Il calore del tuo letto nel buio della stanza
scalda il tuo corpo nudo,
leggeri movimenti rubano carezze, lenti pensieri
affollano la tua mente,
via via più vividi, più definiti, accendendo il tuo
desiderio.
Il respiro si fa corto mentre i muscoli si tendono,
ora è il tuo corpo che emana calore, il calore del desiderio, che cresce sempre
più, mentre una mano, timorosa quasi, sfiora lenta la tua pelle,
scivola leggera dalla gola al seno,
sente scorrere brividi sotto i polpastrelli.
I muscoli che si tendono, il bacino che si solleva
di scatto, offrendosi ad un immaginario Signore, spalancando le cosce a
rivelare il tuo sesso pulsante, umido di voglia.
Immagini, immagini nella mente, sempre più vere,
ricordi ed emozioni vissute con Lui, che ora ti mancano lasciando in te un
vuoto incolmabile, in attesa del prossimo incontro.
Di scatto allontani con rabbia le lenzuola, il tuo
corpo nudo, abbronzato, spicca sul candore del letto sfatto.
Hai bisogno di occhi che ti scrutino, di mente che
ti guidi, di mani che sfiorino accarezzando, o colpiscano punendo.
Emozioni, sensazioni, desideri, che aumentano la
tua voglia, mentre le tue dita cercano di supplire a quell'assenza.
Ti alzi nervosa, gli occhi acquosi di eccitazione,
il respiro già corto, scandito dal rapido sollevarsi del seno;
una luce lieve rompe il buio, vorresti scacciasse
quei fantasmi erotici, ma sai che non sarà così.
Uno specchio rimanda la tua immagine, la tua vera
immagine, quella donna, quella femmina che solo Lui conosce, che subito ha
intuito in te, che anche tu hai imparato a conoscere ed accettare grazie a Lui.
Ti fissi sgranando gli occhi, ami quell'immagine, sai
che Lui ti vede così, così vuoi essere, per Lui.
Davanti a quello specchio, lenti gesti a frugare un
cassetto, afferrando un collare, sollevandolo.
L'odore del cuoio morbido ti riempie la mente,
accentuando ricordi e desideri; le tue mani, quasi con devozione lo stringono
intorno al tuo collo, fanno scattare il lucchetto lucente;
quella lieve stretta ti fa cedere per un attimo le
ginocchia, la testa vuota, ovattata di emozioni violente; lasci che le dita
piano scorrano su quella morbida pelle, deglutendo a fatica, tremando al
sentirlo stringere la tua gola.
Occhi, occhi fissi nei tuoi, riflessi da quello
specchio, i tuoi occhi come fossero i Suoi, a scrutare il tuo corpo nudo, che
non sa celare la sua voglia.
Il guizzare dei muscoli, il seno gonfio, eretto,
che sussulta ad ogni respiro, i capezzoli turgidi, che urlano la loro voglia di
carezze, di strette severe, di dolore si, perché no, di dolore che sfuma nel
piacere.
Senti il tuo dolce miele colare tra le cosce, il
suo odore avvolgerti, eccitante odore di femmina, la femmina che l'immagine
nella specchio ti rimanda, la femmina che urla in te la sua voglia di vivere,
di vivere per Lui.
Lente le tue mani ora, scrutando attenta ogni
movimento, abbandonano il collare scivolando nel solco tra i seni, circondando
leggere la base, stringendo le coppe, sollevandole, offrendole a Lui, che
immagini davanti a te, che sai davanti a te seppur lontano, con il suo sguardo
severo e dolce insieme.
Le dita che scivolano sulla pelle scossa da
brividi, stringono i capezzoli, più forte ora, e quel dolore fa contrarre il
tuo ventre, sgorgare la voglia che imperla il tuo pube.
Vorresti spalancare le cosce, affondare le dita in
te, prenderti come lui sa prenderti, violento e dolce insieme, bagnarti di te,
per poi berti, gustando il tuo sapore; ma non ancora, lentamente, come Lui ti
ha insegnato, sottostando alla sfinente attesa.
Porti le dita al volto, schiudi le labbra,
cercandole, trovandole.
La tua lingua svetta per un attimo tra la chiostra
candida dei denti, muovendosi sulle tue dita, a solleticarle, invitante, a
chiamarle in te; serri un poco le labbra carnose a stringerle piano,
avvolgendole mentre scivolano nella tua bocca coprendosi della tua saliva,
densa d'eccitazione, scavando nella tua gola, fermandosi immobili in fondo a
te, per poi riprendere a frugarti, impetuose.
Ti stupisci di come i tuoi movimenti, i tuoi tempi,
inconsciamente rispecchino i Suoi, quelli che Lui ama importi e che hai
imparato a gustare a fondo.
Alternanza sfinente di dolcezza e severità, attesa
ed appagamento, che prelude a cocente privazione, ed ancora attesa…
Vedi il tuo corpo vibrare in quello specchio,
mentre le tue dita, lucide di saliva, abbandonano la tua bocca per scorrere
sulla pelle a disegnare scie umide, a dipingere il tuo desiderio che cresce, giù,
sulle tue cosce, sadicamente evitando il ventre che si protende in avanti
cercandoti, sfacciatamente provocante, perversamente impudico.
