Paesaggi
scorrono dal finestrino, sequenze veloci che guardi distratta.
La mente
altrove, a ciò che ti aspetta, a Lui che ti aspetta.
Ti
rannicchi sul sedile, quasi a coccolarti lasciando andare i pensieri,
stringendoti addosso quell’abitino acquistato per Lui, indossato spudoratamente
senza intimo.
Vuoi
fargli una sorpresa, offrirti.
No, o
meglio non solo, adori sentirti così, sottilmente puttana, guardare chi ti
siede di fronte indaffarato con il suo tablet, chi distrattamente legge il
giornale, chi chiacchiera a voce troppo alta al cellulare… se sapessero.
Un
brivido perverso ti scuote.
Chiudi
gli occhi, e subito mille pensieri si affollano, mille desideri.
Il
bisogno del Suo sguardo, delle Sue mani, della Sua voce.
Di quei
silenzi che dicono tutto.
Contrai
le cosce, istintivamente, e quel lieve contatto incendia il corpo.
Il seno
preme in quell’abitino leggero, ad ogni movimento sfiora i capezzoli, la bocca
si schiude.
Cazzo
hai voglia, lo vorresti li
Davanti
a te
Vorresti
scivolare ai suoi piedi, elegantemente inginocchiata, composta come Lui
pretende, lasciando che ti afferri il capo, premendolo contro il Suo ventre,
facendoti sentire la Sua voglia, facendosi desiderare.
Stronzo,
lo odii quando prolunga la tua attesa, quando sa esattamente cosa vorresti,
quando basta guardarti per sapere che sei un fascio di carne eccitata, eppure,
mantenendo quel contegno quasi impassibile, ti ignora.
Si lo
odii ma… quanto ami quei momenti e ciò a cui preludono.
La voce
metallica del capotreno che annuncia la prossima stazione
Non
ancora la tua
Non ce
la fai più, hai voglia, hai bisogno di vederlo, annusarlo, servirlo.
Apri gli
occhi, cammini per la carrozza cercando di pensare ad altro,
ma il
corpo pretende ormai.
Rapidamente
digiti un messaggio dal cellulare, una richiesta, quasi un’implorazione
Il
permesso di poterti accarezzare nel bagno del treno.
Immediata
la risposta, forse inattesa, sicuramente sperata e desiderata
Un
semplice banalissimo “si”.
Il cuore
pulsa violento tra le cosce mentre chiudi alle spalle la porta sollevi in vita
l’abito
Ti
guardi nel minuscolo specchio, adori ciò che vedi, una Femmina, calda,
eccitata, viva.
La mano
scivola tra le cosce, le dita schiudono piano le labbra, scorrono lente nel
solco fino al clitoride, lo sfiorano, si allontanano, tornano, più decise
Come Lui
ama toccarti, come tu adori esser toccata.
Il
leggero trillo del cellulare segnala un sms
No, non
ora, fanculo a tutti, ora no, ora sei tua, ora vuoi godere
La mano
si muove veloce adesso, le dita passano rapide attorno al clitoride, lo
premono, lo muovono.
Un altro
sms
Un altro
ancora
Le dita
fradice di voglia, un velo di sudore sulla pelle, i primi sussulti
incontrollabili danzando sulla tua mano, muovendo oscenamente il bacino
Il cuore
in gola a strozzare il piacere
Un nuovo
messaggio sul cellulare
Cazzo
Cazzo
Lo sai,
stai facendo finta di nulla ma sai bene che probabilmente è Lui, che
probabilmente ha altri ordini, che forse… ti negherebbero il piacere
Sai che
stai fingendo di non saperlo per rubare un orgasmo, che poi pagherai
Ma ora
no, ora ne hai bisogno
La senti
la tua voglia, tra le dita, nella figa, nelle vene, nel cervello.
Le dita
spingono, entrano, a frugarti, a fotterti, a scoparti.
Ti vedi
riflessa nello specchio, cagna eccitata, femmina, Donna
Lo
sguardo appannato dal piacere, le labbra schiuse su gemiti soffocati, la gola
secca inarcando la schiena…
Uno
squillo prolungato, imperioso quasi; non puoi ignorarlo stavolta, stavolta no.
