A piccoli passi, quasi in punta di piedi entrano in quel
teatro vuoto da tempo, forse troppo.
Ancora un sentore di polvere spazzata, di stantio a cui si è
dato aria.
Il sipario polveroso ancora chiuso, così com’è rimasto dopo
quell’ultimo spettacolo, quell’ultimo applauso scrosciante.
Bisbiglii sommessi a rompere il silenzio, non le risate
goliardiche delle precedenti rappresentazioni, quasi ci fosse una sorta di
timore, quasi che l’attesa temesse di venir delusa, quasi la paura di aver
troppe aspettative.
Pian piano si accomodano guardandosi attorno, nuovi stucchi
alle pareti, nuovi colori e luci, una nuova sala.
Eppure il legame con il vecchio teatro è palpabile, lo si
coglie in ogni cosa, gesto, sussurro.
L’ultimo trillo di campanello… lo spettacolo inizia, le luci
si abbassano sfumando nel buio.
Il silenzio è totale, quasi un’apnea collettiva.
L’occhio di bue illumina il vecchio sipario, ultima vestigia
di ciò che era, si muove, ondeggia, una mano lo scosta, si apre.
Un passo, un secondo meno incerto,
Eccolo.
Fermo su quelle tavole l’Attor Giovane si presenta, si offre
al suo pubblico, si mette in gioco.
Molto ha da dare, molto da lui ci si aspetta e non deluderà.
Un primo timido applauso, via via più intenso, sentito.
Luci, Musica… che lo spettacolo ricominci!
(dedicato a Michele)
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