietro trovando in me tutto questo, in flashback e istantanee lontane tra loro nel tempo, sorrido… “ho vissuto”.

9 commenti:

  1. Grazie SdS... ;-) un altra parte di me

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  2. Bellissimo!
    Non c'è altro da dire...
    G

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  3. Grazie, a volte basta una sola parola ;-)

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  4. Emozionante davvero.
    Mi son trovata qui per caso ma non potevo evitare di manifestare il mio apprezzamento.

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  5. Grazie Nereis, pezzetti di vita sparsi ma hanno comunque un senso

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  6. Della bellezza di questo post hanno già parlato altre prima di me. Ti leggo da pochi giorni: una domanda, tra le tante: che ne è della schiava quando il suo Padrone si stufa di lei, Master E.? s.f.

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  7. ti ringrazio dei complimenti. un Padrone non si stanca di una slave. se un rapporto finisce, e capita, può finire per mille motivi, non ultimo l'esser deluso dalla slave stessa. io in quasi tutte le relazioni, tranne una, sono rimasto in ottimi rapporti con le mie complici e ci risentiamo, chiacchierando, discutendo, confrontandoci, poi a volte puo anche capitare che sia la slave a "stancarsi", per mille motivi..e fa male.
    per le altre "tante" domande quando vuoi, anche via mail.. la trovi qui sul blog

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  8. Vivere..sempre...Con intensità, con sete e fame di tutte quelle sensazioni e emozioni che ci fanno sentire vivi...qualsiasi esse siano.

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