Allontani
la mano cerchi di rallentare il respiro, di imporre al tuo corpo quell’ordine
che ancora non c’è, di ritrovare un minimo di freddezza…
E
finalmente prendi il tuo cellulare, maledetto apparecchio, scorri rapida i
messaggi, tutti Suoi,
via via
più decisi
Iniziando
con i primi a suggerirti
… ordinarti …
come
accarezzarti, come sfiorarti
Che
stupida non voleva negarti il piacere
Voleva
condividerlo e tu …
Prosegui
a leggerli
Il tono
cambia
Senti
quasi la freddezza per le tue non risposte
Quasi
senti sulla pelle il Suo sguardo farsi glaciale
Fino
all’ultimo messaggio
Che
semplicemente dice ”pagherai”!
Un
brivido,
Mordi le
labbra
Cretina
Per
cosa? Per un orgasmo rubato in un cesso?
Per
cosa?
Per non
aver saputo aspettare un’ora?
Cretina
Ti
risistemi rapidamente
Per un
attimo cogli sulle tue dita l’odore della tua voglia, quasi un fastidio ora, e
lentamente torni a sedere, lo sguardo dal finestrino
E ben
altri pensieri nella mente ora…
Finalmente
a destinazione, scendi dal treno, e quasi immediato un messaggio, Lui, poche
parole, fredde, per dirti che ti aspetta al vostro solito ristorante.
Fatichi
a trattenere una lacrima
Stupida,
hai rovinato tutto per… per cosa? Per masturbarti? Per…
cazzo,
cazzo!
Entri in
quel piccolo ristorante, profumi noti, poca gente,
il
vostro solito angolo e… Lui, seduto, ad attenderti.
Ti
avvicini lentamente, fiera del tuo abitino nuovo, acquistato per Lui, pensando
a Lui.
Ma ad
occhi bassi, non riesci a guardarLo a reggere i Suoi occhi.
Il Suo
sguardo ti segue, ogni minima mossa, ogni guizzo dei muscoli, ed eccoti accanto
a Lui.
Non si
alza, la Sua mano sfrontatamente si posa sulle tue natiche quasi ad
abbracciarti da seduto, stringendoti. Poi… uno sguardo, quasi stupito, e
lentamente la sua mano scivola sotto l’orlo dell’abito, risale piano, sulla
seta delle calze, più su, a trovar pelle nuda strappandoti un brivido, più su…
a trovar il tuo ventre nudo, umido, pronto.
Ti
guarda, lo senti, lo sai pur senza guardarLo.
Ripensi
a come avresti voluto che fosse, a come t’immaginavi, sorridente e compiaciuta,
sfacciatamente puttana nell’offrirti, felice d’esserlo per Lui… e invece…
Per un
attimo cogli il Suo sguardo severo, la mano si allontana, abbandonandoti, e con
un cenno t’invita a sedere.
Non
capisci, sei confusa; eri felice di rivederlo, felice di fargli capire da
subito quanto lo desideravi, lo sai hai sbagliato, eri pronta ad esser ripresa,
punita, ma questa indifferenza…
Ignorandoti
legge il menù, ordina per entrambi senza neppure guardarti.
Un
atmosfera fredda tra voi mentre iniziate a mangiare, poi, improvvisa la Sua
voce, che chiede, che pretende risposte.
Chiede
perché hai ignorato i suoi sms chiusa in quel bagno,
chiede
COSA facevi, pensavi, volevi in quel bagno,
chiede
se è sufficiente infilarti una mano tra le cosce per farti scordare e ignorare
tutto.
Deglutisci
a vuoto
Ad occhi
bassi
Sai che
qualcuno potrebbe sentire, ma non è questo che importa ora.
Vorresti
rispondere No, No, No.
Che non
scordi ne ignori nulla, che non è così
Chiede
se è questo che cerchi
Una
scopata, o peggio il masturbarti come una cagna in un cesso mugolando tra i
denti
Sentire
un cazzo tra le cosce o in gola, o peggio accontentarti delle tue dita.
“No N
No” ma ancora le parole ti muoiono in gola
Vorresti
chiedere scusa e urlare la voglia ed il bisogno che hai di Lui
Non di
sesso, ma di Lui|
Ma la
voce non viene, la gola è secca.
