mercoledì 25 maggio 2011

Nuda ... legata al timone!







Sole caldo sul lago, l’acqua appena increspata dalla brezza a formare minuscole onde che si inseguono.
Sole caldo e brezza mentre cammini lenta su quel pontile, lei al tuo fianco e Lui sorridente ad attendervi su quel motoscafo.
Sfilate le scarpe salendo a bordo, sotto il Suo sguardo attento mentre scioglie le cime e avvia il motore portandosi al largo.
Sorrisi tra voi, atmosfera rilassata mentre ti perdi ammirando quel meraviglioso paesaggio fatto di verde e azzurro, fatto di splendide ville e palazzi d’epoca, con un castello che domina dall’alto.
L’aria profumata che scompiglia i vostri capelli, lei che sfila gli abiti restando in costume e stendendosi sul prendisole di prua, davanti a Lui, mentre tu attendi e mille pensieri si affollano nella mente, pensieri fatti d’immagini, di discorsi fatti, di sensazioni che eran già promesse e finalmente un gesto che ti permette di sfilare i pantaloncini e canotta, finalmente sole e vento sulla pelle già lievemente abbronzata, e immobile, il capo sollevato fieramente, gli occhi bassi, attendi.
Attendi mescolando timori e desideri, ricordando parole Sue che evocavano una gita in barca, che quasi dettagliando solleticavano la tua immaginazione su ciò che avrebbe potuto essere e … resti quasi delusa quando ti invita a stenderti al fianco di lei e goderti vento e sole, mentre la barca corre veloce su quell’acqua appena increspata, mentre verde, giardini e ville sfilano davanti ai vostri occhi ma la mente è altrove, e il corpo grida.
Sollevi appena il capo dal prendisole e con un sorriso scorgi … quel castello diroccato di cui avete parlato, erto sopra un isolotto roccioso e la barca rallenta, Lo guardi, leggi nei Suoi occhi una luce nuova, diversa, quella luce che ben conosci, e la Sua voce ti conferma che … tutto cambia ora.
La Sua voce che secca e decisa ti dice di alzarti ed avvicinarti, sei davanti a Lui ora, mentre la barca si ferma al largo … ondeggiando piano e … sai, sai ciò che accadrà, ciò che sta per chiederti, ciò che hai vissuto nella mente mille volte, e il solo ricordare quei sogni ti fa infradiciare.
La Sua mano che con gesto deciso scioglie il costume, mettendo a nudo il tuo seno, la Sua mano che, sicura, scende tra le cosce, schiudendole e premendo sullo slip del costume, per poi apostrofarti quasi in tono canzonatorio, dicendoti che, ancora non ti ha toccata e sei giù fradicia come una cagna in calore.
Avvampi, di tensione, d’imbarazzo, di voglia, girando il capo verso lei, ancora stesa al sole, ma attenta ad ogni gesto, ad ogni parola; e quando Lui con gesto Padrone, strappa il tuo slip macchiato di umori e voglia e lo mostra a lei, non sai se sia più l’imbarazzo o la voglia perversa.
Ora sai e ad un Suo gesto ti inginocchi davanti a Lui, le mani dietro la schiena, compostamente strette una all’altra, il busto eretto, e rabbrividisci di piacere perverso quando la corda stringe i tuoi polsi e ti lega strettamente al timone.
“nuda legata al timone” quante volte quelle parole ti son rimbombate nella mente cercando di immaginare, e come sempre la realtà supera l’immaginazione.
Lui in piedi, davanti a te.
Lui davanti a te e il Suo cazzo stretto nel costume davanti al tuo viso. Lui davanti a te mentre la barca prende velocità e senti ogni minimo movimento del timone ripercuotersi in te.
Lui davanti a te accarezzandoti piano il viso per poi stringerti a se, con forza, il volto schiacciato contro il Suo ventre, solo il costume a separare la tua bocca dal Suo cazzo, e le Sue parole, susurrate eppure sembrano urlate: “succhiami”.
Il cuore in gola, il respiro corto, mentre con i denti abbassi il Suo costume, liberi quel cazzo che non vedi l’ora di omaggiare,
lasci che l’odore d’Uomo ti avvolga e schiudi le labbra, accogliendolo.
Non importa più nulla ora, non importa se altre barche sfilano accanto, non importa se dalla costa, pur lontana, qualcuno vede, non importa se lei, appena più in la, vede e sente.
