Bianca
occhieggiava mostrando l'incavo dei seni, sfacciata e provocante;
morbida quando la mano la sfiorava oltre l'orlo della calza, dov'era
più sensibile, risvegliando brividi e il respiro si faceva denso.
Candida
davanti agli occhi, gli abiti sparsi a terra, oltre il pudore;
combattuta tra timore e desiderio, tra ciò che era e ciò che altri
vedevano; mostrandosi, fiera del suo esser schiava.
Rossa
quando la mano colpiva natiche spudoratamente offerte, segnando un
impronta che era appartenenza, abbandono, umiliante eccitazione.
Di
porpora quando corde segnavano, stringendo a toglier l'aria, a
disegnare il seno, a premer sul ventre bagnandosi di umori densi;
arazzo vivente fatto di corda e pelle, null'altro se non brividi e
odore di desiderio, voglia, sudore, bisogno animale.
Splendida
poi, vestita di nulla se non di segni di corde e brividi, su quella
pelle, per perdersi tra braccia morbide in un sospiro felice.
Bello... :)
RispondiEliminala pelle di una schiava è un foglio bianco che aspetta di essere disegnato.
RispondiEliminaSi, è così, con disegni complessi
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