martedì 15 novembre 2011

"Appartengo"!







Ansia, quell’ansia che ogni volta ti coglie prima di un incontro, ansia e attesa che non diventano mai abitudine.
Gesti lenti ed accurati preparandoti, la scelta di cosa indossare, con un sorriso malizioso allo specchio davanti a quell’intimo scelto apposta per Lui, e di nuovo ansia e attesa.
E finalmente davanti a Lui, e già la gola si secca, le parole muoiono fermandosi nella mente; quante cose vorresti dire, quante non ne sai dire,
Lo guardi lasciando che i Suoi occhi ti leggano dentro; leggi nei Suoi, severità e dolcezza, e sai che non sarà un incontro facile, ma sicuramente saranno altri passi, altre emozioni, altre sensazioni.
Vi avvicinate lentamente a quella porta che si apre; ti sussurra all’orecchio “chiudi gli occhi”, e lentamente ti guida oltre la porta. Lo scrocchio della serratura ti fa sussultare e una strana sensazione di pace all’improvviso ti avvolge, sei “a casa” tra le Sue mani. Sua.
Aspetti quasi con ansia la benda a rubarti la vista, aspetti i Suoi ordini, i Suoi insegnamenti, ma, come quasi sempre, ti sorprende; il Suo tono si fa freddo, gelido, una sola parola “spogliati”
Gli abiti cadono piano, scivolano sulla pelle, mostrano ed offrono il tuo corpo, tenendo, come sai Lui vuole, solo quel minuscolo slip a coprirti, rivelando quelle sensazioni che la sola attesa già ti dona e non puoi ne vuoi nascondere.
Ed ecco, finalmente, le Sue mani, sulla nuca, decise, a guidarti attraverso quella stanza, fatichi a tenere gli occhi chiusi, vorresti l’aiuto di quella benda, ma sai che anche questa è una nuova prova. E di colpo ti ferma, lo senti muoversi accanto a te, rumori che cerchi di intuire, che a volte riconosci, il sibilo della cinghia che si sfila, il tintinnare della catene, poi silenzio.
E diventa sempre più difficile restare ferma, immobile, ad occhi chiusi.
Di nuovo la Sua mano, leggera ora a sfiorar la gola, a scivolare sulle spalle nude, a disegnare il contorno del seno gonfio, dei capezzoli turgidi, e improvviso il Suo ordine “guarda”.
Apri gli occhi, li socchiudi subito alla luce improvvisa, torni a riaprirli e vedi…lei, il corpo flessuoso, in punta di piedi, le braccia tese verso l’alto, corde sui suoi polsi a trattenerla, uno sguardo complice tra voi e mille pensieri che si affollano nella mente; desiderio, invidia, voglia, attesa, timore, appartenenza.
Ancora tintinnar di catene, il freddo del metallo alla tua gola, stringe, uno scatto secco la blocca; ed ora è quella catena a guidarti, a portarti davanti a lei, uno strappo severo ti “ordina” di inginocchiarti, vedi la sua tensione per restare in punta di piedi, mentre Lui le ricorda che quella corda non deve lasciar segni ai polsi, e il suo corpo si tende ancor più … in punta di piedi.
Basta un altro piccolo strappo per farti capire ciò che si aspetta e già il tuo capo, la tua bocca sfiorano quei piedi di donna, la lingua li accarezza, li assaggia. Puoi cogliere, anche da quel minimo contrarsi dei muscoli, il suo imbarazzo ed il suo piacere e tutto ciò si trasforma in te in desiderio ed eccitazione.
La tua bocca ora non ha limiti muovendosi su lei, la tua saliva la bagna, la tua lingua la sfiora e per un attimo un gemito le sfugge.
Vola la tua mente, lontano, ma Lui è pronto a riportarti al presente, la Sua voce chiede e pretende risposte, chiede cosa senti, cosa provi, chiede cosa bagna così indecentemente quello slip e chiede dove vorrebbero esser le tue mani ora.
Con un filo di voce cerchi di rispondere ma la Sua voce martella nella mente, sempre più fredda e decisa, il tuo corpo risponde a quel tono e le tue parole esaltano ogni sensazione.
Senza più tabù ti confessi, lasci che le parole descrivano ciò che vorresti; con voce roca descrivi il desiderio di poter almeno sentire le tue dita sfiorarti, schiuderti, sentirle sfidare il clitoride dolcemente, farsi via via più decise, premendo, per tornare a farsi leggere e sfinenti e … all’improvviso … realizzi che le tue parole diventano atti, non per te ma per lei,
Lui ora muove la Sua mano, le Sue dita su di lei, in lei, seguendo le tue parole, ciò che tu solo desideri lei sta vivendo.