Le dita sulle cosce, leggere, le unghie e graffiare
la pelle, leggere, segnandola di diafane strie rossastre, che sbiadiscono
rapide, per riformarsi ad una nuova carezza; l'ansimare violento ormai, mentre
inarchi la schiena schiudendo un poco le gambe, protendendo il bacino verso
quello specchio, più avanti ancora, spingendolo a baciarsi nella sua immagine,
ad inumidire il vetro di umori odorosi, sfregandolo con movimenti rapidi, per
poi allontanarti, osservandoti.
Il viso arrossato, i capelli scomposti, il fiato
corto, ed il tuo sesso che ormai ansima con te il suo invito, la sua voglia, la
sua urgenza di piacere.
Ed ancora, rallentando ancor più i movimenti, lasci
salire la tua mano, sfiori la morbida pelle all'interno delle cosce, sali
ancora a sfiorare i primi peli umidi,
la allontani per un attimo, a fatica, ed ancora
torni, aprendoti, lasciando che le tue dita affoghino in te, scomparendo tra le
grandi labbra pulsanti, gonfie di voglia perversa, correndo sul clitoride
turgido, sensibile; frenetiche ora, decise ora, come sanno essere le Sue.
Ora spalanchi oscenamente le cosce a te stessa, a
Lui che sai davanti a te, ora ti mostri per ciò che ami essere, femmina e
puttana che sa di avere diritto a vivere ciò che è, che vuole vivere ciò che sa
di essere.
Ora davanti a quello specchio, osservandoti, le tue
dita si piegano un poco, scivolano sugli umori densi di voglia, spingono in te,
entrando piano, mentre sussulti ansimando, accogliendoti, spingono ancor di più,
fermandosi, muovendosi piano in te, per uscire lente mentre i tuoi muscoli si
contraggono a trattenerle, e di nuovo spingere a fondo, mentre altre dita
muovono rapide il clitoride, lo solleticano, lo premono, lo battono piano
schiaffeggiandolo ed il tuo corpo preme ora contro quella fredda superficie, ti
schiacci contro te stessa, contro la tua immagine riflessa, contro quella
femmina che sai di essere.
La tua lingua cerca la tua lingua nello specchio,
la bacia coprendola di saliva,
appannando il vetro di ansimi e gemiti, mentre ora
frenetiche le dita ti possiedono.
Il tuo ventre struscia contro il vetro freddo,
coprendolo di umori e voglia
I tuoi seni premono cercando ristoro e pace e
trovando solo nuova voglia, altro desiderio.
Le gambe cedono all'improvviso nella morsa del
piacere; scivoli a terra, senza smettere di inseguire il piacere, senza
smettere di fissarti, a terra, come Lui a volte ti fissa dopo avertici gettata,
umiliandoti, ed insegnandoti il piacere nell'umiliazione.
Ancora, ancora di più, ancora e non ti basta.
Quell’immagine dallo specchio ti urla ciò che sei
Quelle cosce spalancate a mostrare il tuo sesso
oscenamente preso dalle tue dita gridano ciò che vuoi
Quel sussultare del tuo bacino sotto la tua mano ti
dice ciò che aspetti, che brami, di cui hai bisogno.
………. Il piacere, l’orgasmo, l’appagamento
lo senti nascere dal ventre
lo senti scorrere sotto la pelle
lo senti stringere nel petto
lo senti gorgogliare nella gola
prima di esplodere nella mente e nelle viscere
ma nella mente esplode il ricordo della Sua voce
quel NO appena sussurrato, eppure pare gridato
a negarti ciò che ora, sola, insegui pensando a Lui
ritrovi quelle emozioni
rabbia
dolore quasi
con gli occhi che si colmano di lacrime di
frustrazione
e allontani la tua mano
mordi le labbra per fermare il piacere
distogli per un attimo lo sguardo da quello
specchio perché sai che potrebbe bastare quell’immagine di te
così oscena, così puttana, così offerta per cedere
al piacere
e non puoi, non devi
….. lentamente il respiro rallenta
lentamente i brividi del tuo corpo scemano
lentamente ti sollevi da quel pavimento
guardandoti ora, ancora una volta
fiera di ciò che sei
e le tue dita, ancora bagnate di te, premono
nervose i tasti del cellulare digitando un sms
“sono Tua Padrone, e tua resto, in attesa del tuo
si”
lasciandoti scivolare sulle lenzuola, avvolta dall’odore
della tua voglia inappagata
sfiorando piano quel collare di cuoio che ti
stringe la gola … aspettando!
Copyright 25 giugno 2007
Le tue parole hanno avuto il compito di spalancare di nuovo la mia porta. Non smettere mai di scrivere.
RispondiEliminaMolto bello.
RispondiEliminaGrazie Estrella
RispondiEliminaE no Anonimo/a non smetterò e se la tua porta si è spalancata di nuovo significa che non si era mai chiusa del tutto