Non importa, non ora, non ora che la tua lingua scivola piano lungo l’asta, più giù fino a bagnar di saliva le palle, e risalendo poi, ad accoglierlo in bocca, scaldandolo con la tua saliva, facendolo scivolare tra le labbra, succhiando avida, e spingendotelo fino in fondo alla gola,
finchè l’aria manca,
finchè la saliva cola,
finchè gli occhi si bagnano di lacrime,
e non basta ancora, vuoi ancor piu,
ancora più in fondo, ancor più al limite.
Per poi vederlo scivolare fuori da te, lucido di saliva, respirando a pieni polmoni per esser pronta a ritrovarlo in gola.
Finge indifferenza, guidando sicuro quella barca, finge indifferenza mentre gli doni un meraviglioso pompino, finge indifferenza ma … il Suo piede nudo si fa strada tra le tue cosce, stuzzica la tua figa, gioca con il tuo clitoride, preme
e tu oscenamente divarichi ancor più le cosce per … scivolare su quel piede che ti fotte.
Ti perdi in quel piacere, e quasi non ti accorgi che lei si è alzata ed è seduta appena dietro Lui, quasi non volesse perdersi neppure un istante del tuo donarti, seduta con le gambe leggermente schiuse, lasciando intravvedere una piccola macchia umida sullo slip e i capezzoli che sembran forare il costume.
E quel piede “cristo così non posso resistere”  non avresti mai pensato di esser così vicina ad un orgasmo, scopata solo da un piede; accelera la barca e prende d’infilata delle onde, tagliandole, e ad ogni onda la barca spancia e ricadendo sembra che quel piede scavi ancor più in te, strappandoti gemiti.
“cazzo non ce la faccio. Sto per godere, ma non posso, non ne ho il permesso”.
Sposti lo sguardo su lei, ora la sua mano accarezza lentamente il seno, infilandosi tra tessuto e pelle, sai che sente i capezzoli turgidi tra le dita, mentre l’altra mano, tra le cosce, preme dolcemente sul clitoride.
“puttana, ti stai masturbando guardandoci, e… cazzo vorrei poter succhiare Lui e leccare te contemporaneamente”.
Spii ogni suo movimento, quasi potessi farle sentire che vorresti esser tu a donarle quel piacere, quasi a studiare come ama cercare e trovare piacere, per perderti di nuovo appena il Suo piede spinge più a fondo.
Afferra il tuo capo ora, con forza “si, si Padrone, si ti prego, guida il mio capo, fotti la mia gola, prendi ciò che è tuo” spinge in te, ti prende come ami ed ama, ma vedi che gira il capo verso lei, anche lui osservando quella lenta masturbazione, sfilandole gli occhiali da sole che le celavano lo sguardo, rivelandolo e lasciando che attraverso quegli occhi velati le si legga dentro il suo desiderio.
I loro occhi che non si abbandonano, si cercano e si trovano, e lei che muove più in fretta la mano, seguendo inconsciamente il ritmo del tuo pompino, lei che scosta lo slip mostrandosi, e sai quanto la imbarazzi questo, ma ora anche lei è persa in Lui, in voi.
Complice e compagna.
E Lui abbandona la tua bocca, rallentando la barca, quasi fermandola, si volta verso lei, con il piede sfiora la sua gamba, bagnandola di te, muove piano il piede in una sfinente carezza mentre lei ormai si prende con le sue stesse dita, a bocca aperta, respirando a tratti, ansando, sai che è prossima all’orgasmo, glielo leggi in tutto il corpo.
Vorresti urlare, gridarle “no, non è giusto, io merito il piacere, l’orgasmo, no, non è giusto, io voglio ancora il Suo cazzo in gola”.
Non riesci a staccare gli occhi dalla mano di lei, dalle sue dita, osservi quei movimenti sempre più rapidi, sul clitoride, lo premono, lo sfiorano con i polpastrelli, girandoci piano attorno, dita che improvvise si piegano e…spingono scivolando su quella voglia, mentre inarca il busto e un lungo gemito le sfugge.
Stringi le cosce cercando un fugace ed inappagante contatto
“stronza no, io voglio godere”, ma non lo pensi, sei quasi felice per lei, con una punta di gelosia ed invidia ma felice.
La vedi abbandonarsi sul sedile, le cosce ora oscenamente aperte, stringendo il seno con una mano mentre l’altra non smette quella masturbazione ormai furiosa e il piede di Lui che si unisce alle sue mani, il suo respiro è ormai un rantolo inarticolato, la pelle abbronzata è velata di sudore eccitato, e … la vedi esplodere in un orgasmo appagante, violento, che la scuote per lasciarla poi persa in quel piacere.