La senti gemere, contorcersi a quel tocco, vorresti tacere, smettere, quasi punirla con il nulla per ciò che ha, ma non puoi, perché il suo piacere diventa piacere ed eccitazione per te, la sua voglia si fa tua, pur vivendola di riflesso. Per un attimo, solo per un attimo la voce ti manca e la senti trattenere il respiro perché anche la mano di Lui si è arrestata di colpo, e quella mano torna sulla tua catena, ti solleva il viso, pretende i tuoi occhi, segnati da quel cerchio scuro fatto di voglia. Vedi la Sua mano avvicinarsi al tuo volto, vedi le Sue dita lucide di voglia di donna, che non è la tua, ma è come se lo fosse, vedi il ventre di lei, che ondeggia piano perso in quel piacere interrotto, la sottile riga scura della peluria, ben curata, le labbra tumide e velate di umori, il clitoride che spunta, eccitato.
Lo fissi mentre si avvicina a lei, il Suo sesso sfrega tra le cosce, si bagna della sua voglia e torna davanti al tuo volto, i loro odori uniti ad estasiarti, spalanchi la bocca, ma uno schiaffo sonoro ti segna la guancia, sai che hai sbagliato.
E basta un Suo gesto a spingerti il viso tra quelle cosce, non servon parole e già la tua lingua assaggia quel piacere di Donna, si muove tra le pieghe del desiderio, insiste, si ritrae appena e lascia posto alle tue dita che scivolano in lei, lentamente, facendole gustare ogni istante, fermandosi in lei e lasciando che da sola danzi sulle tue dita e di nuovo muovendosi, con movimenti ritmati ora, decisi, profondi sentendola chiedere, implorare, attendere il permesso di far esplodere il piacere.
La sua voce roca, piena di desiderio è un afrodisiaco per te che ormai non puoi più fermarti e tu stessa vivi quasi come liberatorio quel “si”.
La concessione del piacere che esplode tra le tue dita, che schizza sul tuo volto e sul seno, che le fa sussultare il ventre e piegare le gambe, che pare non finire mentre quella piccola pozza, fatta di piacere ed umori, si allarga ai vostri piedi, le inonda le cosce e la tua bocca corre a ripulirla, fino a fermarti ansante, ed i vostri respiri sono all’unisono.
Ora è il nulla intorno a te, quasi come se l’orgasmo di lei avesse svuotato anche la tua mente, quasi non ti accorgi che Lui sta sciogliendo quei nodi, la sorregge per un attimo ed già è al tuo fianco, in ginocchio accanto a te.
La Sua mano severa tra i vostri capelli, piegandovi, spingendovi ad assaggiare quel piacere a terra, a leccarlo, ripulirlo,; e già torna violento il desiderio.
Silenzio
Un silenzio teso e carico di attesa
Composte davanti a Lui, la schiena eretta, le spalle diritte, il volto sollevato e fiero, il viso “sporco” di saliva umori e voglia, e quello specchio davanti a voi a riflettervi mostrandovi per ciò che siete e siete fiere d’essere.
Con un cenno Lui chiede i polsi di lei, li prende dolcemente tra le mani, li osserva, li porge a te e vedi, su quei polsi, i segni di corde, belli … ma non era quello il Suo ordine e lei lo sa, tu lo sai. Le vedi chinare il capo, e già la catena al suo collo si tende, la guida attraverso la stanza, carponi, fino a fermarsi dove Lui vuole.
Un lungo cucchiaio di legno nella Sua mano, si muove piano sulla schiena, vertebra per vertebra, scende sulle natiche, si allontana e…colpisce. Secco lo schiocco e quasi nasconde le parole di lei sussurrate celando un gemito…contando.
Dieci colpi severi, e ad ogni colpo le natiche si arrossano, la pelle brucia, gli occhi si velano di lacrime e piangi con lei, perché come il sua piacere è stato il tuo così tuo è il suo dolore.
La vedi rialzarsi, il viso sfatto dal piacere e dal dolore, eppure fiera di quella fierezza pulita che solo una slave che obbedisce può avere.
Il mento sollevato, lo sguardo fisso in avanti, le braccia compostamente strette dietro la schiena, e lentamente, guidata dalla tua catena, la raggiungi, al suo fianco, così diverse e così uguali. Appartenendo.
Ma sai che tutto ciò non era che l’inizio, sai che altro ti aspetta ed i Suoi occhi e la Sua voce te lo confermano con una domanda secca, improvvisa, fredda.
“qual è il primo dovere di una slave”?
e la mente di colpo si vuota, temevi questo momento sapevi che sarebbe giunto, sapevi che la gola si sarebbe serrata, mille parole avrebbero affollato la mente e nessuna sarebbe riuscita a dirsi. Impietoso il Suo sguardo non ti abbandona, e non appena i tuoi occhi abbandonano i Suoi pronta sei richiamata all’ordine “GUARDAMI e rispondi” e ancor più le parole non vengono, inghiotti a vuoto, ti dai della stupida, sai cosa sei, sai cosa vuoi essere eppure non riesci a parlare e lacrime bagnano i tuoi occhi.