Per un
attimo torna l’immagine di te, in quel bagno, mentre consciamente ignoravi quei
trilli, cercando l’orgasmo
E sai
solo sussurrare … “perdono Signore”
Ma sai
bene che non basta
E ancora
la Sua voce
Alzando
appena il tono
Chiede
Ancora
Chiede
come ti sei permessa di presentarti a Lui come una puttana, senza averne
chiesto il permesso
Chiede
se ti basta andare in giro senza intimo, pronta a farti toccare, per eccitarti
Chiede
se è questo che vuoi, il sentirti cagna tra la gente
…
e ancora
le parole muoiono in gola
e ancora
solo in un sussurro sai soffiare un
…
“perdono Signore”…
Ora la
Sua voce è severa, fredda, distante ma severa
Ora
t’impone di guardarlo
I Suoi
occhi nei tuoi
Ora
pretende la tua borsa
Senza
smettere di fissarti la apre, fruga brevemente
e… ti
porge sfacciatamente, sopra il tavolo, due oggetti
rabbrividisci
arrossendo,
li
afferri rapidamente celandoli con il tovagliolo,
il cuore
in gola per quell’ordine non ancora espresso ma che immagini, sai.
E, a
confermarlo giungono le Sue parole
Ordinandoti
ciò che temevi…
Lentamente
ti alzi, ti dirigi verso il bagno
Stringendo
in mano quegli oggetti
Cercando
di nasconderli alla vista degli altri clienti
Imbarazzata
Tesa
E non
solo
Chiudi
la porta alle tue spalle
Un lungo
respiro
Ancora
uno specchio a riflettere la tua immagine, ben diversa ora
Lentamente
stringi alla gola… il tuo collare
Hai un
brivido di piacere nel farlo
Il
cuoio, il suo odore, la stretta…
Ami il
tuo collare
Per ciò
che è e rappresenta
Poi…
l’altro oggetto
Stronzo,
sa bene quanto sia difficile per te
Guardi
quel gioiellino, tra le dita
Lo
osservi e lentamente lo porti alle labbra
Lo bagni
di saliva
Lucido
di te
E
chinandoti in avanti sollevi l’abito e…
No, non
ce la fai
Non
riesci hai paura, imbarazzo
…
quasi
sentisse la tua titubanza il trillo di un messaggio ti riporta alla realtà
è Lui,
lo sai
poche
parole fredde, che segnano come uno schiaffo
“… sto
aspettando e NON amo aspettare”!
Devi, lo
sai
Ti chini
in avanti le mani schiudono le natiche
Il
piccolo plug si appoggia, preme, mordi le labbra, spingi,
senti i
muscoli contrarsi, resistere
spingi…
un
brivido, dolore,
spingi…
entra …
risitemi
l’abito cercando di non pensare a quell’ingombrante presenza che via via fa
sfumare dolore e fastidio trasformandolo in perverso piacere
desiderio
voglia.
È
l’inizio della tua punizione, e lo sai…
Un
respiro profondo e torni da Lui
Non ti
importa se sguardi curiosi si soffermano sul tuo collare, anzi sollevi il capo,
fiera.
Ancora
davanti a Lui, seduta composta
Non
chiede se hai obbedito
Lo sa.
Copyright 16 gennaio 2014
Copyright 16 gennaio 2014
" Lei sa "
RispondiElimina" Lui sa "
si, non è forse così?
RispondiEliminae solo così può essere
credo che esistano molti modi di sapere..
RispondiEliminae persone incapaci di vedere
verissimo.
RispondiEliminama chi ha la fortuna e la capacità di vedere, di cogliere...
poi...
cerca chi coglie...
RispondiEliminachi vede le stesse cose.
trova chi condivide
RispondiEliminaSembra cosi banale e stupido non sapere resistere a un orgasmo e rischiare tutto solo per un piacere carnale. Ma non lo è per niente.
RispondiEliminaho letto questo racconto cin gli occhi bagnati dalle lacrime, pensando a tutte le volte che sarei sprofondata sotto terra salla vergogna di aver deluso il mio padrone,per un orgasmo
Non è banale ne stupido, anzi.
RispondiEliminaCosì come non è una crudeltà gratuita l'imporre la negazione del piacere.
Ma da ciò che dici credo tu lo sappia bene
Bello questo racconto. Bello anche il modo in cui scrivi.
RispondiEliminaNonostante l'argomento di cui parla, mi fa sentire la mancanza di certe sensazioni...
S.
Non son mai gli "argomenti" in se, son sempre le sensazioni che suscitano, nascono. e se mancano fanno male
RispondiEliminaSempre belli ed eccitanti i tuoi viaggi in treno.
RispondiEliminaL.
veramente non ero io in viaggio questa volta ;-)
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