E finalmente hai di nuovo la Sua attenzione, scioglie le corde, ti fa alzare, le natiche appoggiate al timone, sollevando una gamba per meglio offrirti a Lui, le Sue dita ora ti cercano e trovano
Dio quanto ami le Sue dita, così sicure, abili, che sanno sfiorare o prendere, che eccitano e appagano … se lo meriterai.
Le Sue dita in te ora, a scovare quel punto, così sensibile, delicato, eccitante, le Sue dita li, ad insistere e sai che non potrai resistere, senti la tua voce mormorare parole incoerenti, senti la tua voce chiedere e supplicare, stringi i pugni perché sai e temi che anche se non avrai il Suo permesso non saprai dominare il tuo corpo
E il Suo si è una liberazione e lasci che il piacere ti avvolga, che la mente si svuoti, che tutto scompaia e restino solo sensazioni uniche. Le gambe si piagano, il corpo freme e quel getto che ormai conosci cola a bagnarti le cosce, violento e liberatorio, lasciandoti al contempo appagata ed “affamata” perché ora conosci “quell’orgasmo”, ora sai che nulla è più appagante ma che lascia il corpo così sensibile che basta un soffio a riaccenderlo
A farti chiedere ancora a farti implorare
E sai che Lui sa.
Ti fa chinare a terra, il viso premuto in quella piccola pozza formata dal tuo piacere, e già la tua lingua lecca, il tuo sapore tra le labbra, diverso, eccitante, unico.
Lui dietro te, il Suo sesso a sfiorar le cosce, a battere sulla figa facendola contrarre, a farsi strada scivolando in te e spingendo, colpi decisi, profondi.
Sollevi il viso e incroci lo sguardo di lei, ora è lei ad invidiarti, mentre lasci che ti legga dentro, mentre il piacere pare non finire mai e l’orgasmo si somma all’orgasmo, mentre non sai più se stai piangendo, parlando, urlando o solo immaginando di farlo.
E quando esce da te, allora si parli, urli, chiedi, chiedi di non smettere, chiedi di esser presa ancora ed ancora, chiedi di … tutto …
E solo allora ti accorgi di aver forse detto troppo, sentendo il Suo cazzo, bagnato di te, premere tra le natiche, spingere su quel buchino, mordi le labbra, incontri ancora lo sguardo di lei e.. in quel momento Lui … spinge, deciso, a fondo, l’urlo ti muore in gola assieme al respiro, ma troppa è la voglia e l’eccitazione e quel dolore sfuma subito in altro, in piacere, in voglia oscena, in desiderio perverso, e ancora parole, non importa se dette o pensate, ancora parole a chiedere e dirti, a chieder di prenderti in ogni modo, di fotter tutto di te, di non fermarsi, parole anche rivolte a lei, dicendole che vorresti leccarla o farti leccare mentre il tuo culo viene fottuto fino in fondo, sentire sapore di Donna in bocca mentre ti scopano le viscere, sentire lingua di Donna tra le cosce mentre ti doni completamente a Lui. Ma forse son solo parole pensate perché lei non si avvicina, ma torna a frugarsi da sola con la sua mano, a cercarsi; il piacere torna ad accenderla, e quando, ancora, urli il tuo orgasmo, godendo fottuta nel culo, lei spalanca la bocca e…gode con te.
Ma non basta e lo sai.
Ti avventi affamata sul Suo cazzo che sa di te, mescolando ogni sapore di te, gustandolo a fondo, ripulendolo con cura. Per poi fissarlo grata e devota mentre si sposta verso lei, le sussurra all’orecchio poche parole, e la Sua mano scivola dentro quello slip ancora scompostamente indossato, scorgi attraverso la stoffa le dita muoversi, piegarsi, cercare, trovare.
Non serve vedere, sai, solo osservandola in viso, sai che sta sfiorandola come ora tu sai, che sta prendendola come ora tu sai, vedi i suoi occhi farsi vitrei, la sua bocca aprirsi senza parole, i pugni stretti e all’improvviso quell’urlo violento ed appagante e quella macchia che si allarga sullo slip, e non lascia dubbi su ciò che ha appena vissuto,
e ora non sai resistere, se sbagli subirai la punizione, ma ora l’istinto ti guida, ti avvicini a loro, sfili quello slip zuppo e lo porti al viso, annusandolo, leccandolo, senza smettere di fissarla, ancora persa in quegli spasmi che sembran non cessare mai, conoscendo quella voglia appagata eppure che torna così prepotente.
E solo ora sollevando appena il capo vedi che la barca è ormai a ridosso di quell’isolotto e di quel castello diroccato, e mille fantasie si accendono nella mente
Ma questa è un'altra storia

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