Lo vedi muoversi piano, davanti a voi, sfiorare quasi con dolcezza il mento di lei, un mezzo sorriso gli illumina il volto ed è a lei che ora ripete la stessa domanda e … la senti rispondere, sicura, con poche parole precise, il capo fiero, lo sguardo fisso in avanti.
stronzo, stronza, perché? Lo sa che è la cosa che più temi, e ancor più davanti a lei, e lei, puttana, come cazzo sa le risposte giuste?
Lui torna a guardarti, solleva il tuo viso, i tuoi occhi velati di lacrime nei Suoi e ripete la domanda, ora sai le risposte precise, le senti, son li…eppure… e uno schiaffo sonoro ti arrossa la guancia, si volta, ti ignora quasi e torna a rivolgersi a lei invitandola ad esser lei a porti quelle domande.
La senti stupita, si lascia sfuggire un “io Signore?” di cui subito si pente davanti al Suo sguardo gelido e guardandoti, quasi implorandoti con gli occhi di rispondere, ti ripete quelle domande, schiudi la bocca, inizi a parlare, lentamente, la vedi chinare appena il capo, quasi a confortarti, a farti capire che è la risposta giusta, a proseguire, e finalmente la voce torna e quelle risposte vengono.
La guardi, uno sguardo riconoscente per la sua vicinanza, per il suo aiuto silenzioso, pentita di quelle parole che ti si son formate nella mente poco prima, ma… è un attimo, solo un attimo, ed ecco una seconda domanda ed una terza ed una quarta, e ancora la mente è vuota, panico e rabbia, lacrime salate che bagnano le tue guance e scivolano sulle labbra e basta un Suo sguardo verso lei per sentirla rispondere a quella domande, con voce ferma, tono preciso,
stronza, stronzo,
ti mordi le labbra, raddrizzi le spalle, è giusto così, devi imparare.
Torna davanti a te, aspetti ancora quelle domande, ora sai le risposte, ora dimostrerai di saper imparare prontamente, ma è altro che dice la Sua voce, sono complimenti per lei, per la sua bravura, la sua preparazione e “merita un premio non credi?”
Un premio? Cazzo, ha avuto un orgasmo che a te è negato, ti ha umiliata, ti ha fatto sentire una nullità ed ora merita anche un premio?
Ma sai che è giusto così, è un altro passo, chini il capo sussurrando “si Signore” e guardandola le sorridi appena, deve sapere che hai capito.
Corde, severe, sui tuoi polsi, sulle tue caviglie
Legata a quel letto, braccia e gambe allargate e…lei in ginocchio sopra te, il suo sesso davanti al tuo volto, il suo odore di femmina che ti inebria, tua malgrado ti eccita, chiudi gli occhi lasciandoti prendere, portare lontano da quelle sensazioni finchè … “apri gli occhi!”
Lo temevi, lo sapevi
Apri piano gli occhi
Il Suo cazzo li, davanti al tuo viso, teso, duro, che si appoggia a lei, che schiude la sua figa, che spinge strappandole gemiti, facendola piegare in avanti
Lo vedi muoversi in lei
Entrare ed uscire lucido di umori
La senti quasi afflosciarsi contro te, i suoi capelli ad accarezzarti le gambe, il suo respiro a soffiarti sul ventre, su quello slip che ancora indossi, ormai indecentemente fradicio, il suo respiro è ritmato come i colpi di Lui, più profondi ora, più decisi, sentendola gemere, chiedere implorare altro piacere ed è a te che Lui chiede, chiede di darle il permesso di godere, di prendere quell’orgasmo che a te è negato, di gustarlo fino in fondo, a te lo chiede, come supreme umiliazione, e chiudendo gli occhi per un istante soffi il tuo “si … si …. Siiii” sentendola esplodere nel piacere, abbandonandosi poi sfinita contro te e lasciando che umori densi ti colino sul viso
Appartenendo.

3 commenti:

  1. Momenti dentro me. Sempre.

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  2. Qual è il primo dovere di una slave ? :)

    Io curiosa

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  3. credo che una slave saprebbe risponderti facilmente, a me piace rubare la risposta di una amica che mi ha scritto un commento "il primo dovere di una schiava è imparare a scegliersi il giusto "padrone". Molto vero...poi tutto il resto viene da solo ;-)

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