Immobile ai piedi del letto,
come devi, come ti è stato chiesto … ordinato …
Immobile in attesa di ciò che
sarà, che cerchi d’immaginare, che sai sarà altro.
Immobile in ginocchio,
composta.
Alle tue spalle la porta si
apre, freni a fatica l’istinto di voltarti, guardare.
Non puoi, non devi; lenti
passi si avvicinano, una mano leggera sfiora i tuoi capelli, il Suo profumo ti
avvolge, lo respiri fino in fondo all’anima ma già quella mano ti abbandona,
eppure “senti” la Sua presenza dietro te, lo strisciare di una poltrona sul
pavimento, lo scatto secco di un accendino, l’aroma denso del sigaro, e
finalmente la Sua voce a rompere quel silenzio; parole che son fantasie,
suggerimenti, ordini … guida.
Dietro te, i Suoi occhi
osservano, giudicano, mentre le tue mani si muovono leggere al ritmo della Sua
voce, seguono le parole creando arabeschi sulla pelle, accendono brividi
inattesi, strappano gemiti ingoiati.
Parole, parole che
trasformano le tue mani nelle Sue. Non son più le tue dita a sfiorar la pelle,
non più la tua mano a chiudersi sul seno, stringendo, a scendere tra le cosce
schiudendole.
Le tue mani Sue, a schiuderti
spudoratamente, a frugarti senza pudore, a masturbarti davanti a Lui, per Lui.
Imbarazzo, vergogna, sapendo,
sentendo che i Suoi occhi non ti abbandonano, che spiano il tuo piacere rubato,
che indovinano da un sospiro, un gemito, un sussulto il piacere che provi.
Si piacere, si cazzo non puoi
negartelo ti piace, ti piace mostrarti a Lui, lasciare che veda il tuo corpo
fremere al tuo tocco, alla Sua guida; ti piace seguirlo oltre il pudore,
femmina fino in fondo, puttana, ma per Lui, solo per Lui, andando oltre ciò che
credevi di poter fare, desiderando andar ancor più oltre.
Odore di desiderio, di sesso,
mentre la voglia ti bagna le dita, mentre premi leggera il clitoride, lo sfidi
quasi, girandoci piano attorno, poi all’improvviso le dita impazziscono, cercano, vogliono,
chiedono.
La schiena si arcua, la pelle
lucida di sudore le labbra contratte a trattenere mugolii, gemiti, urla. Si
urla, questo vorresti, urlare al mondo ciò che provi, che vuoi essere, che sei.
Gridare il tuo piacere, implorare un orgasmo, gemere d’esse cagna in calore …
Femmina.
Ma la Sua mano improvvisa afferra
il tuo braccio, frena la tua mano.
No cazzo no, non ora non adesso,
adesso hai bisogno del piacere, dell’orgasmo.
Sollevi gli occhi nei Suoi,
ti ci perdi, abbassandoli, ingoiando desideri, voglia, rabbia mentre una benda
nera ti ruba la vista.
Il buio …
ansia e sicurezza …
e ancora mani, le Sue, sul
tuo capo; severe e decise.
Mani che stringono e davanti
a te odore d’Uomo, sai, non serve vedere, la tua bocca si apre, si offre, si
dona. Il Suo sapore scivola tra le labbra, sulla lingua, a pretender la tua
gola, usarla, fotterla.
Ami tutto ciò e Lui lo sa.
Colpi profondi mentre il corpo freme; saliva che cola mescolandosi a lacrime.
Lui detta il ritmo come tu
ami, non tu protagonista ma Lui a fotterti la bocca, uscendo piano, aspettando
che la tua lingua lo cerchi e di nuovo con un colpo profondo, a prenderti, fino
in fondo. Lo senti gonfio contro il
palato, pulsare tra le labbra, fremere. Si fa più decisa la stretta delle Sue
mani, più rapidi i Suoi colpi fino a regalarti il Suo piacere, a dissetarti con
la Sua voglia. A lasciare che la tua lingua lo gusti, in ogni angolo.
Per poi allontanarsi da te,
Dio dov’è? Lo vuoi, ne hai bisogno, ti prego …
E ancora passi leggeri,
ancora lo strisciare della poltrona, ancora denso fumo di sigaro ancora le Sue
parole a guidare le tue mani, a riaccender la tua voglia, a farti perdere la
mente … ancora attesa.
Copyright 29 maggio 2014
Mi piace :-)
RispondiEliminaL'attesa non fa male se si sta bene:-))
Sonia Tosin
anzi .. è un qualcosa ... in più
RispondiEliminaSi...preludio di sensazioni tanto amate quanto desiderate
RispondiEliminaSonia Tosin
e finalmente da vivere
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